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Home » HP Blocco Testo Destra » Colle, lo spiegone: dal catafalco all’insalatiera come si elegge un presidente o presidentessa della Repubblica?

Colle, lo spiegone: dal catafalco all’insalatiera come si elegge un presidente o presidentessa della Repubblica?

Tra numeri ballerini, regole anti-Covid, parlamentari, delegati e senatori: è tutto pronto per l'elezione del nuovo inquilino al Quirinale del 24 gennaio

Ettore Maria Colombo
6 Gennaio 2022
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Le incognite sul nome del prossimo presidente della Repubblica sono ancora tante ma almeno una certezza adesso c’è: il 24 gennaio si voterà, finalmente, per eleggere il dodicesimo capo di Stato della Repubblica italiana dal 1948 (il primo, come si sa, fu Luigi Einaudi, anche se, per quattromesi, assunse le funzioni di presidente il Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola). Il 4 gennaio, infatti, il presidente della Camera, Roberto Fico, ha comunicato la data dell’inizio delle votazioni: le urne presidenziali si apriranno lunedì 24 alle 15, data in cui è stato convocato il Parlamento in seduta comune. L’avviso di convocazione è stato anche pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. La Costituzione prescrive che la lettera di convocazione del presidente della Camera arrivi 30 giorni (diventano 15 giorni solo se le Camere sono sciolte o mancano tre mesi al loro termine) prima della scadenza del mandato dell’inquilino uscente e Mattarella ‘scade’ il 3 febbraio 2022 avendo giurato da presidente il 3 febbraio 2015, ma Fico ha ritardato la convocazione, in modo da convocare i Grandi Elettori per il 24 gennaio, e non prima, per evitare che Mattarella si debba dimettere con troppo anticipo. Sarebbe stato uno sgarbo all’inquilino uscente e non era il caso. Va ricordato che il presidente della Camera, Roberto Fico, sempre in base alla Costituzione(art. 63),presiede l’Ufficio di Presidenza del Parlamento, quando questi si riunisce in seduta comune. In pratica, il presidente del Senato, che pure è il Capo di Stato supplente, quando il Presidente della Repubblica è all’estero, malato o impedito, svolge, e soltanto in questo caso, il ruolo di comprimario, quindi Maria Elisabetta Alberti Casellati dovrà, per forza di cose, limitarsi a sedere accanto Fico e ‘assisterlo’.

Le prime elezioni presidenziali nell’era Covid

Il corridoio Transatlantico della Camera dei deputati
Il corridoio Transatlantico della Camera dei deputati

Per garantire che le votazioni si svolgano in massima sicurezza e senza rischio di contagi per il Covid, il presidente Fico ha incontrato in questi giorni i questori di Montecitorio. Tra le misure previste, la chiamata dei grandi elettori per fasce orarie: in Aula potranno accedere 200 persone alla volta, così da garantire il distanziamento tra i parlamentari. Inoltre, verrà chiuso il Transatlantico, il corridoio della Camera in cui sosteranno i grandi elettori prima di entrare in Aula. Transatlantico che, dopo essere stato chiuso per quasi due anni, sarà di nuovo sbarrato a tutti i non parlamentari per le prossime due settimane. Infine, si terrà una sola votazione al giorno – e non due, come è sempre stata la prassi –per agevolare i lavori di sanificazione dell’aula. Certo è che la pandemia, che sta colpendo il Paese da due anni, avrà e ha già delle ripercussioni anche sulle elezioni del nuovo presidente della Repubblica. In queste ore si sta valutando come regolamentare l’uso del Green pass rafforzato e si soppesa l’impatto del numero di contagiati e dei sottoposti a quarantena (solo ad oggi e solo alla Camera, sono ben 15 deputati) sul quorum, che resta fisso, come vedremo, ma che sarà certo molto più difficile da raggiungere.

I Grandi elettori sono 1009: Chi?

