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Home » Attualità » Ucraina, una mamma ha usato il proprio corpo come scudo per salvare la figlia di un mese dalle bombe

Ucraina, una mamma ha usato il proprio corpo come scudo per salvare la figlia di un mese dalle bombe

Olga stava allattando Victoria, quando all'improvviso le schegge di un missile hanno colpito la loro casa a Kiev. La madre ha riportato numerose ferite, la piccola è illesa. Il padre: "I detriti ci sono volati addosso"

Remy Morandi
21 Marzo 2022
Olga, la mamma ucraina che ha salvato la propria bambina di 2 mesi, Viktoria, usando il proprio corpo come scudo contro le schegge di una bomba che avevano colpito la loro casa

Olga, la mamma ucraina che ha salvato la propria bambina di 2 mesi, Viktoria, usando il proprio corpo come scudo contro le schegge di una bomba che avevano colpito la loro casa

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“Mi ero appena seduta per allattare mia figlia, quando all’improvviso è avvenuta l’esplosione”. Olga è una donna ucraina di 27 anni, mamma di Victoria, una bambina di un mese. La 27enne, insieme alla sua piccola, è stata portata nell’ospedale Okhmatdyt di Kiev venerdì 18 marzo. Il motivo? Olga è rimasta gravemente ferita dopo aver usato il proprio corpo come scudo per proteggere la sua bambina da un bombardamento che aveva colpito la loro casa a Kiev. A raccontare la storia di Olga e della sua Victoria è lo stesso ospedale Okhmatdyt con un post pubblicato su Facebook.

Olga tiene in braccio la piccola Victoria nel letto d’ospedale Okhmatdyt a Kiev. In piedi il padre Dmytro (Foto dalla pagina Facebook НДСЛ Охматдит)

Venerdì mattina sono state portate nell’ospedale Okhmatdyt di Kiev tre persone: Olga, 27 anni, il marito Dmytro e la loro piccola di un mese, Victoria. Il padre ha raccontato ai dottori dell’ospedale quanto accaduto. Per tutta la notte tra giovedì e venerdì lui e sua moglie avevano sentito spari, colpi e esplosioni di missili molto vicini alla loro casa, a Kiev. “Quando sono sceso in cortile, ho visto che una bomba aveva colpito l’asilo vicino casa nostra. Non c’erano più il soffitto, le finestre e le porte in tutte le case vicine. I detriti ci sono volati addosso”, ha raccontato il padre all’ospedale.

Olga, 27 anni, stava allattando la sua Victoria quando è avvenuta l’esplosione (Foto dalla pagina Facebook НДСЛ Охматдит)

All’alba di venerdì infatti Olga si è svegliata per allattare Victoria. All’improvviso un’enorme esplosione. Le schegge della bomba avevano distrutto le finestre della stanza dove Olga stava allattando la sua bambina. La madre, appena avvenuta l’esplosione, ha usato il proprio corpo come scudo per proteggere la piccola. “Sono stata ferita alla testa e il sangue è iniziato a cadere sulla bambina”, ha detto Olga, secondo quanto riportato da The Guardian. “Ma non riuscivo a capire, pensavo il sangue fosse il suo (di Victoria, ndr)”, ha aggiunto Olga. E infatti quando il padre Dmytro si è precipitato a vedere le condizioni delle due, Olga ha iniziato a urlare pensando che la piccola di un mese fosse rimasta ferita nell’esplosione. “Olga, è il tuo sangue, non è il suo“, le ha subito detto il marito.

Olga e Dmytro hanno riportato numerose ferite dopo l’esplosione. La piccola Victoria è rimasta illesa (Foto dalla pagina Facebook НДСЛ Охматдит)

La bambina era infatti illesa. Solo Olga e Dmytro erano rimasti feriti nell’esplosione. La madre ha riportato numerose lesioni e ha dovuto subire un immediato intervento chirurgico nell’ospedale Okhmatdyt di Kiev. La madre ai dottori ha raccontato che prima che avvenisse l’esplosione, aveva già avvolto in una coperta la piccola Victoria per tenerla al caldo mentre la allattava. “È questo che ha tenuto in vita il bambino. L’ho appena coperta in tempo. E poi Dmytro è balzato in piedi e ha coperto anche noi”, ha detto Olga, secondo quanto riporta The Guardian. “Non ci resta altro da fare che rimanere positivi, solo per credere che sia stata la cosa peggiore, la più orribile che sarebbe potuta accadere nelle nostre vite”, ha aggiunto il padre Dmytro.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
"Mi ero appena seduta per allattare mia figlia, quando all'improvviso è avvenuta l'esplosione". Olga è una donna ucraina di 27 anni, mamma di Victoria, una bambina di un mese. La 27enne, insieme alla sua piccola, è stata portata nell'ospedale Okhmatdyt di Kiev venerdì 18 marzo. Il motivo? Olga è rimasta gravemente ferita dopo aver usato il proprio corpo come scudo per proteggere la sua bambina da un bombardamento che aveva colpito la loro casa a Kiev. A raccontare la storia di Olga e della sua Victoria è lo stesso ospedale Okhmatdyt con un post pubblicato su Facebook.
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