Negli Stati Uniti è stato approvato un farmaco per trattare l’alopecia areata, una malattia dalle cause ancora incerte che si traduce nella perdita totale o parziale dei capelli ma anche degli altri peli del corpo, come quelli delle orecchie e del naso. Ciglia e sopracciglia comprese.
Dopo il ceffone in mondo visione dato da Will Smith nella Notte degli Oscar a Chris Rock per una battuta sulla moglie Jada Pinckett e sulla sua testa rasata, ne abbiamo sentito parlare a lungo. Oggi il farmaco, che già cura l’artrite reumatoide prodotto dall’azienda statunitense Eli Lilly, sembra essere promettente anche per il trattamento dell’alopecia areata ed eventualmente di altre malattie dermatologiche. Ma lo è ancora solo potenzialmente.
L’approvazione della Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia governativa statunitense, che si occupa della sicurezza dei farmaci in circolazione, è infatti arrivata solo per i primi test clinici della Eli Lilly. Se i suoi ok scandiranno tutto l’iter scientifico, l’impiego del baricitinib (la molecola del farmaco) sarà reso possibile per scopi diversi dal trattamento dell’artrite reumatoide. E le assicurazioni dovranno concedere ai pazienti i rimborsi nel caso il farmaco non funzioni. Il nuovo, potenziale trattamento è infatti molto dispendioso, costa circa 2.500 dollari al mese. Ma nel frattempo anche le case farmaceutiche Concert Pharmaceuticals e Pfizer stanno sviluppando due farmaci simili a quello della Eli Lilly per il trattamento dell’alopecia e i prezzi potrebbero cambiare.
L’APPROVAZIONE PARZIALE DELLA FDA STATUNITENSE AL FARMACO
L’approvazione da parte della Fda è arrivata dopo l’analisi di due test clinici, finanziati da Eli Lilly, i cui risultati sono stati pubblicati a maggio sul New England Journal of Medicine. I test hanno interessato 1.200 pazienti con forme gravi di alopecia areata. A poco più di 8 mesi dall’inizio del trattamento, il 40% di loro aveva segnalato una ricrescita dei capelli e degli altri peli, parziale o completa a seconda dei casi. Dopo un anno, circa la metà dei pazienti è tornata ad avere i capelli in quantità paragonabili a prima della malattia. Nel corso della sperimentazione, inoltre, non sono stati segnalati effetti collaterali preoccupanti. Alcuni volontari hanno indicato di avere avuto un po’ di acne o alcune infezioni, specialmente al tratto urinario. In molti casi gli effetti avversi si sono risolti da soli con il tempo, senza la necessità di affiancare altri trattamenti.