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Home » Attualità » Vacanze tabù per migliaia di famiglie colpite dalla crisi economica: sono in gran parte del Sud e con madri sole

Vacanze tabù per migliaia di famiglie colpite dalla crisi economica: sono in gran parte del Sud e con madri sole

Dalla ricerca di Openpolis emergono disagi che si riverberano soprattutto sui piccoli e adolescenti, già provati dal lockdown con ridotta socialità e didattica a distanza. Il problema delle famiglie monogenitoriali diffuse soprattutto a Napoli, Roma e nel meridione

Domenico Guarino
27 Luglio 2021
Caucasian Little boy carrying a backpack walking back to school from behind

Caucasian Little boy carrying a backpack walking back to school from behind

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O i figli o le ferie. Un discorso da bar? No, la nuda ed amara verità: in Italia una famiglia con due o più figli sempre più spesso non può permettersi nemmeno una vacanza. E ad essere più in difficoltà sono soprattutto alcune tipologie familiari: tra le coppie senza figli, circa il 35% non può permettersi vacanze, mentre in presenza di almeno un figlio minore, la quota sale al 37,1%. Ma sono in particolare le famiglie monogenitoriali a dover rinunciare più spesso a questa possibilità. Nel 2019, il 48,7% dei nuclei con un solo genitore e almeno un figlio minore ha dichiarato infatti di non potersi permettere una settimana all’anno lontano da casa.

Ulteriore sofferenza per  bambini e ragazzi

L’analisi proviene da un’elaborazione della Fondazione Openpolis su dati Istat, aggiornata al 31 dicembre 2019. Dati drammatici che parlano di un Paese in cui le disuguaglianze sono ancora troppo marcate. E vanno ad incidere sulla parte più debole della popolazione, i bambini ed i ragazzi. Per loro l’estate dovrebbe rappresentare un momento di svago particolarmente importante, non a caso riconosciuto come diritto fondamentale dalla comunità internazionale, secondo quanto previsto, ad  esempio, nella convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. Un diritto che dovrebbe essere garantito soprattutto in un frangente come quello in cui viviamo, con i minori che, ormai da un anno e mezzo, vivono in una situazione estremamente difficile, caratterizzato dai pesanti effetti psicologici generato dalle chiusure, dalla mancanza di socialità e dalla didattica a distanza.

 

Monogenitori in difficoltà

Invece, già prima dell’emergenza, nel 2019, circa il 37% delle famiglie con un solo figlio minore dichiarava di non potersi permettere una settimana di ferie nell’arco di un anno. Quota che sale al 41% con due figli e che sfiora il 50% in presenza di 3 o più figli. In particolare, le famiglie monogenitoriali che hanno come persona di riferimento in massima parte madri sole (in quasi 9 casi su 10) sono state nell’ultimo decennio tra quelle più esposte alla crisi. In alcuni casi anche perché meno inserite in reti sociali e familiari.

“Un rischio che in questa fase è diventato ancora più grande, con una crisi occupazionale che nei mesi scorsi ha colpito in misura particolare donne e giovani” sottolineano gli analisti di Openpolis. Le categorie più penalizzate dall’emergenza sanitaria sono state quelle già in precedenza caratterizzate da situazioni di svantaggio: nel secondo trimestre 2020 le riduzioni congiunturali del tasso di occupazione sono più marcate per i giovani 15-34enni (-2,0 punti), le donne (-1,2 punti) e i residenti del Mezzogiorno (-1,4 punti): gap generazionale, di genere e territoriale.

 

Esperienze educative

“Alla luce di queste tendenze si capisce come per i giovani con figli – e a maggior ragione per i giovani genitori soli – le vacanze estive possano diventare una spesa da tagliare per a far quadrare il bilancio domestico. Con la conseguenza che i divari sociali ed educativi già esistenti anche tra i minori finiscono con l’allargarsi.  Le vacanze infatti non costituiscono solo un’occasione di svago, ma anche un’esperienza educativa a tutto tondo” dicono ancora gli analisti di Open Polis.

 

A Napoli e Roma il maggior disagio  

Importante sottolineare infine come, tra le città maggiori sono Napoli e Roma ad avere l’incidenza maggiore di nuclei con un solo genitore sotto i 35 anni. In particolare il capoluogo campano è primo tra i comuni con oltre 500mila abitanti, con una incidenza di famiglie monogenitoriali giovani pari all’1,6%. Un dato che va letto insieme ad un altro:  Napoli -nello scorso censimento generale – era anche il capoluogo di provincia con più famiglie con figli in disagio: 9,5%, seguita da Catania (7,8%), Palermo (7,3%) e Crotone (7%).

