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Addio a Walter De Benedetto, paladino della lotta per legalizzare la cannabis terapeutica

di MARIANNA GRAZI -
9 maggio 2022
Walter De Benedetto

Walter De Benedetto

Addio a un combattente. Addio a un uomo che per tutta la vita aveva lottato per i suoi diritti e per tutti quelli che, come lui, da anni si battono per un'esistenza dignitosa. Nella notte di domenica è morto Walter De Benedetto. Cinquant'anni, aretino, una grave forma di artrite reumatoide che si era accanita su di lui costringendolo alla semi immobilità ma soprattutto a patire dolori lancinanti. Una storia, la sua, diventata simbolo per tanti.

La battaglia vinta

Walter De Benedetto, 50 anni, si è spento dopo una lunga convalescenza con una grave forma di artrite reumatoide

Una anno fa aveva vinto la sua battaglia legale: il 27 aprile 2021 il Gip di Arezzo lo aveva assolto con formula piena dalle accuse di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente in concorso, per aver allestito nella sua casa una piccola serra dove coltivare piantine di cannabis. Unica sostanza in grado di alleviare le sue sofferenze, Di Benedetto per anni si è speso in prima persona, tra mille ostacoli burocratici e sociali, per la legalizzazione della cannabis terapeutica: il suo effetto miorilassante, infatti, è riconosciuto anche dal Servizio Sanitario Nazionale, che ne garantisce per certi pazienti l'uso (un grammo al giorno). Una quantità insufficiente per ottenere risultati concreti, almeno per De Benedetto, tanto che era stato costretto a 'procurarsela' in modo alternativo. Dopo l'assoluzione l'allora 49enne, costretto a casa per la sua malattia, aveva commentato entusiasta: "Me lo sentivo, ero fiducioso nella magistratura, era anche una questione di sensibilità".

Il sostegno della Coscioni e dei Radicali

Assistito dall'associazione Luca Coscioni, sostenuto da centinaia di persone, di amici ma anche sconosciuti, per la lotta di Walter De Benedetto si erano mobilitati anche vari parlamentari e i Radicali italiani, promotori insieme alla Coscioni anche del referendum bocciato dalla Consulta. La sua malattia, cronica e sistemica, lo affliggeva da oltre 35 anni – ne avrebbe compiuti 51 ad agosto –, causandogli la deformazione delle articolazioni e, di conseguenza, sofferenze atroci. L'uomo si era più volte appellato alla politica: in vista del suo processo si era rivolto anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'ultima lettera lo scorso 17 marzo 2022, al Presidente della Camera Roberto Fico, alla Ministra Fabiana Dadone e al Presidente della Commissione Giustizia Mario Perantoni per sollecitare la risposta del Parlamento davanti alla proposta del ddl sulla coltivazione domestica, ancora oggi in discussione in Commissione Giustizia. "Ci sentiamo scoraggiati perché sembra che il nostro Stato preferisca lasciare 6 milioni di consumatori nelle mani della criminalità organizzata anziché permettergli di coltivarsi in casa le proprie piantine" scriveva, concludendo poi con una sua frase ricorrente: "Il dolore non aspetta".

Il cordoglio

De Benedetto-Magi

Walter De Benedetto con Riccardo Magi, + Europa

"La prima volta che sono stato a casa di Walter era perché voleva parlare del suo fine vita. Da allora, invece, ha scelto di battersi come un leone contro l'idiozia e la violenza di uno stato che l'ha portato alla sbarra perché si doveva curare con la cannabis. Ha vinto la sua battaglia processuale, non abbiamo fatto in tempo a vincere con lui in Parlamento o col referendum la battaglia politica per la legge. Andiamo avanti, anche in sua memoria. Grazie Walter", commenta Marco Cappato. "Lui era il vero leader gentile della battaglia per la legalizzazione della cannabis e noi continueremo la sua e la nostra lotta con maggiore forza e determinazione, come lui ci ha insegnato – lo ricordano su Facebook gli attivisti dell'organizzazione no profit Meglio Legale –. Con la sua assoluzione nel processo che lo vedeva imputato ha creato un precedente utile per migliaia di pazienti che, ancora oggi, non riescono ad accedere alla cannabis terapeutica. Perché, come ci ripeteva sempre Walter, il dolore non aspetta!". Il cordoglio per la scomparsa, nella notte di domenica 8 maggio, di Walter De Benedetto arriva da tantissime persone e associazioni, che nella sua lotta contro la malattia e per la legalizzazione della cannabis terapeutica avevano visto un modello esemplare di resilienza. "Adesso l'assenza, il dolore e tutto si intreccia, si confonde. Emozioni, sofferenze, gioie, affetti. Mitezza e coraggio. L'amore per il babbo, musicista come lui, lo sfibramento della malattia", scrive su Fb Enzo Brogi, già sindaco di Cavriglia (Arezzo) e consigliere toscano del Pd, promotore della prima legge regionale in Italia sull'uso terapeutico della cannabis. "Gli incontri a casa sua, i suoi animali, Erry e la mamma. Certo le sue battaglie per i diritti restano intatte e proseguiranno col suo esempio verso 'le vittorie di civiltà' come lui le chiamava. Dopo la cannabis terapeutica, l'anelito di morire con dignità. Auguro davvero sia andata così, caro Walter. Ti abbraccio forte, con leggerezza", conclude Brogi. "A lui va la nostra riconoscenza per essere stato protagonista di una battaglia di civiltà che ancora non abbiamo vinto. Anche nel suo ricordo proseguiremo le nostre azioni per una legge più moderna sulla cannabis terapeutica", ha dichiarato il presidente della commissione Giustizia della Camera Mario Perantoni, deputato del Movimento Cinque Stelle.