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Home » HP Blocco Testo Sinistra » CasermArcheologica: fucina di idee, arte e rigenerazione urbana. Laura Caruso: “Dallo spazio vuoto nasce la creatività”

CasermArcheologica: fucina di idee, arte e rigenerazione urbana. Laura Caruso: “Dallo spazio vuoto nasce la creatività”

Sede del primo pastificio Buitoni, Caserma, palestra. Uno spazio tante funzioni, fino a qualche anno fa. E per il futuro? "I nostri assi portanti sono la cultura ed il lavoro, mettere in relazione il sapere più tradizionale del territorio con le attitudini progettuali contemporanee”

Domenico Guarino
3 Giugno 2021
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“La storia di CasermArechologica è una storia di resistenza, di agilità, di generazioni che si sono inventate i luoghi in cui esistere, e che nel farlo hanno poi reinventato anche la cultura dei territori, attraverso l’ibridazione di linguaggi artistici molto differenti. Luoghi in cui si ha l’ambizione di trasformare i contesti in cui si opera attraverso i linguaggi dell’arte“. Laura Caruso è la project manager di CasermArcheologica, un percorso di rigenerazione urbana che sta riqualificando l’ex Caserma dei Carabinieri di Sansepolcro (Ar), all’interno di Palazzo Muglioni, edificio storico nel centro urbano.

 

“La nostra esperienza è comune a tutti coloro che hanno trovato possibilità laddove sembravano non esserci. Luoghi, contesti, esperienze che sovvertono la narrazione comune per cui non c’è possibilità di fare nulla. Noi lo stiamo facendo. E così tanti altri in Italia” dice Caruso. CasermArcheologica nasce a pochi metri dal museo che ospita le opere di Piero Della Francesca, nel Palazzo di proprietà della famiglia nobiliare dei Muglioni, la cui ultima erede, Minerva, andò in sposa ad uno dei rampolli della famiglia Buitoni (proprio qui è sorto li tra il 1827 e 1828 il primo pastificio della ditta). Un luogo con tanta storia dentro, che, negli anni successivi, fu sede della Caserma dei Carabinieri, quartier generale delle forze della Resistenza al nazifascismo, con una grande partecipazione civile. In tempi più recenti anche palestra della succursale di una scuola, fino all’abbandono quasi completo degli anni Ottanta.

Poi, 8 anni fa, CasermArcheoloigica da visione diventa realtà, attraverso l’energia creativa di un gruppo di ragazzi motivati e ‘movimentati’ dalla loro insegnante. Nel 2013 infatti, la professoressa Ilaria Margutti decide di restituire alla città questo luogo di grande fascino e, con un gruppo di allievi, passa tutte le vacanze di Pasqua a ripulire i due piani superiori dell’edificio. A quel punto lo spazio diventa un polo attrattivo che catalizza le energie creative di artisti che vanno ad ‘abitare’ il luogo dandogli vita con opere ed installazioni .

“In quegli anni – prosegue la project manager – succedono cose particolari, atmosfere inattese, suggestive. Quel luogo diventa una specie di Berlino calata in un contesto rinascimentale“. Poi però il nel 2015, un’ingiunzione dei Vigili del fuoco intima di sgomberare il palazzo, che viene di nuovo chiuso. C’era il rischio concreto che il movimento estemporaneo che aveva raccolto tantissime adesioni si disperdesse definitivamente. Il momento di crisi viene superato l’anno successivo, con la costituzione dell’associazione che partecipa al bando Culturability della fondazione Unipolis di Bologna e lo vince, trovando le risorse per riaprire alcuni degli spazi.

“Un momento molto importante – sottolinea Laura Caruso – perché ci ha messo in contatto con il movimento della rigenerazione urbana a base culturale, un movimento interprofessionale che vede coinvolte tantissime figure diverse (giuristi, urbanisti, architetti, economisti, artisti naturalmente) che dialogano su come riattivare luoghi abbandonati trasformandoli di fatto in nuove istituzioni culturali, mettendo in pratica il concetto di arte come motore di abilitazione delle comunità territoriali”.

