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Home » Attualità » La violenza di genere non è sul menù. Anche una pizzeria è un presidio costante a tutela delle donne

La violenza di genere non è sul menù. Anche una pizzeria è un presidio costante a tutela delle donne

La campagna di sensibilizzazione del brand Berberè va oltre il 25 novembre con il sostegno ai centri antiviolenza della rete D.i.Re

Barbara Berti
24 Novembre 2022
La campagna di sensibilizzazione “La violenza di genere non è sul menù” realizzata da Berberè

La campagna di sensibilizzazione “La violenza di genere non è sul menù” realizzata da Berberè

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“La violenza di genere non è sul menù”. Perché anche una pizzeria può diventare un presidio costante per contrastare la violenza di genere. E’ questa la filosofia delle pizzerie Berberè – presenti in Italia con 15 locali e due anche a Londra – che da sempre usano “il superpotere della pizza per diffondere felicità” e che davanti a certe tematiche non si tirano mai indietro.

La campagna di sensibilizzazione “La violenza di genere non è sul menù” realizzata da Berberè
La campagna di sensibilizzazione “La violenza di genere non è sul menù” realizzata da Berberè

La campagna di sensibilizzazione “La violenza di genere non è sul menù” realizzata da Berberè è finalizzata a sostenere “D.i.Re – Donne in rete contro la violenza”, mettendo in campo una serie di iniziative e strumenti che vanno oltre il 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Questo è il terzo anno che Berberè contribuisce concretamente a supportare la lotta alla violenza di genere. Anche quest’anno abbiamo deciso di concretizzare il nostro impegno facendo un passo in più per contribuire a sostenere questa importante rete creata da D.i.Re” spiega Salvatore Aloe, fondatore del brand insieme al fratello Matteo.

Il brand Berberè sostiene D.i.Re – Donne in rete contro la violenza
Il brand Berberè sostiene D.i.Re – Donne in rete contro la violenza

In pratica, dal 25 novembre al 10 dicembre (i 16 giorni di attivismo della campagna delle Nazioni Unite) in 10mila cartoni pizza si trova un QrCode con i contatti di tutti i Centri antiviolenza della rete. A supporto di questa iniziativa sono state stampate anche 10mila cartoline con lo stesso messaggio, che saranno consegnate a tutte le clienti nelle giornate della campagna e rese disponibili delle pizzerie del marchio per tutto l’anno. Visto l’importanza del tema, Berberè ha programmato una formazione interna allo staff di tutti i locali sul lavoro della rete “D.i.Re” e sulla conoscenza specifica dei centri presenti nelle città in cui si trovano le pizzerie Berberè.

Berberè ha programmato una formazione interna allo staff sul lavoro della rete "D.i.Re."
Berberè ha programmato una formazione interna allo staff sul lavoro della rete “D.i.Re.”

La campagna annuale mira, infatti, sia a sensibilizzare la clientela sul tema della violenza di genere sia a fornire uno strumento concreto e continuativo di informazione alle donne vittime di abusi. I Centri antiviolenza costituiscono la risposta più coordinata e organizzata al fenomeno della violenza contro le donne in Italia. Si tratta di realtà nate dal movimento femminista alla metà degli anni ‘80, ma si cui ancora oggi troppe donne che subiscono violenza non conoscono l’esistenza.


L’obiettivo del brand Berberè “è rendere le proprie pizzerie un presidio per far conoscere i centri antiviolenza a più donne possibili” spiega nacora Aloe ricordando che “il supporto di Berberè non finisce con questa campagna: è già stata fatta una prima donazione a D.i.Re., e altre sono previste all’inizio del 2023”.

La rete di “D.i.Re” raggruppa 103 centri antiviolenza sul territorio italiano e ha sostenuto in maniera gratuita, solo nell’ultimo anno, 20.342 donne. La metodologia di accoglienza si fonda sulla relazione tra donne, per costruire percorsi di fuoriuscita dalla violenza che vanno dal supporto telefonico alla piena autonomia, come prevede la Convenzione di Istanbul.

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
“La violenza di genere non è sul menù”. Perché anche una pizzeria può diventare un presidio costante per contrastare la violenza di genere. E’ questa la filosofia delle pizzerie Berberè - presenti in Italia con 15 locali e due anche a Londra - che da sempre usano “il superpotere della pizza per diffondere felicità” e che davanti a certe tematiche non si tirano mai indietro.
La campagna di sensibilizzazione “La violenza di genere non è sul menù” realizzata da Berberè
La campagna di sensibilizzazione “La violenza di genere non è sul menù” realizzata da Berberè
La campagna di sensibilizzazione “La violenza di genere non è sul menù” realizzata da Berberè è finalizzata a sostenere “D.i.Re – Donne in rete contro la violenza”, mettendo in campo una serie di iniziative e strumenti che vanno oltre il 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Questo è il terzo anno che Berberè contribuisce concretamente a supportare la lotta alla violenza di genere. Anche quest’anno abbiamo deciso di concretizzare il nostro impegno facendo un passo in più per contribuire a sostenere questa importante rete creata da D.i.Re” spiega Salvatore Aloe, fondatore del brand insieme al fratello Matteo.
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