Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Veneto, apre il centro pubblico per la disforia di genere

Veneto, apre il centro pubblico per la disforia di genere

Il governatore Luca Zaia: "È un fatto di civiltà, oltre che di legge. Bisogna uscire da quel tabù, ormai la Regione guarda alla modernità, all'inclusività, al rispetto umano"

Marianna Grazi
11 Marzo 2023
Veneto, istituito centro pubblico per la disforia di genere

In Veneto istituito un centro pubblico regionale per la disforia di genere

Share on FacebookShare on Twitter

Occorreva superare quel tabù. Così da far diventare il Veneto davvero una Regione inclusiva in materia di diritti Lgbt+, un modello in Italia. Qui è stato istituito con delibera il Centro di riferimento regionale pubblico per “la presa in carico degli assistiti con disturbi di identità di genere“, che il presidente Luca Zaia definisce, a ragione, “un fatto di civiltà, oltre che di legge e di Lea”. Si tratta, in sostanza, di un punto di riferimento dedicato alla disforia di genere, a cui ci si potrà rivolgere per iniziare un percorso di transizione.

L’adeguamento alla normativa nazionale

Pensare che, per quello che oggi appare come un segno di civiltà al passo coi tempi e con la società contemporanea, fluida e in continua evoluzione, ci sono voluti trent’anni: “Avevamo già provato, in tempi non sospetti, a individuare questa struttura, ma per tutta una serie di dinamiche, tra cui il Covid, non siamo riusciti a farla decollare”, spiega il governatore leghista. “Abbiamo voluto recuperare il tempo perso: si pensi solo che la legge statale che regolamenta il cambio di sesso all’anagrafe, anche senza intervento chirurgico, è addirittura del 1982″. L’iniziativa veneta, quindi, si pone perfettamente in linea, anche se con anni di ritardo, con la normativa nazionale ci tiene a specificare Zaia. E al Gazzettino, che lo ha intervistato, racconta anche l’esperienza di alcuni conoscenti che, durante il loro percorso di transizione, si sono trovati in difficoltà per la mancanza finora di un centro di riferimento. 

Luca Zaia governatore veneto
Il governatore veneto Luca Zaia: “Segno di civiltà e di inclusività” (Facebook)

“Onestamente la delibera era pronta da mesi, ma ho voluto fortemente che non fosse inficiata da periodi elettorali e da discussioni nazionali – prosegue il governatore -. Ho preferito aspettare un momento di pace, perché non ci fosse strumentalizzazione politica, dato che è una bella cosa. Per me è un segno di civiltà, un percorso che faccio assieme a tutti i veneti”. Quella di Luca Zaia sembra quini essere una presa di posizione, riguardo appunto alle tematiche transgender, ben diversa da quella sostenuta generalmente dal suo partito.

Abbattere il tabù nel segno dell’inclusività

transizione di genere
Il centro si rivolge a tutte le persone che iniziano il percorso di transizione

“Bisogna uscire, per chi ancora lo avesse, da quel tabù. Ormai il Veneto guarda alla modernità, all’inclusività, al rispetto umano. Occorre capire che non stiamo parlando di cose fantascientifiche o di comportamenti contro la natura. Si tratta fondamentalmente di pochi casi, che in un anno si contano sulle dita di una mano in Veneto, relativi a persone che non si riconoscono nel loro genere – precisa il presidente veneto – Come si dice, sono nate nel corpo sbagliato, dopodiché hanno compiuto un percorso giuridico, fino ad arrivare ad avere in mano una sentenza di Tribunale. A me spiace che qualcuno in passato abbia fatto certi commenti: ‘Si fanno operare per andare a prostituirsi’. Ma come si può dire una cosa del genere?”, si chiede. Si tratta infatti anche di garantire i Lea: “Forse qualcuno non ha capito che siamo davanti a un Livello essenziale di assistenza, non a un vezzo”, e per questo “L’amministratore non può avere una visione egoistica e personalistica. È un po’ come quando si parla di fine vita. Non si può dire: finché ci sono io, questi temi non verranno toccati. O come quando si discute di aborto: approvare la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza non significa essere a favore di quella pratica, ma assicurare l’esercizio di un diritto, che è un’altra roba”, conclude.

