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Home » Economia » Adotta un ulivo abbandonato in Toscana, gli darai un nome e sarai premiato con l’olio extravergine

Adotta un ulivo abbandonato in Toscana, gli darai un nome e sarai premiato con l’olio extravergine

Iniziativa di Coldiretti per salvaguardare i quattro milioni di piante che nella regione rischiano l'abbandono con gravi rischi anche per il sistema idrogeologico. Tommaso Dami: "Con 49 euro all'anno sarà possibile prendersi cura di una pianta. Oppure farne un regalo alle persone care"

Domenico Guarino
9 Giugno 2021
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Cosa ne sarebbe del celebre paesaggio toscano senza le piante d’ulivo che ne puntellano le incantevoli colline?  Di fatto non esisterebbe.  É infatti grazie alla millenaria coltivazione di questa ‘divina’ pianta che il territorio toscano ha assunto l’aspetto celebrato in tutto il mondo,  e che rappresenta uno dei brand più potenti dell’economia regionale.

Non tutti sanno però che, stando ai dati Coldiretti, in Toscana ci sono ben  quattro milioni di piante di ulivo abbandonate. Piante dunque che sono destinate ad inselvatichirsi ed a cambiare il volto dei territori che le ospitano. Segno dei tempi.

Per ovviare a questo Tommaso Dami, pistoiese,  una laurea in Economia e una passione per l’agricoltura, ha deciso  di realizzare un  progetto che ha l’obiettivo di recuperare il territorio, contribuire a creare posti di lavoro nel settore della coltivazione, tornare a rendere produttivo l’ulivo e aumentare la produzione di extravergine toscano, sempre più richiesto sui mercati internazionali.

Dami e i collaboratori presentano l’iniziativa

Strategia win win

Come? Molto semplice: tu adotti un ulivo, segui il recupero, e alla fine  ricevi  a casa l’olio extravergine biologico che produce la pianta. Una classica strategia win-win in cui si fa delle bene alla salute di chi investe ed al territorio che è ‘investito’ dal rinnovato interesse. Il tutto attraverso una app dedicata:  Ager Oliva

“Le piante di ulivo sono un simbolo del paesaggio agricolo collinare che ci rappresenta in tutto il mondo. Milioni di turisti ogni anno vengono ad ammirare i nostri paesaggi e a degustare i nostri prodotti alimentari: abbiamo il dovere di aver cura del nostro territorio”. Dice Tommaso Dami. Che  sottolinea “la nostra missione è sì salvare gli ulivi, ma anche contribuire a salvaguardare il territorio sempre più minacciato dal dissesto idrogeologico. Nelle zone di collina non essendo possibile industrializzare la produzione dell’olio, l’olivo diventa un patrimonio ambientale che la Toscana rischia di perdere e che deve assolutamente essere tutelato”

 

L’origine del progetto 

Tutto ha inizio nel 2015, quando Tommaso, 30 anni e discendente da una famiglia che produce olio da 25 anni, decide di scrivere la sua tesi di laurea sul mercato dell’olio di oliva.  Constatare che proprio uno dei simboli della Toscana fosse minacciato dall’abbandono e che fosse impossibile modificare la tipologia di coltivazione degli ulivi in collina, lo ha spinto a dar vita al progetto.

All’interno del team, insieme a lui, c’è Ana Soto, 27 anni, laurea in Economia e Commercio Internazionale. Ora lei è a capo del marketing e del customer care. Sempre all’interno della squadra troviamo anche Cosimo Lunetti, 22 anni, che è il social media manager con in tasca un certificato Enac per drone video maker.

 

Come funziona 

Sul sito www.ageroliva.it si sceglie la zona geografica e addirittura la singola pianta. Con il costo di 49 euro l’anno si potrà poi dare il nome all’albero, che avrà il cartello in bella vista, fare visita alla pianta e ricevere due litri d’olio d’oliva extravergine per ogni pianta adottata. Un’altra possibilità, sempre scegliendo l’ulivo ed il nome, è quella di regalarlo ai propri amici, familiari o ai dipendenti della propria azienda, regalando così un pezzo di terra toscana.

L’azienda, che al momento ha salvato 600/700 ulivi, segue in prima persona tutto il processo, con trattamenti rigorosamente biologici e rispettosi delle piante,  dall’inizio del recupero al prodotto finito, che viene stoccato in tini di acciaio per non far modificare le qualità organolettiche, prima dell‘imbottigliamento e della spedizione che avviene subito dopo la spremitura. A questo punto arriveranno a casa due litri di olio per pianta.

