Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Economia » Bollette alle stelle, incubo costi: i consumi energetici dell’Italia e la dipendenza dall’estero

Bollette alle stelle, incubo costi: i consumi energetici dell’Italia e la dipendenza dall’estero

L’Italia è il secondo paese Ue per importazioni di gas naturale, con oltre 66 miliardi di metri cubi di gas immessi solo nel 2020. I prodotti che rischiamo di pagare di più in autunno

Domenico Guarino
28 Agosto 2022
I prodotti che rischiamo di pagare di più in autunno: dal gas agli alimentari, la siccità, l’inflazione e la crisi dell’energia stanno spingendo al rialzo i prezzi

I prodotti che rischiamo di pagare di più in autunno: dal gas agli alimentari, la siccità, l’inflazione e la crisi dell’energia stanno spingendo al rialzo i prezzi

Share on FacebookShare on Twitter

Bollette alle stelle, razionamenti, coprifuoco, inflazione: l’incubo dell’autunno-inverno è servito. La tempesta perfetta che rischia di riportarci indietro di decenni, producendo un effetto a catena di dimensioni imprevedibili. . Ma come siamo arrivati a tutto questo? Come mai il conflitto tra Russia e Ucraina può mettere in ginocchio alcune tra le potenze industriali ed economiche apparentemente più solide al mondo? E come mail il nostro Paese sembra essere messo peggio di tutti?

Ebbene, come sempre accade le cause del problema vanno ricercate non nell’immediato, ma in una situazione generale, quella relativa all’approvvigionamento energetico, che si è andata strutturando nel tempo, a causa delle scelte fatte e delle politiche perseguite negli ultimi decenni. Insomma, la guerra c’entra, ma fino ad un certo punto.

Ed infatti lo scorso autunno 2021 già si discuteva, in Italia e in Europa, di un probabile aumento del prezzo dell’energia, dovuto sia agli squilibri causati dalla pandemia nel rapporto tra domanda e offerta, sia alla sempre minore autosufficienza energetica degli stati Ue. Il conflitto russoucraino va dunque ad incidere su un quadro già dissestato, e su una situazione già di equilibrio precario. Le sanzioni ovviamente hanno fatto il resto.

Una slide fornita da Elettricità futura per mostrare l’impatto delle energie rinnovabili sulla spesa annua per la bolletta elettrica
Una delle slide fornite da Elettricità futura per mostrare l’impatto delle energie rinnovabili sulla spesa annua per la bolletta elettrica

Anche perché, per l’Italia come per gli altri membri Ue la Russia è il principale fornitore di gas (45% delle importazioni Ue) oltre che di carbone (45%) e di petrolio (25%), andando a colmare una fetta consistente degli 885,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, che è il consumo finale di energia nel 2020 nell’Unione europea, considerando i settori di industria, trasporti, servizi, agricoltura e utenze domestiche. Va detto che negli ultimi anni le energie rinnovabili hanno conquistato una fetta sempre maggiore del mercato energetico, facendo registrare complessivamente un aumento pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti in quasi 30 anni, e superando già nel 2007 i combustibili fossili, che nello stesso arco di tempo hanno visto un calo di 8 milioni circa di tonnellate.

Una slide fornita da Elettricità futura per mostrare l’impatto delle energie rinnovabili sulla spesa annua per la bolletta elettrica
Una slide fornita da Elettricità futura per mostrare l’impatto delle energie rinnovabili sulla spesa annua per la bolletta elettrica

Una riduzione ancora più ampia è stata quella dell’energia originata dal petrolio, passata da 84,9 Mtep nel 1990 a 54,03 Mtep nel 2019. Tuttavia questo non basta. Anche perché, tra i combustibili fossili, l’unica fonte che ha visto aumentare il proprio consumo nel periodo considerato è proprio il gas, che registra una crescita di circa 22 Mtep, solo lievemente inferiore a quella delle rinnovabili (23 Mtep). E questo anche perché l’Ue considera il gas come una fonte energetica di sostegno alla transizione ecologica, poiché risulta avere un minore impatto inquinante rispetto agli altri combustibili fossili, come carbone e petrolio.

Bollette alle stelle, razionamenti, coprifuoco, inflazione: l’incubo dell’autunno-inverno è servito
Bollette alle stelle, razionamenti, coprifuoco, inflazione: l’incubo dell’autunno-inverno è servito

Come accennato prima, è proprio la Russia a fornire la massima parte delle importazioni di Gas: il 45% . Nello specifico, l’Italia è il secondo paese Ue per importazioni di gas naturale, con oltre 66 miliardi di metri cubi di gas immessi solo nel 2020. È preceduta su questo fronte solo dalla Germania, che registra circa 80,4 miliardi di metri cubi importati nello stesso anno. Alla fine dei conti, la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di energia per soddisfare il proprio fabbisogno, è pari al 78% del totale (fonte: istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). In particolare l’Italia importa quasi tutta l’energia non rinnovabile, e la dipendenza energetica sul gas è quella che è aumentata maggiormente negli anni: se nel 1990 la dipendenza era al 64,3%, nel 2019 risulta al 93,6% (un aumento di 29,3 punti in 30 anni).

