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Home » HP Blocco Testo Destra » Dal marchese al barone rosso, tutti i modi per non chiamarle con il loro nome: bufale e mestruazioni

Dal marchese al barone rosso, tutti i modi per non chiamarle con il loro nome: bufale e mestruazioni

Fra credenze popolari e dicerie, non si contano le cose “proibite“, da non fare durante quei giorni: ci voleva uno spot per mettere in scena una provocatoria rappresentazione della vagina e del sangue mestruale

Letizia Cini
2 Febbraio 2022
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Mestruo, ciclo, marchese, menarca, ‘le mie cose’, le regole, quell’affare, il barone (o il Mar) rosso, lo zio d’America, quei giorni, ‘ho ospiti’, ‘sono indisposta’. E quando arrivano per la prima volta, arriva la famigerata frase: “Sei diventata signorina”. O  un più ‘scientifico’ “ti sei sviluppata”.
Inutile girarci intorno, Sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo – come lo sono le fasi lunari e le maree – le mestruazioni restano un tabù. La prova? L’elenco di nomi e nomignoli – superati solo dalla fantasia di Roberto Benigni nel definire la vagina in tv davanti alla Raffa nazionale sconvolta – nel quale vengono definite pur di non chiamarle per quello che sono. Non che debbano essere un argomento di conversazione, per carità, ma nemmeno un evento disgustoso da nascondere o di cui vergognarsi ed essere radiata. Come accade fra gli ebrei ortodossi che mandano la moglie e dormire in un’altra stanza in ’quei giorni’ (per restare in tema), perché “impura”. Roba da Medioevo.

Cose da non fare!

E non si contano neanche le cose “proibite” e le dicerie che riguardano il ciclo mestruale: vietato fare ginnastica, lavarsi i capelli (figuriamoci la doccia!), guai a toccare le piante (seccano), fare la conserva di pomodoro (inacidisce), niente sesso o – se si fa – “coito libero, tanto in quei giorni non si resta incinta”. Un elenco di bufale o realtà distorte che potrebbe non avere mai fine.

Viva la vulva

La pubblicità di Nuvenia “libera di osare” è stata al centro di un'accesa polemica
‘Viva la Vulva’ è una campagna di Nuvenia che mira a rompere alcuni tabù relativi alle parti intime femminili

In epoca abbastanza recente è partita una campagna con l’obiettivo di sdoganare delle mestruazioni, anche de per fini meramente commerciali (enorme il giro d’affari che ruota intorno all’igiene intima in genere, molte donne si sono schierate a favore della “No Tampon Tax”, fra queste anche Francesca Michielin): ecco allora che i creativi di tutto il mondo si sono spremuti le meningi per dar vita a slogan, campagne e reclam capaci di invogliare all’acquisto senza scandalizzare (quanti uomini ancora non gradisco gli spot sugli assorbenti trasmessi in tv durante l’ora di cena?), informare senza dire troppo, sdrammatizzare ma non banalizzare. Fino allo spot “Viva la vulva” lanciato da Nuvenia per pubblicizzare la sua linea di assorbenti per pelli sensibili. GUARDA IL VIDEO

Conchiglie, origami, marionette, portafogli, frutti e ricami canterini utilizzati per alludere, nemmeno troppo velatamente, alla forma della vulva femminile. Risultato? Un gran polverone, superato con buona pace di coloro che non erano “liberi di osare”, proprio come recita lo slogan. Osare è infatti quello che hanno fatto gli ideatori della pubblicità, mettendo in scena una provocatoria rappresentazione della vagina e del sangue mestruale, forse mai mostrati con tale azzardo sul piccolo schermo. Sinonimi, nomignoli, omissioni e liquidi di colori innaturali e improbabili, erano il mantra, mille gli stratagemmi utilizzati negli spot del settore per non oltrepassare i pericolosi confini dello scandalo rosso. ‘Viva la Vulva’ è una campagna che mira a rompere alcuni tabù relativi alle parti intime femminili e incoraggiare le donne a vivere in armonia con la propria zona intima, scoprirla, imparare ad amarla e a prendersene cura a modo proprio. Anche con un pizzico d’ironia.

 

Charlotte e la figlia Lily alle prese con un tampone nella serie tv "And just like that"
Charlotte e la figlia Lily alle prese con un tampone nella serie tv “And just like that”

Il sequel di “Sex and the City”

Un argomento trattato anche nella nona puntata della serie “And just like that …” – il sequel dello sfrontato “Sex and the City” – durante la quale la dolce e raffinata Charlotte perde un po’ del suo aplomb nell’introdurre (e mai temine è stato più appropriato) la figlia Lily ai misteri dell’uso di un tampone igienico per la prima volta. Trauma superato, pubblico soddisfatto.
Passando dalla spettacolarizzazione del ciclo all’ambito della conoscenza, esiste anche un trattato, dal titolo “Manuale delle ragazze meravigliose”, pensato da Intimina, per parlare alle adolescenti attraverso i racconti di 5 eroine e le loro esperienze sul ciclo mestruale, scritto dal direttore creativo di  Intimina Ana Ivušic.

