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Home » Attualità » Ruffino, “Un calice di genuinità. Senza nuocere all’ambiente e attenti a chi ci sta intorno”

Ruffino, “Un calice di genuinità. Senza nuocere all’ambiente e attenti a chi ci sta intorno”

Educazione al consumo del vino, "un prodotto glocale, il filo rosso che ha intrecciato nei millenni la nostra identità e ci ha abituato all’accoglienza e all’inclusività"

Francesco Sorelli
25 Novembre 2021
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Comunicazione

 

L’attenzione gentile a cosa ci sta intorno, alle persone e all’ambiente, permea il mio modo di pensare ormai da diversi anni. Sento molto, e non è retorica, un ruolo da custode della bellezza di quello che ci è stato dato, dei luoghi che abitiamo e del futuro che lasceremo ai nostri figli. Per questo, quando è arrivata la proposta di far parte del comitato scientifico – io davvero piccolo al cospetto di un gruppo di persone esemplari per le loro attività e per i loro conseguimenti – vi ho visto una forte comunione di intenti che mi ha fatto subito abbracciare (ahimè ancora solo virtualmente!) il gruppo di lavoro di Luce!.

Mi occupo di comunicazione del vino per l’azienda vinicola Ruffino. Il vino è probabilmente la più virtuosa forma di interazione fra uomo e natura (l’uva, lasciata in pianta, andrebbe in acescenza…), costituisce un meraviglioso segno di incontro ed è un ponte di inclusività: una tavolata fra amici, un momento di relax a casa col proprio partner, un calice i cui profumi raccontano l’anima del luogo…quante affettuose storie e consuetudini virtuose emergono da una bottiglia di vino condivisa? Noi toscani del resto discendiamo dai raffinatissimi Etruschi – dei migranti peraltro, poichè molto probabilmente provenivano dall’Asia – che per primi introdussero la viticoltura in Italia e che amavano eleganti aggregazioni nel segno del bello e del buono; condividiamo inoltre lo stesso milieu della Firenze del Rinascimento, di Leonardo da Vinci e Caterina de’ Medici, dove l’uomo si è ritrovato al centro del proprio destino, con l’orgoglio dell’autodeterminismo e la possibilità di essere felici; abbiamo, infine, profonde radici nella civiltà contadina, quella del fiasco, del riuso, del pane sciocco e del non si butta via niente, del poco che diventa tanto.

Quindi, il vino è stato il filo rosso che ha intrecciato nei millenni la nostra identità e ci ha abituato all’accoglienza e all’inclusività. Ma, al contempo, il vino è una bevanda a contenuto alcolico e come tale deve essere trattato, rispettato e gustato (non voglio scrivere né consumato né bevuto) con estrema responsabilità. Non solo, è un prodotto “glocale”, amato internazionalmente e la sua produzione – dalla vigna alla cantina -, nonché la sua filiera distributiva, devono rispettare determinati parametri per non nuocere all’ambiente.

Quindi, l’inclusione e la diversità come ricchezza e non minaccia, l’educazione al consumo di bevande alcoliche, uno stile di vita ecosostenibile, infine anche l’uso di un linguaggio e una scrittura carezzevole, adeguata e appropriata, sono le tematiche su cui spero di poter portare un mio modesto contributo.

 

 

 

FRANCESCO SORELLIdirettore comunicazione e brand experience dell’Azienda vinicola Ruffino

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague

Comunicazione

  L’attenzione gentile a cosa ci sta intorno, alle persone e all’ambiente, permea il mio modo di pensare ormai da diversi anni. Sento molto, e non è retorica, un ruolo da custode della bellezza di quello che ci è stato dato, dei luoghi che abitiamo e del futuro che lasceremo ai nostri figli. Per questo, quando è arrivata la proposta di far parte del comitato scientifico - io davvero piccolo al cospetto di un gruppo di persone esemplari per le loro attività e per i loro conseguimenti - vi ho visto una forte comunione di intenti che mi ha fatto subito abbracciare (ahimè ancora solo virtualmente!) il gruppo di lavoro di Luce!. Mi occupo di comunicazione del vino per l’azienda vinicola Ruffino. Il vino è probabilmente la più virtuosa forma di interazione fra uomo e natura (l’uva, lasciata in pianta, andrebbe in acescenza…), costituisce un meraviglioso segno di incontro ed è un ponte di inclusività: una tavolata fra amici, un momento di relax a casa col proprio partner, un calice i cui profumi raccontano l’anima del luogo…quante affettuose storie e consuetudini virtuose emergono da una bottiglia di vino condivisa? Noi toscani del resto discendiamo dai raffinatissimi Etruschi - dei migranti peraltro, poichè molto probabilmente provenivano dall’Asia - che per primi introdussero la viticoltura in Italia e che amavano eleganti aggregazioni nel segno del bello e del buono; condividiamo inoltre lo stesso milieu della Firenze del Rinascimento, di Leonardo da Vinci e Caterina de’ Medici, dove l’uomo si è ritrovato al centro del proprio destino, con l’orgoglio dell’autodeterminismo e la possibilità di essere felici; abbiamo, infine, profonde radici nella civiltà contadina, quella del fiasco, del riuso, del pane sciocco e del non si butta via niente, del poco che diventa tanto. Quindi, il vino è stato il filo rosso che ha intrecciato nei millenni la nostra identità e ci ha abituato all’accoglienza e all’inclusività. Ma, al contempo, il vino è una bevanda a contenuto alcolico e come tale deve essere trattato, rispettato e gustato (non voglio scrivere né consumato né bevuto) con estrema responsabilità. Non solo, è un prodotto “glocale”, amato internazionalmente e la sua produzione - dalla vigna alla cantina -, nonché la sua filiera distributiva, devono rispettare determinati parametri per non nuocere all’ambiente. Quindi, l’inclusione e la diversità come ricchezza e non minaccia, l’educazione al consumo di bevande alcoliche, uno stile di vita ecosostenibile, infine anche l’uso di un linguaggio e una scrittura carezzevole, adeguata e appropriata, sono le tematiche su cui spero di poter portare un mio modesto contributo.       FRANCESCO SORELLIdirettore comunicazione e brand experience dell’Azienda vinicola Ruffino
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