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Un'alleanza per la biodiversità: come recuperare l'armonia con la natura attraverso le api

di DOMENICO GUARINO -
17 gennaio 2022
InsettiImpollinatori

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Dall’impollinazione animale dipende fino all'8% dell’attuale produzione agricola mondiale

Dal 5 all’8%: è questa percentuale dell’attuale produzione agricola mondiale direttamente attribuibile all’impollinazione animale. Nella sola Unione Europea, circa l’84% delle specie coltivate e il 78% della flora selvatica dipendono, almeno in parte, da questa. Una realtà che ha anche risvolti economici non indifferenti: fino quasi 15 miliardi di euro della produzione agricola annuale nell’Ue è, infatti, direttamente attribuibile agli insetti impollinatori, di cui i principali sono le api, ma comprendono anche sirfidi, farfalle e falene. Tutte specie che sono seriamente minacciate di estinzione. È per questo che la drammatica situazione in cui versano deve preoccuparci, e non poco. Come sottolinea il rapporto “Piante e insetti impollinatori: un’alleanza per la biodiversità”, recentemente curato dall’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente, l’impollinazione animale è “la base fondamentale dell’ecologia delle specie, del funzionamento degli ecosistemi e della conservazione degli habitat e dunque della generazione di una vasta gamma di contributi essenziali per l’uomo”. Molto semplicemente, afferma il rapporto, “senza gli impollinatori molte piante non sarebbero in grado di riprodursi, privando molti animali di una fonte primaria di cibo e scatenando effetti a catena nell’alimentazione”.

Tra gli insetti impollinatori i principali sono le api, ma comprendono anche sirfidi, farfalle e falene

In pratica: senza gli impollinatori saremmo di fronte ad una catastrofe ecologica, con l’estinzione di molte specie vegetali e degli organismi che da loro dipendono. Una catastrofe che ha delle origini ben precise, sulle quali l’influenza dell’uomo e delle sue attività e tutt’altro che secondaria. Il campionario è quantomai variegato: si va dal cambiamento della destinazione dei suoli, all’agricoltura intensiva e l’uso dei pesticidi, all’inquinamento ambientale fino ovviamente ai cambiamenti climatici. Oltre a questo, sugli impollinatori pesa anche la minaccia di specie esotiche invasive (vespa vellutina, ape resinosa gigante, formica faraone, formica argentina, ecc.) e degli agenti patogeni. A dicembre del 2019, il Parlamento Europeo ha lanciato una iniziativa a favore degli insetti impollinatori, invitando la Commissione ad affrontarne la diminuzione "a livello internazionale e a sostenere misure incisive per proteggere gli impollinatori e i loro habitat in tutto il mondo". Nel testo sono individuati una serie di obiettivi strategici e azioni da avviare per affrontare il declino di queste specie nell’UE e contribuire agli sforzi mondiali in materia di conservazione.

L’impollinazione animale è “la base fondamentale dell’ecologia delle specie e del funzionamento degli ecosistemi"

Tra questi la promozione della biodiversità, la limitazione all’uso dei pesticidi e degli insetticidi, la promozione dell’uso di alterative naturali e biosostenibili contro i parassiti, la regolamentazione dell’agricoltura intensiva, la promozione dell'uso di pascoli e habitat pastorizi, l’individuazione di criteri necessari a istituire un marchio Ecolabel dell'UE per le piante in vaso rispettose degli impollinatori, la promozione dello sviluppo degli habitat degli impollinatori nelle aree urbane, l’implementazione della ricerca al fine di aumentare la conoscenza biologica degli impollinatori e di quanto sta capitando loro, a partire dalle cause della diminuzione dell'aspettativa di vita delle api regine, che rappresenta un fenomeno preoccupante. Allo stesso modo, le principali associazioni ambientaliste (Greenpeace, WWF, Legambiente) stanno promuovendo da anni iniziative a favore delle api e degli altri impollinatori. Ora però tocca a noi. Certo le preoccupazioni relative alla pandemia non aiutano, assorbendo molte delle attenzioni di governi e di noi stessi cittadini. Ma è il momento di capire che senza un recupero di armonia nel rapporto tra l’uomo e la natura, e dunque l’attenzione verso questo tipo di problematiche, probabilmente il covid sarà solo la prima di numerose e tragiche sciagure che ci troveremmo a dover affrontare nei prossimi anni.