La cultura della diversità cresce anche in azienda. Secondo un’indagine condotta da PageGroup su più di 100 imprese italiane che operano in diversi settori, ben il 60,2% dichiara di essersi occupato di diversity management negli ultimi due anni. Il 22,7%, invece, non lo ha ancora fatto, ma lo farà nel prossimo futuro, mentre soltanto il 17% non lo farà. Se l’impegno cresce, anche i risultati arrivano. Più della metà delle aziende intervistate (59,1%) dichiara infatti di aver riportato un miglioramento dell’immagine ed una maggior capacità di attrarre talenti o trattenere i talenti (52,3%), di aver un ambiente di lavoro più stimolante (54,5%) e dunque una maggiore soddisfazione e fidelizzazione dei dipendenti (38,6%).
Inclusione nelle aziende, Italia lontana dagli standard europei
Insomma, bene. Ma non benissimo, considerato che il dato italiano, per quanto in crescita e da valutare positivamente, è ancora piuttosto lontano dagli standard europei. In Olanda, in Spagna o in Portogallo, infatti, più del 70% delle imprese ha a cuore questi temi e solo poco meno dell’8% non ha intenzione di occuparsene in futuro. “Sebbene abbiamo sicuramente fatto grandi passi in avanti, purtroppo questo aspetto continua a non essere ritenuto di valore per quattro aziende su dieci“, afferma Pamela Bonavita, managing director di PageGroup . Che aggiunge “credo che la ragione sia da ricercare nella mancanza di risorse o di capacità per approcciare un tema estremamente complesso, ma davvero molto importante. Una adeguata strategia di Diversity Management può portare enormi benefici a ogni azienda, anche a livello di business”.
Perché 4 aziende su 10 in Italia non si occupano di inclusione
Le ragioni per le quali non è presente il tema dell’inclusione sono fondamentalmente di due tipi: valore aggiunto ancora non percepito (53,3%) e mancanza di risorse per approcciare il tema (26,6%). “Eppure i dati dimostrano quanto queste politiche abbiano un impatto positivo sia in termini di immagine esterna, sia di engagement delle risorse (attuali e potenziali)”, aggiunge Bonavita. “Un trend che, da quanto vediamo, si confermerà anche in futuro: le aziende intervistate che hanno intrapreso una politica di Diversity Management prevedono di poter esercitare una maggiore attrazione per i talenti (47,1%), di poter prevenire la discriminazione (43,1%) e di migliorare la propria immagine (35,3%)”.
Cosa significa l’inclusione per le aziende
Ma cosa significa inclusione per le aziende? Prevalentemente (65,9%) si tratta di creare un ambiente di lavoro libero da molestie, intimidazioni e discriminazioni. Grande rilevanza assume, inoltre, il rispetto che deve essere garantito a tutti i dipendenti (58,5%). Quasi metà delle aziende intervistate (48,8%) ritiene, infine, che l’inclusione debba passare da un ambiente di lavoro in cui si valorizzino diverse prospettive. Due aziende su tre (72,7%) si impegnano a promuovere una flessibilità lavorativa che garantisca un miglior equilibrio tra vita professionale e vita privata. E metà delle aziende intervistate (50%) ha scelto di intraprendere un’attività di comunicazione interna ed esterna che mostri gli obiettivi ed i risultati della politica di Diversity Management.