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Gira il mondo in sedia a rotelle: Renee Burns, viaggiatrice solitaria che infrange record e barriere

La 38enne di Atlanta è affetta da nanismo diastrofico ha visitato 117 Paesi su 195 riconosciuti dall'Onu. "Sono più fortunata della maggior parte delle persone"

di MARIANNA GRAZI -
18 febbraio 2023
Renee Burns sulla muraglia cinese

Renee Burns sulla muraglia cinese

"Essere una persona in carrozzina non mi impedirà di viaggiare per il mondo". Renee Bruns, in sedia a rotelle dall'età di 7 anni, è stata in 117 dei 195 Paesi e territori del mondo riconosciuti dalle Nazioni Unite e spera di visitare le restanti 78 destinazioni nel prossimo decennio. Intanto ha conquistato il Guinness World Record come persona che, in un anno, ha viaggiato nel maggior numero di Paesi usando una carrozzina, e il suo obiettivo a lungo termine è diventare la persona più veloce a visitare ogni Paese del mondo su una sedia a rotelle. Se la vostra passione è viaggiare e visitare nazioni estere "Fatelo- dice l'esploratrice solitaria -. Non ve ne pentirete".
 
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Nata con una malattia non diagnosticata Bruns, 38 anni, di Atlanta, ha sviluppato l'amore per i viaggi dopo aver trascorso gran parte della sua adolescenza andando da uno Stato all'altro per farsi visitare da medici specialisti in giro per gli Usa con sua madre. A 16 anni, Renee, a cui è stato diagnosticato il nanismo diastrofico, noto anche come displasia diastrofica, una patologia scheletrica che influisce sullo sviluppo della cartilagine e delle ossa, aveva visitato tutti i 50 Stati americani e desiderava esplorare il Pianeta. "Penso che sia uno dei lati positivi della disabilità: ho iniziato a vedere il mondo da una prospettiva diversa", racconta la donna alla CNN Travel. Dagli Stati Uniti, nei vent'anni successivi, è passata alla scala internazionale, visitando quasi 70 Paesi, tra cui Perù, Cambogia, Laos, Kenya e Turchia. Dopo aver sofferto di quello che descrive come "burnout", la 38enne ha deciso di prendersi un anno sabbatico dal suo lavoro di dirigente assicurativo per la compagnia Fortune 500, per dedicarsi a un anno di "viaggi intensi e completi".

Renee Burns in Nicaragua, il 117° Stato visitato (Instagram)

"Non è stato facile viaggiare in un mondo progettato per persone che usano due gambe, ma lo sto conquistando e sto abbracciando le belle persone e le opportunità che questa vita mi ha dato. Spero che vi unirete a me nell'inseguire il mio sogno e che vi possa fornire un'ispirazione per seguire i vostri. Dopo tutto, la vita è fatta per essere vissuta!", dichiara. Mentre in precedenza aveva viaggiato con un membro della famiglia o con il suo compagno Tony, a cui poteva chiedere aiuto in caso di necessità, questa volta l'americana ha scelto di andare da sola, nonostante la disabilità. "È stata un'esperienza molto coraggiosa e liberatoria per me", ammette. "Non ho un assistente medico dedicato o un aiutante, se vogliamo", ma ha comunque riscontrato alcuni miglioramenti. "Quello che ho visto nel corso degli anni è una maggiore consapevolezza - continua l'autrice del blog "Wheels Travel" -. Le persone sono molto più disposte ad aiutare. Non c'è più la paura di una persona con una sedia a rotelle. L'ho sperimentato spesso in gioventù e ora non mi capita più". All'inizio dello scorso anno si è quindi comprata un biglietto di sola andata per Bali, in Indonesia, e nel maggio 2022 è partita per l'avventura più grande della sua vita.

Burns in Armenia (Wheels Travel)

Tuttavia, anche se le cose sono cambiate notevolmente nel corso degli anni, Bruns si trova ancora ad affrontare barriere costanti durante i suoi viaggi, sotto forma di infrastrutture inaccessibili, come edifici senza ascensori o rampe e bagni con porte strette. "Negli Stati Uniti, e in molti altri Stati, le infrastrutture ci sono, i regolamenti ci sono, la legge c'è", spiega, citando Norvegia, Svizzera, Finlandia, Svezia, Australia e Nuova Zelanda tra le destinazioni più inclusive. "Se invece si va in altre parti del mondo, soprattutto in quelle che hanno molta più storia antica, queste cose non ci sono". Durante la sua visita in Indonesia l'anno scorso, Renee si è trovata temporaneamente bloccata su un marciapiede con un grosso cordolo che non riusciva a scendere. Fortunatamente, un gruppo di sconosciuti è venuto in suo aiuto, una situazione che sembra essere una sorta di abitudine per lei. "In un modo strano, [essere una persona in sedia a rotelle] mi ha permesso di vedere l'umanità in modo diverso da come la vede un viaggiatore medio, perché questo può semplicemente andare in giro, scendere dal marciapiede e risalire, non è un grosso problema [per lui]. Ma io faccio davvero affidamento sull'aiuto di perfetti sconosciuti per raggiungere i luoghi in cui voglio andare".
 
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"Mi ripeto sempre che potrei non essere in grado di vedere un monumento specifico - aggiunge -. Ma se riesco ad arrivare in quella città o in quel Paese e a vederne una parte, sono più fortunata della maggior parte delle persone al mondo". Prima di partire per una nuova destinazione, Bruns trascorre circa un mese a pianificare la sua visita. Una delle sue priorità principali è assicurarsi di poter accedere facilmente all'alloggio. Nonostante l'attenta pianificazione preliminare, però, non è raro che la donna arrivi in un hotel o in una guest house e trovi una serie di gradini non menzionati in precedenza che portano alla hall. "Anche in questo caso, la gentilezza delle persone mi ha dato ragione", racconta alla CNN. Invece tra gli aspetti più deludenti delle sue esperienze di viaggio c'è il processo di salita sull'aereo, tanto che sottolinea come le compagnie aeree abbiano "ancora molto da fare" quando si tratta di rendere i velivoli più accessibili alle persone con disabilità. "Negli ultimi due o tre anni la situazione è leggermente migliorata, ma c'è un'immensa quantità di lavoro da fare e le compagnie aeree hanno la grande responsabilità di migliorare la situazione".