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Vivienne Westwood, l'anticonformista della moda. Portò in passerella la lotta al cambiamento climatico

La stilista britannica si è spenta a 81 anni, nella sua casa a sud di Londra, circondata dall'affetto della famiglia. Di lei si ricorda l'atteggiamento irriverente verso l'establishment

di MARIANNA GRAZI -
30 dicembre 2022
Vivienne Westwood

Vivienne Westwood

"L'unica ragione per cui faccio moda è per distruggere la parola conformismo". La stilista britannica Vivienne Westwood è morta all'età di 81 anni, nella serata di giovedì 29 dicembre. Una morte che fa rumore, nonostante segua di poche decine di minuti quella di un'altra icona del mondo contemporaneo, la leggenda del calcio, O Rei Pelé, spentosi ad 82 anni nell'ospedale di San Paolo (Brasile) dove era ricoverato per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute a causa del cancro al colon. Rumore che lei, icona di stile, madrina del punk, ha sempre cercato di fare, anche attraverso il suo lavoro. In un post su Twitter, i suoi agenti hanno detto che Westwood è morta serenamente, circondata dalla sua famiglia, a Clapham (sud di Londra).

L'impero della moda e l'irriverente anticonformismo

Vivienne Westwood è stata tra le creatrici dello stile punk

Stilista politicamente schietta, salita alla ribalta negli anni '70 vestendo il gruppo dei Sex Pistols, Vivienne Westwood ha conquistato l'alta moda e ha costruito un vero e proprio impero globale. Aveva un'invidiabile fiducia in se stessa, ritenendosi un'artigiana eccezionale - e come darle torto - tanto  riuscire a creare uno stile unico, senza precedenti: ha inventato i New Romantics, ha mandato in passerella Naomi Campbell indossando un cono stradale e, addirittura, ha avuto l'ardire di presentarsi all'incontro con la Regina Elisabetta senza biancheria intima. È diventata famosa per i suoi modelli androgini, le sue t-shirt con slogan e il suo atteggiamento irriverente nei confronti dell'establishment. Ma ha anche usato il suo profilo pubblico per sostenere questioni sociali importantissime ancora oggi, come il disarmo nucleare e la lotta contro il cambiamento climatico, portando spesso in passerella le cause che le stavano a cuore.

Chi era Vivienne Westwood

Stilista originale e iconica, diventata famosa negli anni Settanta

Nata a Tintwistle nel 1941, Vivienne ha continuato a fare le cose che amava, fino all'ultimo momento, progettando, lavorando sulla sua arte, scrivendo il suo libro e cambiando il mondo in meglio. Ha condotto una vita straordinaria. La sua innovazione e il suo impatto negli ultimi 60 anni sono stati immensi e continueranno in futuro. Il marito e partner creativo Andreas Kronthaler, dopo l'annuncio della sua scomparsa, ha dichiarato: "Continuerò a portare Vivienne nel mio cuore. Abbiamo lavorato fino alla fine e lei mi ha dato un sacco di cose con cui andare avanti. Grazie tesoro". A Londra inizia a studiare oreficeria e moda alla Harrow School of Art poi, abbandonata l'università, trova lavoro e studia per diventare insegnante. Nello stesso periodo crea dei gioielli, che poi vende sulle bancarelle di Portobello Road. Nel 1962 convola a nozze con Derek Westwood, da cui prende il cognome e con cui, l'anno seguente, ha un figlio, Benjamin. Ma il matrimonio è destinato a fallire quando Vivienne inizia a frequentare Malcolm McLaren, futuro manager dei Sex Pistols. Aprono il primo negozio nel 1971, "Let it Rock", al 430 di King's Road di Londra: qui tra stile motociclista, con pelle nera e cerniere, e abiti da teddy boy, ispirati al passato, la stilista esprime la cultura giovanile e ribelle. Nei capi si ritrova il momento di svolta e di rinascita della creatività inglese, con la stilista che usa in modo sarcastico i simboli della società britannica e la sua moda tradizionale. Il negozio prese diversi nomi nel corso degli anni, fino  World's End, rimasto fino ad oggi e conosciuto per la celebre insegna con l'orologio che gira al contrario.

Vivienne Westwood ha aperto il primo negozio nel 1971, ispirandosi alla cultura giovanile e ribelle ma anche a stili di epoche passate

In quegli anni è tra le fondatrici delle stile punk, con creazioni stravaganti e provocatorie, nelle quali introduce cuoio e la gomma come materiali non convenzionali, tanto che il suo stile diventa l'uniforme del movimento, approvato anche dai Sex Pistols. La prima sfilata a Londra è del marzo 1981, con la collezione Pirate: i suoi modelli si ispirano alla moda di strada e al mondo giovanile, ma anche da tradizione e tecnica, disegnando costumi storici, esplorando tutte le epoche. La Westwood è stata, ad esempio, la prima stilista contemporanea a riproporre - modernizzati - il corsetto e il faux-cul, elementi di sartoria che sembravano ormai sepolti in un tempo lontano. Tra le altre 'stravaganze' che diventano moda usa la lingerie come abbigliamento esterno, con i reggiseni portati sopra gli abiti, destando scandalo nell'ancora puritana società britannica. La sua ispirazione trae inoltre forza dal suo impegno sociale e politico: pensiamo ad esempio alla collezione Savage, creata nel 1982, che prende ispirazione dai look tribali, con tessuti grezzi, cuciture non ridefinite. A Firenze, a fine anni Ottanta, espone la sua prima collezione di abbigliamento maschile e nel 1991 vince il British Fashion Award come stilista dell'anno; l'anno successivo ottiene il riconoscimento di Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico, mentre nel 2006 diventa Dama di Commenda dell'Ordine dell'Impero Britannico.

L'impegno sociale e politico

Vivienne Westwood non è mai venuta meno all'impegno politico e sociale contro l'ingiustizia e la corruzione

Non è un caso che alcune sue collezioni, negli anni a venire, si intitolino Propaganda, Active Resistance, Active Resistance to Propaganda: sono un modo per testimoniare il suo forte dissenso nei confronti delle amministrazioni Blair e Bush; nel 2010 Red Label prende invece spunto dalle tappezzerie e dalle antiche case di campagna, per un'eco-guerriera con un make-up molto accentuato. Nel 2005 Westwood ha deciso di dare il suo pieno appoggio al movimento per la difesa dei diritti civili Liberty, creando delle magliette da collezione che recano lo slogan: "I AM NOT A TERRORIST, please don’t arrest me". Ha manifestato a sostegno dei diritti di Julian Assange, "Un eroe ed è stato trattato atrocemente dal governo britannico". La stilista ribelle ha lottato fino all'ultimo dei suoi giorni per la giustizia e l'equità e ha lavorato a un piano per salvare il mondo. Nonostante gli 81 anni di età, ha continuato ad essere un'attivista politica fino a poco prima di morire: "Il capitalismo è un crimine. È la causa principale della guerra, del cambiamento climatico e della corruzione". È stata l'idealista anarchica che ha preso d'assalto le mura dello status quo e ha trasformato la Gran Bretagna. Era un'aspirante rivoluzionaria, animata dall'odio per la corruzione e l'ingiustizia globale, che si disperava per l'indolente passività dei giovani. Per la Westwood la moda era un'arma: certo, pensava che i vestiti rendessero le persone sexy, ma il suo obiettivo era soprattutto scuotere le coscienze, distruggere il misero conformismo e creare un mondo migliore.

Il manifesto sul clima e la moda sostenibile

La stilista ha creato un manifesto ambientalista "No Man's Land"

A novembre 2021 Vivienne Westwood riceve a Firenze il premio alla carriera durante la Florence Biennale: un'occasione imperdibile, per lei, per illustrare per il suo manifesto sul clima, "No Man's Land". "A breve potremmo morire tutti a causa del cambiamento climatico. Fermarlo è il nostro impegno, non possiamo aspettare di raggiungere il limite di 1,5° C, sarebbe troppo tardi, è il nostro futuro - disse durante un'intervista -. Nessuno sa cosa stanno facendo (i politici), per cui le persone non sanno cosa sta succedendo. La soluzione sta nel cambiare il modello economico, perché il problema è l'economia, che è un'economia di guerra. E dobbiamo fermare la guerra, perché la guerra è il più grande inquinatore [...]. Dobbiamo creare un'economia chiamata 'No man's land’, dove nessuno può possedere terre, dove puoi solo affittarle, puoi essere un custode di quel terreno, ma non puoi mai dire: 'È mio', o abusarne o farci quello che vuoi" - continuava la stilista -. Quindi, non abbiamo mai avuto la democrazia, non abbiamo mai avuto la libertà né il controllo delle nostre vite, perché è sempre stata una battaglia tra ricchi e poveri". È stata la voce ribelle, critica, anticonformista della moda britannica, provocatrice per eccellenza; ma oltre a saper unire come nessun'altra stili di epoche diverse e lontane nel tempo, Westwood è stata la prima designer a dare anima e corpo nella lotta per una moda sostenibile, etica. Ed è stata un'icona, l'unica in patria venerata tanto quanto Elisabetta II; non è un caso che le due ci abbiamo lasciato a distanza di pochi mesi, lasciando un'impronta indelebile nel cuore e nella società inglese e mondiale. "Il mondo - si legge nel comunicato che ne annuncia la morte - ha bisogno di persone come Vivienne per cambiare in meglio. Lei che era stata la regina incontrastata della estetica del punk, negli ultimi tempi, si considerava una taoista".