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Home » Economia » Giovani e donne colpiti da disoccupazione, lavoro insicuro, gap tecnologico, crisi economica: cosa insegna il caso Luana

Giovani e donne colpiti da disoccupazione, lavoro insicuro, gap tecnologico, crisi economica: cosa insegna il caso Luana

La morte della giovanissima operaia di Prato solleva il velo su molteplici aspetti: dalla sicurezza non adeguata anche a causa della crisi economica, all'accettazione di mansioni rischiose pur di lavorare. Contraddizioni pagate a caro prezzo

4 Maggio 2021
Il Lussemburgo è invece il paese europeo con il divario più contenuto (1,3%)

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Due persone sono indagate per la morte di Luana D’Orazio, ventiduenne operaia tessile che ha perso la vita lunedi 3 maggio, restando schiacciata fra i rulli di un orditoio in una fabbrica tessile di Montemurlo (Prato). La procura spiega sia un atto dovuto per consentire accertamenti tecnici sul macchinario, che è stato sequestrato assieme al “gemello” installato nel medesimo capannone. Il confronto fra il funzionamento dei due aiuterà a capire le cause della tragica morte. Il sospetto è che si sia bloccato- si vedrà se per guasto improvviso o mancata manutenzione – il sistema di sicurezza che avrebbe dovuto provocare il fermo immediato degli ingranaggi in presenza di un corpo estraneo. E come mai non sia giunta segnalazione della paralisi di una funzione così delicata. Inoltre la procura si augura di effettuare prima possibile l’autopsia per la quale ha già dato mandato.
Giovane, donna, già madre, vittima probabilmente anche di tecnologie non adeguate. E vittima indiretta della crisi che si è abbattuta sul mondo intero e in particolare sui giovani: quella economica e quella legata alla pandemia. Sono molti gli aspetti della vita – e della morte – di Luana che fanno riflettere.
Proviamo a esaminarli anche anche alla luce delle reazioni che a livello nazionale si sono diffuse su una vicenda che ha proiettato Luana, con il suo volto giovane e pulito, nelle aperture di tutti i Tg e sulle prime pagine dei giornali tre giorni dopo il Primo Maggio e cinque dopo la Giornata nazionale della sicurezza sul lavoro.
 

Giovani, vittime senza colpe

Di Luana colpisce anzitutto la persona, la sua immagine di gioventù. Il suo essere madre di un bimbo. Un quadro diverso dal luogo comune che riguarda i ragazzi di oggi.
“Morire di lavoro a 22 anni, in un’azienda e per colpa di un macchinario, sembra di raccontare una realtà diversa da quella che dipingono i nostri e le nostre giovani svogliati, insofferenti, disadattati e stanchi“, scrive Barbara Orlandi (Coordinamento Donne Cgil Toscana). Eppure in Italia il 5,2% dei 150 morti sul lavoro nel 2021 ha fra i 15 e i 24 anni secondo dati Inail riportati da una ricerca di Vega engineering il 28 aprile scorso. Dopo gli over 60 sono la fascia anagrafica più colpita.

Donne e mansioni a rischio 

Colpisce che fosse una giovane ragazza a svolgere il lavoro di operaia in una fabbrica tessile così pesante e rischioso. Un lavoro  da cui le donne si sono progressivamente affrancate nel distretto di Prato (a inizi anni Novanta fu festeggiata l’uscita dell’ultima operaia dai turni di notte). Chiara Volpato, responsabile nazionale del Coordinamento donne Acli, apre uno squarcio significativo sul lavoro femminile, rilevando che : “gli infortuni femminili sul lavoro sono il 38% del totale” e aggiunge che “le donne sono difficilmente adibite a mansioni pericolose, ma purtroppo vediamo avverarsi, in questo caso, quello che la ricerca ‘Valore Lavorò del coordinamento donne Acli aveva evidenziato tre anni fa, ovvero che le giovani donne spesso sono più propense dei coetanei a derogare ai propri diritti e alla sicurezza, pur di lavorare”. E aggiunge: “Il fatto che la vittima fosse una giovanissima mamma crea ancora più sconcerto e ci induce a riflettere sull’opportunità di potenziare la formazione continua sul tema della sicurezza in azienda e, soprattutto, ci impone di vigilare maggiormente, perché vengano rispettate tutte le norme e le precauzioni».
 