“I nostri assi portanti sono la cultura ed il lavoro – aggiunge – “In particolare noi siamo impegnati nel mettere in relazione il sapere più tradizionale che emana dal territorio con le attitudini progettuali contemporanee. Questa è la sfida del prossimo futuro”.

 

Cosa insegna la vostra questa esperienza?
“Ingegna che bisogna partire dalla fiducia nelle generazioni, e dalla necessità di dare loro spazio, dalla convinzione che non possono solo essere chiamate a conservare, a mantenere, a restaurare quello che c’è. Certo, hanno anche questo ruolo, e lo svolgono consapevolmente, ma devono anche inventare pezzi di città. Dimostra poi che i giovani, se coinvolti, hanno voglia di farlo in maniera costruttiva, con la preoccupazione e la cura verso tutto ciò che esiste. CasermArchologica è un ‘vuoto’ che grazie alle idee che lo hanno riempito è diventato una grande risorsa”.

Un modello che vale solo per i piccoli centri o è replicabile su vasta scala?
“Noi dobbiamo immaginare che le nostre città debbano avere anche dei luoghi non troppo progettati. Sono quegli spazi vuoti che lasciano poi la possibilità all’immaginazione di chi abita un determinato tempo di esprimersi in maniera compiuta e creativa. La nostra esperienza ha insegnato anche a noi che spesso sono molto più generativi gli spazi ancora da sistemare rispetto a quelli sui quali c’è già un progetto definito. Ad esempio a CasermArcheologica è nato, qualche tempo, fa uno studio di musica trap che registra artisti da tutta Italia. Immaginato da un gruppo di ventenni che in maniera molto determinata e professionale lo hanno portato avanti, in uno spazio dove noi pensavamo di farci una cucina.

Tutto parte da un ‘modo di fare scuola’, e se vogliamo è un elemento innovativo, che dimostra come la scuola si possa fare in tanto modi.
“Ilaria Margutti è una di quelle insegnanti che tutti vorremmo che i nostri figli trovassero sul proprio cammino, perché è capace di entusiasmare e coinvolgere i ragazzi, a livello emotivo e nella pratica. Ad esempio un percorso che facciamo con le scuole sono le ‘Agende’, che all’inizio sono bianche, vuote, e poi si riempiono dei lavori dei ragazzi, attraverso la conoscenza di alcuni artisti contemporanei che sono notoriamente fuori dai programmi. Ogni ragazzo mette nell’agenda il percorso di conoscenza dell’artista, che diventa poi anche un percorso di auto-conoscenza interiore.
O anche i laboratori di elaborazione delle immagini a partire da fotografi e poeti, tenuti da Alessandra Baldoni: anche in questo caso le foto dei ragazzi sono sempre dei racconti di se stessi, ed è molto bello vedere come i giovani si vedono e si guardano con gli strumenti che gli vengono dati e, dunque, anche con la capacità di elaborare quell’immagine di sé nel mondo”.

Quanta forza e quanta fatica serve per andare avanti in periodi complicati come quelli che stiamo vivendo?
“Tanta. Ma mi piace dire che una delle forze di Caserma è che siamo piccoli e possiamo districarci tra le difficoltà e i problemi. Anche grazie al rapporto virtuoso con il territorio. Che è fondamentale. Io dico sempre che noi abbiamo tanti problemi ma anche 1500 persone che sono disposte a rimboccarsi le maniche per aiutarci portare un contributo materiale e non. È centrale il tema della sostenibilità: si dialoga con le istituzioni, ma ci si pone anche il problema di come far vivere queste strutture, che spesso sono da adeguare, da rimettere in sesto, da ristrutturate, e si trovano le risorse per farlo. Noi stiamo dentro questo movimento che vede nella rigenerazione degli spazi un’occasione per reinventare il presente ed il futuro. Partendo da quello che c’è per creare qualcosa di nuovo. Una sfida affascinante, che richiede tante energie. Ed è per questo che chiamiamo le istituzioni a fare la loro parte, sapendo che solo attraverso i rapporti di rete e il legame col territorio si può venire fuori anche dai momenti più complicati”.