I senatori a vita da sinistra: Liliana Segre, Mario Monti, Elena Cattaneo, Carlo Rubbia e Renzo Piano
I senatori a vita Liliana Segre, Mario Monti, Elena Cattaneo, Carlo Rubbia e Renzo Piano

Il ‘magic number’, ogni volta variabile, per eleggere il Capo dello Stato della Repubblica Italiana è fissato stavolta a 1009. Il quorum è fisso e le due maggioranze possibili (qualificata e assoluta) anche, lo sono, ma il numero dei Grandi elettori è invece variabile. Ma come si raggiunge, stavolta, il numero di 1009? Dalla somma dei 951 parlamentari (630 deputati, 315 senatori elettivi, sei senatori a vita) cui si aggiungono i 58 delegati regionali. Infatti, non votano ‘soltanto’ i 945 parlamentari eletti e in carica (630 deputati e 315 senatori), risultato delle Politiche del 2018, ma anche sei senatori a vita, che votano solo dal 1971, anno in cui sono state istituite le Regioni a statuto ordinario.  Anche il numero dei senatori a vita è variabile: infatti, ogni Capo dello Stato può eleggere fino a cinque, e non oltre, senatori a vita (e tanti ne sono oggi: Segre, Cattaneo, Piano, Rubbia e Monti), che con Giorgio Napolitano, unico Presidente della Repubblica ancora vivente, salgono a sei. Ogni Capo dello Stato uscente, diventando ‘emerito’, diventa lui stesso senatore a vita, così come toccherà a Mattarella. Il conto, parziale, è dunque di 951 parlamentari, che corrisponde al plenum del Parlamento quando e se si riunisce nei (rari) casi di “seduta comune”, cui vanno aggiunti anche i 58 delegati regionali. Una procedura di elezione rafforzata, voluta dai nostri padri costituenti e inserita all’articolo 83 della Costituzione. Articolo che recita così: ogni regione esprime tre delegati, scelti dai consigli regionali, tranne la Valle d’Aosta che ne esprime uno solo. Il totale, dunque , di 951 parlamentari e 58 delegati regionali fa 1009.

I numeri ballerini. Saranno davvero 1009? Sì, ma oggi sono fermi a 1007. Quali sono seggi vacanti?

Roberto Gualtieri e Adriano Cario posti vacanti
Roberto Gualtieri e Adriano Cario posti vacanti

Un numero, però, quello dei Grandi elettori che diversi giornali, sbagliando, contano in modo ‘ballerino’, come se la matematica fosse un’opinione. Alcuni dicono che sono solo 1007, altri 1008. C’è un problema di numeri, dunque? Sono davvero 1009, i Grandi elettori, nel loro perfetto plenum? No o, almeno, non in data odierna. Fino a oggi, e ancora per un paio di settimane, infatti, i Grandi Elettori sono soltanto…1007. Ne mancano, cioè, ben due, nelle due Camere, per ragioni diverse. Alla Camera, manca il plenum (630 deputati, quindi oggi il fixing è fermo a 629 deputati) perché un seggio è vacante. Trattasi di quello di Roberto Gualtieri, diventato a metà ottobre sindaco di Roma, e per di più di un seggio uninominale, quello di Roma 1. Ergo, tocca rivotare, perché così prescrive la legge elettorale vigente, meglio nota come Rosatellum (da Ettore Rosato, presidente di Iv), quando un deputato, o un senatore, eletto in un collegio uninominale decade (come nel caso di Gualtieri) perché incompatibile, o si dimette di sua volontà (fu il caso di un 5stelle…) o muore. La data, scelta con oculatezza, per completare il plenum del Senato e rimpiazzare il seggio vacante è il 16 gennaio, così ha deciso Montecitorio, cioè giusto in tempo per aprire il Ballo del Quirinale. Si confronteranno la presidente delle donne dem, Cecilia D’Elia (zingarettiana, viene dal Pci), il candidato dei centristi (Iv-Azione-Più Europa), Valerio Casini e Simonetta Matone (centrodestra) ma D’Elia, a Roma 1, dovrebbe avere vita facile e, dunque, garantire quel seggio al suo partito. Anche al Senato mancava, e manca, un seggio. Era, ed è ancora oggi, quello del senatore, eletto all’Estero, Adriano Cario, dichiarato decaduto dall’Aula a dicembre per un riconteggio dei voti e dopo un lungo contenzioso tra Giunta e Aula. Il suo posto –essendo gli eletti all’estero eletti con metodo proporzionale –lo prenderà il secondo in lista, Fabio Porta, che è stato scelto dal Pd e, quindi, porterà un voto in più di Grande elettore ai dem. Il Senato deve ancora convalidarne l’elezione, ma lo farà di certo entro il prossimo 24 gennaio. Ed ecco che il plenum tornerà a 1009.