Il “Manuale delle ragazze meravigliose”, pensato da Intimina
Il “Manuale delle ragazze meravigliose”, pensato da Intimina

Il vademecum

Elencati da Roberta Rossi i falsi miti più comuni tra le adolescenti, che riproponiamo in parte.
1. La sindrome premestruale si manifesta come irritabilità e nervosismo. FALSO
“Circa il 5% delle donne in età fertile sperimenta una sindrome premestruale grave, detta disforia premestruale, caratterizzata da improvvisi e gravi sbalzi d’umore, ma anche da sintomi fisici quali gonfiore o dolore muscolare e altri sintomi, come scarsa concentrazione, diminuzione degli interessi, letargia e cambiamenti nel sonno e nell’appetito. La maggior parte delle donne in età fertile (circa il 70-75%) avverte fastidi comuni, quali mal di testa, gonfiore al seno e all’addome, pesantezza e maggiore irritabilità. Tuttavia, la maggior parte di loro non segnala una menomazione significativa nella vita quotidiana. Le più fortunate (20%) quasi non se ne accorge. Il tutto sarebbe conseguente alle oscillazioni ormonali che si verificano nella seconda fase del ciclo, quando il progesterone, che aiuta ad accogliere nell’utero la possibile gravidanza, diminuisce quando questa non si verifica. Questa condizione scatenerebbe la sindrome premestruale andando a modificare le quantità di neurotrasmettitori cerebrali coinvolti nel tono dell’umore, nella gratificazione, nello stato di allerta. Ciascuna donna risponderà in modo diverso a queste alterazioni manifestando sintomi più o meno intensi”.

Si chiama 'period poverty', in italiano 'povertà mestruale', e indica la difficolta' di accesso delle donne a assorbenti e tamponi per il flusso mestruale, ma anche a luoghi sicuri dove cambiarsi e lavarsi
Si chiama ‘period poverty’, in italiano ‘povertà mestruale’, e indica la difficolta’ di accesso delle donne a assorbenti e tamponi per il flusso mestruale, ma anche a luoghi sicuri dove cambiarsi e lavarsi

2. L’esercizio fisico durante il ciclo non è salutare e può danneggiare l’utero. FALSO
“Non ci sono studi scientifici che dimostrano che l’esercizio fisico durante le mestruazioni abbia delle conseguenze dannose. Ballare e fare esercizio fisico durante le mestruazioni è sicuro e in alcuni casi l’attività fisica può alleviare i crampi e persino migliorare l’umore e ridurre la sensazione di stanchezza spesso associata al ciclo mestruale.

3. L’inserimento di un tampone (o coppetta) nella vagina lacererà l’imene. FALSO
“Una preoccupazione comune è che l’inserimento di un tampone o di una coppetta mestruale possa “lacerare” l’imene. Poiché l’imene è una struttura elastica, l’inserimento di un oggetto piccolo come un tampone o una coppetta non causerà alcuna lacerazione. Inoltre, durante le mestruazioni il sangue faciliterà l’inserimento, se fatto nella maniera giusta”

4. Non si può rimanere incinta se si fa sesso durante il ciclo mestruale. FALSO
“Questa è una affermazione decisamente pericolosa sulla quale molte donne e uomini fanno affidamento. È improbabile che una donna rimanga incinta se fa sesso non protetto durante il ciclo se ha regolarmente le mestruazioni. Ma è comunque una possibilità. L’ovulazione avviene mediamente dopo 14/15 giorni dall’inizio della mestruazione, ma se una donna ha un ciclo irregolare, un ciclo breve o sanguina più a lungo del normale, è possibile che il suo periodo fertile si sovrapponga al ciclo mestruale. Inoltre, nuove ricerche nel campo della salute riproduttiva e della fertilità suggeriscono che gli spermatozoi possono vivere nella cervice uterina fino a 5 giorni dopo il rapporto sessuale. Sarebbe bene presumere che nessun giorno è sicuro per avere rapporti sessuali non protetti, a meno che non si utilizzi un contraccettivo efficace”

5. La coppetta mestruale non è igienica. FALSO
“Una volta svuotato il contenuto della coppetta si può lavare con sola acqua oppure acqua e sapone, necessariamente neutro, privo di olii e di profumi, e poi sarà pronta per essere riutilizzata. Se l’acqua non è disponibile, è possibile pulire provvisoriamente la coppetta con un fazzoletto di carta, con carta o salvietta igienica e, successivamente, reinserirla, avendo cura di sciacquarla con acqua appena possibile. Alla fine del ciclo, si può sterilizzare in acqua bollente e conservarla nel suo astuccio”

6. Il sangue raccolto nelle coppette ha un cattivo odore. FALSO
“La coppetta svolge il ruolo di raccogliere al suo interno il sangue mestruale creando una sorta di sottovuoto per essere mantenuta in loco, in questo caso il sangue, non andando incontro al processo di ossidazione, è assolutamente inodore”.

