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Home » Attualità » Valerio Catoia, atleta affetto da sindrome di Down, protagonista del docu-film ‘Haters e piccoli eroi’

Valerio Catoia, atleta affetto da sindrome di Down, protagonista del docu-film ‘Haters e piccoli eroi’

A 17 anni aveva salvato una bambina che stava affogando in mare a Sabaudia. Nuotatore provetto, ballerino, capo scout, Alfiere della Repubblica. Una vitalità instancabile, che ora lo ha portato a combattere, a fianco della Polizia, contro l'odio in Rete

Lucia Lapi
17 Marzo 2022
Valerio Catoia nel 2017 è stato nominato ‘Alfiere della Repubblica’.

Valerio Catoia nel 2017 è stato nominato ‘Alfiere della Repubblica’

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Si chiama Valerio Catoia il giovane protagonista del docu-film  Haters e piccoli eroi, presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma, e realizzato dalla Polizia di Stato e dagli alunni dell’Istituto di Cinematografia ‘Roberto Rossellini’, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione contro il cyberbullismo e sui rischi connessi all’utilizzo della rete da parte di minori. Ventiduenne, di Latina, Valerio è l’atleta affetto da sindrome di down che nel luglio del 2017, sulla spiaggia di Sabaudia, ha salvato una bambina che stava per annegare. Una storia con un lieto fine per cui nel 2017 è stato nominato ‘Alfiere della Repubblica’. Una vicenda però che non ha portato con sé solo riconoscimenti e riflettori: Valerio è stato anche vittima di odio sui social, attacchi violenti che la sua famiglia non è riuscita a contenere. È così che i Catoia hanno deciso di rivolgersi alla Polizia Postale per denunciare gli ‘ haters’ e, grazie a questo incontro, Valerio è diventato il testimonial della campagna educativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni contro l’odio sul web. Nel 2021 poi, il Capo della Polizia Prefetto, Lamberto Giannini, lo ha nominato ‘Poliziotto ad Honorem’, un titolo destinato a coloro che si sono dedicati ad attività volte a rafforzare la cultura dei valori civili, dell’inclusione sociale e della solidarietà, evidenziando qualità umane o professionali di indubbio rilievo e rappresentative dei valori e dei principi ispirati alla cultura della legalità della Polizia di Stato.

Valerio Catoia nel 2017 è stato nominato ‘Alfiere della Repubblica’
Valerio Catoia nel 2017 è stato nominato ‘Alfiere della Repubblica’

Alla presenza di oltre 1.200 studenti, il docufilm è stato proiettato e presentato dal giornalista Giulio Golia. In sala e sul palco sono intervenuti lo stesso Valerio Catoia, accompagnato dalla sorella Gaia e da un’amica del gruppo scout, Don Antonio Coluccia, Fondatore dell’Opera Don Giustino e parroco simbolo della lotta alla criminalità a San Basilio, e Massimo Stano, atleta delle Fiamme Oro medaglia d’oro a Tokio nei 20 km di marcia. “ Haters e piccoli eroi è il racconto di un racconto fatto da ragazzi su un ragazzo- ha spiegato alla platea il professor Massimo Franchi dell’Istituto di Cinematografia ‘Roberto Rossellini’- una scelta vincente che vede protagonisti i giovani sulla tematica della sensibilizzazione dell’uso distorto della rete e dei social. I nostri studenti hanno dato prova di talento e determinazione. Essere qui, sul palco dove di solito assistiamo al Festival del cinema di Roma è importantissimo”. Il docufilm, accolto dalla sala con applausi e calore, attraverso contenuti animati e video-interviste, racconta la storia di Valerio, ne ripercorre l’infanzia e il percorso scolastico grazie ai racconti in primis della sorella Gaia e poi dei genitori, dell’insegnante della scuola superiore, del gruppo scout e della fidanzata. Tra testimonianze e ricordi, il corto arriva ai nostri giorni, fino a quando Valerio diventa testimonial della campagna educativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni contro l’odio sul web.