Il problema dei quorum, il catafalco, l’urna, la seduta, i voti dispersi: come si vota?

Catafalco per elezioni presidente della Repubblica
I catafalchi o cabine elettorali ermeticamente coperte

Ma perché il numero dei Grandi elettori è così importante? Perché serve a stabilire il quorum. Quorum che sempre la Costituzione prescrive così: il Capo dello Stato necessita, per essere eletto, di una maggioranza qualificata dei 2/3 nei primi tre scrutini e di una maggioranza assoluta (50+1 dei voti) dal IV scrutinio in poi. Tradotto in numeri, con il plenum fissato a 1009, l’asticella da superare dice questo: servono 673 voti (e sono tanti) nei primi tre scrutini e 506 dal quarto in poi (e comunque resta un bel numero). Questi i numeri, e le ‘asticelle’, che i tanti pretendenti al ‘trono’ (Draghi, Berlusconi, Casini, Amato, Cartabia, o altri) dovrà, necessariamente, superare se vuole andare ad ‘abitare’ al Quirinale. E qui entrano ed entreranno sicuramente in gioco i famosi ‘franchi tiratori’, baubau di ogni elezione per il Colle che si rispetti, oltre che di ogni governo, e di ogni legge, quando e se –come nel caso dell’elezione per il Quirinale –si vota in modo segreto, oltre che personale. Per la precisione, le schede saranno poste nell’apposita ‘insalatiera’ e ogni grande elettore entrerà, per votare, nell’apposita cabina elettorale, meglio nota come ‘catafalco’ in quanto trattasi di cabina ermeticamente coperta. Durante la seduta comune del Parlamento non sono ammessi interventi volti a proporre candidature o a esprimere dichiarazioni di voto. Lo scrutinio avviene in seduta pubblica. Allo spoglio procede sempre il presidente della Camera che da lettura di tutte le schede, tranne di quelle identificabili come nulle. Per prassi si dicono dispersi i voti a quei candidati che raccolgano un numero di preferenze inferiore a due. La seduta per l’elezione del presidente della Repubblica è ‘unica’. Significa che, finché non viene eletto il successore al Quirinale l’assemblea non si scioglie, ma tra una votazione e l’altra sono previste delle interruzioni, anche per favorire il dialogo tra i partecipanti al voto e trovare un accordo su un possibile candidato. La durata media di ciascuno scrutinio è pari a quattro ore e mezzo, secondo i dati della Camera.

 

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
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Le prime elezioni presidenziali nell’era Covid

Il corridoio Transatlantico della Camera dei deputati
Il corridoio Transatlantico della Camera dei deputati
Per garantire che le votazioni si svolgano in massima sicurezza e senza rischio di contagi per il Covid, il presidente Fico ha incontrato in questi giorni i questori di Montecitorio. Tra le misure previste, la chiamata dei grandi elettori per fasce orarie: in Aula potranno accedere 200 persone alla volta, così da garantire il distanziamento tra i parlamentari. Inoltre, verrà chiuso il Transatlantico, il corridoio della Camera in cui sosteranno i grandi elettori prima di entrare in Aula. Transatlantico che, dopo essere stato chiuso per quasi due anni, sarà di nuovo sbarrato a tutti i non parlamentari per le prossime due settimane. Infine, si terrà una sola votazione al giorno – e non due, come è sempre stata la prassi –per agevolare i lavori di sanificazione dell’aula. Certo è che la pandemia, che sta colpendo il Paese da due anni, avrà e ha già delle ripercussioni anche sulle elezioni del nuovo presidente della Repubblica. In queste ore si sta valutando come regolamentare l'uso del Green pass rafforzato e si soppesa l'impatto del numero di contagiati e dei sottoposti a quarantena (solo ad oggi e solo alla Camera, sono ben 15 deputati) sul quorum, che resta fisso, come vedremo, ma che sarà certo molto più difficile da raggiungere.