Tecnologie  e sicurezza

“Sembra che il.progresso, le nuove tecnologie si siano fermate sulla soglia d’ingresso delle fabbriche tessili di Prato” hanno detto i sindacati, mentre la procura indaga sul fermo macchina di sicurezza che non è scattato.
“È inammissibile che oggi si cada sul posto di lavoro come 50 anni fa. Con la tecnologia che ha fatto passi da gigante dobbiamo essere in grado di garantire standard minimi di sicurezza – scrivono Cgil, Cisl e Uil di Prato – È un impegno che ci chiama tutti al più alto senso di responsabilità”. E hanno proclamato sciopero di 4 ore con presidio di due ore per venerdì 7 maggio.
Ciò che stona – fra il moltissimo che stona nella morte di Luana – è che una giovanissima donna sia probabilmente rimasta vittima di un deficit tecnologico, mentre i giovani sono padroni assoluti delle tecnologie. Le maneggiano con disinvoltura, dopo averle padroneggiate concettualmente con la naturalezza dei “nativi”. Sono il loro pane naturale, dovrebbero essere la fonte del loro lavoro proiettato nel futuro. In questo caso le tecnologie, mancando o non essendo all’altezza dei tempi e della situazione, potrebbero essere state la causa o concausa della morte della giovane operaia. Una contraddizione in più.

Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale delle Acli con delega al lavoro rileva che è “assurdo che non si sia ancora riusciti ad utilizzare l’imponete innovazione tecnologica e scientifica, che è la protagonista del nostro tempo, perché più nessuno muoia sotto un qualche macchinario”. “La scienza fa passi da gigante, le tecnologie rivoluzionano le nostre vite, ma le persone continuano a morire sul posto di lavoro.  Occorre dotarsi di una Strategia Nazionale, inserendo sia la prevenzione dei rischi emergenti che i temi ambientali. Con uno sguardo particolare alle micro e piccole imprese che hanno bisogno, per gestire questi aspetti, di profili di rischi e di strumenti standardizzati”, affermano Nicola Oddati, Stefano Vaccari, Marco Miccoli, Maria Pia Pizzolante e Marco Furfaro. del Partito Democratico
“Bisognerà capire se il progetto ‘Lavoro Sicuro della Regione Toscana, che nel 2019 è diventato legge regionale, sia stato pienamente compreso – aggiunge Bugetti – cioè non solo contrasto all’illegalità, non solo controlli sulle aziende straniere, ma anche opportunità di aiuto e collaborazione per le piccole imprese per sviluppare buone pratiche di sicurezza sul posto di lavoro” ha dichiarato Ilaria Bugetti, Pd, presidente della commissione sviluppo economico della Regione Toscana.

Crisi economica

Luana lavorava in uno dei settori più colpiti dalla duplice crisi manifestatasi negli ultimi anni: quella legata alla pandemia, preceduta dalla recessione economica che ha visto decimate le attività manifatturiere in occidente e in particolare nel distretto pratese, che del tessile europeo è dal dopoguerra capitale indiscussa. Una capitale che ha subito la concorrenza delle attività delocalizzate in tutto il mondo: il tessile è l’industria più “basic” che esista, quella che richiede capitali meno ingenti e sofisticati e che procede con la conduzione e addirittura l’energia fisica della persona: la prima che si insedia nei paesi in via di sviluppo. Il distretto pratese in vent’anni ha subito la chiusura di oltre metà delle imprese e quelle rimaste non sempre hanno avuto margini per innovarsi.
Un pegno che i giovani si trovano a pagare sotto due fronti: la disoccupazione dilagante nelle loro generazioni e condizioni di sicurezza precarie. Una duplice piaga di cui i giovani sono solo vittime, come dimostra il caso di Luana e non hanno alcuna responsabilità. Anzi.
Tassinari, vicepresidente Acli aggiunge che “pandemia e crisi sociale stanno acuendo una tendenza nella quale, per la necessità di trovare un’occupazione, si espone spesso tanti lavoratori, soprattutto giovani, a condizioni non sufficientemente sicure“.