Si chiama Valerio Catoia il giovane protagonista del docu-film ‘ Haters e piccoli eroi’
Si chiama Valerio Catoia il giovane protagonista del docu-film ‘ Haters e piccoli eroi’

“Penso che i ragazzi abbiano bisogno di essere ascoltati- ha detto Don Antonio Coluccia, Fondatore dell’Opera Don Giustino, parroco simbolo della lotta alla criminalitè e anche lui Poliziotto ad Honorem- L’odio online esiste, dico sempre ai giovani di non essere ‘tecno lesi’ e fare il giusto uso dei dispositivi. Uno studente può parlare a scuola, con i propri genitori, con le persone di cui si fida, perché c’è un solo modo per salvarsi dal cyberbullismo: parlarne e fare rete. È importante vedere la fragilità non come un problema ma come un’opportunità. Il linguaggio del bullo è la violenza e a questo bisogna rispondere con la non violenza, mai dobbiamo diventare conniventi. ‘Oh mi raccomando non fare l’infame’ è quello che sento dire nelle piazze di spaccio, ma l’infame è colui che non parla: è l’omertoso. San Basilio finalmente grazie alla Polizia di Stato avrà la possibilità di avere una palestra sociale del pugilato che darà tante alternative ai ragazzi che vivono la strada”.

“Ciò che ti insegna lo sport non te lo possono insegnare né la scuola né i genitori- ha detto Massimo Stano, atleta delle Fiamme Oro medaglia d’oro a Tokio nei 20 km di marcia- Lo sport più di ogni altra cosa ti insegna le regole che servono a non creare il caos”. “Grazie a Valerio e alla sua famiglia, agli studenti e ai professori- ha detto il Capo della Polizia Prefetto, Lamberto Giannini – In ‘ Haters e piccoli eroi’ abbiamo visto un esempio magnifico di normalità. Quando riusciremo a considerare questi comportamenti normali avremo vinto la partita. Voglio dire ai ragazzi che la Polizia c’è. Possiamo dare una mano importante ma potete darcela anche voi: io penso che ora abbiamo tante sentinelle, con il buon esempio e con il dialogo tra di voi potrete toglierci del lavoro. Tutto si può fare insieme”. La mattinata al Parco della Musica, organizzata d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale, si è conclusa con l’ensemble di fiati e percussione dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia diretta da Ludovica Scoppola. I giovani sul palco hanno eseguito diversi brani tra cui “Water music”, ispirato proprio al gesto eroico di Valerio.

Il commento di Luca Pancalli

“Siamo orgogliosi del nostro atleta Fisdir Valerio Catoia che, a Sabaudia, con coraggio e altruismo, si è buttato in mare per salvare una bambina in difficoltà. Si tratta di una delle tante straordinarie storie che vedono protagonisti gli atleti paralimpici, spesso capaci di azioni di grande valore etico e sociale. Valerio Catoia ha compiuto un gesto esemplare che conferma quanto sia importante essere campioni nello sport e nella vita. A lui va il ringraziamento di tutto il nostro movimento”, il commento all’epoca del fatto del presidente del Comitato Italiano Paralimpico e membro del comitato scientifico di Luce!, Luca Pancalli.

Giovanni Malagò

“Il campione e la bimba: storia di Valerio Catoia, un eroe coraggioso, più forte del mare, più forte di tutto”, è il tweet quasi poetico del presidente del Coni, Giovanni Malagò.