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Roberto Gualtieri e Adriano Cario posti vacanti
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Un numero, però, quello dei Grandi elettori che diversi giornali, sbagliando, contano in modo ‘ballerino’, come se la matematica fosse un’opinione. Alcuni dicono che sono solo 1007, altri 1008. C’è un problema di numeri, dunque? Sono davvero 1009, i Grandi elettori, nel loro perfetto plenum? No o, almeno, non in data odierna. Fino a oggi, e ancora per un paio di settimane, infatti, i Grandi Elettori sono soltanto...1007. Ne mancano, cioè, ben due, nelle due Camere, per ragioni diverse. Alla Camera, manca il plenum (630 deputati, quindi oggi il fixing è fermo a 629 deputati) perché un seggio è vacante. Trattasi di quello di Roberto Gualtieri, diventato a metà ottobre sindaco di Roma, e per di più di un seggio uninominale, quello di Roma 1. Ergo, tocca rivotare, perché così prescrive la legge elettorale vigente, meglio nota come Rosatellum (da Ettore Rosato, presidente di Iv), quando un deputato, o un senatore, eletto in un collegio uninominale decade (come nel caso di Gualtieri) perché incompatibile, o si dimette di sua volontà (fu il caso di un 5stelle...) o muore. La data, scelta con oculatezza, per completare il plenum del Senato e rimpiazzare il seggio vacante è il 16 gennaio, così ha deciso Montecitorio, cioè giusto in tempo per aprire il Ballo del Quirinale. Si confronteranno la presidente delle donne dem, Cecilia D’Elia (zingarettiana, viene dal Pci), il candidato dei centristi (Iv-Azione-Più Europa), Valerio Casini e Simonetta Matone (centrodestra) ma D’Elia, a Roma 1, dovrebbe avere vita facile e, dunque, garantire quel seggio al suo partito. Anche al Senato mancava, e manca, un seggio. Era, ed è ancora oggi, quello del senatore, eletto all’Estero, Adriano Cario, dichiarato decaduto dall’Aula a dicembre per un riconteggio dei voti e dopo un lungo contenzioso tra Giunta e Aula. Il suo posto –essendo gli eletti all’estero eletti con metodo proporzionale –lo prenderà il secondo in lista, Fabio Porta, che è stato scelto dal Pd e, quindi, porterà un voto in più di Grande elettore ai dem. Il Senato deve ancora convalidarne l’elezione, ma lo farà di certo entro il prossimo 24 gennaio. Ed ecco che il plenum tornerà a 1009.

Il problema dei quorum, il catafalco, l’urna, la seduta, i voti dispersi: come si vota?

Catafalco per elezioni presidente della Repubblica
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Ma perché il numero dei Grandi elettori è così importante? Perché serve a stabilire il quorum. Quorum che sempre la Costituzione prescrive così: il Capo dello Stato necessita, per essere eletto, di una maggioranza qualificata dei 2/3 nei primi tre scrutini e di una maggioranza assoluta (50+1 dei voti) dal IV scrutinio in poi. Tradotto in numeri, con il plenum fissato a 1009, l’asticella da superare dice questo: servono 673 voti (e sono tanti) nei primi tre scrutini e 506 dal quarto in poi (e comunque resta un bel numero). Questi i numeri, e le ‘asticelle’, che i tanti pretendenti al ‘trono’ (Draghi, Berlusconi, Casini, Amato, Cartabia, o altri) dovrà, necessariamente, superare se vuole andare ad ‘abitare’ al Quirinale. E qui entrano ed entreranno sicuramente in gioco i famosi ‘franchi tiratori’, baubau di ogni elezione per il Colle che si rispetti, oltre che di ogni governo, e di ogni legge, quando e se –come nel caso dell’elezione per il Quirinale –si vota in modo segreto, oltre che personale. Per la precisione, le schede saranno poste nell’apposita ‘insalatiera’ e ogni grande elettore entrerà, per votare, nell’apposita cabina elettorale, meglio nota come ‘catafalco’ in quanto trattasi di cabina ermeticamente coperta. Durante la seduta comune del Parlamento non sono ammessi interventi volti a proporre candidature o a esprimere dichiarazioni di voto. Lo scrutinio avviene in seduta pubblica. Allo spoglio procede sempre il presidente della Camera che da lettura di tutte le schede, tranne di quelle identificabili come nulle. Per prassi si dicono dispersi i voti a quei candidati che raccolgano un numero di preferenze inferiore a due. La seduta per l’elezione del presidente della Repubblica è ‘unica’. Significa che, finché non viene eletto il successore al Quirinale l’assemblea non si scioglie, ma tra una votazione e l’altra sono previste delle interruzioni, anche per favorire il dialogo tra i partecipanti al voto e trovare un accordo su un possibile candidato. La durata media di ciascuno scrutinio è pari a quattro ore e mezzo, secondo i dati della Camera.  
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