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Home » Attualità » Bari, l’Università nega patrocinio e logo se non c’è parità di genere nei convegni

Bari, l’Università nega patrocinio e logo se non c’è parità di genere nei convegni

L’iniziativa rientra negli obiettivi previsti dal Gender Equality Plan 2022/2023 che l’Ateneo pugliese ha recentemente adottato

Margherita Ambrogetti Damiani
19 Luglio 2022
università di bari

L'Università di Bari punta alla parità di genere adottando il Gender Equality Plan

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È il caso di dirlo: “Eppur (qualcosa) si muove!”. Spesso, quando si parla di parità di genere si ha come l’impressione di non aver fatto enormi passi in avanti negli ultimi anni e di dover continuare a lottare per vedere garantiti alle donne diritti e condizioni considerabili di default per gli uomini. Qualcosa, però, sembra – seppur timidamente – andare nella giusta direzione.

I casi di denuncia di momenti di dibattito pubblico tutti al maschile sono sempre di più. A chi di voi, ad esempio, non è mai capitato di assistere a un dibattito, un convegno, un evento con ospiti esclusivamente di genere maschile? Ora che ci avete pensato, provate a pensare all’esatto opposto: quante volte vi è capitato di partecipare alle medesime occasioni di confronto e di imbattervi in un parterre tutto al femminile? La riposta al secondo quesito è drammaticamente scontata. Pochissime. La causa? Mancano le donne nei ruoli apicali, stando a quanto si rumoreggia – con non poca ipocrisia annessa – tra gli organizzatori. E, a pensar male, verrebbe da aggiungere: “Ma dai?”. Per colmare questa lacuna dei nostri tempi, sono sempre di più le realtà che lavorano per raggiungere la parità di genere.

università di bari
L’università di Bari Aldo Moro ha recentemente adottato il Gender Equality Plan 2022/2023

A Bari, c’è chi ha fatto un importante balzo in avanti: nessun patrocinio né tantomeno la possibilità di utilizzare il logo se alle tavole rotonde, ai convegni o nei dibattiti a cui prendono parte gruppi di esperti non verrà garantita la parità di genere. Ebbene no, non si tratta della proposta di un gruppo di ultra-femministe contemporanee ma della decisione dell’Università ‘Aldo Moro’ del capoluogo pugliese che ha modificato le linee guida per la concessione del patrocinio e l’autorizzazione all’utilizzo del logo tenendo conto, appunto, della necessità di garantire la pluralità di genere nei panel.

L’iniziativa rientra negli obiettivi previsti dal Gender Equality Plan 2022/2023 che l’Ateneo pugliese ha recentemente adottato allo scopo di lanciare un segnale chiaro in fatto di politiche di genere, a partire dalla presenza delle donne nei panel e, più in generale, nei programmi degli eventi scientifici e di public engagement. Senza dubbio, si tratta di un’iniziativa che farà parlare di sé e che ci auguriamo possa diventare modello non solo per gli altri Atenei d’Italia ma, più in generale, per l’intero Paese. Sono ancora troppi i luoghi in cui mancano le donne e far passare la rivoluzione di genere proprio dalle case della conoscenza e della cultura significa avanzare a passo spedito verso una sempre più concreta parità sostanziale oltre che formale.

È il caso di dirlo: "Eppur (qualcosa) si muove!". Spesso, quando si parla di parità di genere si ha come l’impressione di non aver fatto enormi passi in avanti negli ultimi anni e di dover continuare a lottare per vedere garantiti alle donne diritti e condizioni considerabili di default per gli uomini. Qualcosa, però, sembra - seppur timidamente - andare nella giusta direzione. I casi di denuncia di momenti di dibattito pubblico tutti al maschile sono sempre di più. A chi di voi, ad esempio, non è mai capitato di assistere a un dibattito, un convegno, un evento con ospiti esclusivamente di genere maschile? Ora che ci avete pensato, provate a pensare all’esatto opposto: quante volte vi è capitato di partecipare alle medesime occasioni di confronto e di imbattervi in un parterre tutto al femminile? La riposta al secondo quesito è drammaticamente scontata. Pochissime. La causa? Mancano le donne nei ruoli apicali, stando a quanto si rumoreggia - con non poca ipocrisia annessa - tra gli organizzatori. E, a pensar male, verrebbe da aggiungere: "Ma dai?". Per colmare questa lacuna dei nostri tempi, sono sempre di più le realtà che lavorano per raggiungere la parità di genere.
università di bari
L'università di Bari Aldo Moro ha recentemente adottato il Gender Equality Plan 2022/2023
A Bari, c’è chi ha fatto un importante balzo in avanti: nessun patrocinio né tantomeno la possibilità di utilizzare il logo se alle tavole rotonde, ai convegni o nei dibattiti a cui prendono parte gruppi di esperti non verrà garantita la parità di genere. Ebbene no, non si tratta della proposta di un gruppo di ultra-femministe contemporanee ma della decisione dell’Università 'Aldo Moro' del capoluogo pugliese che ha modificato le linee guida per la concessione del patrocinio e l’autorizzazione all’utilizzo del logo tenendo conto, appunto, della necessità di garantire la pluralità di genere nei panel. L’iniziativa rientra negli obiettivi previsti dal Gender Equality Plan 2022/2023 che l’Ateneo pugliese ha recentemente adottato allo scopo di lanciare un segnale chiaro in fatto di politiche di genere, a partire dalla presenza delle donne nei panel e, più in generale, nei programmi degli eventi scientifici e di public engagement. Senza dubbio, si tratta di un’iniziativa che farà parlare di sé e che ci auguriamo possa diventare modello non solo per gli altri Atenei d’Italia ma, più in generale, per l’intero Paese. Sono ancora troppi i luoghi in cui mancano le donne e far passare la rivoluzione di genere proprio dalle case della conoscenza e della cultura significa avanzare a passo spedito verso una sempre più concreta parità sostanziale oltre che formale.
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