La vicenda

Si chiama Valerio Catoia il giovane protagonista del docu-film ‘ Haters e piccoli eroi’
Si chiama Valerio Catoia, classe 2000, il giovane protagonista del docu-film ‘ Haters e piccoli eroi’

Nel luglio 2017 ha fatto  il giro del web la storia dell’atleta paralimpico che ha salvato una bimba che stava annegando nel mare di Sabaudia, sulla spiaggia della Bufalara. Il mare era mosso e due erano le ragazzine che rischiavano di morire: dopo averle sentite gridare aiuto, Valerio, insieme al genitore, le ha raggiunte salvando la più piccola, di 10 anni, prendendola per il collo come previsto dal corso di salvataggio che aveva frequentato, mentre suo padre ha salvato l’altra, di 14 anni. Nel frattempo sono stati raggiunti dai bagnini, Davide e Pierpaolo, che avendo visto le ragazzine in pericolo, si erano tuffati in acqua. I due professionisti del soccorso in mare, hanno poi abbracciato Valerio e si sono complimentati per il salvataggio, che ovviamente ha reso orgogliosi i genitori e la sorella dell’atleta disabile. Unico rammarico è che la madre delle bambine appena salvate, dopo aver riavuto con sé le figlie, non abbia neppure ringraziato Valerio e suo padre.

Migliaia invece i ringraziamenti arrivati attraverso la rete: molti definiscono Valerio “eroe”. La dichiarazione dell’allenatore La vicenda dall’esito così felice, è stata commentata dall’allenatore di Valerio Catoia, Roberto Cavana, che ha raccontato: “Valerio nuota da quando aveva tre anni, Con la polisportiva Hyperion – una ONLUS – che fa attività sportiva con la FISDIR (Federazione Italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionale) ha iniziato da quando aveva 11 anni a fare le prime gare ed ha sempre riportato un ottimo piazzamento a livello regionale e nazionale. Qui a Latina siamo stati i primi a sperimentare l’attività di salvamento, che ha poi preso piede a livello nazionale, partecipando a Firenze alle prime olimpiadi mondiali con atleti affetti da sindrome di Down ed ha fatto una dimostrazione di salvamento con un manichino davanti agli organi internazionali. Mi ha raccontato il papà – ha aggiunto l’allenatore, orgoglioso del suo allievo – che Valerio si è comportato con la bambina in mare eseguendo perfettamente quello che gli è stato insegnato a lezione. E non è una cosa scontata perché un conto è avere a che fare con un manichino ed un conto con una persona. Ha preso la piccola e l’ha trasportata in spiaggia come gli è. Potenza delle storie a lieto fine.

E intorno alla figura del ‘salvatore’, Valerio Catoia, un nuotatore con sindrome di Down, è cresciuto l’interesse per così dire istituzionale. Catoia, che al tempo milita nella Polisportiva Hyperion, stava facendo il bagno insieme alla sorella e al padre quando ha sentito il richiamo di aiuto di due bambine che, giocando con il cavalloni, si era spinte al largo, senza riuscire a tornare a riva. Valerio Catoia, insieme al padre, si è lanciato a nuoto, traendo in salvo le due ragazzine. Da segnalare che l’atleta oltre a nuotare in piscina conquistando medaglie, ha anche partecipato ad un corso di nuoto di salvamento.

Il mare era mosso e due erano le ragazzine rischiavano di morire: dopo averle sentite gridare aiuto, Valerio, insieme al genitore, le ha raggiunte salvando la più piccola, di 10 anni, prendendola per il collo come previsto dal corso di salvataggio che aveva frequentato, mentre suo padre ha salvato l’altra, di 14 anni. Nel frattempo sono stati raggiunti dai bagnini, Davide e Pierpaolo, che avendo visto le ragazzine in pericolo, si erano tuffati in acqua.