 

Felicità 

«La felicità delle persone che ci hanno sostenuto fin da subito è stato il nostro carburante per andare avanti in questa bellissima sfida che possiamo vincere soltanto diventando una grande community di aziende e privati. Abbiamo trovato intorno a noi sostegno e motivazione.- conclude Dami- siamo stati supportati dall’influencer toscana Diletta Secco, che ha adottato un ulivo abbandonato e promosso il nostro progetto sul suo profilo Instagram”

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Instagram

  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Cosa ne sarebbe del celebre paesaggio toscano senza le piante d'ulivo che ne puntellano le incantevoli colline?  Di fatto non esisterebbe.  É infatti grazie alla millenaria coltivazione di questa 'divina' pianta che il territorio toscano ha assunto l'aspetto celebrato in tutto il mondo,  e che rappresenta uno dei brand più potenti dell'economia regionale. Non tutti sanno però che, stando ai dati Coldiretti, in Toscana ci sono ben  quattro milioni di piante di ulivo abbandonate. Piante dunque che sono destinate ad inselvatichirsi ed a cambiare il volto dei territori che le ospitano. Segno dei tempi. Per ovviare a questo Tommaso Dami, pistoiese,  una laurea in Economia e una passione per l'agricoltura, ha deciso  di realizzare un  progetto che ha l'obiettivo di recuperare il territorio, contribuire a creare posti di lavoro nel settore della coltivazione, tornare a rendere produttivo l'ulivo e aumentare la produzione di extravergine toscano, sempre più richiesto sui mercati internazionali.
Dami e i collaboratori presentano l'iniziativa

Strategia win win

Come? Molto semplice: tu adotti un ulivo, segui il recupero, e alla fine  ricevi  a casa l’olio extravergine biologico che produce la pianta. Una classica strategia win-win in cui si fa delle bene alla salute di chi investe ed al territorio che è 'investito' dal rinnovato interesse. Il tutto attraverso una app dedicata:  Ager Oliva “Le piante di ulivo sono un simbolo del paesaggio agricolo collinare che ci rappresenta in tutto il mondo. Milioni di turisti ogni anno vengono ad ammirare i nostri paesaggi e a degustare i nostri prodotti alimentari: abbiamo il dovere di aver cura del nostro territorio”. Dice Tommaso Dami. Che  sottolinea “la nostra missione è sì salvare gli ulivi, ma anche contribuire a salvaguardare il territorio sempre più minacciato dal dissesto idrogeologico. Nelle zone di collina non essendo possibile industrializzare la produzione dell'olio, l'olivo diventa un patrimonio ambientale che la Toscana rischia di perdere e che deve assolutamente essere tutelato”  

L'origine del progetto 

Tutto ha inizio nel 2015, quando Tommaso, 30 anni e discendente da una famiglia che produce olio da 25 anni, decide di scrivere la sua tesi di laurea sul mercato dell'olio di oliva.  Constatare che proprio uno dei simboli della Toscana fosse minacciato dall'abbandono e che fosse impossibile modificare la tipologia di coltivazione degli ulivi in collina, lo ha spinto a dar vita al progetto. All'interno del team, insieme a lui, c’è Ana Soto, 27 anni, laurea in Economia e Commercio Internazionale. Ora lei è a capo del marketing e del customer care. Sempre all'interno della squadra troviamo anche Cosimo Lunetti, 22 anni, che è il social media manager con in tasca un certificato Enac per drone video maker.  

Come funziona 

Sul sito www.ageroliva.it si sceglie la zona geografica e addirittura la singola pianta. Con il costo di 49 euro l’anno si potrà poi dare il nome all’albero, che avrà il cartello in bella vista, fare visita alla pianta e ricevere due litri d'olio d'oliva extravergine per ogni pianta adottata. Un’altra possibilità, sempre scegliendo l'ulivo ed il nome, è quella di regalarlo ai propri amici, familiari o ai dipendenti della propria azienda, regalando così un pezzo di terra toscana. L'azienda, che al momento ha salvato 600/700 ulivi, segue in prima persona tutto il processo, con trattamenti rigorosamente biologici e rispettosi delle piante,  dall’inizio del recupero al prodotto finito, che viene stoccato in tini di acciaio per non far modificare le qualità organolettiche, prima dell'imbottigliamento e della spedizione che avviene subito dopo la spremitura. A questo punto arriveranno a casa due litri di olio per pianta.  

Felicità 

«La felicità delle persone che ci hanno sostenuto fin da subito è stato il nostro carburante per andare avanti in questa bellissima sfida che possiamo vincere soltanto diventando una grande community di aziende e privati. Abbiamo trovato intorno a noi sostegno e motivazione.- conclude Dami- siamo stati supportati dall'influencer toscana Diletta Secco, che ha adottato un ulivo abbandonato e promosso il nostro progetto sul suo profilo Instagram”
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