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Home » Economia » In azienda cresce la cultura dell’inclusione: oltre il 60% delle imprese si occupa di diversity

In azienda cresce la cultura dell’inclusione: oltre il 60% delle imprese si occupa di diversity

L'indagine condotta da PageGroup: più della metà delle aziende ha riportato un miglioramento dell'immagine e un ambiente di lavoro più stimolante. Tuttavia, l'Italia è ancora lontana dagli standard europei

Domenico Guarino
30 Aprile 2022
inclusione aziendale

inclusione aziendale

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La cultura della diversità cresce anche in azienda. Secondo un’indagine condotta da PageGroup su più di 100 imprese italiane che operano in diversi settori, ben il 60,2% dichiara di essersi occupato di diversity management negli ultimi due anni. Il 22,7%, invece, non lo ha ancora fatto, ma lo farà nel prossimo futuro, mentre soltanto il 17% non lo farà. Se l’impegno cresce, anche i risultati arrivano. Più della metà delle aziende intervistate (59,1%) dichiara infatti di aver riportato un miglioramento dell’immagine ed una maggior capacità di attrarre talenti o trattenere i talenti (52,3%), di aver un ambiente di lavoro più stimolante (54,5%) e dunque una maggiore soddisfazione e fidelizzazione dei dipendenti (38,6%).

Secondo un’indagine condotta da PageGroup, la cultura della diversità sta crescendo nelle aziende in Italia

Inclusione nelle aziende, Italia lontana dagli standard europei

Insomma, bene. Ma non benissimo, considerato che il dato italiano, per quanto in crescita e da valutare positivamente, è ancora piuttosto lontano dagli standard europei. In Olanda, in Spagna o in Portogallo, infatti, più del 70% delle imprese ha a cuore questi temi e solo poco meno dell’8% non ha intenzione di occuparsene in futuro. “Sebbene abbiamo sicuramente fatto grandi passi in avanti, purtroppo questo aspetto continua a non essere ritenuto di valore per quattro aziende su dieci“, afferma Pamela Bonavita, managing director di PageGroup . Che aggiunge “credo che la ragione sia da ricercare nella mancanza di risorse o di capacità per approcciare un tema estremamente complesso, ma davvero molto importante. Una adeguata strategia di Diversity Management può portare enormi benefici a ogni azienda, anche a livello di business”.

Perché 4 aziende su 10 in Italia non si occupano di inclusione

Le ragioni per le quali non è presente il tema dell’inclusione sono fondamentalmente di due tipi: valore aggiunto ancora non percepito (53,3%) e mancanza di risorse per approcciare il tema (26,6%). “Eppure i dati dimostrano quanto queste politiche abbiano un impatto positivo sia in termini di immagine esterna, sia di engagement delle risorse (attuali e potenziali)”, aggiunge Bonavita. “Un trend che, da quanto vediamo, si confermerà anche in futuro: le aziende intervistate che hanno intrapreso una politica di Diversity Management prevedono di poter esercitare una maggiore attrazione per i talenti (47,1%), di poter prevenire la discriminazione (43,1%) e di migliorare la propria immagine (35,3%)”.

Tuttavia l’Italia risulta ancora lontana dagli standard europei, dove più del 70% delle imprese ha a cuore il tema dell’inclusione

Cosa significa l’inclusione per le aziende

Ma cosa significa inclusione per le aziende? Prevalentemente (65,9%) si tratta di creare un ambiente di lavoro libero da molestie, intimidazioni e discriminazioni. Grande rilevanza assume, inoltre, il rispetto che deve essere garantito a tutti i dipendenti (58,5%). Quasi metà delle aziende intervistate (48,8%) ritiene, infine, che l’inclusione debba passare da un ambiente di lavoro in cui si valorizzino diverse prospettive. Due aziende su tre (72,7%) si impegnano a promuovere una flessibilità lavorativa che garantisca un miglior equilibrio tra vita professionale e vita privata. E metà delle aziende intervistate (50%) ha scelto di intraprendere un’attività di comunicazione interna ed esterna che mostri gli obiettivi ed i risultati della politica di Diversity Management.

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7 Giugno 2022

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  • "Amiamo troppo la nostra storia e cultura per permettere che tutto venga distrutto.”

Il cambiamento climatico è un problema da affrontare il prima possibile. Per smuovere le acque di un immobilismo colpevole due attivisti si sono incollati a un capolavoro di 200 anni alla National Gallery di Londra. Letteralmente. 

Si tratta dell’ultima di una serie di proteste dirompenti del gruppo ambientalista britannico Just Stop Oil.

I due attivisti hanno coperto il famoso dipinto di John Constable “The Hay Wain” con una versione modificata dell’immagine prima di attaccare le mani alla sua cornice. 

Raffigurante il fiume Stour, che divide le contee inglesi di Suffolk ed Essex, è considerato uno dei dipinti per eccellenza di Constable. La versione modificata dei manifestanti ha visto il fiume sostituito con una strada asfaltata, con le ciminiere della fabbrica raffigurate sullo sfondo e gli aeroplani che volano sopra la testa. 

