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Home » Attualità » Principe Andrea, York gli vuole togliere le chiavi della città: “Via la cittadinanza onoraria al duca”

Principe Andrea, York gli vuole togliere le chiavi della città: “Via la cittadinanza onoraria al duca”

Dopo aver trovato l'accordo con Virginia Giuffre, il principe Andrea subisce un nuovo duro colpo: York vuole privare il duca dei titoli onorifici conferiti dalla città

Remy Morandi
18 Febbraio 2022
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Nuovo duro colpo per il figlio della regina Elisabetta. La città di York vuole togliere al principe Andrea le chiavi della città, o quella che gli inglesi chiamano “Honorary freedom of the city”, la cittadinanza onoraria. Dopo lo scandalo sulla violenza sessuale ai danni di Virginia Giuffre, la città di York si starebbe infatti muovendo per privare il duca dei suoi titoli onorifici. A riportare la notizia è The Guardian.

La città di York vuole revocare la cittadinanza onoraria al principe Andrea, 61 anni

Il principe Andrea, 61 anni, detiene la cittadinanza onoraria di York da quando divenne duca nel 1987. In quell’anno nella città inglese si tenne una enorme cerimonia a cui parteciparono oltre 200mila persone. L’evento fu estremamente significativo in quanto si trattava della prima visita ducale a York in 67 anni. E il principe vi si era recato solo un anno dopo essersi sposato con Sarah Ferguson. Quindi fu una cerimonia seguitissima dagli inglesi e i cittadini di York scesero tutti in strada per accogliere il duca e la duchessa di York.

Dopo lo scandalo di abusi sessuali che ha travolto la Corona inglese e in particolare il principe Andrea, la città che lo aveva accolto, che lo aveva reso duca e che gli aveva dato le chiavi della città cominciò a girargli le spalle. Lo scorso gennaio, dopo che la famiglia reale britannica aveva tolto il titolo di “Altezza Reale” e i gradi militari al principe, anche gli abitanti di York iniziarono a incrociare le braccia: nessuno ne voleva più sapere di vedere associato il nome della città a un uomo coinvolto in scandali sessuali. E così la laburista Rachael Maskell, rappresentante del collegio di York, aveva avanzato una proposta in Parlamento per far perdere al principe il titolo di duca, appellandosi al Deprivation Act, una legge del 1917 grazie alla quale possono essere rimossi i titoli a chi si macchia di alto tradimento nei confronti della Corona.

Tutti si concentrarono dunque su come fare a togliere il titolo di duca al principe Andrea, ma come riporta The Guardian, nessuno si era preoccupato di controllare se il principe Andrea avesse ancora le chiavi della città. Il consiglio comunale di York, dopo aver indagato sulla questione, ha confermato al quotidiano britannico che il duca di York possedeva ancora la cittadinanza onoraria, la “Honorary freedom of the city”. Ma non solo. Perché lo stesso consiglio comunale ha poi fatto sapere che il 24 marzo, giorno in cui si terrà la prossima riunione del consiglio, procederà alla revoca di quel titolo onorifico.

Dietro all’accordo extra giudiziale tra il principe Andrea e Virginia Giuffre ci sarebbe stato il pressing della Regina Elisabetta, 95 anni

Darryl Smalley, consigliere liberaldemocratico di York, ha dichiarato: “Dopo essere stato privato dei suoi ruoli militari e dei suoi patrocini reali dalla Regina, stiamo cercando di porre fine ai legami del principe Andrea con la nostra grande città, inclusa la revoca della sua cittadinanza onoraria”. E ha spiegato a The Guardian: “Il legame unico di York con la corona e il monarca è una parte importante dell’eredità e della storia della nostra città. Tuttavia, come consiglio e città, siamo al fianco delle vittime di abusi sessuali e stiamo facendo tutto il possibile per porre fine alla violenza contro donne e ragazze a livello locale. In quanto tale, è inappropriato che il principe Andrea mantenga il suo titolo onorifico che è intrinsecamente legato alla nostra città. Le accuse nei suoi confronti sono incredibilmente gravi e siamo determinati a esaminare tutte le opzioni disponibili per garantire che i suoi legami con la città siano interrotti. Spero – conclude il consigliere di York – che i consiglieri di tutte le parti sosterranno la mozione per rimuovere la cittadinanza onoraria della città di York al principe Andrea. Buckingham Palace e il governo devono quindi agire per rimuovere il suo titolo di duca di York”.

