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Home » Attualità » Usa, la polizia ha ucciso il cugino della fondatrice del Black Lives Matter Keenan Anderson

Usa, la polizia ha ucciso il cugino della fondatrice del Black Lives Matter Keenan Anderson

Patrisse Cullors dopo i fatti accaduti ha lanciato un messaggio: "Ci vorrebbero funzionari eletti coraggiosi che sfidano non solo la polizia ma anche le politiche"

Edoardo Martini
13 Gennaio 2023
Keenan Anderson, l'insegnante morto durante l'arresto della polizia

Keenan Anderson, l'insegnante morto durante l'arresto della polizia

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Immobilizzato, con un poliziotto che gli premeva il gomito sul collo e un altro che lo colpiva con un taser per oltre 30 secondi. È così che è stato ucciso Keenan Anderson, un insegnante di 31 anni cugino di uno dei fondatori di Black Lives Matter, Patrisse Cullors. L’uomo era stato fermato dopo un incidente automobilistico avvenuto a Los Angeles lo scorso 3 gennaio.

L’utilizzo del taser sul 31enne ripreso dalla body-cam

“Stanno cercando di uccidermi come George Floyd”

Un caso – l’ennesimo – di violenza spropositata, momenti terribili testimoniati dai filmati della body-camera indossata dagli agenti, pubblicati dalla polizia di Los Angeles. “Stanno cercando di uccidermi come George Floyd“, ha gridato ad un certo punto il giovane. Nel video, che risale ai primi di gennaio, si vedono diversi poliziotti che tengono a terra Anderson: uno che gli mette il gomito sul collo, mentre un altro lo colpiva con la pistola taser per circa 30 secondi e poi ancora per altri 5 secondi. “Mio cugino chiedeva aiuto e non l’ha ricevuto, l’hanno ucciso. Nessuno si merita di morire nel panico e nella paura: mio cugino temeva per la sua vita, ha passato gli ultimi 10 anni guardando crescere un movimento che sfida le uccisioni degli afroamericani“, ha dichiarato Cullors.

Secondo le prime ricostruzioni il 31enne era rimasto coinvolto in un incidente automobilistico e quando la polizia è arrivata l’ha trovato in mezzo la strada che chiedeva aiuto. A questo punto l’agente gli ha ordinato di andare sul marciapiede e mettersi contro il muro, ma se inizialmente il giovane ha obbedito, poco dopo, preoccupandosi per l’atteggiamento aggressivo del poliziotto, ha cercato di fuggire cercando di entrare nell’auto di un’altra persona senza il loro permesso. Una volta bloccato, l’agente gli ha ordinato di mettersi a terra a pancia sotto, mentre stava aspettando l’arrivo degli altri agenti. Dopo essere stato colpito dal taser, Anderson è andato in arresto cardiaco ed è morto dopo il ricovero in ospedale.

 

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Un post condiviso da Patrisse Cullors (@osopepatrisse)

La morte in custodia e l’indagine su altre due vittime

La stessa Cullors ha rincarato la dose denunciando il fatto: “Era un incidente stradale, invece di trattarlo come un potenziale criminale avrebbero dovuto chiamare un’ambulanza. Questo tipo di uccisioni e di uso della forza non cesseranno a meno che non abbiamo funzionari eletti, coraggiosi, che sfidano non solo la polizia ma anche le politiche (pubbliche)”. Le statistiche, infatti, mostrano che circa il 10% delle uccisioni da parte della polizia avvengono durante interventi per incidenti stradali. Il capo della polizia di Los Angeles, Michel Moore, ha detto che Anderson ha avuto un comportamento “erratico” con gli agenti e che, secondo i primi test tossicologici era positivo alla cannabis e alla cocaina.
Non poteva mancare la replica di Melina Abdullah, un’altra cofondatrice di Black Lives Matter Los Angeles: “L’assassinio di Keenan è assolutamente orribile, la polizia non parla di uccisione ma di ‘morte in custodia‘, ma Keenan è stato ucciso con il taser, noi sappiamo che i poliziotti hanno provocato la sua morte. Un semplice incidente stradale non dovrebbe portare alla morte di un afroamericano, disarmato e che non aveva fatto nulla di sbagliato”.
Nonostante l’indagine avvitata dalla centrale di Los Angeles, che accerterà le cause anche di altri due decessi collegati all’intervento degli agenti in città, il capo della polizia Michel Moore si sente “profondamente preoccupato” per la morte di tre uomini nell’arco di due giorni. Oltre a Keenan Anderson, infatti, si indaga anche sulla morte del 35enne Oscar Sanchez e del 45enne Takar Smith, coinvolti in una sparatoria con le forze di polizia. Smith è stato colpito mortalmente da un proiettile dopo che aveva brandito un coltello da macellaio di 25 centimetri. A Sanchez, invece, è stato sparato un totale di sei proiettili, colpendolo più volte al torso e alle gambe.

