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Home » Attualità » Zerocalcare, il fumetto per i diritti e le libertà calpestate e il difficile rapporto col successo

Zerocalcare, il fumetto per i diritti e le libertà calpestate e il difficile rapporto col successo

Michele Rech presenta a Lucca Comics & Games il suo nuovo graphic novel "No Sleep Till Shengal" e svela quanto "pesa" la celebrità

Marianna Grazi
31 Ottobre 2022
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Ogni giorno è sempre di più un “giorno della Marmotta” per Zerocalcare, nome d’arte dell’ormai conosciutissimo e amato fumettista italiano – anzi di Rebibbia – Michele Rech. Una citazione che, i suoi seguaci della prima ora lo sanno bene, fa riferimento alla festa celebrata ogni anno negli Stati Uniti d’America e in Canada il 2 febbraio e incentrata sul metaforico comportamento al risveglio mattutino di un esemplare di marmota monax. Nel senso che le sue giornate, come racconta, sono tutte molto simili l’una alle altre: “Fai le stesse cose, disegni le stesse cose, rispondi alle stesse cose…”. Ma se fare le stesse cose porta ai migliaia di fan accorsi fuori e dentro i padiglioni di Lucca Comics & Games, l’evento che in questi giorni sta letteralmente invadendo la cittadina toscana con decine di migliaia di appassionati del settore, solo per un so ‘disegnetto‘ diciamo che la marmotta non è poi un animale così screditabile. Certo, non è un armadillo…

I due volti del successo: “Tranquillità economica ma anche qualcosa di cui vergognarsi”

Zero e Secco in Strappare Lungo i Bordi
Zerocalcare con l’amico Secco in “Strappare Lungo i Bordi”

Ma se Zero è ormai un idolo del popolo, corteggiato dai media e assediato dai fan, quando torna a casa a nel noto quartiere di Roma, quella che ha acquistato proprio grazie al successo dei suoi fumetti (“ci posso pagare le bollette!”) e della serie tv “Strappare lungo i bordi”, targata Netflix, la situazione cambia. La celebrità, per l’autore di capolavori come “La profezia dell’armadillo”, “Dimentica il mio nome”, “Scheletri” e “Macerie Prime”, a volte sembra quasi un peso.

Ma è lui a svelarci, in un’intervista esclusiva a Super QN, come stanno le cose. “Da una parte la fama ti garantisce una tranquillità economica, ed è una cosa di cui posso solo essere grato e molto fortunato. Ma poi c’è la parte problematica, il successo si porta dietro delle cose che sono antitetiche al mondo da cui provengo, nel quale apparire in copertina su una rivista o essere intervistato in tv sono note di demerito, qualcosa di cui bisogna vergognarsi in quanto collaborazionisti. Io spero sempre che nessuna le veda (queste cose), cerco di non parlarne mai e quindi questa è la parte più complicata”. Inevitabile, quindi, chiedersi come gli amici del fumettista reagiscano a questa sua popolarità. “Mi bullizzano per questo, e quello che di solito alle altre persone fanno gli hater, ovvero fotomontaggi o le dichiarazioni finte e così via, a me lo fanno gli amici miei”.

“No Sleep Till Shengal” e i valori del confederalismo democratico

Zerocalcare a Lucca Comics 2022 con “No Sleep Till Shengal” (foto d’archivio LC&G)

Ma questo non spegne certo la sua volontà di scrivere fumetti e continuare a raccontare, con le vignette o con le serie animate, la realtà che lo circonda. Che sia Rebibbia, in “Strappare lungo i bordi” o il Medio Oriente, nel nuovo “No Sleep Till Shengal“. Dove, “in un seguito ideale di ‘Kobane Calling’, perché la battaglia dei popoli che stanno tra Siria, Turchia e Iraq non si ferma”, racconta la repressione subita dagli ezidi e della loro strenua resistenza. “Queste popolazioni stanno provando a costruire una società diversa, ispirata a quei valori del confederalismo democratico: la liberazione della donna, la convivenza tra tutti i popoli, la ripartizione delle ricchezze; ma si trovano anche a fronteggiare l’integralismo jihadista da una parte e la minaccia della Turchia, che li vorrebbe spazzare via, dall’altra”. Un viaggio tra diritti e libertà calpestate, che l’autore ha fatto in prima persona andando in queste zone. Ma un fumetto può cambiare concretamente le cose? “Da solo non aiuta niente, ma lo fa nel momento in cui diventa invece uno strumento per costruirci attorno iniziative, per creare momenti in cui qualcuno dialoga con altre voci; la pubblicazione di questo fumetto poi può essere occasione per far intervenire voci che sennò non si sentono mai. Diciamo che è un mezzo per costruire qualcosa che va in quella direzione”.

Per il momento di progetti futuri – tranne la seconda serie sulla piattaforma, di cui però non spoilera nulla – non se ne vedono, Zerocalcare torna a Lucca come ogni anno come ospite attesissimo, armato di penne e pennarelli, ma soprattutto di buona volontà e pazienza, pronto all’assalto del pubblico. Che non sembra essere affatto stufo del fumettista, anzi continua a crescere. E fa sì che le storie di altre persone, lontane, oppresse, schiacciate da regimi e autoritarismi, possano trovare nei lettori occidentali una cassa di risonanza perlomeno capace di farle conoscere, perché altrimenti rimarrebbero al buio dell’ignoranza e del disincanto.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Ogni giorno è sempre di più un "giorno della Marmotta" per Zerocalcare, nome d'arte dell'ormai conosciutissimo e amato fumettista italiano – anzi di Rebibbia – Michele Rech. Una citazione che, i suoi seguaci della prima ora lo sanno bene, fa riferimento alla festa celebrata ogni anno negli Stati Uniti d'America e in Canada il 2 febbraio e incentrata sul metaforico comportamento al risveglio mattutino di un esemplare di marmota monax. Nel senso che le sue giornate, come racconta, sono tutte molto simili l'una alle altre: "Fai le stesse cose, disegni le stesse cose, rispondi alle stesse cose...". Ma se fare le stesse cose porta ai migliaia di fan accorsi fuori e dentro i padiglioni di Lucca Comics & Games, l'evento che in questi giorni sta letteralmente invadendo la cittadina toscana con decine di migliaia di appassionati del settore, solo per un so 'disegnetto' diciamo che la marmotta non è poi un animale così screditabile. Certo, non è un armadillo...

I due volti del successo: "Tranquillità economica ma anche qualcosa di cui vergognarsi"

Zero e Secco in Strappare Lungo i Bordi
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