Va infine sottolineato comunque che, anche nel caso delle rinnovabili si registra un aumento della dipendenza energetica, passata dall’1,4% nel 1990 al 8,3% nel 2019.

Potrebbe interessarti anche

Gianina Marin mette a paragone con un post su Instagram com'è oggi e com'era ai tempi della malattia
Sport

Gianina Marin: “Ero anoressica, ora vado a Miss Universo”

23 Marzo 2023
La Nuova Zelanda lancia la campagna Love Better da quasi 4 milioni di dollari
Attualità

La Nuova Zelanda aiuta i giovani a riprendersi dalle delusioni d’amore

23 Marzo 2023
Lo scrittore Daniele Mencarelli e la cover del libro "Fame d'aria"
Lifestyle

Fame d’aria, Daniele Mencarelli racconta l’autismo

26 Marzo 2023

Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Bollette alle stelle, razionamenti, coprifuoco, inflazione: l’incubo dell’autunno-inverno è servito. La tempesta perfetta che rischia di riportarci indietro di decenni, producendo un effetto a catena di dimensioni imprevedibili. . Ma come siamo arrivati a tutto questo? Come mai il conflitto tra Russia e Ucraina può mettere in ginocchio alcune tra le potenze industriali ed economiche apparentemente più solide al mondo? E come mail il nostro Paese sembra essere messo peggio di tutti? Ebbene, come sempre accade le cause del problema vanno ricercate non nell’immediato, ma in una situazione generale, quella relativa all’approvvigionamento energetico, che si è andata strutturando nel tempo, a causa delle scelte fatte e delle politiche perseguite negli ultimi decenni. Insomma, la guerra c’entra, ma fino ad un certo punto. Ed infatti lo scorso autunno 2021 già si discuteva, in Italia e in Europa, di un probabile aumento del prezzo dell’energia, dovuto sia agli squilibri causati dalla pandemia nel rapporto tra domanda e offerta, sia alla sempre minore autosufficienza energetica degli stati Ue. Il conflitto russoucraino va dunque ad incidere su un quadro già dissestato, e su una situazione già di equilibrio precario. Le sanzioni ovviamente hanno fatto il resto.
Una slide fornita da Elettricità futura per mostrare l’impatto delle energie rinnovabili sulla spesa annua per la bolletta elettrica
Una delle slide fornite da Elettricità futura per mostrare l'impatto delle energie rinnovabili sulla spesa annua per la bolletta elettrica
Anche perché, per l’Italia come per gli altri membri Ue la Russia è il principale fornitore di gas (45% delle importazioni Ue) oltre che di carbone (45%) e di petrolio (25%), andando a colmare una fetta consistente degli 885,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, che è il consumo finale di energia nel 2020 nell’Unione europea, considerando i settori di industria, trasporti, servizi, agricoltura e utenze domestiche. Va detto che negli ultimi anni le energie rinnovabili hanno conquistato una fetta sempre maggiore del mercato energetico, facendo registrare complessivamente un aumento pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti in quasi 30 anni, e superando già nel 2007 i combustibili fossili, che nello stesso arco di tempo hanno visto un calo di 8 milioni circa di tonnellate.
Una slide fornita da Elettricità futura per mostrare l’impatto delle energie rinnovabili sulla spesa annua per la bolletta elettrica
Una slide fornita da Elettricità futura per mostrare l’impatto delle energie rinnovabili sulla spesa annua per la bolletta elettrica
Una riduzione ancora più ampia è stata quella dell’energia originata dal petrolio, passata da 84,9 Mtep nel 1990 a 54,03 Mtep nel 2019. Tuttavia questo non basta. Anche perché, tra i combustibili fossili, l’unica fonte che ha visto aumentare il proprio consumo nel periodo considerato è proprio il gas, che registra una crescita di circa 22 Mtep, solo lievemente inferiore a quella delle rinnovabili (23 Mtep). E questo anche perché l’Ue considera il gas come una fonte energetica di sostegno alla transizione ecologica, poiché risulta avere un minore impatto inquinante rispetto agli altri combustibili fossili, come carbone e petrolio.
Bollette alle stelle, razionamenti, coprifuoco, inflazione: l’incubo dell’autunno-inverno è servito
Bollette alle stelle, razionamenti, coprifuoco, inflazione: l’incubo dell’autunno-inverno è servito
Come accennato prima, è proprio la Russia a fornire la massima parte delle importazioni di Gas: il 45% . Nello specifico, l’Italia è il secondo paese Ue per importazioni di gas naturale, con oltre 66 miliardi di metri cubi di gas immessi solo nel 2020. È preceduta su questo fronte solo dalla Germania, che registra circa 80,4 miliardi di metri cubi importati nello stesso anno. Alla fine dei conti, la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di energia per soddisfare il proprio fabbisogno, è pari al 78% del totale (fonte: istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). In particolare l’Italia importa quasi tutta l’energia non rinnovabile, e la dipendenza energetica sul gas è quella che è aumentata maggiormente negli anni: se nel 1990 la dipendenza era al 64,3%, nel 2019 risulta al 93,6% (un aumento di 29,3 punti in 30 anni). Va infine sottolineato comunque che, anche nel caso delle rinnovabili si registra un aumento della dipendenza energetica, passata dall’1,4% nel 1990 al 8,3% nel 2019.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto