Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Cosa pensano i cittadini dell’Unione Europea? Sei italiani su dieci non sanno come funziona

Cosa pensano i cittadini dell’Unione Europea? Sei italiani su dieci non sanno come funziona

Dai risultati del sondaggio pubblicato da Eurobarometro che monitora l’opinione pubblica all’interno dell’Ue, risulta che c'è ancora molto da fare: meno della metà degli intervistati dichiara di avere fiducia nelle istituzioni comunitarie

Domenico Guarino
13 Maggio 2022
Cosa pensano i cittadini europei dell'U

Cosa pensano i cittadini europei dell'U

Share on FacebookShare on Twitter

A pochi giorni dall’anniversario della dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, considerata l’atto di nascita dell’Unione europea, Eurobarometro ha pubblicato un sondaggio sulla percezione che i cittadini europei hanno dell’UE . Il sondaggio è stato coordinato dalla commissione europea e svolto nel periodo tra il 18 gennaio e il 7 febbraio del 2022. In totale hanno partecipato al sondaggio 26.696 persone provenienti dai 27 paesi dell’Ue. I dati raccolti nell’inverno 2022 sono come sempre da interpretare.

Il sondaggio

La prima cosa che balza agli occhi è il fatto che appena il 13% dei circa 27mila partecipanti al sondaggio ha infatti dichiarato di avere a riguardo una conoscenza solida, il 45% moderata, e ben il 39% sostiene di non sapere come funzioni l’Ue. Con le dovute differenze geografiche: in Lussemburgo la quota di persone che dichiara di avere una conoscenza ottima o buona del funzionamento dell’Ue si attesta al 76%. Seguono sotto questo aspetto la Polonia e la Svezia (entrambe con il 74%) e l’Irlanda (70%). Mentre le quote più basse si registrano in Bulgaria (49%), Spagna (54%) e Malta (56%).

Meno della metà dei partecipanti (47%) dichiara di aver fiducia nelle istituzioni UE

Altro dato preoccupante: meno della metà dei partecipanti (47%) dichiara di aver fiducia nelle istituzioni UE. Anche in questo caso tuttavia vanno rimarcate differenze significative tra i vari stati: si va da una fiducia molto elevata in Portogallo (69%) a una molto bassa in Francia (32%).
Tra le singole istituzioni, la fiducia maggiore è riposta nel Parlamento europeo (50%), mentre nella banca centrale europea il 43% dei partecipanti dichiara di non riporre fiducia (si tratta della quota più elevata).

Il caso Grecia

La maggiore sfiducia nelle istituzioni europee si riscontra, probabilmente non a caso, in Grecia, vittima di durissime misure di austerity in seguito alla crisi del debito del 2009. Il 54% dei cittadini ellenici sostiene infatti di non fidarsi del parlamento europeo (contro una media del 39%), una quota che sale al 55% nel caso del consiglio europeo e al 62% per la commissione Ue. Per quanto riguarda la banca centrale, tale sfiducia emerge nelle risposte di oltre 2 intervistati su 3. In pratica il 70% dei partecipanti greci non ha fiducia nella banca centrale europea (contro una media del 43%).

Nonostante questo, in generale, analizzando i risultati del sondaggio, sembrerebbe esserci un relativo ottimismo rispetto al futuro prossimo dell’Unione. Il 62% dei partecipanti si dichiara molto o moderatamente ottimista, mentre il 35% è pessimista. Il pessimismo maggiore si rileva in Grecia (53%) e in Francia (46%). Mentre risulta particolarmente contenuto in Irlanda (10%) e Portogallo (20%).

Le preoccupazioni degli europei

Al primo posto fra le principali preoccupazioni dei cittadini europei troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti)
Al primo posto fra le principali preoccupazioni dei cittadini europei troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti)

Ma quali sono le principali preoccupazioni dei cittadini europei: al primo posto troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti), al secondo l’aumento dei prezzi e del costo della vita e l’inflazione (24%). Al terzo posto invece troviamo invece l’immigrazione (22%). Rispetto a quest’ultimo tema, la situazione è molto diversificata. Si va dal 61% nel caso dei partecipanti ciprioti all’11% nel caso dei rumeni. In generale risulta che le questioni economiche sono maggiormente sentite al sud e a est del continente, dove il tema della disoccupazione tocca il 21% tra i partecipanti italiani e il 17% tra gli spagnoli).