“In questi anni – argomenta Matteo Biffoni, sindaco di Prato – il distretto pratese ha fatto da solo, con l’aiuto della Regione Toscana e delle istituzioni sul territorio, con numeri mai all’altezza delle necessità. Chi ha la competenza in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro provveda con mezzi, strumenti e risorse a far sì che le leggi vengano rispettate”. Un aspetto che si annoda direttamente alla crisi: ” In un momento di grave crisi economica come quello post pandemia –  ribadisce – non si deve abbassare l’attenzione: “In questi anni il distretto ha fatto un lungo lavoro di crescita per tutelare la sicurezza dei luoghi di lavoro, dove spesso imprenditori e dipendenti operano fianco a fianco. Adesso è necessario che ci sia anche un supporto ulteriore perché la crisi non abbassi gli standard di sicurezza”.

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Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
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Giovani, vittime senza colpe

Di Luana colpisce anzitutto la persona, la sua immagine di gioventù. Il suo essere madre di un bimbo. Un quadro diverso dal luogo comune che riguarda i ragazzi di oggi. "Morire di lavoro a 22 anni, in un'azienda e per colpa di un macchinario, sembra di raccontare una realtà diversa da quella che dipingono i nostri e le nostre giovani svogliati, insofferenti, disadattati e stanchi", scrive Barbara Orlandi (Coordinamento Donne Cgil Toscana). Eppure in Italia il 5,2% dei 150 morti sul lavoro nel 2021 ha fra i 15 e i 24 anni secondo dati Inail riportati da una ricerca di Vega engineering il 28 aprile scorso. Dopo gli over 60 sono la fascia anagrafica più colpita.

Donne e mansioni a rischio 

Colpisce che fosse una giovane ragazza a svolgere il lavoro di operaia in una fabbrica tessile così pesante e rischioso. Un lavoro  da cui le donne si sono progressivamente affrancate nel distretto di Prato (a inizi anni Novanta fu festeggiata l’uscita dell’ultima operaia dai turni di notte). Chiara Volpato, responsabile nazionale del Coordinamento donne Acli, apre uno squarcio significativo sul lavoro femminile, rilevando che : "gli infortuni femminili sul lavoro sono il 38% del totale" e aggiunge che "le donne sono difficilmente adibite a mansioni pericolose, ma purtroppo vediamo avverarsi, in questo caso, quello che la ricerca ‘Valore Lavorò del coordinamento donne Acli aveva evidenziato tre anni fa, ovvero che le giovani donne spesso sono più propense dei coetanei a derogare ai propri diritti e alla sicurezza, pur di lavorare". E aggiunge: "Il fatto che la vittima fosse una giovanissima mamma crea ancora più sconcerto e ci induce a riflettere sull’opportunità di potenziare la formazione continua sul tema della sicurezza in azienda e, soprattutto, ci impone di vigilare maggiormente, perché vengano rispettate tutte le norme e le precauzioni».  

