"Ha figli o ha intenzione di farli?". In Italia più di una donna su due si sente ancora rivolgere questa domanda al colloquio di lavoro. È quanto emerge dal report "Parità di genere & Leadership al femminile" pubblicato a marzo 2022 da Ey e SWG. I dati non sono affatto incoraggianti: circa il 30% delle lavoratrici tra i 30 e i 50 anni ritiene che la propria posizione professionale non sia in linea con le proprie competenze e aspettative. Il 36% non ritiene adeguatamente valorizzate le proprie competenze e oltre il 40% ritiene inadeguata la propria retribuzione. Tutto ciò in un contesto in cui la metà delle intervistate ritiene presente uno squilibrio di possibilità di carriera e di compensi tra uomini e donne. L'indagine Ey-SWG è stata condotta su tre target di riferimento: 514 donne lavoratrici con età compresa tra i 30 e i 50 anni; 104 donne impiegate come manager, dirigenti e imprenditrici; 103 uomini impiegati come manager, dirigenti e imprenditori.
Dalla ricerca emerge che, tanto nella percezione delle lavoratrici quanto in quella delle e dei dirigenti (donne e uomini), in oltre la metà delle imprese i ruoli dirigenziali continuano a parlare principalmente al maschile e anche laddove hanno acquisito ruoli dirigenziali, le donne si trovano a gestire un numero inferiore di risorse rispetto ai colleghi maschi. Pur a fronte di una situazione fortemente sbilanciata verso una leadership maschile, i tre quarti dei dirigenti intervistati ritengono che un’azienda con una leadership equilibrata dal punto di vista del genere sia più performante. Gli ostacoli principali restano quelli legati alla conciliazione tra lavoro e attività di cura (per il 46% delle lavoratrici) e la predominanza maschile nei ruoli chiave (per il 48% delle lavoratrici).Visualizza questo post su Instagram