Ma quanto si sentono Europei gli Europei?

Il 58% dei partecipanti dichiara di sentire un legame con l’Ue (mentre il 40% si esprime negativamente). Anche in questo caso, sono i partecipanti greci a mostrare il maggiore scetticismo (il 60% esprime un parere negativo).
Il 71% dichiara di sentirsi cittadino europeo. Un dato quest’ultimo che scende al 52% in Bulgaria e invece supera l’80% in Portogallo, Malta, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Lussemburgo e Ungheria.

Al terzo posto fra le principali preoccupazioni dei cittadini europei troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti)
Al terzo posto fra le principali preoccupazioni dei cittadini europei troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti)

Sono infine soprattutto alcuni stati dell’Europa settentrionale – in particolare Danimarca, Estonia e Paesi Bassi – a registrare le quote più elevate di persone che ritengono che il loro paese non avrebbe possibilità migliori fuori dall’Ue (considerando cumulativamente quelli che si dichiarano completamente e moderatamente d’accordo). Mentre in alcuni paesi dell’Europa orientale e centrale risulta particolarmente elevata la percentuale di partecipanti che si esprimono, su questo, in modo negativo. In particolare la Romania, dove il 41% considera migliore un futuro fuori dall’Ue. Ma anche la Slovenia, dove la cifra si attesta al 39%, e la Polonia (37%).

E gli italiani?

In linea di massima la fiducia nelle istituzioni europee tra gli italiani sembrerebbe leggermente superiore rispetto alla media (tranne nel caso della banca centrale, per cui risulta uguale), mentre si dimostra inferiore (44% rispetto al 58% di media) la conoscenza del funzionamento dell’Ue.
È invece lievemente al di sotto della media l’attaccamento all’Ue (52% contro il 58%) e in generale al concetto di Europa (55% contro il 67%). Come anche il sentirsi cittadini Ue (60% contro il 71%).

Potrebbe interessarti anche

Il Wellesley College
Lifestyle

Il college femminile di Hillary Clinton dice no agli uomini trans

23 Marzo 2023
Ellie Goulding (Instagram)
Spettacolo

Musica contro l’isolamento. Ellie Goulding: “Il palco il mio posto sicuro”

21 Marzo 2023
Secondo gli esperti serve un uso più "responsabile" dei social
Lifestyle

Abuso da social, una ragazza su tre ha pensato al suicidio

25 Marzo 2023

Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
A pochi giorni dall’anniversario della dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, considerata l’atto di nascita dell’Unione europea, Eurobarometro ha pubblicato un sondaggio sulla percezione che i cittadini europei hanno dell’UE . Il sondaggio è stato coordinato dalla commissione europea e svolto nel periodo tra il 18 gennaio e il 7 febbraio del 2022. In totale hanno partecipato al sondaggio 26.696 persone provenienti dai 27 paesi dell’Ue. I dati raccolti nell’inverno 2022 sono come sempre da interpretare.

Il sondaggio

La prima cosa che balza agli occhi è il fatto che appena il 13% dei circa 27mila partecipanti al sondaggio ha infatti dichiarato di avere a riguardo una conoscenza solida, il 45% moderata, e ben il 39% sostiene di non sapere come funzioni l’Ue. Con le dovute differenze geografiche: in Lussemburgo la quota di persone che dichiara di avere una conoscenza ottima o buona del funzionamento dell’Ue si attesta al 76%. Seguono sotto questo aspetto la Polonia e la Svezia (entrambe con il 74%) e l’Irlanda (70%). Mentre le quote più basse si registrano in Bulgaria (49%), Spagna (54%) e Malta (56%).
Meno della metà dei partecipanti (47%) dichiara di aver fiducia nelle istituzioni UE
Altro dato preoccupante: meno della metà dei partecipanti (47%) dichiara di aver fiducia nelle istituzioni UE. Anche in questo caso tuttavia vanno rimarcate differenze significative tra i vari stati: si va da una fiducia molto elevata in Portogallo (69%) a una molto bassa in Francia (32%). Tra le singole istituzioni, la fiducia maggiore è riposta nel Parlamento europeo (50%), mentre nella banca centrale europea il 43% dei partecipanti dichiara di non riporre fiducia (si tratta della quota più elevata).