La corte di New York ha respinto la richiesta del Principe Andrea di bloccare la causa di risarcimento avviata da Virginia Giuffre, la donna che ha raccontato di essere stata abusata sessualmente nel 2001, quando aveva 17 anni, dal Duca di York. I legali del figlio piu’ giovane della Regina d’Inghilterra sostenevano che Giuffre, che vive da anni in Australia, dove si e’ sposata e ha tre figli, non avesse piu’ i titoli per rivendicare un domicilio in Usa e dunque appellarsi a una corte americana. Il giudice Lewis Kaplan ha respinto la richiesta, togliendo un ostacolo alla causa civile da parte di Giuffre. Il 4 gennaio il giudice decidera’ se indire il processo. In quel caso il procedimento potrebbe svolgersi nella seconda meta’ dell’anno. La donna e’ una delle cosiddette “schiave del sesso” che hanno rivelato l’esistenza dell’harem di minorenni creato, una ventina di anni fa, dal milionario newyorkese Jeffrey Epstein, trovato impiccato in cella nell’estate 2019, e dalla sua ex fidanzata e complice Ghislaine Maxwell, dichiarata colpevole, tre giorni fa, per il reato di traffico sessuale di minorenni. Giuffre ha sostenuto di essere stata abusata piu’ volte da Andrea, nel corso di una serie di incontri avvenuti tra Londra, New York, la Florida e l’isola caraibica di Little St James. Virginia Giuffre, una delle vittime del defunto finanziere americano Jeffrey Epstein, sfida il principe Andrea anche sul bizzarro alibi del sudore alla vigilia dell’udienza della causa pendente a New York in cui lo accusa di averla sessualmente aggredita in tre occasioni quando era minorenne, 20 anni fa. In una intervista alla Bbc nel 2019, la donna aveva raccontato che una sera del 2001 - quando aveva 17 anni - il duca di York l’aveva portata al Tramp nightclub di Londra, dove le aveva chiesto di ballare e «sudava tutto su di me». Secondo la sua versione, era stato Epstein ad accompagnarla nella capitale britannica presentandola al principe e quella sera nel locale c’erano anche il magnate e la sua allora fidanzata Ghislaine Maxwell. Il 61/enne terzogenito della regina Elisabetta, in una controversa intervista sempre alla Bbc nello stesso anno, aveva replicato di non ricordare di aver incontrato quella ragazza. E, come prova, aveva riferito che per molti anni non era stato capace di sudare perché aveva ricevuto una «overdose di adrenalina nella guerra della Falklands, dove fui ferito». Ora, in vista dell’udienza del 4 gennaio, gli avvocati della Giuffre hanno chiesto al principe Andrea di fornire documenti medici comprovanti la sua «presunta incapacità di sudare». Si tratta di una causa civile distinta dal recente processo contro la Maxwell, ritenuta colpevole da una giuria di traffico sessuale di minori a favore di Epstein, di cui il duca di York era diventato un amico comune proprio grazie alla socialite britannica, come attestano numerose fotografie. Tra queste figura anche quella dove il duca e la sua accusatrice si stringono reciprocamente per la vita, con Ghislaine sullo sfondo sorridente e compiaciuta. Il reale, come ulteriore alibi, aveva inoltre assicurato nell’intervista che quel giorno aveva accompagnato la figlia maggiore ad un party in un locale di Pizza Express. I legali della Giuffrè hanno anche chiesto anche molti altri documenti, tra cui tutte le informazioni sui programmi e gli incontri del principe nel 2001, nonché tutti i documenti legati ai suoi viaggi o alla sua presenza negli aerei di Epstein (il ‘Lolita Express’) e nelle sue residenze a Nyc, in Florida, in New Mexico e nelle isole Vergini americane, oltre alle frequentazioni del duca del Tramp nightclub e del Pizza Express. La difesa della Giuffre ha chiesto pure i documenti di tutti i regali o delle cose di valore ricevute dal reale da parte di Epstein o Maxwell, «inclusi, ma non solo, i pupazzi». Infine, ogni documento su «accuse di abusi sessuali» o «sesso extraconiugale» fatte contro il duca. Tutte istanze che la difesa del principe ha respinto, definendole «esagerate, gravose, opprimenti», e invocando il diritto alla privacy (nel caso della incapacità di sudare). L’obiettivo è far archiviare la causa. Ma incombe l’ipotesi che la Maxwell possa tentare di ottenere una riduzione di pena (rischia oltre 60 anni) diventando una testimone del governo Usa in una più ampia inchiesta sull’elite di persone coinvolte nel traffico sessuale di minorenni che gestiva per Epstein. Tra i frequentatori del miliardario figurano Bill Clinton, Donald Trump, Bill Gates. E il principe Andrea, che ora suda. Ma freddo.
Il Principe Andrea e Virginia Giuffre, la donna che ha raccontato di essere stata abusata sessualmente da lui nel 2001