La morale? Nessuna. Ma una certezza: se nel 2022, la raffigurazione del corpo della donna e delle sue mestruazioni fa ancora scalpore e scatena le mille reazioni degli spettatori, tanto che uno spot è diventato oggetto di polemica sui social, è proprio arrivato il momento di fare Luce! O almeno, ci abbiamo provato.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Mestruo, ciclo, marchese, menarca, 'le mie cose', le regole, quell’affare, il barone (o il Mar) rosso, lo zio d’America, quei giorni, 'ho ospiti', 'sono indisposta'. E quando arrivano per la prima volta, arriva la famigerata frase: “Sei diventata signorina”. O  un più 'scientifico' “ti sei sviluppata". Inutile girarci intorno, Sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo - come lo sono le fasi lunari e le maree - le mestruazioni restano un tabù. La prova? L’elenco di nomi e nomignoli - superati solo dalla fantasia di Roberto Benigni nel definire la vagina in tv davanti alla Raffa nazionale sconvolta - nel quale vengono definite pur di non chiamarle per quello che sono. Non che debbano essere un argomento di conversazione, per carità, ma nemmeno un evento disgustoso da nascondere o di cui vergognarsi ed essere radiata. Come accade fra gli ebrei ortodossi che mandano la moglie e dormire in un’altra stanza in ’quei giorni’ (per restare in tema), perché “impura". Roba da Medioevo.

Cose da non fare!

E non si contano neanche le cose “proibite" e le dicerie che riguardano il ciclo mestruale: vietato fare ginnastica, lavarsi i capelli (figuriamoci la doccia!), guai a toccare le piante (seccano), fare la conserva di pomodoro (inacidisce), niente sesso o - se si fa - “coito libero, tanto in quei giorni non si resta incinta". Un elenco di bufale o realtà distorte che potrebbe non avere mai fine.

Viva la vulva

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Conchiglie, origami, marionette, portafogli, frutti e ricami canterini utilizzati per alludere, nemmeno troppo velatamente, alla forma della vulva femminile. Risultato? Un gran polverone, superato con buona pace di coloro che non erano “liberi di osare”, proprio come recita lo slogan. Osare è infatti quello che hanno fatto gli ideatori della pubblicità, mettendo in scena una provocatoria rappresentazione della vagina e del sangue mestruale, forse mai mostrati con tale azzardo sul piccolo schermo. Sinonimi, nomignoli, omissioni e liquidi di colori innaturali e improbabili, erano il mantra, mille gli stratagemmi utilizzati negli spot del settore per non oltrepassare i pericolosi confini dello scandalo rosso. ‘Viva la Vulva’ è una campagna che mira a rompere alcuni tabù relativi alle parti intime femminili e incoraggiare le donne a vivere in armonia con la propria zona intima, scoprirla, imparare ad amarla e a prendersene cura a modo proprio. Anche con un pizzico d'ironia.  
Charlotte e la figlia Lily alle prese con un tampone nella serie tv "And just like that"
Charlotte e la figlia Lily alle prese con un tampone nella serie tv "And just like that"

Il sequel di "Sex and the City"

Un argomento trattato anche nella nona puntata della serie "And just like that …" - il sequel dello sfrontato "Sex and the City" - durante la quale la dolce e raffinata Charlotte perde un po’ del suo aplomb nell’introdurre (e mai temine è stato più appropriato) la figlia Lily ai misteri dell’uso di un tampone igienico per la prima volta. Trauma superato, pubblico soddisfatto. Passando dalla spettacolarizzazione del ciclo all’ambito della conoscenza, esiste anche un trattato, dal titolo “Manuale delle ragazze meravigliose”, pensato da Intimina, per parlare alle adolescenti attraverso i racconti di 5 eroine e le loro esperienze sul ciclo mestruale, scritto dal direttore creativo di  Intimina Ana Ivušic.
Il “Manuale delle ragazze meravigliose”, pensato da Intimina
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Il vademecum