I due professionisti del soccorso in mare, hanno poi abbracciato Valerio e si sono complimentati per il salvataggio, che ovviamente ha reso orgogliosi i genitori e la sorella dell’atleta disabile. Unico rammarico è che la madre delle bambine appena salvate, dopo aver riavuto con sé le figlie, non abbia neppure ringraziato Valerio e suo padre. Migliaia invece i ringraziamenti arrivati attraverso la rete: molti definiscono Valerio “eroe”. La dichiarazione dell’allenatore La vicenda dall’esito così felice, è stata commentata dall’allenatore di Valerio Catoia, Roberto Cavana, che ha raccontato: “Valerio nuota da quando aveva tre anni, Con la polisportiva Hyperion – una ONLUS – che fa attività sportiva con la FISDIR (Federazione Italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionale) ha iniziato da quando aveva 11 anni a fare le prime gare ed ha sempre riportato un ottimo piazzamento a livello regionale e nazionale. Qui a Latina siamo stati i primi a sperimentare l’attività di salvamento, che ha poi preso piede a livello nazionale. A luglio dello scorso anno Valerio ha partecipato a Firenze alle prime olimpiadi mondiali con atleti affetti da sindrome di down ed ha fatto una dimostrazione di salvamento con un manichino davanti agli organi internazionali. Mi ha raccontato il papà – ha aggiunto l’allenatore, orgoglioso del suo allievo – che Valerio si è comportato con la bambina in mare eseguendo perfettamente quello che gli è stato insegnato a lezione. E non è una cosa scontata perché un conto è avere a che fare con un manichino ed un conto con una persona. Ha preso la piccola e l’ha trasportata in spiaggia come gli è

Chi è Valerio Catoia

L’acqua a Valerio, che macina ogni giorno vasche su vasche come nuotatore paralimpico agonistico, non fa certo paura, ma non tutti, al suo posto, si sarebbero lanciati nell’impresa. Ma per Valerio l’attività fisica è anche impegno civile, è spendersi per gli altri. Accanto al nuoto c’è la passione per la zumba, è un capo scout, lavora in un’azienda che vende energia pulita ed è un ballerino provetto di musica afro-caraibica. Inoltre è Alfiere della Repubblica e, adesso, anche poliziotto.

Il 21enne è stato infatti coinvolto dalla Polizia in una campagna per la sensibilizzazione delle persone sull’uso consapevole della rete contro l’odio. Lo stesso odio che, purtroppo, ha toccato anche lui. Sui social, dopo il suo eroico gesto e il riconoscimento del suo coraggio, sono stati tanti i messaggi velenosi di derisione, sarcasmo e addirittura ferocia. All’inizio i suoi genitori lo hanno tenuto all’oscuro degli insulti, cercando anzi di contattare gli amministratori di alcuni gruppi più attivi negli attacchi, ma ricevendo in risposta un’altra scarica di improperi. Il papà del ragazzo, intervistato su Repubblica, non si spiega questa violenza gratuita: “La noia? La stupidità? Ho pensato perfino che il fisico scolpito di Valerio possa avere dato fastidio, magari non te lo aspetti, no?”. Infine la scelta, condivisa con Valerio, di denunciare alla Polizia postale. Con “intelligente distacco”.

Valerio Catoia diventato il testimonial della campagna educativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni contro l’odio sul web
Valerio Catoia diventato il testimonial della campagna educativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni contro l’odio sul web

Nella sua vita Valerio, ha sempre seguito le sue passioni, con impegno e una forza di volontà straordinarie. Perché non è la sindrome di Down a caratterizzarlo o fermarlo, lui è “argento vivo”, dice orgoglioso suo padre. Una vitalità incredibile, sempre supportata dai genitori; stargli dietro è un privilegio ma anche molto faticoso, raccontano sorridendo. Non per la sua condizione, ma perché non si ferma mai. “In realtà è sempre più autonomo, e lo dimostra, oltre al fatto che lavora, anche la fresca nomina a capo scout. Il che vuol dire parecchio. Se te ne stai dieci giorni in tenda da solo significa che sai cavartela”, spiegano.

“Ha molti amici – aggiungono – anche se forse tra i ragazzi, chiamiamoli così, ‘normodotati’, un po’ meno di quelli che potrebbe avere”. Ma se il pregiudizio rimane, purtroppo, Valerio vanta invece molti ammiratori illustri: Francesco Totti gli ha regalato una maglia autografata, il presidente del Coni Giovanni Malagò l’ha ricevuto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha insignito di una onorificenza. Insomma, non è certo da tutti vantare tra i propri contatti queste personalità.

