Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

"Ti vergogni del tuo parente disabile?": famiglie inferocite per il questionario shock

A Nettuno, cittadina nel basso Lazio, il test sottoposto ai richiedenti sostegno economico per disabilità conteneva domande quantomeno inopportune

di FRANCESCO LOMMI -
24 giugno 2022
pexels-matthias-zomer-339620

pexels-matthias-zomer-339620

"Da zero a quattro, quanto ti vergogni del tuo parente disabile? Provi risentimento nei suoi confronti? Quanto ti senti a disagio quando hai amici in casa?". E ancora "Senti di star perdendo la tua vita?", "Ti saresti aspettato qualcosa di diverso a questo punto della vita?", "Desidereresti fuggire da questa situazione?". Queste sono soltanto alcune delle assurde domande contenute nel questionario shock che il comune di Nettuno, cittadina nel basso Lazio, ha sottoposto ai richiedenti del sostegno economico per disabilità in famiglia. Secondo le intenzioni di chi ha formulato questi imbarazzanti quesiti, il test dovrebbe rilevare impegno e stress di chi accudisce le persone con disabilità, i cosiddetti caregiver, e sarebbe da inviare corredato dall'Isee entro fine del mese. Ma, com'era prevedibile, le reazioni delle famiglie che si sono trovate davanti a questo test per ottenere i sussidi regionali sono state soltanto rabbia e incredulità: "Con quale coraggio ponete queste domande?" oppure "Non si vergognano le istituzioni?", "Questionario ignobile" dice qualcun altro, fino alle accuse di "Fascismo" e "Siete voi che vi dovete vergognare". Il questionario, sostiene il piccolo comune costiero, viene definito "uno strumento scientifico" indicato da una delibera di giunta regionale tra i possibili strumenti da utilizzare da parte dei Comuni e consiste in una modalità di autovalutazione (percezione soggettiva dello stress), riferita a cinque differenti aspetti della condizione di caregiver familiare: carico oggettivo, psicologico, fisico, sociale ed emotivo (percezione soggettiva). L'obiettivo era quello di individuare idonee misure di sostegno per le famiglie interessate. Ma le proteste hanno costretto il comune di Nettuno a bloccare il tutto e a gettare la croce sui governatori regionali: "Il questionario sui caregiver era inserito nelle linee guida regionali", sostiene il comune del basso Lazio, ed era "già stato utilizzato da altri Comuni della regione ed anche in altre regioni d'Italia" e infine "recepito dal distretto socio sanitario territoriale prima di essere sottoposto alle famiglie". In effetti il questionario, come denunciato dal consigliere regionale di Fratelli d'Italia Chiara Colosimo, è stato adottato anche dal Comune di Roma. "Oltre un mese fa - sostiene la consigliera -, insieme ad alcune associazioni, abbiamo denunciato lo stesso scempio compiuto da Roma Capitale: l'amministrazione capitolina ha presentato la stessa scheda". Un plauso alla sospensione del questionario è arrivato invece dal ministro per le Disabilità Erika Stefani che ha definito "tali strumenti obsoleti, antecedenti alla Convenzione Onu del 2006 e quindi all'evoluzione che ha interessato la società in questi anni. Auspichiamo che le amministrazioni provvedano ad adottare questionari più attuali", che, del resto, è la speranza di tutti.