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Un agente di Afragola: "Voi disabili parcheggiate ovunque, siete più cattivi di noi"

di MARIANNA GRAZI -
12 gennaio 2022
Woman in wheelchair in parking lot

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Se negli ultimi tempi parlare di inclusione, di rispetto di tutti gli individui e di diversità è quasi 'una moda' forse è anche perché all'omofobia e alla discriminazione non sembra esserci fine. Un caso di pochi giorni fa ne è l'esempio perfetto. Ad Afragola, in provincia di Napoli, un agente della polizia municipale ha risposto così a un post sui social in cui un’associazione a tutela delle persone disabili chiedeva aiuto alle forze dell’ordine riguardo alla –proverbiale– difficoltà nel parcheggiare l’auto per queste persone: “Tutta la mia solidarietà… ma pure a voi solo perché avete una disabilità parcheggiate ovunque, anche sopra il marciapiede. Siete uguali a noi anzi forse più cattivi…”. Un commento che ha quasi dell'incredibile, oltre ad essere assolutamente vergognoso. E come c'era da aspettarsi, ha sollevato un vespaio di polemiche in città. “Parole offensive da parte di un agente, proprio sotto il post in cui noi chiediamo aiuto alle forze dell'ordine”, è stata la replica di Asia Maraucci, presidente dell'associazione "La Battaglia di Andrea". Nei confronti dell'uomo, subito convocato dal comandante delle municipale Michele Orlando e dal sindaco Antonio Pannone, sarà avviato un procedimento in disciplinare. Le due figure istituzionali, ha voluto anche precisare Maraucci, “ci hanno immediatamente espresso solidarietà, assicurandoci che verranno presi provvedimenti. Questa persona non solo ha offeso Andrea (il bambino autistico di cui l'associazione porta il nome, ndr) e tutti i disabili ma ha mancato di rispetto alla divisa che indossa e a tutti i suoi colleghi di Afragola che ogni giorno fanno il loro dovere”. Sulla vicenda è intervenuto anche il Governo, venuto a conoscenza del fatto, che attraverso la ministra per il Sud Mara Carfagna, ha espresso a sua volta vicinanza e solidarietà all’associazione. "Pretendiamo la massima punizione", continua la presidente, nonostante le scuse dell'agente stesso, che poco dopo, sempre sui social, ha scritto: “Non volevo offendere nessuno, ma semplicemente richiamare tutti al rispetto delle regole – si legge nel post di scuse – le espressioni usate sono state sbagliate ed ingiuste nei confronti di coloro che vivono la propria disabilità rispettando le regole”. Una redenzione tardiva, dopo che il danno ormai era stato fatto. E non basterà cancellare il commento al post per dimenticarlo.