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Voghera, portate in Questura e denunciate due studentesse che protestano per il clima davanti a scuola

Sit in pacifico con dei cartelli per sensibilizzare sulla situazione dell’edilizia del plesso. E oggi in tutta Italia manifestazioni di piazza

di EDOARDO MARTINI -
23 settembre 2022
Fridays for Future

Fridays for Future

Le proteste per il clima non si fermano più. Questa volta gli episodi sono accaduti a Voghera fuori da un liceo classico, dove due studentesse 17enni, esponenti di Fridays for Future, si sono sedute esponendo dei cartelli che pubblicizzavano lo sciopero generale per il clima avanzando delle richieste per l’efficientamento energetico dell’edificio scolastico. Le due ragazze sono state portate in Questura e denunciate per aver seguito l’esempio di Greta Thunberg, manifestando pacificamente per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione climatica.

Una delle manifestazioni organizzate da Fridays for Future

Qualche assemblea dedicata all'emergenza climatica: la richiesta delle due studentesse

Sulla pagina Facebook di Fridays for Future Voghera si legge: "Dalle 7.30 le studentesse hanno iniziato il loro sciopero davanti all’ingresso della scuola. In seguito sono arrivate le forze dell’ordine a identificare le due manifestanti e altre tre persone che si trovavano lì unicamente per supportare il loro gesto. Dopo le molte segnalazioni ricevute, le forze dell’ordine hanno deciso di portare in questura le cinque persone, tre delle quali (nonostante solo due fossero le promotrici dello sciopero) hanno ricevuto una contestazione per manifestazione non preavvisata”. Alle studentesse è stata contestata la violazione dell’articolo 18 del Tulps (Testo unico delle leggi per la sicurezza con disposizioni relative all’ordine pubblico e all’incolumità pubblica in caso di riunioni pubbliche e assembramenti in luoghi pubblici), secondo cui "i promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore" In un video pubblicato su Facebook, le ragazze hanno così commentato l’accaduto: "Non siamo assolutamente arrabbiate con le forze dell’ordine perché sappiamo che hanno soltanto fatto il loro lavoro. Quando decidi di portare avanti un’azione di disobbedienza civile sai già che potrebbe finire così, e noi eravamo preparate all’eventualità, tranquille anche dal punto di vista legale. Ciò che ci sorprende è che in tanti si siano presi la briga di segnalare la nostra presenza, che ci abbiano insultate passandoci davanti in auto e che abbiano di fatto costretto la polizia (che era già passata a controllare i nostri documenti) a portarci in commissariato. Cosa abbiamo fatto di male? Abbiamo solo chiesto l’efficientamento energetico dell’istituto e qualche assemblea dedicata all’emergenza climatica".

La segretaria del PD di Voghera, Alessandra Bazardi

"Il tema dei cambiamenti climatici è molto caro alla scuola", la difesa della preside

Sul fatto sono intervenute anche la segretaria del PD di Voghera, Alessandra Bazardi, e la preside dell'Istituto, entrambe schierate dalla parte delle due giovani ragazze. La politica ha ribadito l'importanza per i giovani della questione climatica: "Purtroppo il sit-in sé limitato e pacifico, ha avuto conseguenze spiacevoli e le due ragazze sono state identificate e portate in questura. Pur rispettando il lavoro delle autorità competenti e non entrando nel merito dei fatti specifici pensiamo che i giovani che nutrono interesse e che hanno iniziative su tematiche così attuali: al punto da promuovere una manifestazione che sensibilizzi sul futuro del nostro pianeta, vadano capiti, ascoltati e incoraggiati". La dirigente scolastica, invece, si è concentrato sulla difesa del proprio Istituto: "Non accetto che il nostro istituto passi per essere una realtà che non concede spazio al dibattito e non è interessata alla questione ambientale, perché la realtà è ben diversa. Le assemblee d’istituto si tengono con regolarità e non si sono interrotte neppure durante il lockdown, grazie a un’apposita piattaforma. E il tema dei cambiamenti climatici è molto caro alla scuola, tant’è vero che i rappresentanti d’istituto organizzano manifestazioni e incontri ad hoc già dal 2018".

Ripartono i venerdì di sciopero globale

L'Italia c'è al nuovo sciopero globale per il clima indetto in tutto il mondo dal movimento Fridays for Future. Sono oltre 70 le città italiane che oggi ospitano manifestazioni, da Alessandria a Bari, a due giorni dalla data delle elezioni. "Lo scopo della protesta è quello di riportare la crisi climatica e le soluzioni per affrontarla, grandi assenti durante il dibattito elettorale, al centro dell'attenzione pubblica", spiegano i portavoce dei Fff Italia. "Volete il nostro voto ma ignorate la nostra voce", recita lo striscione che apre il corteo di Roma, in piazza della Repubblica piena di studenti e attivisti. Alle rivendicazioni globali del movimento sulla giustizia climatica, si unisce la promozione di una agenda climatica elettorale: trasporti pubblici gratuiti, azzeramento delle bollette per i consumi di base delle famiglie, lavoro per tutti con un sistema di Job guarantee, trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti in una banca verde di Stato, divieto di progetti legati alle fonti fossili e di voli privati, taglio alle spese militari e una Paperoniale sui grandi portafogli finanziari.
La manifestazione a Roma di Fridays for Future (Ansa)

La manifestazione a Roma di Fridays for Future (Ansa)

L’evento è stato anche l’occasione per portare in piazza la voce dei giovani che hanno ricordato le vittime Giuseppe Lenoci, Lorenzo Parelli e Giuliano De Seta, l'ultimo morto il 16 settembre scorso, travolto da una lastra di metallo venerdì scorso mentre era impegnato in uno stage in alternanza scuola-lavoro nella ditta Bc Service di Noventa di Piave, in provincia di Venezia . I manifestanti hanno alzato cartelli rossi con scritte bianche: "Giuliano, Lorenzo, Giuseppe. Per ogni vittima. Contro il sistema colpevole". Ad Ancona, la sede della Regione Marche è stata imbrattata con il fango dell’alluvione proveniente da Senigallia, come forma di protesta per la gestione dell'ondata di maltempo che ha provocato 11 vittime e soprattutto la fase della mancata allerta. A Napoli poi gli attivisti hanno protestato davanti stazione marittima del Porto, contro le mega navi.