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Home » Economia » Diversità e inclusione in azienda: ecco come migliorarle con l’intelligenza artificiale

Diversità e inclusione in azienda: ecco come migliorarle con l’intelligenza artificiale

La tech company pugliese HrCoffee ha ideato un modello di gestione del personale che semplifica i processi di condivisione e co-progettazione tra tutti gli stakeholder

Maurizio Costanzo
19 Febbraio 2023
Diversità e inclusione in azienda

Diversità e inclusione in azienda

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Negli ultimi anni, il tema della Diversity & Inclusion ha assunto, in Italia, un ruolo sempre più condizionante per la crescita e l’aumento della competitività delle imprese e ha acquistato grande rilevanza anche a livello internazionale. Infatti, l’Onu ha deciso di includere tra i 17 obiettivi, previsti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, la riduzione delle disuguaglianze e la parità di genere, fissandoli come requisiti fondamentali per il progresso. Non stupisce, quindi, che molte realtà abbiano già iniziato ad adottare politiche a favore della diversità e dell’inclusione dei dipendenti in azienda e a interrogarsi sul proprio ruolo sociale e sull’importanza di creare un ambiente di lavoro equo. In questo, la tecnologia può sicuramente essere un valido alleato in quanto permette di mettere al centro le persone, di conoscere lo stato attuale dell’impresa e di semplificare i processi di condivisione di conoscenze, competenze e peculiarità e di renderli un punto di forza per l’azienda.

Il tema della Diversity & Inclusion ha assunto, in Italia, un ruolo sempre più condizionante per la crescita e l’aumento della competitività delle imprese e ha acquistato grande rilevanza anche a livello internazionale
Il tema della Diversity & Inclusion ha assunto, in Italia, un ruolo sempre più condizionante per la crescita e l’aumento della competitività delle imprese e ha acquistato grande rilevanza anche a livello internazionale

Partendo proprio da questa consapevolezza, l’HR-Tech Company pugliese HrCoffee (https://www.hrcoffee.it), specializzata nello sviluppo di software per il People Management e People Analytics, ha ideato un modello di gestione del personale che, grazie all’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale, è in grado di mappare e di riconoscere l’esistenza o la necessità di caratteristiche specifiche e unicità, siano esse, per esempio, a livello di abilità, di ruolo o di anzianità lavorativa e di favorire momenti di ascolto e di dialogo. “La valorizzazione delle diversità e l’inclusione – afferma Maria Cesaria Giordano, Ceo di HrCoffee – rappresentano due importanti leve per la creazione di valore e per l’innovazione all’interno di un’azienda, ma da sole non bastano. È necessario utilizzare strumenti di People Analytics per alimentare la partecipazione, la co-creazione e la nascita di una cultura aziendale più equa e sostenibile. Ogni rivoluzione, infatti, è prima di tutto culturale e la tecnologia ci consente di stimolare l’intelligenza emotiva dei dipendenti, di generare consapevolezza sul tema e di creare spazi di libera collaborazione e condivisione”.

Maria Cesaria Giordano, Ceo di HrCoffee (Facebook)
Maria Cesaria Giordano, Ceo di HrCoffee (Facebook)

Strumenti come Hrcoffee People Analytics Platform permettono di portare a fattor comune e di trasmettere i punti di forza e di debolezza di ogni dipendente, rendendoli facilmente trasmissibili e tracciabili nel corso del tempo. La piattaforma, infatti, restituisce una reportistica facilmente consultabile da manager e personale HR, utili nella definizione di importanti decisioni strategiche di business. I People Analytics possono essere utilizzati anche per favorire i consueti processi di engagement di tutte le persone che lavorano in azienda e per semplificare e velocizzare la selezione e l’inclusione delle nuove risorse nei differenti team di progetto. “Creare occasioni di co-creazione e co-progettazione è importantissimo per un’organizzazione perché dall’interazione e dalla condivisione delle differenze possono nascere correlazioni inedite, idee creative ed innovazione. La diversità è ricchezza per un’azienda e i benefici che si possono ottenere dalla creazione di un ambiente di lavoro inclusivo sono numerosi. Degli esempi: maggiore produttività, motivazione dei dipendenti, attrazione e retention dei talenti e competitività sul mercato” conclude Maria Cesaria Giordano.

