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Home » Attualità » Una vita piena: dal tragico incidente a poliziotto ad honorem. La storia di Fabrizio Torsi

Una vita piena: dal tragico incidente a poliziotto ad honorem. La storia di Fabrizio Torsi

Il livornese nel 1984 perse un amico nel sinistro che lo ha costretto in carrozzina. Ora si spende per aiutare gli altri e va nelle scuole a fare prevenzione. Pochi giorni fa ha coronato il suo sogno

Michela Berti
1 Ottobre 2022
Fabrizio Torsi, poliziotto ad honorem

Fabrizio Torsi, poliziotto ad honorem

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Ha ricevuto direttamente dalle mani del capo della polizia Lamberto Giannini quella pergamena che vale una vita. Fabrizio Torsi, da ieri, è poliziotto ad honorem. Un riconoscimento che viene dato in casi eccezionali, e Fabrizio è un caso eccezionale. “A dicembre – ci racconta – sono stato chiamato dal questore di Livorno Roberto Massucci perché aveva scelto me per andare nelle scuole a fare prevenzione: sono sempre andato a spiegare ai ragazzi come si deve indossare il casco”.

Torsi riceve la pergamena dalle mani del capo della polizia Giannini

Fabrizio ebbe un incidente il 17 agosto 1984. Stava rientrando in Vespa da Rimini con un amico, gli caddero gli occhiali, la Vespa perse aderenza e finì sotto un camion. Il suo caro amico Stefano morì, Fabrizio da allora è in carrozzina. Stefano sarebbe voluto diventare un deejay, Fabrizio un poliziotto. “Tre giorni dopo l’incidente sarei dovuto andare a Roma per iniziare la carriera nella polizia di Stato”. Il questore Massucci ha sposato la sua causa, la sua storia, lui che ha fatto dello slogan #sceglilastradagiusta una vera e propria missione per la legalità. “Sono rimasto molto colpito – dice il questore – e commosso quando Fabrizio mi ha detto: ‘Nel ricevere questo riconoscimento è come essermi alzato dalla carrozzina’. Lui è riuscito a trasformare quella carrozzina in impegno e risultato”.

Sono passati quasi quarant’anni da quel giorno: “È cambiato tutto. Pochi secondi hanno portano via la valigia della vita con gli stivaletti e i Levis 501. Avevo venti anni e volevo una pistola per farla finita. Poi, un anno dopo, improvvisamente mentre passavo davanti alla vetrina di un negozio, mi sono guardato in carrozzina e ho deciso di vivere, ma come dico io. Ho iniziato a fare le battaglie contro le barriere architettoniche, per avere carrozzine leggere e forniture sanitarie decenti. Non sapevo che si poteva vivere stando seduti, certo non volevo vivere da handicappato. Ho iniziato ad andare nelle scuole perché volevo essere un modello per i giovani”. “Per me la priorità è sempre stata la legalità, aiutare le persone – continua Fabrizio -. La mia bandiera è lo Stato. Sarei stato un poliziotto con i capelli lunghi, il Serpico della situazione”.

Fabrizio Torsi fa prevenzione nelle scuole per promuovere l’utilizzo del casco. Ha fatto della legalità la propria missione 

Fabrizio è diventato tecnico di laboratorio e lavora alla farmacia dell’ospedale di Livorno dopo essere stato per molti anni al centro trasfusionale di Viareggio. Ha una moglie veterinaria con la quale è sposato da 25 anni e una figlia di 22. Una vita piena.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Ha ricevuto direttamente dalle mani del capo della polizia Lamberto Giannini quella pergamena che vale una vita. Fabrizio Torsi, da ieri, è poliziotto ad honorem. Un riconoscimento che viene dato in casi eccezionali, e Fabrizio è un caso eccezionale. "A dicembre - ci racconta - sono stato chiamato dal questore di Livorno Roberto Massucci perché aveva scelto me per andare nelle scuole a fare prevenzione: sono sempre andato a spiegare ai ragazzi come si deve indossare il casco".
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