“Sono emozionato e felicissimo di ricevere questo premio, per me un grande onore far parte della Polizia!”, racconta Valerio emozionato dopo la cerimonia che si è tenuta nel meraviglioso parco archeologico del Colosseo a Roma mercoledì pomeriggio. Un altro sogno che si realizza e va ad aggiungersi a quelli già conquistati dal giovane. Tra cui, ovviamente, c’è anche il supereroe.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Si chiama Valerio Catoia il giovane protagonista del docu-film  Haters e piccoli eroi, presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma, e realizzato dalla Polizia di Stato e dagli alunni dell’Istituto di Cinematografia ‘Roberto Rossellini’, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione contro il cyberbullismo e sui rischi connessi all’utilizzo della rete da parte di minori. Ventiduenne, di Latina, Valerio è l’atleta affetto da sindrome di down che nel luglio del 2017, sulla spiaggia di Sabaudia, ha salvato una bambina che stava per annegare. Una storia con un lieto fine per cui nel 2017 è stato nominato ‘Alfiere della Repubblica’. Una vicenda però che non ha portato con sé solo riconoscimenti e riflettori: Valerio è stato anche vittima di odio sui social, attacchi violenti che la sua famiglia non è riuscita a contenere. È così che i Catoia hanno deciso di rivolgersi alla Polizia Postale per denunciare gli ‘ haters’ e, grazie a questo incontro, Valerio è diventato il testimonial della campagna educativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni contro l’odio sul web. Nel 2021 poi, il Capo della Polizia Prefetto, Lamberto Giannini, lo ha nominato ‘Poliziotto ad Honorem’, un titolo destinato a coloro che si sono dedicati ad attività volte a rafforzare la cultura dei valori civili, dell’inclusione sociale e della solidarietà, evidenziando qualità umane o professionali di indubbio rilievo e rappresentative dei valori e dei principi ispirati alla cultura della legalità della Polizia di Stato.
Valerio Catoia nel 2017 è stato nominato ‘Alfiere della Repubblica’
Valerio Catoia nel 2017 è stato nominato ‘Alfiere della Repubblica’
Alla presenza di oltre 1.200 studenti, il docufilm è stato proiettato e presentato dal giornalista Giulio Golia. In sala e sul palco sono intervenuti lo stesso Valerio Catoia, accompagnato dalla sorella Gaia e da un’amica del gruppo scout, Don Antonio Coluccia, Fondatore dell’Opera Don Giustino e parroco simbolo della lotta alla criminalità a San Basilio, e Massimo Stano, atleta delle Fiamme Oro medaglia d’oro a Tokio nei 20 km di marcia. “ Haters e piccoli eroi è il racconto di un racconto fatto da ragazzi su un ragazzo- ha spiegato alla platea il professor Massimo Franchi dell’Istituto di Cinematografia ‘Roberto Rossellini’- una scelta vincente che vede protagonisti i giovani sulla tematica della sensibilizzazione dell’uso distorto della rete e dei social. I nostri studenti hanno dato prova di talento e determinazione. Essere qui, sul palco dove di solito assistiamo al Festival del cinema di Roma è importantissimo”. Il docufilm, accolto dalla sala con applausi e calore, attraverso contenuti animati e video-interviste, racconta la storia di Valerio, ne ripercorre l’infanzia e il percorso scolastico grazie ai racconti in primis della sorella Gaia e poi dei genitori, dell’insegnante della scuola superiore, del gruppo scout e della fidanzata. Tra testimonianze e ricordi, il corto arriva ai nostri giorni, fino a quando Valerio diventa testimonial della campagna educativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni contro l’odio sul web.
Si chiama Valerio Catoia il giovane protagonista del docu-film ‘ Haters e piccoli eroi’
Si chiama Valerio Catoia il giovane protagonista del docu-film ‘ Haters e piccoli eroi’
“Penso che i ragazzi abbiano bisogno di essere ascoltati- ha detto Don Antonio Coluccia, Fondatore dell’Opera Don Giustino, parroco simbolo della lotta alla criminalitè e anche lui Poliziotto ad Honorem- L’odio online esiste, dico sempre ai giovani di non essere ‘tecno lesi’ e fare il giusto uso dei dispositivi. Uno studente può parlare a scuola, con i propri genitori, con le persone di cui si fida, perché c’è un solo modo per salvarsi dal cyberbullismo: parlarne e fare rete. È importante vedere la fragilità non come un problema ma come un’opportunità. Il linguaggio del bullo è la violenza e a questo bisogna rispondere con la non violenza, mai dobbiamo diventare conniventi. ‘Oh mi raccomando non fare l’infame’ è quello che sento dire nelle piazze di spaccio, ma l’infame è colui che non parla: è l’omertoso. San Basilio finalmente grazie alla Polizia di Stato avrà la possibilità di avere una palestra sociale del pugilato che darà tante alternative ai ragazzi che vivono la strada”. “Ciò che ti insegna lo sport non te lo possono insegnare né la scuola né i genitori- ha detto Massimo Stano, atleta delle Fiamme Oro medaglia d’oro a Tokio nei 20 km di marcia- Lo sport più di ogni altra cosa ti insegna le regole che servono a non creare il caos”. “Grazie a Valerio e alla sua famiglia, agli studenti e ai professori- ha detto il Capo della Polizia Prefetto, Lamberto Giannini - In ‘ Haters e piccoli eroi’ abbiamo visto un esempio magnifico di normalità. Quando riusciremo a considerare questi comportamenti normali avremo vinto la partita. Voglio dire ai ragazzi che la Polizia c’è. Possiamo dare una mano importante ma potete darcela anche voi: io penso che ora abbiamo tante sentinelle, con il buon esempio e con il dialogo tra di voi potrete toglierci del lavoro. Tutto si può fare insieme”. La mattinata al Parco della Musica, organizzata d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale, si è conclusa con l’ensemble di fiati e percussione dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia diretta da Ludovica Scoppola. I giovani sul palco hanno eseguito diversi brani tra cui “Water music”, ispirato proprio al gesto eroico di Valerio.

