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Giovane abusato sessualmente da un amico, il centro antiviolenza non lo aiuta perché maschio

L'avvocata della vittima: "Al pronto soccorso la violenza è stata riscontrata. Ma in mancanza di una legge che includa anche gli uomini non è scattato il codice rosa"

di BARBARA BERTI -
8 novembre 2022
Esistono dei campanelli d’allarme che inequivocabilmente afferiscono a problematiche lavorative: per primi, tutti i casi di molestie e pressioni specifiche, ma anche la percezione oggettiva di un ambiente lavorativo malsano

Esistono dei campanelli d’allarme che inequivocabilmente afferiscono a problematiche lavorative: per primi, tutti i casi di molestie e pressioni specifiche, ma anche la percezione oggettiva di un ambiente lavorativo malsano

Il centro antiviolenza discrimina per genere. Accade a Vicenza dove un ragazzo abusato sessualmente da un altro ragazzo, conosciuto tramite una App per incontri, si è visto rifiutare un aiuto da parte del centro antiviolenza in quanto tale centro fornirebbe solo aiuto alle donne. La vicenda è stata riferita dall’avvocata vicentina Alessandra Bocchi, che definisce “davvero incredibile che un servizio di supporto pubblico, specie per determinati casi, non venga estesa anche a soggetti maschi”. La legale dichiara di seguire due ragazzi vittime di violenza sessuale “che il sistema lascia scoperti”. All’origine del problema, secondo Bocchi, ci sarebbe la legge regionale a contrasto della violenza sulle donne dell’aprile 2013, che prevede che i centri antiviolenza o le strutture protette possano accogliere solo donne maggiorenni vittime di violenza, con servizio pubblico e gratuito. Tra i servizi offerti, colloqui preliminari, percorsi personalizzati di uscita dalla situazione di violenza, consulenze legali, formazione degli operatori, iniziative pubbliche di prevenzione e sensibilizzazione al problema.
L'avvocato Alessandra Bocchi (Instagram)

L'avvocato Alessandra Bocchi (Instagram)

“Sto preparando una istanza scritta indirizzata alla Regione del Veneto, specificatamente agli assessori Lanzarin e Donazzan, per armonizzare la normativa regionale che deve coinvolgere nelle azioni di supporto non solo le donne ma anche gli uomini vittime di violenza sessuale” dichiara l’avvocata secondo quanto riporta “Il Giornale di Vicenza”. La richiesta di Bocchi è semplice: “Creare un tavolo di lavoro per poter assistere in loco le vittime di abusi sessuali di qualunque sesso attraverso un percorso idoneo terapeutico e psicologico”.

La violenza al maschile

L’avvocata Alessandra Bocchi racconta tutta la vicenda che vede coinvolto il suo assistito. “Il ragazzo, molto timido e in condizioni economiche non in grado di consentirgli attraverso una struttura privata un percorso di elaborazione della violenza subita - dice Bocchi - si è recato al pronto soccorso, dove la violenza sessuale è stata riscontrata. Ma in mancanza di una legge che contemplasse anche gli uomini non è scattato il codice rosa o rosso”. Il ragazzo ha tentato inutilmente ogni iter pubblico. “Si è recato al Ceav, il Centro di aiuto per la violenza - sostiene la legale - che ha sede a Vicenza ma gli è stato detto che non ha diritto ad alcun aiuto perché la legge regionale non contempla gli uomini. Gli è stato suggerito di sentire il consultorio familiare, ma a mio avviso non è la struttura giusta per gestire un caso di questo genere”.