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  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
  • Riccardo Monco parte da una location d’eccellenza, Enoteca Pinchiorri di Firenze, uno dei ristoranti italiani più conosciuti al mondo e approda come new entry tra i giudici della sfida Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì alle 19.10), Monco più che chef, si sente un cuoco.

🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
"La storia di CasermArechologica è una storia di resistenza, di agilità, di generazioni che si sono inventate i luoghi in cui esistere, e che nel farlo hanno poi reinventato anche la cultura dei territori, attraverso l’ibridazione di linguaggi artistici molto differenti. Luoghi in cui si ha l’ambizione di trasformare i contesti in cui si opera attraverso i linguaggi dell’arte". Laura Caruso è la project manager di CasermArcheologica, un percorso di rigenerazione urbana che sta riqualificando l’ex Caserma dei Carabinieri di Sansepolcro (Ar), all'interno di Palazzo Muglioni, edificio storico nel centro urbano.   "La nostra esperienza è comune a tutti coloro che hanno trovato possibilità laddove sembravano non esserci. Luoghi, contesti, esperienze che sovvertono la narrazione comune per cui non c’è possibilità di fare nulla. Noi lo stiamo facendo. E così tanti altri in Italia" dice Caruso. CasermArcheologica nasce a pochi metri dal museo che ospita le opere di Piero Della Francesca, nel Palazzo di proprietà della famiglia nobiliare dei Muglioni, la cui ultima erede, Minerva, andò in sposa ad uno dei rampolli della famiglia Buitoni (proprio qui è sorto li tra il 1827 e 1828 il primo pastificio della ditta). Un luogo con tanta storia dentro, che, negli anni successivi, fu sede della Caserma dei Carabinieri, quartier generale delle forze della Resistenza al nazifascismo, con una grande partecipazione civile. In tempi più recenti anche palestra della succursale di una scuola, fino all'abbandono quasi completo degli anni Ottanta. Poi, 8 anni fa, CasermArcheoloigica da visione diventa realtà, attraverso l'energia creativa di un gruppo di ragazzi motivati e ‘movimentati’ dalla loro insegnante. Nel 2013 infatti, la professoressa Ilaria Margutti decide di restituire alla città questo luogo di grande fascino e, con un gruppo di allievi, passa tutte le vacanze di Pasqua a ripulire i due piani superiori dell'edificio. A quel punto lo spazio diventa un polo attrattivo che catalizza le energie creative di artisti che vanno ad 'abitare' il luogo dandogli vita con opere ed installazioni . "In quegli anni – prosegue la project manager – succedono cose particolari, atmosfere inattese, suggestive. Quel luogo diventa una specie di Berlino calata in un contesto rinascimentale". Poi però il nel 2015, un'ingiunzione dei Vigili del fuoco intima di sgomberare il palazzo, che viene di nuovo chiuso. C'era il rischio concreto che il movimento estemporaneo che aveva raccolto tantissime adesioni si disperdesse definitivamente. Il momento di crisi viene superato l'anno successivo, con la costituzione dell’associazione che partecipa al bando Culturability della fondazione Unipolis di Bologna e lo vince, trovando le risorse per riaprire alcuni degli spazi. “Un momento molto importante – sottolinea Laura Caruso – perché ci ha messo in contatto con il movimento della rigenerazione urbana a base culturale, un movimento interprofessionale che vede coinvolte tantissime figure diverse (giuristi, urbanisti, architetti, economisti, artisti naturalmente) che dialogano su come riattivare luoghi abbandonati trasformandoli di fatto in nuove istituzioni culturali, mettendo in pratica il concetto di arte come motore di abilitazione delle comunità territoriali". "I nostri assi portanti sono la cultura ed il lavoro – aggiunge – "In particolare noi siamo impegnati nel mettere in relazione il sapere più tradizionale che emana dal territorio con le attitudini progettuali contemporanee. Questa è la sfida del prossimo futuro”.   