Il commento di Luca Pancalli

“Siamo orgogliosi del nostro atleta Fisdir Valerio Catoia che, a Sabaudia, con coraggio e altruismo, si è buttato in mare per salvare una bambina in difficoltà. Si tratta di una delle tante straordinarie storie che vedono protagonisti gli atleti paralimpici, spesso capaci di azioni di grande valore etico e sociale. Valerio Catoia ha compiuto un gesto esemplare che conferma quanto sia importante essere campioni nello sport e nella vita. A lui va il ringraziamento di tutto il nostro movimento”, il commento all'epoca del fatto del presidente del Comitato Italiano Paralimpico e membro del comitato scientifico di Luce!, Luca Pancalli.

Giovanni Malagò

“Il campione e la bimba: storia di Valerio Catoia, un eroe coraggioso, più forte del mare, più forte di tutto”, è il tweet quasi poetico del presidente del Coni, Giovanni Malagò.

La vicenda

Si chiama Valerio Catoia il giovane protagonista del docu-film ‘ Haters e piccoli eroi’
Si chiama Valerio Catoia, classe 2000, il giovane protagonista del docu-film ‘ Haters e piccoli eroi’
Nel luglio 2017 ha fatto  il giro del web la storia dell’atleta paralimpico che ha salvato una bimba che stava annegando nel mare di Sabaudia, sulla spiaggia della Bufalara. Il mare era mosso e due erano le ragazzine che rischiavano di morire: dopo averle sentite gridare aiuto, Valerio, insieme al genitore, le ha raggiunte salvando la più piccola, di 10 anni, prendendola per il collo come previsto dal corso di salvataggio che aveva frequentato, mentre suo padre ha salvato l’altra, di 14 anni. Nel frattempo sono stati raggiunti dai bagnini, Davide e Pierpaolo, che avendo visto le ragazzine in pericolo, si erano tuffati in acqua. I due professionisti del soccorso in mare, hanno poi abbracciato Valerio e si sono complimentati per il salvataggio, che ovviamente ha reso orgogliosi i genitori e la sorella dell’atleta disabile. Unico rammarico è che la madre delle bambine appena salvate, dopo aver riavuto con sé le figlie, non abbia neppure ringraziato Valerio e suo padre. Migliaia invece i ringraziamenti arrivati attraverso la rete: molti definiscono Valerio “eroe”. La dichiarazione dell’allenatore La vicenda dall’esito così felice, è stata commentata dall’allenatore di Valerio Catoia, Roberto Cavana, che ha raccontato: “Valerio nuota da quando aveva tre anni, Con la polisportiva Hyperion – una ONLUS – che fa attività sportiva con la FISDIR (Federazione Italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionale) ha iniziato da quando aveva 11 anni a fare le prime gare ed ha sempre riportato un ottimo piazzamento a livello regionale e nazionale. Qui a Latina siamo stati i primi a sperimentare l’attività di salvamento, che ha poi preso piede a livello nazionale, partecipando a Firenze alle prime olimpiadi mondiali con atleti affetti da sindrome di Down ed ha fatto una dimostrazione di salvamento con un manichino davanti agli organi internazionali. Mi ha raccontato il papà – ha aggiunto l’allenatore, orgoglioso del suo allievo – che Valerio