 

 

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  • “The Last of Us”, il videogioco, è diventato serie tv, l’attesa è finita ma non le polemiche che riguardano Bella Ramsey. 

Già apprezzatissima dalla critica internazionale e italiana, la serie racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere. Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e l’astro nascente britannico Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. E proprio sull’attrice 19enne che si sono concentrate diverse polemiche da parte dei fan più accaniti del videogame.

In particolare, le accuse rivolte alla giovane attrice riguardavano l’aspetto estetico visto che non è l’esatta copia della Ellie che i fan sono abituati a vedere nel videogioco dove la protagonista ha il volto dell’attrice Ashley Johnson. I commenti cattivi hanno influenzato non poco l’autostima di Ramsey. 

“È la prima volta che reagisco così male a una cosa del genere. Ci sono state volte in cui l’ho trovato divertente. Ma stavolta, alla fine di 10 minuti in cui non avevo fatto altro che leggere queste cose sui social, mi sono ritrovata a mettere giù il telefono, dopo aver capito che forse non era stata una buona idea. Solo recentemente ho accettato di essere Ellie, di poter interpretare questo personaggio e di essere una brava attrice, ma so già che tutto questo durerà qualche settimana e poi penserò di nuovo di essere terribile”.

Inoltre, proprio come nel videogioco, Ellie è dichiaratamente lesbica. Nella realtà, l’attrice britannica ha recentemente parlato di identità di genere, asserendo di essere “non binaria”. 

“Immagino che il mio genere sia sempre stato molto fluido. Qualcuno potrebbe chiamarmi utilizzando ‘lei’ o ‘lui’ e io non ci penserei. Sono solo una persona, essere di un genere precisonon è qualcosa che mi piace particolarmente."

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #thelastofus #bellaramsey
  • “Mi tremano le mani: per la prima volta in tribunale è stato riconosciuto il peso specifico della discriminazione di genere all’interno di un rapporto di lavoro”. Parola di Giovanna Cristina Vivinetto, docente e poeta transessuale che nel 2019 era stata licenziata dall’istituto paritario Kennedy di Roma. 

Quella scuola l’aveva assunta e licenziata dopo tre settimane nel 2019, ma oggi il giudice ha “riconosciuto a tutti gli effetti la discriminazione di genere come causa scatenante il recesso del rapporto lavorativo stipulato”. Già nel 2019, sempre sui social, la professoressa sfogava il suo rammarico. 

“Mi hanno detto che spiego male e sono indietro col programma. Ma probabilmente c’entra il fatto che io sia una donna transessuale, e questo sarebbe già molto più triste e ingiusto” denunciava la professoressa riportando le motivazioni del licenziamento seguito “a tre giorni di malattia la scorsa settimana per una forte tonsillite batterica con febbre a 39”.

Adesso il Tribunale è dalla parte di Giovanna Cristina Vivinetto. “Ho vinto. Abbiamo vinto. Un varco è stato aperto ed è da qui che possiamo fare entrare la luce. Sono una docente degna di rispetto. Sono una donna transgenderdegna di rispetto. Come dovrebbe essere in ogni caso. Sta a noi decidere in quale direzione cambiare la nostra società. Starò sempre dalla parte di chi lotta ogni giorno per i propri diritti, per non vederseli più calpestare”. 

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #discriminazione #genderrights
  • 🕸Si chiama Mattia Villardita, ha ventinove anni e lavora come impiegato logistico portuale a Vado Ligure, in provincia di Savona. Ma è quando si infila il costume e copre il suo volto con quella maschera che, da generazioni, incanta e fa sognare migliaia di bambini in tutto il mondo, lui diventa Spiderman. E, come il vero supereroe della Marvel, anche Mattia dedica tutto il proprio tempo libero a servizio del prossimo, specialmente dei bambini che riempiono i reparti ospedalieri della sua città, ma anche di tutti gli altri ospedali d’Italia. 

