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Home » Economia » AXA Italia e WeWorld: un nuovo passo per il reinserimento lavorativo di donne in difficoltà

AXA Italia e WeWorld: un nuovo passo per il reinserimento lavorativo di donne in difficoltà

Iniziativa concreta a favore delle vittime di violenza ed esclusione sociale ospiti di Spazio Donna WeWorld nata grazie alla collaborazione con Randstad

Lucia Lapi
9 Febbraio 2023
Giorgia Freddi, Direttore Communication, Corporate Responsibility & Public Affairs del Gruppo assicurativo AXA Italia

Giorgia Freddi, Direttore Communication, Corporate Responsibility & Public Affairs del Gruppo assicurativo AXA Italia

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Si apre il sipario su una nuova iniziativa concreta e di valore a favore di donne vittime di violenza ed esclusione sociale ospiti di Spazio Donna WeWorld di Milano, realizzato da WeWorld – organizzazione che da 50 anni difende i diritti di donne bambini e bambine in Italia e nel Mondo – grazie al Gruppo assicurativo AXA Italia, che ha scelto di sostenere il progetto dal 2018 nella consapevolezza del proprio ruolo sociale, incentrato anche su iniziative fattuali di inclusione sociale.

Sono stati infatti avviati nei giorni scorsi i primi colloqui individuali finalizzati al reinserimento lavorativo, con la collaborazione di Randstad Italia, leader mondiale nel settore HR specializzata in ricerca, selezione e formazione di risorse umane.

Le protagoniste

Protagoniste della prima fase progetto, 40 donne ospiti di Spazio Donna WeWorld dei quartieri Corvetto e Giambellino di Milano, con un’età media di 40 anni e profili eterogenei a livello professionale, in settori come addetta mense, pulizie e vendite.
Dopo una prima fase di confronto individuale con consulenti specializzati Randstad, fondamentale per approfondire le esigenze professionali e formative e delle candidate, sarà già possibile accedere a proposte lavorative da parte delle aziende e iniziare parallelamente un percorso completo di orientamento professionale alla costruzione del cv e dell’approccio al mercato del lavoro, sia attraverso incontri individuali che mediante corsi di formazione, totalmente gratuiti.

L’iniziativa si aggiunge a quanto messo in campo dal lancio nel 2018 di Spazio Donna WeWorld, grazie a WeWorld e AXA Italia

Al cuore del percorso di orientamento, incentrato su meccanismi di flessibilità per andare incontro alle esigenze delle singole candidate:
• Contenuti per sviluppare le competenze trasversali per la gestione del cambiamento: favorire consapevolezza sui propri obiettivi; saper fronteggiare situazioni di cambiamento in maniera resiliente e proattiva; lavorare sulla propria agilità emotiva.
• Un confronto e una condivisione di idee e soluzioni per la gestione del worklife balance.
• Strumenti e tecniche per presentarsi in maniera efficace, valorizzando la presentazione di sé nelle candidature
• Un focus sul mercato del lavoro nel contesto post-pandemico.

A disposizione delle candidate, inoltre, anche eventi dedicati per favorire incontro tra domanda e offerta come “speed date” per incontrare direttamente le aziende.

L’iniziativa si aggiunge a quanto messo in campo dal lancio nel 2018 di Spazio Donna WeWorld, grazie a WeWorld e AXA Italia, come uno sportello di ascolto per la condivisione di vissuti emotivi, iniziative per lo sviluppo di competenze socio-relazionali e genitoriali, uno sportello di consulenza legale, corsi di lingua italiana, informatica e digitalizzazione e laboratori di autobiografia per la conoscenza e la cura di sé.

“Siamo orgogliosi di questa nuova iniziativa di grande valore sociale, assolutamente coerente con lo spirito con cui abbiamo scelto di sostenere la nascita di Spazio Donna WeWorld nel 2018 – ha dichiarato Giorgia Freddi, Direttore Communication, Corporate Responsibility & Public Affairs del Gruppo assicurativo AXA Italia. Ancora una volta diamo contributo concreto per sostenere donne che vivono in condizioni di fragilità, in termini di supporto, inserimento lavorativo ed empowerment, dando ulteriore impulso al nostro impegno per generare un impatto positivo nella vita delle persone, promuovendo una società più inclusiva, in linea con la nostra missione di protezione”.

“La ricerca del lavoro è una parte cruciale nei nostri percorsi di emancipazione femminile che affrontiamo all’interno di Spazio Donna WeWorld in tutta Italia, è uno dei bisogni su cui più spesso riceviamo richieste di aiuto – ha dichiarato Sabrina Vincenti, Responsabile programma Spazi Donna WeWorld – Per le donne che vivono realtà problematiche, infatti, riuscire a ottenere l’indipendenza economica è fondamentale perché rappresenta anche un passaggio cruciale in termini di risoluzione di problemi familiari. Le donne hanno bisogno di essere supportate non solo per l’acquisizione di consapevolezza delle competenze, ma molto spesso – proprio per il vissuto che le ha portate a chiederci aiuto – la mancanza di autostima, sicurezza e fiducia è un grande ostacolo alla conquista dell’emancipazione. Collaborazioni come quella con AXA Italia e Randstad sono particolarmente importanti perché rendono più accessibili alle donne le risorse per intraprendere percorsi lavorativi, che a loro spesso sembrano poco raggiungibili”.

“Il nostro impegno è trovare lavoro alle persone e svilupparne il talento” – ha dichiarato Laura Carletti, HR & CSR Manager di Randstad – “Poterlo fare insieme ad AXA e WeWorld in questo progetto, rende ancora più significativo il contributo che possiamo dare. Siamo molto attenti al tema della violenza di genere e crediamo che ognuno di noi possa fare la propria parte per sostenere le donne vittime di violenza, e aiutarle a ritrovare la propria forza, la propria unicità e il proprio valore anche attraverso un lavoro che possa garantire loro dignità e indipendenza”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Si apre il sipario su una nuova iniziativa concreta e di valore a favore di donne vittime di violenza ed esclusione sociale ospiti di Spazio Donna WeWorld di Milano, realizzato da WeWorld – organizzazione che da 50 anni difende i diritti di donne bambini e bambine in Italia e nel Mondo – grazie al Gruppo assicurativo AXA Italia, che ha scelto di sostenere il progetto dal 2018 nella consapevolezza del proprio ruolo sociale, incentrato anche su iniziative fattuali di inclusione sociale. Sono stati infatti avviati nei giorni scorsi i primi colloqui individuali finalizzati al reinserimento lavorativo, con la collaborazione di Randstad Italia, leader mondiale nel settore HR specializzata in ricerca, selezione e formazione di risorse umane.

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L’iniziativa si aggiunge a quanto messo in campo dal lancio nel 2018 di Spazio Donna WeWorld, grazie a WeWorld e AXA Italia
Al cuore del percorso di orientamento, incentrato su meccanismi di flessibilità per andare incontro alle esigenze delle singole candidate: • Contenuti per sviluppare le competenze trasversali per la gestione del cambiamento: favorire consapevolezza sui propri obiettivi; saper fronteggiare situazioni di cambiamento in maniera resiliente e proattiva; lavorare sulla propria agilità emotiva. • Un confronto e una condivisione di idee e soluzioni per la gestione del worklife balance. • Strumenti e tecniche per presentarsi in maniera efficace, valorizzando la presentazione di sé nelle candidature • Un focus sul mercato del lavoro nel contesto post-pandemico. A disposizione delle candidate, inoltre, anche eventi dedicati per favorire incontro tra domanda e offerta come “speed date” per incontrare direttamente le aziende. L’iniziativa si aggiunge a quanto messo in campo dal lancio nel 2018 di Spazio Donna WeWorld, grazie a WeWorld e AXA Italia, come uno sportello di ascolto per la condivisione di vissuti emotivi, iniziative per lo sviluppo di competenze socio-relazionali e genitoriali, uno sportello di consulenza legale, corsi di lingua italiana, informatica e digitalizzazione e laboratori di autobiografia per la conoscenza e la cura di sé. “Siamo orgogliosi di questa nuova iniziativa di grande valore sociale, assolutamente coerente con lo spirito con cui abbiamo scelto di sostenere la nascita di Spazio Donna WeWorld nel 2018 - ha dichiarato Giorgia Freddi, Direttore Communication, Corporate Responsibility & Public Affairs del Gruppo assicurativo AXA Italia. Ancora una volta diamo contributo concreto per sostenere donne che vivono in condizioni di fragilità, in termini di supporto, inserimento lavorativo ed empowerment, dando ulteriore impulso al nostro impegno per generare un impatto positivo nella vita delle persone, promuovendo una società più inclusiva, in linea con la nostra missione di protezione”. “La ricerca del lavoro è una parte cruciale nei nostri percorsi di emancipazione femminile che affrontiamo all’interno di Spazio Donna WeWorld in tutta Italia, è uno dei bisogni su cui più spesso riceviamo richieste di aiuto - ha dichiarato Sabrina Vincenti, Responsabile programma Spazi Donna WeWorld - Per le donne che vivono realtà problematiche, infatti, riuscire a ottenere l’indipendenza economica è fondamentale perché rappresenta anche un passaggio cruciale in termini di risoluzione di problemi familiari. Le donne hanno bisogno di essere supportate non solo per l’acquisizione di consapevolezza delle competenze, ma molto spesso - proprio per il vissuto che le ha portate a chiederci aiuto - la mancanza di autostima, sicurezza e fiducia è un grande ostacolo alla conquista dell’emancipazione. Collaborazioni come quella con AXA Italia e Randstad sono particolarmente importanti perché rendono più accessibili alle donne le risorse per intraprendere percorsi lavorativi, che a loro spesso sembrano poco raggiungibili”. “Il nostro impegno è trovare lavoro alle persone e svilupparne il talento” - ha dichiarato Laura Carletti, HR & CSR Manager di Randstad - “Poterlo fare insieme ad AXA e WeWorld in questo progetto, rende ancora più significativo il contributo che possiamo dare. Siamo molto attenti al tema della violenza di genere e crediamo che ognuno di noi possa fare la propria parte per sostenere le donne vittime di violenza, e aiutarle a ritrovare la propria forza, la propria unicità e il proprio valore anche attraverso un lavoro che possa garantire loro dignità e indipendenza”.
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