si è comportato con la bambina in mare eseguendo perfettamente quello che gli è stato insegnato a lezione. E non è una cosa scontata perché un conto è avere a che fare con un manichino ed un conto con una persona. Ha preso la piccola e l’ha trasportata in spiaggia come gli è. Potenza delle storie a lieto fine. E intorno alla figura del ‘salvatore’, Valerio Catoia, un nuotatore con sindrome di Down, è cresciuto l’interesse per così dire istituzionale. Catoia, che al tempo milita nella Polisportiva Hyperion, stava facendo il bagno insieme alla sorella e al padre quando ha sentito il richiamo di aiuto di due bambine che, giocando con il cavalloni, si era spinte al largo, senza riuscire a tornare a riva. Valerio Catoia, insieme al padre, si è lanciato a nuoto, traendo in salvo le due ragazzine. Da segnalare che l’atleta oltre a nuotare in piscina conquistando medaglie, ha anche partecipato ad un corso di nuoto di salvamento. Il mare era mosso e due erano le ragazzine rischiavano di morire: dopo averle sentite gridare aiuto, Valerio, insieme al genitore, le ha raggiunte salvando la più piccola, di 10 anni, prendendola per il collo come previsto dal corso di salvataggio che aveva frequentato, mentre suo padre ha salvato l’altra, di 14 anni. Nel frattempo sono stati raggiunti dai bagnini, Davide e Pierpaolo, che avendo visto le ragazzine in pericolo, si erano tuffati in acqua. I due professionisti del soccorso in mare, hanno poi abbracciato Valerio e si sono complimentati per il salvataggio, che ovviamente ha reso orgogliosi i genitori e la sorella dell’atleta disabile. Unico rammarico è che la madre delle bambine appena salvate, dopo aver riavuto con sé le figlie, non abbia neppure ringraziato Valerio e suo padre. Migliaia invece i ringraziamenti arrivati attraverso la rete: molti definiscono Valerio “eroe”. La dichiarazione dell’allenatore La vicenda dall’esito così felice, è stata commentata dall’allenatore di Valerio Catoia, Roberto Cavana, che ha raccontato: “Valerio nuota da quando aveva tre anni, Con la polisportiva Hyperion – una ONLUS – che fa attività sportiva con la FISDIR (Federazione Italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionale) ha iniziato da quando aveva 11 anni a fare le prime gare ed ha sempre riportato un ottimo piazzamento a livello regionale e nazionale. Qui a Latina siamo stati i primi a sperimentare l’attività di salvamento, che ha poi preso piede a livello nazionale. A luglio dello scorso anno Valerio ha partecipato a Firenze alle prime olimpiadi mondiali con atleti affetti da sindrome di down ed ha fatto una dimostrazione di salvamento con un manichino davanti agli organi internazionali. Mi ha raccontato il papà – ha aggiunto l’allenatore, orgoglioso del suo allievo – che Valerio si è comportato con la bambina in mare eseguendo perfettamente quello che gli è stato insegnato a lezione. E non è una cosa scontata perché un conto è avere a che fare con un manichino ed un conto con una persona. Ha preso la piccola e l’ha trasportata in spiaggia come gli è

