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Home » Economia » La carica delle casalinghe: sono oltre 7 milioni in Italia e il 60% vive al Sud

La carica delle casalinghe: sono oltre 7 milioni in Italia e il 60% vive al Sud

L'indagine di Fondazione Idea mette in evidenza un Paese diviso dalle disuguaglianze: "Le donne con figli fanno più fatica a trovare o mantenere il lavoro"

Ilaria Vallerini
4 Gennaio 2023
In Italia più di 7 milioni di donne sono casalinghe

In Italia più di 7 milioni di donne sono casalinghe

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In Italia, le donne che si dichiarano casalinghe sono circa 7 milioni e 338 mila. Il 41% ha più di 60 anni mentre l’8% ha meno di 35 anni. Fondazione Idea, un progetto creato da donne per le donne, in cui si celebrano i successi di tantissime figure femminili che sono riuscite a realizzarsi in diversi campi nonostante i tantissimi ostacoli, esamina i dati Istat partendo dalla distribuzione di questo fenomeno lungo lo Stivale. L’obiettivo è rispondere alla domanda: perché sono così tante le casalinghe? Lo sono per scelta o per obbligo?

Divario tra Nord e Sud Italia: al meridione vive il 60% delle casalinghe

Il 41% ha più di 60 anni mentre l’8% ha meno di 35 anni

Senza alcun dubbio, ciò che da subito viene a galla è la differenza tra Nord e Sud Italia, con regioni a netta prevalenza di casalinghe soprattutto nelle aree meridionali. Infatti più del 60% vive proprio nelle zone al centro-sud. Le regioni con il tasso più alto sono principalmente la Sicilia dove 1 donna su 3 fa la casalinga, la Campania dove sono più del 10% della popolazione e la Puglia dove sono il 32,3%. Considerando che la media italiana si aggira intorno al 21,8%, la fotografia è di un’Italia tagliata a metà dalle disuguaglianze.

Perché sono così tante?

Se nel passato non c’era scelta per le donne, oggi si pensa che l’emancipazione femminile in tutti gli ambiti della vita sia ormai una cosa scontata e che essere casalinghe sia nella maggior parte dei casi una libera scelta della donna. Tuttavia, secondo l’indagine di Fondazione Idea la situazione in Italia è un’altra. “Ci sono delle motivazioni non solo economiche, ma anche sociali e culturali che tuttora sussistono e impediscono alle donne di costruirsi una carriera e una vita fuori dalle mura domestiche. Anzitutto, la cura dei figli è ancora oggi estremamente legata alla figura della madre e meno a quella del padre. Soprattutto nelle regioni del Sud Italia l’idea che i figli debbano essere cresciuti dalla donna è ancora estremamente radicata nel pensiero delle persone”. Numerose donne, inoltre, si trovano a dover scegliere tra carriera e famiglia: “La maggior parte dice addio al proprio posto di lavoro o anche agli studi. Sono gli stessi dati Istat a dimostrare che il 42,1% delle casalinghe vive in coppia almeno con un figlio. Altre donne – riporta Fondazione Idea – si sentono scoraggiate nella ricerca di un’occupazione, perché potrebbero scontrarsi con aziende che vedono la maternità come un costo aggiuntivo e un intralcio al lavoro, prediligendo in certi casi l’assunzione di figure maschili”.

Perché un’alta percentuale al sud?

Oltre il 60% delle casalinghe risiede in regioni del Sud Italia

Per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile Fondazione Idea evidenzia “meno opportunità di lavoro al Sud rispetto a regioni come Lombardia, Piemonte e Veneto oppure Emilia Romagna, che godono di un numero più elevato di imprese e di finanziamenti”. “Nel settentrione negli ultimi anni, si è verificato un aumento del costo della vita e di conseguenza è sempre più comune che in una coppia entrambi debbano lavorare per poter sostenere le spese familiari. Al sud invece uno stipendio medio elevato può coprire più facilmente le spese di una famiglia”. Già negli ultimi anni, rispetto ai dati di qualche anno fa, il numero di donne che non hanno un lavoro retribuito sta calando. “Considerando che la percentuale di casalinghe sotto i 35 anni è molto poco elevata – conclude Fondazione Idea – si pensa che con il passare del tempo e con il ricambio generazionale, sempre più giovani donne diventeranno casalinghe per scelta e non più per obbligo”.

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  • La vittoria a X Factor 2022, poi a Musicultura poi il primo tour nei club delle principali città d’Italia dei Santi Francesi che sta registrando sold out ovunque. Alessandro De Santis, 24 anni, alla voce, chitarra, ukulele e Mario Francese, 25 anni, producer, tastiere, synthesizer e basso, presentano l’ep "In fieri" pubblicato da Epic Records Italy/Sony Music Italy. 

