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Home » Attualità » Washington, il presidente Biden e la First Lady leggono le fiabe in un ospedale pediatrico

Washington, il presidente Biden e la First Lady leggono le fiabe in un ospedale pediatrico

Seguendo una lunga tradizione delle feste natalizie la coppia presidenziale ha trascorso una mattinata insieme ai piccoli pazienti e alle loro famiglie

Marianna Grazi
25 Dicembre 2022
Joe e Jill Biden in un ospedale pediatrico di Washington

Joe e Jill Biden in un ospedale pediatrico di Washington

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la moglie Jill hanno incontrato i bambini del Children’s National Hospital di Washington, portando avanti una tradizione di lunga data durante le festività natalizie. Secondo la Casa Bianca, nel 2021 l’appuntamento con i bambini per le feste di Natale aveva però segnato un primato: era infatti la prima volta che un presidente in carica faceva visita all’ospedale pediatrico per le vacanze. La coppia ha incontrato i pazienti pediatrici, le loro famiglie e il personale dell’ospedale, salutando i dirigenti e gli operatori del pronto soccorso. Per rallegrare la giornata ai piccoli degenti e regalare loro un momento di gioia in vista del Natale, il presidente Biden e la First Lady li hanno chiamati a raccolta nella sala comune e qui hanno letto loro la fiaba “Il giorno di neve”, di Ezra Jack Keats. Poi i coniugi hanno visitato tutti i bambini e i loro genitori nel reparto di terapia intensiva cardiaca.

Joe e Jill Biden

“Grazie per essere venuti ad ascoltarmi mentre leggevo e che il Presidente abbia tenuto il libro”, ha detto dopo la lettura una dottoressa del reparto. Biden ha prontamente risposto: “È il mio lavoro”. Prima di andarsene, poi, il Presidente ha voluto lasciare un messaggio alle famiglie presenti in sala di attesa: “A tutti voi genitori, siate forti. Anche noi abbiamo trascorso molto tempo negli ospedali pediatrici con questi piccoli pazienti… Andrà tutto bene“. Joe Biden ha infatti perso due figli, Naomi Christina morta nell’incidente d’auto dove è rimasta uccisa anche la prima moglie Neilia (1972) e Beau, scomparso a causa di un cancro al cervello nel 2015.

Quest’anno la visita arriva il giorno dopo che il Presidente ha pronunciato il suo discorso di Natale, in cui ha cercato voluto ribadire la sua missione unificante. Nel suo discorso ha infatti sottolineato come, in questo senso, “stiamo sicuramente facendo progressi” e “le cose stanno migliorando”.
“Il Covid non controlla più le nostre vite. I nostri figli sono tornati a scuola. Le persone sono tornate a lavorare. Anzi, ci sono più persone che mai che lavorano “, ha sottolineato. “Gli americani stanno tornando a costruire, a innovare, a sognare“. Tuttavia, ha anche riconosciuto che per alcuni “il Natale può essere un momento di grande dolore e di terribile solitudine”, ricordando la propria esperienza passata: la morte della prima moglie e della figlia, avvenuta 50 anni fa, proprio nel periodo delle feste. “So quanto può essere difficile questo periodo dell’anno… nessuno può mai sapere cosa sta passando un’altra persona, cosa sta realmente accadendo nella sua vita, con cosa sta lottando, cosa deve cercare di superare. Ecco perché a volte il più piccolo atto di gentilezza può significare così tanto”, ha osservato Biden. “Quindi, questo Natale, diffondiamo un po’ di gentilezza”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la moglie Jill hanno incontrato i bambini del Children's National Hospital di Washington, portando avanti una tradizione di lunga data durante le festività natalizie. Secondo la Casa Bianca, nel 2021 l'appuntamento con i bambini per le feste di Natale aveva però segnato un primato: era infatti la prima volta che un presidente in carica faceva visita all'ospedale pediatrico per le vacanze. La coppia ha incontrato i pazienti pediatrici, le loro famiglie e il personale dell'ospedale, salutando i dirigenti e gli operatori del pronto soccorso. Per rallegrare la giornata ai piccoli degenti e regalare loro un momento di gioia in vista del Natale, il presidente Biden e la First Lady li hanno chiamati a raccolta nella sala comune e qui hanno letto loro la fiaba "Il giorno di neve", di Ezra Jack Keats. Poi i coniugi hanno visitato tutti i bambini e i loro genitori nel reparto di terapia intensiva cardiaca.
Joe e Jill Biden
"Grazie per essere venuti ad ascoltarmi mentre leggevo e che il Presidente abbia tenuto il libro", ha detto dopo la lettura una dottoressa del reparto. Biden ha prontamente risposto: "È il mio lavoro". Prima di andarsene, poi, il Presidente ha voluto lasciare un messaggio alle famiglie presenti in sala di attesa: "A tutti voi genitori, siate forti. Anche noi abbiamo trascorso molto tempo negli ospedali pediatrici con questi piccoli pazienti... Andrà tutto bene". Joe Biden ha infatti perso due figli, Naomi Christina morta nell'incidente d'auto dove è rimasta uccisa anche la prima moglie Neilia (1972) e Beau, scomparso a causa di un cancro al cervello nel 2015. Quest'anno la visita arriva il giorno dopo che il Presidente ha pronunciato il suo discorso di Natale, in cui ha cercato voluto ribadire la sua missione unificante. Nel suo discorso ha infatti sottolineato come, in questo senso, "stiamo sicuramente facendo progressi" e "le cose stanno migliorando". "Il Covid non controlla più le nostre vite. I nostri figli sono tornati a scuola. Le persone sono tornate a lavorare. Anzi, ci sono più persone che mai che lavorano ", ha sottolineato. "Gli americani stanno tornando a costruire, a innovare, a sognare". Tuttavia, ha anche riconosciuto che per alcuni "il Natale può essere un momento di grande dolore e di terribile solitudine", ricordando la propria esperienza passata: la morte della prima moglie e della figlia, avvenuta 50 anni fa, proprio nel periodo delle feste. "So quanto può essere difficile questo periodo dell'anno... nessuno può mai sapere cosa sta passando un'altra persona, cosa sta realmente accadendo nella sua vita, con cosa sta lottando, cosa deve cercare di superare. Ecco perché a volte il più piccolo atto di gentilezza può significare così tanto", ha osservato Biden. "Quindi, questo Natale, diffondiamo un po' di gentilezza".
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