Chi è Valerio Catoia

L’acqua a Valerio, che macina ogni giorno vasche su vasche come nuotatore paralimpico agonistico, non fa certo paura, ma non tutti, al suo posto, si sarebbero lanciati nell’impresa. Ma per Valerio l’attività fisica è anche impegno civile, è spendersi per gli altri. Accanto al nuoto c’è la passione per la zumba, è un capo scout, lavora in un’azienda che vende energia pulita ed è un ballerino provetto di musica afro-caraibica. Inoltre è Alfiere della Repubblica e, adesso, anche poliziotto. Il 21enne è stato infatti coinvolto dalla Polizia in una campagna per la sensibilizzazione delle persone sull’uso consapevole della rete contro l’odio. Lo stesso odio che, purtroppo, ha toccato anche lui. Sui social, dopo il suo eroico gesto e il riconoscimento del suo coraggio, sono stati tanti i messaggi velenosi di derisione, sarcasmo e addirittura ferocia. All’inizio i suoi genitori lo hanno tenuto all’oscuro degli insulti, cercando anzi di contattare gli amministratori di alcuni gruppi più attivi negli attacchi, ma ricevendo in risposta un’altra scarica di improperi. Il papà del ragazzo, intervistato su Repubblica, non si spiega questa violenza gratuita: “La noia? La stupidità? Ho pensato perfino che il fisico scolpito di Valerio possa avere dato fastidio, magari non te lo aspetti, no?”. Infine la scelta, condivisa con Valerio, di denunciare alla Polizia postale. Con “intelligente distacco”.
Valerio Catoia diventato il testimonial della campagna educativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni contro l’odio sul web
Valerio Catoia diventato il testimonial della campagna educativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni contro l’odio sul web
Nella sua vita Valerio, ha sempre seguito le sue passioni, con impegno e una forza di volontà straordinarie. Perché non è la sindrome di Down a caratterizzarlo o fermarlo, lui è “argento vivo”, dice orgoglioso suo padre. Una vitalità incredibile, sempre supportata dai genitori; stargli dietro è un privilegio ma anche molto faticoso, raccontano sorridendo. Non per la sua condizione, ma perché non si ferma mai. “In realtà è sempre più autonomo, e lo dimostra, oltre al fatto che lavora, anche la fresca nomina a capo scout. Il che vuol dire parecchio. Se te ne stai dieci giorni in tenda da solo significa che sai cavartela”, spiegano. “Ha molti amici – aggiungono – anche se forse tra i ragazzi, chiamiamoli così, ‘normodotati’, un po’ meno di quelli che potrebbe avere”. Ma se il pregiudizio rimane, purtroppo, Valerio vanta invece molti ammiratori illustri: Francesco Totti gli ha regalato una maglia autografata, il presidente del Coni Giovanni Malagò l’ha ricevuto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha insignito di una onorificenza. Insomma, non è certo da tutti vantare tra i propri contatti queste personalità. “Sono emozionato e felicissimo di ricevere questo premio, per me un grande onore far parte della Polizia!”, racconta Valerio emozionato dopo la cerimonia che si è tenuta nel meraviglioso parco archeologico del Colosseo a Roma mercoledì pomeriggio. Un altro sogno che si realizza e va ad aggiungersi a quelli già conquistati dal giovane. Tra cui, ovviamente, c’è anche il supereroe.
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