HrCoffee: chi è

HrCoffee è una HR-Tech Company, specializzata nello sviluppo di software per il People Management e People Analytics. Ha sede a Molfetta, in provincia di Bari, e si occupa di consulenza strategica in ambito Risorse Umane per piccole e medie imprese, grandi aziende e pubblica amministrazione che mirano ad assumere, impiegare e motivare in modo efficiente il personale per il raggiungimento degli obiettivi individuali, di squadra e aziendali. Nata nel 2018 e compartecipata da Exprivia S.p.A, l’azienda ha sviluppato un nuovo modello di gestione del personale basato su una piattaforma social, dotata di intelligenza artificiale, che attraverso un’interazione tra i collaboratori genera una serie di informazioni e report utili alla funzione Risorse Umane per mantenere alti i livelli di qualità organizzativa. HrCoffee è stata fondata da Davide De Palma e Maria Cesaria Giordano, marito e moglie, entrambi con una Laurea in Psicologia del Lavoro e Organizzazioni all’Università di Bari e dal loro socio Dario Nuccetelli. Nel 2018 la startup è giunta fra le quattro finaliste alla World Open Innovation Conference promossa dall’Università di Berkley. Oggi HrCoffee è anche la prima startup italiana certificata Family Audit.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere

Negli ultimi anni, il tema della Diversity & Inclusion ha assunto, in Italia, un ruolo sempre più condizionante per la crescita e l’aumento della competitività delle imprese e ha acquistato grande rilevanza anche a livello internazionale. Infatti, l’Onu ha deciso di includere tra i 17 obiettivi, previsti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, la riduzione delle disuguaglianze e la parità di genere, fissandoli come requisiti fondamentali per il progresso. Non stupisce, quindi, che molte realtà abbiano già iniziato ad adottare politiche a favore della diversità e dell’inclusione dei dipendenti in azienda e a interrogarsi sul proprio ruolo sociale e sull’importanza di creare un ambiente di lavoro equo. In questo, la tecnologia può sicuramente essere un valido alleato in quanto permette di mettere al centro le persone, di conoscere lo stato attuale dell’impresa e di semplificare i processi di condivisione di conoscenze, competenze e peculiarità e di renderli un punto di forza per l’azienda.

Il tema della Diversity & Inclusion ha assunto, in Italia, un ruolo sempre più condizionante per la crescita e l’aumento della competitività delle imprese e ha acquistato grande rilevanza anche a livello internazionale
Il tema della Diversity & Inclusion ha assunto, in Italia, un ruolo sempre più condizionante per la crescita e l’aumento della competitività delle imprese e ha acquistato grande rilevanza anche a livello internazionale

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Maria Cesaria Giordano, Ceo di HrCoffee (Facebook)
Maria Cesaria Giordano, Ceo di HrCoffee (Facebook)

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HrCoffee: chi è

HrCoffee è una HR-Tech Company, specializzata nello sviluppo di software per il People Management e People Analytics. Ha sede a Molfetta, in provincia di Bari, e si occupa di consulenza strategica in ambito Risorse Umane per piccole e medie imprese, grandi aziende e pubblica amministrazione che mirano ad assumere, impiegare e motivare in modo efficiente il personale per il raggiungimento degli obiettivi individuali, di squadra e aziendali. Nata nel 2018 e compartecipata da Exprivia S.p.A, l’azienda ha sviluppato un nuovo modello di gestione del personale basato su una piattaforma social, dotata di intelligenza artificiale, che attraverso un’interazione tra i collaboratori genera una serie di informazioni e report utili alla funzione Risorse Umane per mantenere alti i livelli di qualità organizzativa. HrCoffee è stata fondata da Davide De Palma e Maria Cesaria Giordano, marito e moglie, entrambi con una Laurea in Psicologia del Lavoro e Organizzazioni all'Università di Bari e dal loro socio Dario Nuccetelli. Nel 2018 la startup è giunta fra le quattro finaliste alla World Open Innovation Conference promossa dall'Università di Berkley. Oggi HrCoffee è anche la prima startup italiana certificata Family Audit.

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