Elencati da Roberta Rossi i falsi miti più comuni tra le adolescenti, che riproponiamo in parte. 1. La sindrome premestruale si manifesta come irritabilità e nervosismo. FALSO “Circa il 5% delle donne in età fertile sperimenta una sindrome premestruale grave, detta disforia premestruale, caratterizzata da improvvisi e gravi sbalzi d’umore, ma anche da sintomi fisici quali gonfiore o dolore muscolare e altri sintomi, come scarsa concentrazione, diminuzione degli interessi, letargia e cambiamenti nel sonno e nell’appetito. La maggior parte delle donne in età fertile (circa il 70-75%) avverte fastidi comuni, quali mal di testa, gonfiore al seno e all’addome, pesantezza e maggiore irritabilità. Tuttavia, la maggior parte di loro non segnala una menomazione significativa nella vita quotidiana. Le più fortunate (20%) quasi non se ne accorge. Il tutto sarebbe conseguente alle oscillazioni ormonali che si verificano nella seconda fase del ciclo, quando il progesterone, che aiuta ad accogliere nell’utero la possibile gravidanza, diminuisce quando questa non si verifica. Questa condizione scatenerebbe la sindrome premestruale andando a modificare le quantità di neurotrasmettitori cerebrali coinvolti nel tono dell’umore, nella gratificazione, nello stato di allerta. Ciascuna donna risponderà in modo diverso a queste alterazioni manifestando sintomi più o meno intensi”.
Si chiama 'period poverty', in italiano 'povertà mestruale', e indica la difficolta' di accesso delle donne a assorbenti e tamponi per il flusso mestruale, ma anche a luoghi sicuri dove cambiarsi e lavarsi
Si chiama 'period poverty', in italiano 'povertà mestruale', e indica la difficolta' di accesso delle donne a assorbenti e tamponi per il flusso mestruale, ma anche a luoghi sicuri dove cambiarsi e lavarsi
2. L’esercizio fisico durante il ciclo non è salutare e può danneggiare l’utero. FALSO “Non ci sono studi scientifici che dimostrano che l’esercizio fisico durante le mestruazioni abbia delle conseguenze dannose. Ballare e fare esercizio fisico durante le mestruazioni è sicuro e in alcuni casi l’attività fisica può alleviare i crampi e persino migliorare l’umore e ridurre la sensazione di stanchezza spesso associata al ciclo mestruale. 3. L’inserimento di un tampone (o coppetta) nella vagina lacererà l’imene. FALSO “Una preoccupazione comune è che l’inserimento di un tampone o di una coppetta mestruale possa “lacerare” l’imene. Poiché l’imene è una struttura elastica, l’inserimento di un oggetto piccolo come un tampone o una coppetta non causerà alcuna lacerazione. Inoltre, durante le mestruazioni il sangue faciliterà l’inserimento, se fatto nella maniera giusta” 4. Non si può rimanere incinta se si fa sesso durante il ciclo mestruale. FALSO “Questa è una affermazione decisamente pericolosa sulla quale molte donne e uomini fanno affidamento. È improbabile che una donna rimanga incinta se fa sesso non protetto durante il ciclo se ha regolarmente le mestruazioni. Ma è comunque una possibilità. L’ovulazione avviene mediamente dopo 14/15 giorni dall’inizio della mestruazione, ma se una donna ha un ciclo irregolare, un ciclo breve o sanguina più a lungo del normale, è possibile che il suo periodo fertile si sovrapponga al ciclo mestruale. Inoltre, nuove ricerche nel campo della salute riproduttiva e della fertilità suggeriscono che gli spermatozoi possono vivere nella cervice uterina fino a 5 giorni dopo il rapporto sessuale. Sarebbe bene presumere che nessun giorno è sicuro per avere rapporti sessuali non protetti, a meno che non si utilizzi un contraccettivo efficace” 5. La coppetta mestruale non è igienica. FALSO “Una volta svuotato il contenuto della coppetta si può lavare con sola acqua oppure acqua e sapone, necessariamente neutro, privo di olii e di profumi, e poi sarà pronta per essere riutilizzata. Se l’acqua non è disponibile, è possibile pulire provvisoriamente la coppetta con un fazzoletto di carta, con carta o salvietta igienica e, successivamente, reinserirla, avendo cura di sciacquarla con acqua appena possibile. Alla fine del ciclo, si può sterilizzare in acqua bollente e conservarla nel suo astuccio” 6. Il sangue raccolto nelle coppette ha un cattivo odore. FALSO “La coppetta svolge il ruolo di raccogliere al suo interno il sangue mestruale creando una sorta di sottovuoto per essere mantenuta in loco, in questo caso il sangue, non andando incontro al processo di ossidazione, è assolutamente inodore”. La morale? Nessuna. Ma una certezza: se nel 2022, la raffigurazione del corpo della donna e delle sue mestruazioni fa ancora scalpore e scatena le mille reazioni degli spettatori, tanto che uno spot è diventato oggetto di polemica sui social, è proprio arrivato il momento di fare Luce! O almeno, ci abbiamo provato.
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