Il caso Grecia

La maggiore sfiducia nelle istituzioni europee si riscontra, probabilmente non a caso, in Grecia, vittima di durissime misure di austerity in seguito alla crisi del debito del 2009. Il 54% dei cittadini ellenici sostiene infatti di non fidarsi del parlamento europeo (contro una media del 39%), una quota che sale al 55% nel caso del consiglio europeo e al 62% per la commissione Ue. Per quanto riguarda la banca centrale, tale sfiducia emerge nelle risposte di oltre 2 intervistati su 3. In pratica il 70% dei partecipanti greci non ha fiducia nella banca centrale europea (contro una media del 43%). Nonostante questo, in generale, analizzando i risultati del sondaggio, sembrerebbe esserci un relativo ottimismo rispetto al futuro prossimo dell’Unione. Il 62% dei partecipanti si dichiara molto o moderatamente ottimista, mentre il 35% è pessimista. Il pessimismo maggiore si rileva in Grecia (53%) e in Francia (46%). Mentre risulta particolarmente contenuto in Irlanda (10%) e Portogallo (20%).

Le preoccupazioni degli europei

Al primo posto fra le principali preoccupazioni dei cittadini europei troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti)
Al primo posto fra le principali preoccupazioni dei cittadini europei troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti)
Ma quali sono le principali preoccupazioni dei cittadini europei: al primo posto troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti), al secondo l’aumento dei prezzi e del costo della vita e l’inflazione (24%). Al terzo posto invece troviamo invece l’immigrazione (22%). Rispetto a quest’ultimo tema, la situazione è molto diversificata. Si va dal 61% nel caso dei partecipanti ciprioti all’11% nel caso dei rumeni. In generale risulta che le questioni economiche sono maggiormente sentite al sud e a est del continente, dove il tema della disoccupazione tocca il 21% tra i partecipanti italiani e il 17% tra gli spagnoli).

Ma quanto si sentono Europei gli Europei?

Il 58% dei partecipanti dichiara di sentire un legame con l’Ue (mentre il 40% si esprime negativamente). Anche in questo caso, sono i partecipanti greci a mostrare il maggiore scetticismo (il 60% esprime un parere negativo). Il 71% dichiara di sentirsi cittadino europeo. Un dato quest’ultimo che scende al 52% in Bulgaria e invece supera l’80% in Portogallo, Malta, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Lussemburgo e Ungheria.
Al terzo posto fra le principali preoccupazioni dei cittadini europei troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti)
Al terzo posto fra le principali preoccupazioni dei cittadini europei troviamo la questione climatica (26% dei partecipanti)
Sono infine soprattutto alcuni stati dell’Europa settentrionale - in particolare Danimarca, Estonia e Paesi Bassi - a registrare le quote più elevate di persone che ritengono che il loro paese non avrebbe possibilità migliori fuori dall’Ue (considerando cumulativamente quelli che si dichiarano completamente e moderatamente d’accordo). Mentre in alcuni paesi dell’Europa orientale e centrale risulta particolarmente elevata la percentuale di partecipanti che si esprimono, su questo, in modo negativo. In particolare la Romania, dove il 41% considera migliore un futuro fuori dall’Ue. Ma anche la Slovenia, dove la cifra si attesta al 39%, e la Polonia (37%).

E gli italiani?

In linea di massima la fiducia nelle istituzioni europee tra gli italiani sembrerebbe leggermente superiore rispetto alla media (tranne nel caso della banca centrale, per cui risulta uguale), mentre si dimostra inferiore (44% rispetto al 58% di media) la conoscenza del funzionamento dell’Ue. È invece lievemente al di sotto della media l’attaccamento all’Ue (52% contro il 58%) e in generale al concetto di Europa (55% contro il 67%). Come anche il sentirsi cittadini Ue (60% contro il 71%).
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto