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In Ucraina 53 i siti culturali danneggiati dallo scoppio della guerra: l'Unesco avverte Putin

di SOFIA FRANCIONI -
2 aprile 2022
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In Ucraina sono almeno 53 i siti culturali danneggiati o parzialmente distrutti dall'inizio dell'invasione russa. Quattro musei, tra cui quello di storia locale nella regione di Kiev e il museo d'Arte a Kharkiv. Quattro monumenti, 29 chiese e 16 edifici storici, incluso il celebre Teatro dell'opera e del balletto a Kiev. Tra i siti danneggiati, una dozzina quelli nella regione orientale di Kharkiv, cinque a Kiev e altri cinque a Chernihiv, dove la situazione è particolarmente critica. La città nel nord ucraino, costellata di chiese e monasteri risalenti al X al XIX secolo, tra cui la chiesa di Sainte-Catherine (uno dei sette siti dell'Ucraina riconosciuti patrimonio mondiale dall'Unesco) è infatti tra le più antiche del Paese.

Il teatro di Mariupol distrutto dagli attacchi russi

"Nessuno dei sette siti iscritti al patrimonio mondiale dell'umanità è stato danneggiato", riferisce l'Unesco, che ha pubblicato una fotografia dello stato dell'arte ucraino "parziale", non includendo i disastri dell'ultimo assedio alle città di Mariupol e Kherson. L'organizzazione delle Nazioni Unite, che dallo scoppio della guerra sta monitorando in collaborazione con Unitar/Unosat il patrimonio culturale ucraino, ha basato il suo report su immagini satellitari e rapporti di testimoni oculari, verificando i dati forniti dalle autorità ucraine. La recente divulgazione dell'elenco è solo l'ultimo dei pressing che l'organizzazione delle Nazioni Unite indirizza a Putin: "Qualsiasi violazione delle norme vedrà i perpetratori portati alla responsabilità internazionale", ha dichiarato la direttrice generale Audrey Azoulay sottolineando alla Russia gli obblighi della Convenzione dell'Aia del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato e i suoi due protocolli (1954 e 1999). Un avvertimento che diventa minaccia nelle dichiarazioni del ministro della cultura ucraino: "Ho registrato 135 casi di crimini contro il patrimonio culturale dell'Ucraina commessi dalle truppe russe dall'inizio della guerra".

I sette siti ucraini patrimonio dell'umanità dell'Unesco

La residenza dei metropoliti bucovini e dalmati e la cattedrale di Santa Sofia

Paese ponte tra oriente e occidente, l'Ucraina vanta ben sette siti iscritti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco: la Cattedrale di Santa Sofia a Kiev, il centro storico di Leopoli, l’arco geodetico di Struve, le antiche faggete primordiali dei Carpazi, la residenza dei metropoliti bucovini e dalmati, l’antica città di Kerson e infine le 16 tserkvas (chiese) costruite, a cavallo tra la Polonia e l'Ucraina e il XVI e il XIX secolo, con tronchi di legno orizzontali da comunità di fede ortodossa e greco-cattolica. Per quanto riguarda lo stato dell'arte ucraino, l'Unesco si è dichiarata seriamente preoccupata per i danni subiti da Kharkiv, città creativa inserita nella rete dell'Unesco per la musica e per il centro storico di Chernihiv, nella lista provvisoria del patrimonio mondiale dell'Ucraina. Dallo scoppio della guerra, l'organizzazione si è anche rammaricata per i danni alle opere della celebre artista ucraina Maria Primachenko e ha condannato l'attacco che ha colpito il memoriale dell'Olocausto di Babyn Yar.

Tra gli avvertimenti a Putin, il marchio distintivo della Convenzione dell'Aia

Una delle 16 tserkvas (chiese) costruite a cavallo tra la Polonia e l'Ucraina tra il XVI e il XIX secolo con tronchi di legno orizzontali da comunità di fede ortodossa e greco-cattolica

A stretto contatto con le autorità ucraine, l'Unesco sta lavorando per contrassegnare i principali monumenti e siti storici in tutta l'Ucraina con il marchio distintivo della Convenzione dell'Aia del 1954: un segno internazionale che significa che quel bene è parte del patrimonio culturale che va protetto in caso di conflitto armato. Inoltre, coerentemente con il suo mandato, l'organizzazione chiede il cessate il fuoco sulle scuole, le università, i siti commemorativi, le infrastrutture culturali, di comunicazione e di stampa. "La comunità internazionale ha il dovere di proteggere e preservare per le generazioni future il patrimonio culturale ucraino come testimonianza del passato ma anche come vettore di pace per il futuro. Per questo le istituzioni educative devono essere considerate santuari".