Un problema solo del Sud? Nient’affatto “sebbene nel nord la quota di famiglie con figli in potenziale disagio economico fosse più bassa, non appare comunque trascurabile la quota di nuclei monogenitoriali giovani. Isolando le città con oltre 500mila abitanti, dopo Roma (1,3%), sono Torino (1,2%), Genova e Milano (1,1%) quelle con la maggiore incidenza di famiglie monogenitore, seguite a distanza da Palermo (0,7%)” concludono gli esperti di Openpolis.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
O i figli o le ferie. Un discorso da bar? No, la nuda ed amara verità: in Italia una famiglia con due o più figli sempre più spesso non può permettersi nemmeno una vacanza. E ad essere più in difficoltà sono soprattutto alcune tipologie familiari: tra le coppie senza figli, circa il 35% non può permettersi vacanze, mentre in presenza di almeno un figlio minore, la quota sale al 37,1%. Ma sono in particolare le famiglie monogenitoriali a dover rinunciare più spesso a questa possibilità. Nel 2019, il 48,7% dei nuclei con un solo genitore e almeno un figlio minore ha dichiarato infatti di non potersi permettere una settimana all’anno lontano da casa.

Ulteriore sofferenza per  bambini e ragazzi

L’analisi proviene da un’elaborazione della Fondazione Openpolis su dati Istat, aggiornata al 31 dicembre 2019. Dati drammatici che parlano di un Paese in cui le disuguaglianze sono ancora troppo marcate. E vanno ad incidere sulla parte più debole della popolazione, i bambini ed i ragazzi. Per loro l’estate dovrebbe rappresentare un momento di svago particolarmente importante, non a caso riconosciuto come diritto fondamentale dalla comunità internazionale, secondo quanto previsto, ad  esempio, nella convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. Un diritto che dovrebbe essere garantito soprattutto in un frangente come quello in cui viviamo, con i minori che, ormai da un anno e mezzo, vivono in una situazione estremamente difficile, caratterizzato dai pesanti effetti psicologici generato dalle chiusure, dalla mancanza di socialità e dalla didattica a distanza.  

Monogenitori in difficoltà

Invece, già prima dell’emergenza, nel 2019, circa il 37% delle famiglie con un solo figlio minore dichiarava di non potersi permettere una settimana di ferie nell’arco di un anno. Quota che sale al 41% con due figli e che sfiora il 50% in presenza di 3 o più figli. In particolare, le famiglie monogenitoriali che hanno come persona di riferimento in massima parte madri sole (in quasi 9 casi su 10) sono state nell’ultimo decennio tra quelle più esposte alla crisi. In alcuni casi anche perché meno inserite in reti sociali e familiari. “Un rischio che in questa fase è diventato ancora più grande, con una crisi occupazionale che nei mesi scorsi ha colpito in misura particolare donne e giovani” sottolineano gli analisti di Openpolis. Le categorie più penalizzate dall’emergenza sanitaria sono state quelle già in precedenza caratterizzate da situazioni di svantaggio: nel secondo trimestre 2020 le riduzioni congiunturali del tasso di occupazione sono più marcate per i giovani 15-34enni (-2,0 punti), le donne (-1,2 punti) e i residenti del Mezzogiorno (-1,4 punti): gap generazionale, di genere e territoriale.  

Esperienze educative

“Alla luce di queste tendenze si capisce come per i giovani con figli - e a maggior ragione per i giovani genitori soli - le vacanze estive possano diventare una spesa da tagliare per a far quadrare il bilancio domestico. Con la conseguenza che i divari sociali ed educativi già esistenti anche tra i minori finiscono con l’allargarsi.  Le vacanze infatti non costituiscono solo un’occasione di svago, ma anche un’esperienza educativa a tutto tondo” dicono ancora gli analisti di Open Polis.  

A Napoli e Roma il maggior disagio  

Importante sottolineare infine come, tra le città maggiori sono Napoli e Roma ad avere l’incidenza maggiore di nuclei con un solo genitore sotto i 35 anni. In particolare il capoluogo campano è primo tra i comuni con oltre 500mila abitanti, con una incidenza di famiglie monogenitoriali giovani pari all’1,6%. Un dato che va letto insieme ad un altro:  Napoli -nello scorso censimento generale - era anche il capoluogo di provincia con più famiglie con figli in disagio: 9,5%, seguita da Catania (7,8%), Palermo (7,3%) e Crotone (7%). Un problema solo del Sud? Nient’affatto “sebbene nel nord la quota di famiglie con figli in potenziale disagio economico fosse più bassa, non appare comunque trascurabile la quota di nuclei monogenitoriali giovani. Isolando le città con oltre 500mila abitanti, dopo Roma (1,3%), sono Torino (1,2%), Genova e Milano (1,1%) quelle con la maggiore incidenza di famiglie monogenitore, seguite a distanza da Palermo (0,7%)” concludono gli esperti di Openpolis.
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