Cosa insegna la vostra questa esperienza? "Ingegna che bisogna partire dalla fiducia nelle generazioni, e dalla necessità di dare loro spazio, dalla convinzione che non possono solo essere chiamate a conservare, a mantenere, a restaurare quello che c'è. Certo, hanno anche questo ruolo, e lo svolgono consapevolmente, ma devono anche inventare pezzi di città. Dimostra poi che i giovani, se coinvolti, hanno voglia di farlo in maniera costruttiva, con la preoccupazione e la cura verso tutto ciò che esiste. CasermArchologica è un 'vuoto' che grazie alle idee che lo hanno riempito è diventato una grande risorsa". Un modello che vale solo per i piccoli centri o è replicabile su vasta scala? "Noi dobbiamo immaginare che le nostre città debbano avere anche dei luoghi non troppo progettati. Sono quegli spazi vuoti che lasciano poi la possibilità all'immaginazione di chi abita un determinato tempo di esprimersi in maniera compiuta e creativa. La nostra esperienza ha insegnato anche a noi che spesso sono molto più generativi gli spazi ancora da sistemare rispetto a quelli sui quali c’è già un progetto definito. Ad esempio a CasermArcheologica è nato, qualche tempo, fa uno studio di musica trap che registra artisti da tutta Italia. Immaginato da un gruppo di ventenni che in maniera molto determinata e professionale lo hanno portato avanti, in uno spazio dove noi pensavamo di farci una cucina. Tutto parte da un ‘modo di fare scuola’, e se vogliamo è un elemento innovativo, che dimostra come la scuola si possa fare in tanto modi. "Ilaria Margutti è una di quelle insegnanti che tutti vorremmo che i nostri figli trovassero sul proprio cammino, perché è capace di entusiasmare e coinvolgere i ragazzi, a livello emotivo e nella pratica. Ad esempio un percorso che facciamo con le scuole sono le 'Agende', che all'inizio sono bianche, vuote, e poi si riempiono dei lavori dei ragazzi, attraverso la conoscenza di alcuni artisti contemporanei che sono notoriamente fuori dai programmi. Ogni ragazzo mette nell’agenda il percorso di conoscenza dell'artista, che diventa poi anche un percorso di auto-conoscenza interiore. O anche i laboratori di elaborazione delle immagini a partire da fotografi e poeti, tenuti da Alessandra Baldoni: anche in questo caso le foto dei ragazzi sono sempre dei racconti di se stessi, ed è molto bello vedere come i giovani si vedono e si guardano con gli strumenti che gli vengono dati e, dunque, anche con la capacità di elaborare quell'immagine di sé nel mondo". Quanta forza e quanta fatica serve per andare avanti in periodi complicati come quelli che stiamo vivendo? "Tanta. Ma mi piace dire che una delle forze di Caserma è che siamo piccoli e possiamo districarci tra le difficoltà e i problemi. Anche grazie al rapporto virtuoso con il territorio. Che è fondamentale. Io dico sempre che noi abbiamo tanti problemi ma anche 1500 persone che sono disposte a rimboccarsi le maniche per aiutarci portare un contributo materiale e non. È centrale il tema della sostenibilità: si dialoga con le istituzioni, ma ci si pone anche il problema di come far vivere queste strutture, che spesso sono da adeguare, da rimettere in sesto, da ristrutturate, e si trovano le risorse per farlo. Noi stiamo dentro questo movimento che vede nella rigenerazione degli spazi un’occasione per reinventare il presente ed il futuro. Partendo da quello che c’è per creare qualcosa di nuovo. Una sfida affascinante, che richiede tante energie. Ed è per questo che chiamiamo le istituzioni a fare la loro parte, sapendo che solo attraverso i rapporti di rete e il legame col territorio si può venire fuori anche dai momenti più complicati".
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