Potrebbe interessarti anche

Il Wellesley College
Lifestyle

Il college femminile di Hillary Clinton dice no agli uomini trans

23 Marzo 2023
Secondo gli esperti serve un uso più "responsabile" dei social
Lifestyle

Abuso da social, una ragazza su tre ha pensato al suicidio

25 Marzo 2023
La Nuova Zelanda lancia la campagna Love Better da quasi 4 milioni di dollari
Attualità

La Nuova Zelanda aiuta i giovani a riprendersi dalle delusioni d’amore

23 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Occorreva superare quel tabù. Così da far diventare il Veneto davvero una Regione inclusiva in materia di diritti Lgbt+, un modello in Italia. Qui è stato istituito con delibera il Centro di riferimento regionale pubblico per "la presa in carico degli assistiti con disturbi di identità di genere", che il presidente Luca Zaia definisce, a ragione, "un fatto di civiltà, oltre che di legge e di Lea". Si tratta, in sostanza, di un punto di riferimento dedicato alla disforia di genere, a cui ci si potrà rivolgere per iniziare un percorso di transizione.

L'adeguamento alla normativa nazionale

Pensare che, per quello che oggi appare come un segno di civiltà al passo coi tempi e con la società contemporanea, fluida e in continua evoluzione, ci sono voluti trent'anni: "Avevamo già provato, in tempi non sospetti, a individuare questa struttura, ma per tutta una serie di dinamiche, tra cui il Covid, non siamo riusciti a farla decollare", spiega il governatore leghista. "Abbiamo voluto recuperare il tempo perso: si pensi solo che la legge statale che regolamenta il cambio di sesso all'anagrafe, anche senza intervento chirurgico, è addirittura del 1982". L'iniziativa veneta, quindi, si pone perfettamente in linea, anche se con anni di ritardo, con la normativa nazionale ci tiene a specificare Zaia. E al Gazzettino, che lo ha intervistato, racconta anche l'esperienza di alcuni conoscenti che, durante il loro percorso di transizione, si sono trovati in difficoltà per la mancanza finora di un centro di riferimento. 
Luca Zaia governatore veneto
Il governatore veneto Luca Zaia: "Segno di civiltà e di inclusività" (Facebook)
"Onestamente la delibera era pronta da mesi, ma ho voluto fortemente che non fosse inficiata da periodi elettorali e da discussioni nazionali - prosegue il governatore -. Ho preferito aspettare un momento di pace, perché non ci fosse strumentalizzazione politica, dato che è una bella cosa. Per me è un segno di civiltà, un percorso che faccio assieme a tutti i veneti". Quella di Luca Zaia sembra quini essere una presa di posizione, riguardo appunto alle tematiche transgender, ben diversa da quella sostenuta generalmente dal suo partito.

Abbattere il tabù nel segno dell'inclusività

transizione di genere
Il centro si rivolge a tutte le persone che iniziano il percorso di transizione
"Bisogna uscire, per chi ancora lo avesse, da quel tabù. Ormai il Veneto guarda alla modernità, all'inclusività, al rispetto umano. Occorre capire che non stiamo parlando di cose fantascientifiche o di comportamenti contro la natura. Si tratta fondamentalmente di pochi casi, che in un anno si contano sulle dita di una mano in Veneto, relativi a persone che non si riconoscono nel loro genere - precisa il presidente veneto - Come si dice, sono nate nel corpo sbagliato, dopodiché hanno compiuto un percorso giuridico, fino ad arrivare ad avere in mano una sentenza di Tribunale. A me spiace che qualcuno in passato abbia fatto certi commenti: 'Si fanno operare per andare a prostituirsi'. Ma come si può dire una cosa del genere?", si chiede. Si tratta infatti anche di garantire i Lea: "Forse qualcuno non ha capito che siamo davanti a un Livello essenziale di assistenza, non a un vezzo", e per questo "L'amministratore non può avere una visione egoistica e personalistica. È un po' come quando si parla di fine vita. Non si può dire: finché ci sono io, questi temi non verranno toccati. O come quando si discute di aborto: approvare la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza non significa essere a favore di quella pratica, ma assicurare l'esercizio di un diritto, che è un'altra roba", conclude.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto