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Idrogeno verde, frontiera sostenibile dell'energia. In Puglia il centro più importante d'Europa

di DOMENICO GUARINO -
21 settembre 2021
pintus desio autobus a idrogeno

pintus desio autobus a idrogeno

La Puglia potrebbe diventare in breve tempo il cluster più avanzato in Europa nella produzione dell’idroheno verde. E questo grazie al progetto per produrre idrogeno verde tra Brindisi Taranto e Cerignola. Nello specifico il progetto che vede come partner Edison, Snam, Saipem e Alboran, ha l’obiettivo di contribuire ad accelerare la strategia di decarbonizzazione europea, aumentando la quota di idrogeno verde nel mix energetico nazionale in modo da raggiungere i target italiani ed europei al 2050 di neutralità climatica Per fare questo Edison e Snam hanno firmato un Memorandum of Understanding (MoU) insieme a Saipem e Alboran Hydrogen, che già avevano sottoscritto un accordo di collaborazione lo scorso gennaio, per lo sviluppo congiunto del progetto Puglia Green Hydrogen Valley, una delle prime iniziative per la produzione e il trasporto di idrogeno verde su larga scala in Italia. L’idrogeno non è esattamente una fonte di energia, bensì quello che viene chiamato un vettore energetico, cioè un mezzo che consente l’immagazzinamento dell’energia che può poi venire erogata in altre forme, come l’elettricità o la combustione. E a certe condizioni che dipendono dal modo in cui viene prodotto, l’idrogeno può rappresentare una soluzione energetica sostenibile e può andare ad affiancare o a sostituire fonti energetiche che hanno un maggiore impatto sull’ambiente. A patto appunto che, come nel caso dell’idrogeno verde che è la variante green dell'idrogeno, prodotta ad impatto ambientale zero mediante l'elettrolisi dell'acqua (il processo che consente di trasformare l'energia elettrica nell'energia chimica dell’idrogeno, attraverso una reazione all’interno di celle elettrolitiche, in cui viene versata una soluzione acquosa) alimentata da energie provenienti da fonti rinnovabili come il fotovoltaico.  

Ideale per il trasporto pesante, non per le auto

  L’idrogeno è una soluzione promettente per i trasporti pesanti come camion a lungo raggio, treni passeggeri e navi, dove assieme ai biocarburanti potrebbe andare a sostituire progressivamente il diesel. È promettente anche per alcuni settori dell’industria pesante come la siderurgia e il petrolchimico, dove andrebbe a sostituire il carbone attualmente utilizzato. Meno promettente invece è l’idrogeno per i trasporti leggeri, dall’automobile in giù fino alla bicicletta, in quanto l’elettrico si sta dimostrando, tra quelle green, la soluzione di gran lunga più competitiva e difficilmente sostituibile. Allo stesso modo non sembrerebbe vantaggioso in termini di impatto ambientale pensare a un utilizzo dell’idrogeno per il riscaldamento degli edifici, nonostante si stia discutendo di un utilizzo della rete del gas come infrastruttura in cui miscelare una percentuale di idrogeno.  

Tre impianti e rete del gas

La Puglia Green Hydrogen Valley si propone di realizzare tre impianti di produzione di idrogeno verde per una capacità complessiva di 220 MW ed alimentati da una produzione fotovoltaica per una potenza totale di 380 MW. Si stima che, una volta a regime, i tre impianti siano in grado di produrre fino a circa 300 milioni di metri cubi di idrogeno rinnovabile all’anno. L’idrogeno verde prodotto in Puglia sarà destinato principalmente all’utilizzo da parte delle industrie presenti nelle aree, anche attraverso l’iniezione – o blending – dell’idrogeno nella rete gas locale di Snam e/o impiegato per la mobilità sostenibile. Dei tre impianti previsti, il progetto di Brindisi ha già avviato l’iter autorizzativo e prevede la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno verde mediante elettrolizzatori con una capacità di 60 MW alimentati da un dedicato campo fotovoltaico. L’intero progetto Puglia Green Hydrogen Valley consentirà di valorizzare e coinvolgere importanti realtà regionali, tra cui l’Acquedotto Pugliese, le Ferrovie Appulo Lucane, i Distretti tecnologici e produttivi pugliesi, il Politecnico di Bari, l’Università di Bari, di Foggia e del Salento. Inoltre, si prevedono investimenti in ricerca e sviluppo che favorirebbero la nascita e lo sviluppo di competenze e di una filiera produttiva in Puglia dedicata all’industria dell’idrogeno. L’intesa raggiunta costituisce una tappa fondamentale per avviare una industria dell’idrogeno nel Paese, creando nuove opportunità in termini di occupazione e competenze.