“Quando la situazione lo consente entro dalla finestra, piuttosto che dalla porta. Nel corso degli anni passati nelle corsie ospedaliere a fianco dei bambini affetti dalle peggiori patologie, ho aumentato e migliorato le mie attività facendo esperienza. Cerco di portare stupore e distrazione all’interno di realtà grigie, tristi e noiose come le stanze degli ospedali.”

"Fino all’età di ventidue anni ho subito diversi interventi chirurgici. Da bambino volevo fare il calciatore, lo stuntman oppure il militare, come papà. Ma purtroppo, per ovvi motivi, non ci sono riuscito. Il calcio ho dovuto abbandonarlo perché, pur giocando con con un grosso rialzo nella scarpa, non reggevo i ritmi degli allenamenti. Diventare stuntman neanche a pensarci, secondo i miei dottori, e la carriera militare è stata stroncata sul nascere dal fatto che non superavo le visite mediche militari. Alla fine il destino ha scelto per me, e non poteva scegliere niente di meglio. Da quando ho iniziato a fare il volontario ci metto tutto me stesso, e posso dire di essere nato per diventare quello che sono”.

La gioia di chi riesce a far sorridere nella sofferenza. ✨

Intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

#lucenews #lucelanazione #spiderman #mattiavillardita
  • Addio a Gina Lollobrigida, grande protagonista del cinema italiano. Era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, aveva quindi 95 anni compiuti. 

Lo scorso settembre Gina Lollobrigida era stata dimessa dalla clinica dove era stata ricoverata per una caduta che le aveva causato la frattura del femore per cui aveva anche subito un
Immobilizzato, con un poliziotto che gli premeva il gomito sul collo e un altro che lo colpiva con un taser per oltre 30 secondi. È così che è stato ucciso Keenan Anderson, un insegnante di 31 anni cugino di uno dei fondatori di Black Lives Matter, Patrisse Cullors. L'uomo era stato fermato dopo un incidente automobilistico avvenuto a Los Angeles lo scorso 3 gennaio.
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La stessa Cullors ha rincarato la dose denunciando il fatto: "Era un incidente stradale, invece di trattarlo come un potenziale criminale avrebbero dovuto chiamare un'ambulanza. Questo tipo di uccisioni e di uso della forza non cesseranno a meno che non abbiamo funzionari eletti, coraggiosi, che sfidano non solo la polizia ma anche le politiche (pubbliche)". Le statistiche, infatti, mostrano che circa il 10% delle uccisioni da parte della polizia avvengono durante interventi per incidenti stradali. Il capo della polizia di Los Angeles, Michel Moore, ha detto che Anderson ha avuto un comportamento "erratico" con gli agenti e che, secondo i primi test tossicologici era positivo alla cannabis e alla cocaina. Non poteva mancare la replica di Melina Abdullah, un'altra cofondatrice di Black Lives Matter Los Angeles: "L'assassinio di Keenan è assolutamente orribile, la polizia non parla di uccisione ma di 'morte in custodia', ma Keenan è stato ucciso con il taser, noi sappiamo che i poliziotti hanno provocato la sua morte. Un semplice incidente stradale non dovrebbe portare alla morte di un afroamericano, disarmato e che non aveva fatto nulla di sbagliato". Nonostante l'indagine avvitata dalla centrale di Los Angeles, che accerterà le cause anche di altri due decessi collegati all'intervento degli agenti in città, il capo della polizia Michel Moore si sente "profondamente preoccupato" per la morte di tre uomini nell'arco di due giorni. Oltre a Keenan Anderson, infatti, si indaga anche sulla morte del 35enne Oscar Sanchez e del 45enne Takar Smith, coinvolti in una sparatoria con le forze di polizia. Smith è stato colpito mortalmente da un proiettile dopo che aveva brandito un coltello da macellaio di 25 centimetri. A Sanchez, invece, è stato sparato un totale di sei proiettili, colpendolo più volte al torso e alle gambe.    
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