8 marzo Festa delle donne. Non più “sesso inutile” ma il problema è lo stesso: “Il fatto di essere donne”
Gender Gap in Europa
Gender equality Index 2020: a che punto siamo? (EIGE)
Com’è la vita in Italia se sei una donna?
Cosa ci dicono questi numeri?
Ci raccontano un’Italia ancora predominata dalle disparità e disuguaglianze di genere, rappresentanza in politica e nella società, nel mondo del lavoro e nella vita privata. Abbiamo quindi ancora diversi punti da guadagnare per risalire la classifica.
Le donne nel mondo – Seconda puntata
“I problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali, mentre i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo: il fatto di essere donne. Non alludo solo a un certa differenze anatomica. Alludo ai tabù che accompagnano quella differenza anatomica e condizionano la vita delle donne nel mondo”.
Oriana Fallaci, “Il sesso inutile”, 1960
Percentuale di donne adulte alfabetizzate nel mondo
Gli anni di scolarizzazione sono quindi alla base di qualunque ragionamento sul benessere delle donne. Certo, nel mondo occidentale quasi tutte hanno fatto almeno le elementari e le medie. Ma l’indicatore sugli anni di scuola serve a capire le differenze non solo fra paesi ricchi e paesi più arretrati, ma anche nel nostro fortunato spicchio di mondo. Esempio: i Paesi del Nord Europa, che sono sempre in cima alla classifica sul benessere/libertà femminile, sono quelli in cui le donne si istruiscono di più.
In Nord Europa le donne accumulano oltre 13 anni di istruzione prima di accedere al mondo del lavoro, in Italia invece appena 10
È un caso? Qui sono oltre 13 gli anni di istruzione che in media ogni donna accumula prima di entrare nel mondo del lavoro (andando verso oriente solo il Giappone eguaglia il nord Europa, la Cina si ferma a 7,7, l’India a 5,4, mentre a occidente gli Stati Uniti raggiungono i 13,5). In Italia, invece, ci fermiamo a 10 anni di istruzione (con grandi distanze fra nord e sud), una media che ci allinea a Spagna, Iran, Albania, Arabia saudita, Egitto. Dieci anni di scuola significa non aver superato neanche il diploma di scuola secondaria. Quindi a fronte di tante laureate (il 23% delle donne in Italia) ce ne sono altrettante che hanno solo la terza media. Già questo dato è sufficiente a spiegare perché nella classifica generale sul gender gap l’Italia è ben lontana dal nord Europa.
Studentesse afghane
Un dato choc è quello dell’Afghanistan, come era prevedibile dopo il ritorno dei talebani: gli anni di istruzione per le donne sono in media 1,9. A loro non è più permesso andare a scuola. Russia e Ucraina, invece, ci superano alla grande sfiorando i 12 anni di scolarizzazione in media. Qui la forbice fra analfabete e laureate è molto ampia, ma in una situazione di guerra e di limitazione dei diritti pagano tutte un grande prezzo.
L’8 marzo si celebra la Festa della Donna in tutto il mondo, ma i passi avanti per chiudere il divario di genere sono ancora troppi
Era molto scettica, Oriana Fallaci, quando sessant’anni fa le fu chiesto di andare a vedere come stavano le donne nella parte meno conosciuta del mondo. A lei interessava il genere umano, non le piaceva limitarsi alle donne come fossero “una fauna speciale” – scrisse – come se “vivessero su un altro pianeta”. Poi accettò di fare quel lungo viaggio e, oltre agli articoli, pubblicò un libro, “Il sesso inutile”. E racconta: “Come un tale che non si ricorda di avere le orecchie perché ogni mattina se le ritrova al suo posto e solo quando gli viene l’otite si accorge che esistono – ammette la Fallaci nella prefazione – ho capito che i problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali, mentre i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo: il fatto di essere donne”. E ancora: “Non alludo solo a un certa differenze anatomica. Alludo ai tabù che accompagnano quella differenza anatomica e condizionano la vita delle donne nel mondo”.
Cara Oriana, molte cose sono cambiate in questi decenni. Ma non questa verità.
La prima puntata
Dopo avervi dato i punti cardinali della condizione delle donne nel mondo, nella prima puntata (LEGGI QUI) e avervi indicato quali sono le percentuali di divario di genere (in vari ambiti) e alfabetizzazione femminile, nelle prossime puntate entreremo nelle case, nelle famiglie e nelle società in cui vivono. Utilizzeremo le lenti (indicatori) studiati dagli organismi internazionali per capire meglio possibile Paese per Paese, comunità per comunità. E sapete perché perfino la Banca mondiale tiene sotto osservazione il mondo delle donne, fornendo dati aggiornatissimi? Perché su un fatto concordano tutti: le società progrediscono solo se le donne stanno bene e hanno pari diritti. Raggiungere questo obiettivo, dunque, deve essere una priorità per tutti.