Andrea si trova così isolato da tutti, anche dopo aver trovato con la sua accusatrice Virginia Giuffre un accordo extra-giudiziale per evitare di finire sotto processo in tribunale. Pochi giorni fa infatti si è scoperto che il duca di York pagherà a Virginia Giuffre una somma tra i 5 e i 10 milioni di euro, come riportato dai tabloid inglesi. Il documento depositato, infatti, parla solo di una “sostanziale donazione” all’associazione di beneficenza di Giuffre a sostegno delle vittime di violenza sessuale. Ma la cifra è rimasta confidenziale. Buckingham Palace non ha rilasciato alcun commento ufficiale dopo l’annuncio dell’accordo, ma secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbe stato proprio il pressing della Famiglia reale britannica a raggiungere un accordo e chiudere quello scandalo così grave nell’anno segnato dalle celebrazioni del Giubileo di Platino dei 70 anni sul trono di Sua Maestà, la Regina Elisabetta.

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
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Darryl Smalley, consigliere liberaldemocratico di York, ha dichiarato: "Dopo essere stato privato dei suoi ruoli militari e dei suoi patrocini reali dalla Regina, stiamo cercando di porre fine ai legami del principe Andrea con la nostra grande città, inclusa la revoca della sua cittadinanza onoraria". E ha spiegato a The Guardian: "Il legame unico di York con la corona e il monarca è una parte importante dell'eredità e della storia della nostra città. Tuttavia, come consiglio e città, siamo al fianco delle vittime di abusi sessuali e stiamo facendo tutto il possibile per porre fine alla violenza contro donne e ragazze a livello locale. In quanto tale, è inappropriato che il principe Andrea mantenga il suo titolo onorifico che è intrinsecamente legato alla nostra città. Le accuse nei suoi confronti sono incredibilmente gravi e siamo determinati a esaminare tutte le opzioni disponibili per garantire che i suoi legami con la città siano interrotti. Spero - conclude il consigliere di York - che i consiglieri di tutte le parti sosterranno la mozione per rimuovere la cittadinanza onoraria della città di York al principe Andrea. Buckingham Palace e il governo devono quindi agire per rimuovere il suo titolo di duca di York".
La corte di New York ha respinto la richiesta del Principe Andrea di bloccare la causa di risarcimento avviata da Virginia Giuffre, la donna che ha raccontato di essere stata abusata sessualmente nel 2001, quando aveva 17 anni, dal Duca di York. I legali del figlio piu’ giovane della Regina d’Inghilterra sostenevano che Giuffre, che vive da anni in Australia, dove si e’ sposata e ha tre figli, non avesse piu’ i titoli per rivendicare un domicilio in Usa e dunque appellarsi a una corte americana. Il giudice Lewis Kaplan ha respinto la richiesta, togliendo un ostacolo alla causa civile da parte di Giuffre. Il 4 gennaio il giudice decidera’ se indire il processo. In quel caso il procedimento potrebbe svolgersi nella seconda meta’ dell’anno. La donna e’ una delle cosiddette “schiave del sesso” che hanno rivelato l’esistenza dell’harem di minorenni creato, una ventina di anni fa, dal milionario newyorkese Jeffrey Epstein, trovato impiccato in cella nell’estate 2019, e dalla sua ex fidanzata e complice Ghislaine Maxwell, dichiarata colpevole, tre giorni fa, per il reato di traffico sessuale di minorenni. Giuffre ha sostenuto di essere