"In concerto facciamo molti brani nostri, nuovi e vecchi, ci siamo portati dietro qualche cover, delle parti strumentali. A livello umano per noi i concerti sono un vero e proprio incontro con le persone che comprano il biglietto. Usiamo i live come un salotto, una festa in cui vogliamo divertirci." 

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  • Si chiama Olesya Krivtsova, ha 19 anni ed è russa. Segni particolari: un tatuaggio contro Putin, rischia fino a 10 anni di carcere.

L’adolescente originaria della regione dell’Arkhangelsk (che si trova a nord-ovest della Russia) da alcuni mesi si trova agli arresti domiciliari, nell’appartamento della madre a Severodvinsk. Un dispositivo di localizzazione, che le hanno applicato alla caviglia, ne traccia ogni spostamento: non è autorizzata ad accedere a Internet né a comunicare con l’esterno.

La ragazza è stata definita terrorista ed estremista e messa sullo stesso piano di talebani e appartenenti a Isis e al Qaeda. La sua colpa? Aver condiviso su Instagram una storia sull’esplosione del ponte di Crimea in ottobre scorso, criticando la Russia per aver invaso l’Ucraina. La studentessa Krivtsova, secondo quanto riporta la Cnn, “sta anche affrontando accuse penali per aver screditato l’esercito russo in un presunto repost critico della guerra in una chat studentesca sul social network russo Vk”. 

Le posizioni dell’allieva della scuola di scienze sociali dell’Università federale dell’Artico (Narfu) in merito all’invasione della Russia in Ucraina sono ben chiare, tanto che la giovane si è tatuata sulla caviglia la faccia del presidente russo Vladimir Putin su un corpo di un ragno. Accanto, la parole “il Grande Fratello ti sta guardando”.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #russia
In Italia, le donne che si dichiarano casalinghe sono circa 7 milioni e 338 mila. Il 41% ha più di 60 anni mentre l’8% ha meno di 35 anni. Fondazione Idea, un progetto creato da donne per le donne, in cui si celebrano i successi di tantissime figure femminili che sono riuscite a realizzarsi in diversi campi nonostante i tantissimi ostacoli, esamina i dati Istat partendo dalla distribuzione di questo fenomeno lungo lo Stivale. L'obiettivo è rispondere alla domanda: perché sono così tante le casalinghe? Lo sono per scelta o per obbligo?

Divario tra Nord e Sud Italia: al meridione vive il 60% delle casalinghe

Il 41% ha più di 60 anni mentre l’8% ha meno di 35 anni
Senza alcun dubbio, ciò che da subito viene a galla è la differenza tra Nord e Sud Italia, con regioni a netta prevalenza di casalinghe soprattutto nelle aree meridionali. Infatti più del 60% vive proprio nelle zone al centro-sud. Le regioni con il tasso più alto sono principalmente la Sicilia dove 1 donna su 3 fa la casalinga, la Campania dove sono più del 10% della popolazione e la Puglia dove sono il 32,3%. Considerando che la media italiana si aggira intorno al 21,8%, la fotografia è di un'Italia tagliata a metà dalle disuguaglianze.

Perché sono così tante?

Se nel passato non c'era scelta per le donne, oggi si pensa che l'emancipazione femminile in tutti gli ambiti della vita sia ormai una cosa scontata e che essere casalinghe sia nella maggior parte dei casi una libera scelta della donna. Tuttavia, secondo l'indagine di Fondazione Idea la situazione in Italia è un'altra. "Ci sono delle motivazioni non solo economiche, ma anche sociali e culturali che tuttora sussistono e impediscono alle donne di costruirsi una carriera e una vita fuori dalle mura domestiche. Anzitutto, la cura dei figli è ancora oggi estremamente legata alla figura della madre e meno a quella del padre. Soprattutto nelle regioni del Sud Italia l'idea che i figli debbano essere cresciuti dalla donna è ancora estremamente radicata nel pensiero delle persone". Numerose donne, inoltre, si trovano a dover scegliere tra carriera e famiglia: "La maggior parte dice addio al proprio posto di lavoro o anche agli studi. Sono gli stessi dati Istat a dimostrare che il 42,1% delle casalinghe vive in coppia almeno con un figlio. Altre donne - riporta Fondazione Idea - si sentono scoraggiate nella ricerca di un'occupazione, perché potrebbero scontrarsi con aziende che vedono la maternità come un costo aggiuntivo e un intralcio al lavoro, prediligendo in certi casi l'assunzione di figure maschili".

Perché un'alta percentuale al sud?

Oltre il 60% delle casalinghe risiede in regioni del Sud Italia
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