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Il vocabolario Treccani 2022 rivoluziona le convenzioni: prima "amica" e poi "amico"

Per la prima volta non verrà privilegiato il genere maschile ma, oltre a introdurre quello femminile, si seguirà l'ordine alfabetico per nomi e aggettivi

di MARIANNA GRAZI -
12 settembre 2022
donna megafono

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Non solo "bello" ma anche "bella", non più unicamente "noioso" ma anche "noiosa", e ancora "chirurgo" e "chirurga", "sindaco" e "sindaca". La parità di genere passa anche dal linguaggio, prima di tutto a dir la verità. È per questo che l'edizione 2022 del vocabolario Treccani della lingua italiana rappresenta una piccola rivoluzione: per la prima volta nella storia dei dizionari, infatti, per nomi e aggettivi non verrà più privilegiato il genere maschile, ma comparirà anche quello femminile. Anzi, per maggior correttezza, è stato stabilito che l'ordine da seguire sia quello alfabetico: cercando la parola "piccolo" comparirà quindi prima il femminile "piccola" seguito poi dal corrispettivo maschile.

La politica litiga, la lingua si evolve

Insomma nel principale dizionario italiano i sostantivi e gli aggettivi non saranno più declinati solo per gli uomini, escludendo di fatto nella forma - ma si sa, mai come in questo periodo di profonde trasformazioni sociali la forma è sostanza - metà della popolazione, anche quando il maschile è usato come forma neutra per rappresentare l'intero gruppo umano di cui si parla. Dalla lingua italiana, quindi, si compie una piccola ma rivoluzionaria trasformazione sociale, mentre la politica si scanna sulle questioni di genere, dalle accuse di "ideologia gender" quando qualcuno si azzarda a proporre una giornata contro l'omotransfobia nelle scuole, alle polemiche sui cartoni animati - nello specifico l'ultima riguarda Peppa Pig - che introducono personaggi "alternativi", più inclusivi e rappresentativi della società ma considerati pericolosi per i più piccoli, fino alla mancata approvazione, in Senato, dell'emendamento che chiedeva la possibilità di adottare la differenza di genere nella comunicazione istituzionale scritta. Come se per certa politica, la parità e una maggior inclusione di tutti i generi e gli orientamenti sessuali e le identità esistenti, non fosse prioritario. O, peggio, non interessasse affatto.

Le novità nel vocabolario Treccani

Il nuovo vocabolario Treccani punta ad una maggiore inclusività e parità di genere

"Diretto dai linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, il vocabolario Treccani è molto più che la versione aggiornata dell’opera pubblicata nel 2018: è lo specchio del mondo che cambia e il frutto della necessità di validare e dare dignità a una nuova visione della società, che passa inevitabilmente attraverso un nuovo e diverso utilizzo delle parole, promuovendo inclusività e parità di genere", si spiega sul sito illustrando la nuova edizione. Fondamentale anche perché introduce l'eliminazione sistematica, all'interno delle definizioni e degli esempi nei vari termini, dei cosiddetti ''stereotipi di genere'', secondo cui a cucinare, a pulire, a stirare è sempre la donna, mentre a dirigere un ufficio o ad andare al lavoro, a dedicarsi ai figli nel tempo libero è puntualmente l'uomo. Ma le novità riguardano anche il numero di vocaboli: se da un lato si sono introdotti neologismi che sono ormai entrati nell'uso comune, o sono culturalmente significativi o, infine, sono testimonianze concrete della contemporaneità, come - COVID-19, DAD, distanziamento sociale, infodemia, lavoro agile, lockdown, reddito di cittadinanza, rider, smartworking, termoscanner, terrapiattismo, transfobia - dall'altro invece sono stati eliminati quelli che, invece, fanno parte di un italiano desueto, o stereotipato, e non vengono praticamente mai usati. "La maggior parte degli esempi sono tratti dall'uso reale della lingua e contemporaneamente sono stati ridotti quelli da "italiano in provetta", fondati su frasi artefatte che nessuno ha mai pronunciato o pronuncerà, ma che spesso rimangono depositate nei dizionari per inerzia" fanno sapere dalla Treccani. "Per tutti i nuovi esempi ci si è basati su materiali autentici tratti dalla rete, dai giornali, dalla trattatistica, dai blog, da documenti, libri, commenti (corretti!) nelle reti sociali”.