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Un mese dedicato alla riflessione aziendale: "Nel 2021 far puntati sul linguaggio inclusivo"

di REDAZIONE -
25 novembre 2021
Amber Vittoria

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Cambiamento

  Il Gruppo Crédit Agricole è il 10° gruppo bancario al mondo, presente in 48 Paesi tra cui l’Italia, che rappresenta il suo secondo mercato. Qui il Gruppo opera con tutte le linee di business e occupa circa 17.500 collaboratori. Con questi numeri, il tema dell’inclusione non può essere messo in secondo piano ma diventa fondamentale per consentire ad ogni talento di esprimersi pienamente. Il percorso di Crédit Agricole Italia sulle tematiche dell’inclusione è attivo ormai da anni con l’obiettivo di alimentare un cambiamento culturale necessario ad una piena valorizzazione di tutte le diversità, non solo di quelle di genere, proprio come avviene già da tempo in Francia. Il Gruppo è convinto che valorizzare le diversità rappresenti una risorsa chiave per lo sviluppo umano e aziendale. "Un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo, in grado di portare innovazione, che sia equo e tenga conto delle individualità, è il presupposto fondamentale per ogni tipo di crescita sostenibile - dicono da Crédit Agricole Italia -. In questo senso, costruire e sostenere una cultura del rispetto rappresenta una grande opportunità per ogni azienda". A dimostrazione di tutto questo, Crédit Agricole, ogni anno dedica l’intero mese di novembre all’inclusione, proponendo ai propri colleghi una serie di incontri, webinar e seminari per indagare le diverse sfaccettature della Diversity&Inclusion al fine di continuare ad alimentare una cultura aziendale aperta e attenta a cogliere le differenze come uno stimolo costruttivo. Focus degli incontri del Mese dell’Inclusione 2021 è stato il linguaggio perché siamo oggi nel mezzo di un’evoluzione culturale in cui il la parola rappresenta uno strumento importante e potente per creare inclusione o esclusione. A trovare ascolto presso i colleghi del Gruppo nel corso del mese di novembre sono state testimonianze importanti come quelle della professoressa Vera Gheno, sociolinguista ed esperta del linguaggio dei social media, e della professoressa Claudia Bianchi, docente di Filosofia e Teoria dei linguaggi all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.