Tecnologie  e sicurezza

“Sembra che il.progresso, le nuove tecnologie si siano fermate sulla soglia d’ingresso delle fabbriche tessili di Prato” hanno detto i sindacati, mentre la procura indaga sul fermo macchina di sicurezza che non è scattato. "È inammissibile che oggi si cada sul posto di lavoro come 50 anni fa. Con la tecnologia che ha fatto passi da gigante dobbiamo essere in grado di garantire standard minimi di sicurezza - scrivono Cgil, Cisl e Uil di Prato - È un impegno che ci chiama tutti al più alto senso di responsabilità". E hanno proclamato sciopero di 4 ore con presidio di due ore per venerdì 7 maggio. Ciò che stona - fra il moltissimo che stona nella morte di Luana - è che una giovanissima donna sia probabilmente rimasta vittima di un deficit tecnologico, mentre i giovani sono padroni assoluti delle tecnologie. Le maneggiano con disinvoltura, dopo averle padroneggiate concettualmente con la naturalezza dei “nativi”. Sono il loro pane naturale, dovrebbero essere la fonte del loro lavoro proiettato nel futuro. In questo caso le tecnologie, mancando o non essendo all’altezza dei tempi e della situazione, potrebbero essere state la causa o concausa della morte della giovane operaia. Una contraddizione in più. Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale delle Acli con delega al lavoro rileva che è "assurdo che non si sia ancora riusciti ad utilizzare l’imponete innovazione tecnologica e scientifica, che è la protagonista del nostro tempo, perché più nessuno muoia sotto un qualche macchinario". "La scienza fa passi da gigante, le tecnologie rivoluzionano le nostre vite, ma le persone continuano a morire sul posto di lavoro.  Occorre dotarsi di una Strategia Nazionale, inserendo sia la prevenzione dei rischi emergenti che i temi ambientali. Con uno sguardo particolare alle micro e piccole imprese che hanno bisogno, per gestire questi aspetti, di profili di rischi e di strumenti standardizzati”, affermano Nicola Oddati, Stefano Vaccari, Marco Miccoli, Maria Pia Pizzolante e Marco Furfaro. del Partito Democratico "Bisognerà capire se il progetto ‘Lavoro Sicuro della Regione Toscana, che nel 2019 è diventato legge regionale, sia stato pienamente compreso - aggiunge Bugetti - cioè non solo contrasto all’illegalità, non solo controlli sulle aziende straniere, ma anche opportunità di aiuto e collaborazione per le piccole imprese per sviluppare buone pratiche di sicurezza sul posto di lavoro" ha dichiarato Ilaria Bugetti, Pd, presidente della commissione sviluppo economico della Regione Toscana.

Crisi economica

Luana lavorava in uno dei settori più colpiti dalla duplice crisi manifestatasi negli ultimi anni: quella legata alla pandemia, preceduta dalla recessione economica che ha visto decimate le attività manifatturiere in occidente e in particolare nel distretto pratese, che del tessile europeo è dal dopoguerra capitale indiscussa. Una capitale che ha subito la concorrenza delle attività delocalizzate in tutto il mondo: il tessile è l’industria più "basic" che esista, quella che richiede capitali meno ingenti e sofisticati e che procede con la conduzione e addirittura l’energia fisica della persona: la prima che si insedia nei paesi in via di sviluppo. Il distretto pratese in vent’anni ha subito la chiusura di oltre metà delle imprese e quelle rimaste non sempre hanno avuto margini per innovarsi. Un pegno che i giovani si trovano a pagare sotto due fronti: la disoccupazione dilagante nelle loro generazioni e condizioni di sicurezza precarie. Una duplice piaga di cui i giovani sono solo vittime, come dimostra il caso di Luana e non hanno alcuna responsabilità. Anzi. Tassinari, vicepresidente Acli aggiunge che "pandemia e crisi sociale stanno acuendo una tendenza nella quale, per la necessità di trovare un’occupazione, si espone spesso tanti lavoratori, soprattutto giovani, a condizioni non sufficientemente sicure". “In questi anni - argomenta Matteo Biffoni, sindaco di Prato - il distretto pratese ha fatto da solo, con l’aiuto della Regione Toscana e delle istituzioni sul territorio, con numeri mai all’altezza delle necessità. Chi ha la competenza in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro provveda con mezzi, strumenti e risorse a far sì che le leggi vengano rispettate”. Un aspetto che si annoda direttamente alla crisi: " In un momento di grave crisi economica come quello post pandemia -  ribadisce - non si deve abbassare l’attenzione: “In questi anni il distretto ha fatto un lungo lavoro di crescita per tutelare la sicurezza dei luoghi di lavoro, dove spesso imprenditori e dipendenti operano fianco a fianco. Adesso è necessario che ci sia anche un supporto ulteriore perché la crisi non abbassi gli standard di sicurezza”.
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