Lazarus, uno dei due studenti che si è incollato al dipinto, ha detto agli spettatori che la versione “reinventata” del dipinto “mostra la natura distruttiva della nostra dipendenza dal petrolio. Voglio lavorare nelle arti, non distruggerle. La situazione in cui ci troviamo dimostra che dobbiamo fare tutto il possibile, in modo non violento, per prevenire il collasso della civiltà verso cui ci stiamo precipitando.”

Di Edoardo Martini ✍

#lucenews #lucelanazione #thehaywain #juststopoil #nationalgallery #londra #attivisti #thereisnoplanetb
  • Surrealismo e folclore, fusi in una sola persona. 
Nasceva oggi Frida Kahlo, la pittrice messicana dagli intensi ritratti e autoritratti, autrice di poesie immortali, uno straordinario simbolo del femminismo moderno. 

#lucenews #lucelanazione #fridakahlo #anniversari #fridakahloinspired #fridakahlofrases #fridakahloquotes
  • Oggi è la giornata mondiale del bacio, il gesto che esprime l
  • “C’è un bambino! C’è un bambino!”

Poteva essere una tragedia nella tragedia. Invece, grazie a un gesto di coraggio di quelli che non si vedono certo tutti i giorni, un barlume di luce appare anche nel momento più tragico. 

Una bimba di appena 4 mesi è stata salvata dall’annegamento da un giovane proveniente dal Togo che, come lei, si trovava a bordo del barcone affondato lo scorso 27 giugno durante la traversata che dall’Africa Settentrionale li stava portando verso una sperata nuova vita in Europa.

A bordo c’erano un centinaio di persone: uomini, donne, ragazzi e ragazze, tanti bambini che, come spesso accade, sono costretti ad abbandonare la loro terra, dilaniata spesso dalla carestia, dalla siccità, dai conflitti, per cercare un futuro altrove.

Il ragazzo non ha esitato a prendere la bimba dall’acqua e poggiarsela sulla spalla, in modo che potesse rimanere in superficie. Lui, in evidente difficoltà, trova aiuto invece in un pezzo di legno galleggiante, fino all’arrivo dei soccorritori della nave della Ong Geo Barents. La piccola, che purtroppo nonostante lo sforzo del ragazzo mostrava i primi segnali di annegamento è stata rianimata e curata dal personale volontario di Medici Senza Frontiere.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #onggeobarents #togo #medicisenzafrontiere #gestodicoraggio
La cultura della diversità cresce anche in azienda. Secondo un’indagine condotta da PageGroup su più di 100 imprese italiane che operano in diversi settori, ben il 60,2% dichiara di essersi occupato di diversity management negli ultimi due anni. Il 22,7%, invece, non lo ha ancora fatto, ma lo farà nel prossimo futuro, mentre soltanto il 17% non lo farà. Se l’impegno cresce, anche i risultati arrivano. Più della metà delle aziende intervistate (59,1%) dichiara infatti di aver riportato un miglioramento dell’immagine ed una maggior capacità di attrarre talenti o trattenere i talenti (52,3%), di aver un ambiente di lavoro più stimolante (54,5%) e dunque una maggiore soddisfazione e fidelizzazione dei dipendenti (38,6%).
Secondo un'indagine condotta da PageGroup, la cultura della diversità sta crescendo nelle aziende in Italia

Inclusione nelle aziende, Italia lontana dagli standard europei

Insomma, bene. Ma non benissimo, considerato che il dato italiano, per quanto in crescita e da valutare positivamente, è ancora piuttosto lontano dagli standard europei. In Olanda, in Spagna o in Portogallo, infatti, più del 70% delle imprese ha a cuore questi temi e solo poco meno dell’8% non ha intenzione di occuparsene in futuro. "Sebbene abbiamo sicuramente fatto grandi passi in avanti, purtroppo questo aspetto continua a non essere ritenuto di valore per quattro aziende su dieci", afferma Pamela Bonavita, managing director di PageGroup . Che aggiunge "credo che la ragione sia da ricercare nella mancanza di risorse o di capacità per approcciare un tema estremamente complesso, ma davvero molto importante. Una adeguata strategia di Diversity Management può portare enormi benefici a ogni azienda, anche a livello di business".

Perché 4 aziende su 10 in Italia non si occupano di inclusione

Le ragioni per le quali non è presente il tema dell'inclusione sono fondamentalmente di due tipi: valore aggiunto ancora non percepito (53,3%) e mancanza di risorse per approcciare il tema (26,6%). "Eppure i dati dimostrano quanto queste politiche abbiano un impatto positivo sia in termini di immagine esterna, sia di engagement delle risorse (attuali e potenziali)", aggiunge Bonavita. "Un trend che, da quanto vediamo, si confermerà anche in futuro: le aziende intervistate che hanno intrapreso una politica di Diversity Management prevedono di poter esercitare una maggiore attrazione per i talenti (47,1%), di poter prevenire la discriminazione (43,1%) e di migliorare la propria immagine (35,3%)".
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