stata abusata piu’ volte da Andrea, nel corso di una serie di incontri avvenuti tra Londra, New York, la Florida e l’isola caraibica di Little St James. Virginia Giuffre, una delle vittime del defunto finanziere americano Jeffrey Epstein, sfida il principe Andrea anche sul bizzarro alibi del sudore alla vigilia dell’udienza della causa pendente a New York in cui lo accusa di averla sessualmente aggredita in tre occasioni quando era minorenne, 20 anni fa. In una intervista alla Bbc nel 2019, la donna aveva raccontato che una sera del 2001 - quando aveva 17 anni - il duca di York l’aveva portata al Tramp nightclub di Londra, dove le aveva chiesto di ballare e «sudava tutto su di me». Secondo la sua versione, era stato Epstein ad accompagnarla nella capitale britannica presentandola al principe e quella sera nel locale c’erano anche il magnate e la sua allora fidanzata Ghislaine Maxwell. Il 61/enne terzogenito della regina Elisabetta, in una controversa intervista sempre alla Bbc nello stesso anno, aveva replicato di non ricordare di aver incontrato quella ragazza. E, come prova, aveva riferito che per molti anni non era stato capace di sudare perché aveva ricevuto una «overdose di adrenalina nella guerra della Falklands, dove fui ferito». Ora, in vista dell’udienza del 4 gennaio, gli avvocati della Giuffre hanno chiesto al principe Andrea di fornire documenti medici comprovanti la sua «presunta incapacità di sudare». Si tratta di una causa civile distinta dal recente processo contro la Maxwell, ritenuta colpevole da una giuria di traffico sessuale di minori a favore di Epstein, di cui il duca di York era diventato un amico comune proprio grazie alla socialite britannica, come attestano numerose fotografie. Tra queste figura anche quella dove il duca e la sua accusatrice si stringono reciprocamente per la vita, con Ghislaine sullo sfondo sorridente e compiaciuta. Il reale, come ulteriore alibi, aveva inoltre assicurato nell’intervista che quel giorno aveva accompagnato la figlia maggiore ad un party in un locale di Pizza Express. I legali della Giuffrè hanno anche chiesto anche molti altri documenti, tra cui tutte le informazioni sui programmi e gli incontri del principe nel 2001, nonché tutti i documenti legati ai suoi viaggi o alla sua presenza negli aerei di Epstein (il ‘Lolita Express’) e nelle sue residenze a Nyc, in Florida, in New Mexico e nelle isole Vergini americane, oltre alle frequentazioni del duca del Tramp nightclub e del Pizza Express. La difesa della Giuffre ha chiesto pure i documenti di tutti i regali o delle cose di valore ricevute dal reale da parte di Epstein o Maxwell, «inclusi, ma non solo, i pupazzi». Infine, ogni documento su «accuse di abusi sessuali» o «sesso extraconiugale» fatte contro il duca. Tutte istanze che la difesa del principe ha respinto, definendole «esagerate, gravose, opprimenti», e invocando il diritto alla privacy (nel caso della incapacità di sudare). L’obiettivo è far archiviare la causa. Ma incombe l’ipotesi che la Maxwell possa tentare di ottenere una riduzione di pena (rischia oltre 60 anni) diventando una testimone del governo Usa in una più ampia inchiesta sull’elite di persone coinvolte nel traffico sessuale di minorenni che gestiva per Epstein. Tra i frequentatori del miliardario figurano Bill Clinton, Donald Trump, Bill Gates. E il principe Andrea, che ora suda. Ma freddo.
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