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Home » Economia » Natale tempo di luci e colori: ma quanto costano le luminarie delle feste in bolletta?

Natale tempo di luci e colori: ma quanto costano le luminarie delle feste in bolletta?

Con la crisi energetica il costo in bolletta per il periodo delle feste potrebbe lievitare. E attenzione anche all'impatto ambientale. I consigli su come risparmiare

Domenico Guarino
19 Dicembre 2022
Luminarie a Bari

Luminarie a Bari

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“Il Natale quando arriva arriva”, recitava un famoso spot. E normalmente, quando arriva si porta dietro attività che nemmeno l’era social-digitale è riuscita a scalfire, anzi. Parliamo del presepe, ma, soprattutto, dell’albero di Natale, che tutti noi, fedeli ad una tradizione non autoctona ma oramai profondamente radicata anche alle nostre latitudini, solitamente all’inizio di dicembre, tiriamo fuori alla scatola (o dal bosco) ed addobbiamo con palline, lucine fili e quant’altro la nostra fantasia ci suggerisca.

Tra le tradizioni più amate nel periodo di Natale c’è quella di decorare l’albero con palline, festoni e soprattutto tante luci

In tempi di austerity energetica non è banale tuttavia fare i conti in tasca al nostro alberello più o meno variopinto. Quanto ci costa? Quanto consuma? La risposta al quesito è: non poco! Secondo la Società italiana di medicina ambientale (Sima), in Italia, addobbare l’albero di Natale e decorare la casa con luci e ammennicoli luminosi produce fino a 20mila tonnellate di CO2 che vengono immesse in atmosfera, frutto di un incremento dei consumi energetici pari a circa il +30% rispetto al resto dell’anno. Sono 1.600 MWh al giorno, ossia 46.400 MWh di energia consumata solo nel periodo che va dall’8 dicembre all’Epifania. Consumi che equivalgono a 650 tonnellate di CO2 immesse ogni giorno in atmosfera, tra le 18mila e le 20mila tonnellate di CO2 durante l’intero periodo delle festività. “Il Natale e le nostre abitudini durante le feste impattano in modo importante sull’ambiente, in termini di maggiore inquinamento, ma anche sulla bolletta – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani –. Un filo di luci di vecchia generazione tenuto acceso diverse ore al giorno durante le festività, ad esempio, incide fino a 15 euro a famiglia sulla bolletta di dicembre: se in casa se ne utilizzano 3, tra interni e balconi, l’aggravio di spesa sul fronte dell’energia può raggiungere i 50 euro. Costi e impatto ambientale si abbattono sensibilmente se si ricorre alle luci al Led per tutte le decorazioni, la cui incidenza sulle bollette è di pochi centesimi di euro al giorno. È inoltre possibile ridurre consumi e sprechi utilizzando timer che limitano la durata di accensione delle illuminazioni, e diminuendo il numero di luci sull’albero di Natale sfruttando oggetti riflettenti come specchi e palline argentate o dorate”, conclude Miani.

Le lucine di Natale hanno un costo sia in termini di emissioni di Co2 sia in bolletta

La soluzione? Certamente l’utilizzo di lucine di ultima generazione. Nel caso infatti di un albero illuminato con Led, a seconda delle giornate, la forchetta dei consumi si è attestata tra 0,4 e 0,5 kWh, che corrispondono a una spesa, per le 24 ore di funzionamento, tra il 25 e i 30 centesimi di euro al giorno. Questo vuol dire che se tenessimo il nostro albero acceso per due mesi di fila, nel peggiore dei casi, il costo si attesterebbe attorno ai 18 euro. Una spesa sostenibile, sia dal punto di vista economico (difficilmente si arriverebbe in media oltre i 10 euro) sia per l’impatto ambientale. Certo, uno spreco comunque, per un’attività sostanzialmente improduttiva. Ma qui ci sentiamo di essere d’accordo con Oscar Wilde, quando afferma che “il segreto per rimanere giovani sta nell’avere una sregolata passione per il piacere”. E vuoi mettere il piacere di avere un bell’albero decorato e festoso in casa, che allieti le nostre giornate in vista delle Feste?

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
"Il Natale quando arriva arriva", recitava un famoso spot. E normalmente, quando arriva si porta dietro attività che nemmeno l’era social-digitale è riuscita a scalfire, anzi. Parliamo del presepe, ma, soprattutto, dell’albero di Natale, che tutti noi, fedeli ad una tradizione non autoctona ma oramai profondamente radicata anche alle nostre latitudini, solitamente all’inizio di dicembre, tiriamo fuori alla scatola (o dal bosco) ed addobbiamo con palline, lucine fili e quant’altro la nostra fantasia ci suggerisca.
Tra le tradizioni più amate nel periodo di Natale c'è quella di decorare l'albero con palline, festoni e soprattutto tante luci
In tempi di austerity energetica non è banale tuttavia fare i conti in tasca al nostro alberello più o meno variopinto. Quanto ci costa? Quanto consuma? La risposta al quesito è: non poco! Secondo la Società italiana di medicina ambientale (Sima), in Italia, addobbare l’albero di Natale e decorare la casa con luci e ammennicoli luminosi produce fino a 20mila tonnellate di CO2 che vengono immesse in atmosfera, frutto di un incremento dei consumi energetici pari a circa il +30% rispetto al resto dell’anno. Sono 1.600 MWh al giorno, ossia 46.400 MWh di energia consumata solo nel periodo che va dall’8 dicembre all’Epifania. Consumi che equivalgono a 650 tonnellate di CO2 immesse ogni giorno in atmosfera, tra le 18mila e le 20mila tonnellate di CO2 durante l’intero periodo delle festività. "Il Natale e le nostre abitudini durante le feste impattano in modo importante sull’ambiente, in termini di maggiore inquinamento, ma anche sulla bolletta – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani –. Un filo di luci di vecchia generazione tenuto acceso diverse ore al giorno durante le festività, ad esempio, incide fino a 15 euro a famiglia sulla bolletta di dicembre: se in casa se ne utilizzano 3, tra interni e balconi, l’aggravio di spesa sul fronte dell’energia può raggiungere i 50 euro. Costi e impatto ambientale si abbattono sensibilmente se si ricorre alle luci al Led per tutte le decorazioni, la cui incidenza sulle bollette è di pochi centesimi di euro al giorno. È inoltre possibile ridurre consumi e sprechi utilizzando timer che limitano la durata di accensione delle illuminazioni, e diminuendo il numero di luci sull’albero di Natale sfruttando oggetti riflettenti come specchi e palline argentate o dorate", conclude Miani.
Le lucine di Natale hanno un costo sia in termini di emissioni di Co2 sia in bolletta
La soluzione? Certamente l’utilizzo di lucine di ultima generazione. Nel caso infatti di un albero illuminato con Led, a seconda delle giornate, la forchetta dei consumi si è attestata tra 0,4 e 0,5 kWh, che corrispondono a una spesa, per le 24 ore di funzionamento, tra il 25 e i 30 centesimi di euro al giorno. Questo vuol dire che se tenessimo il nostro albero acceso per due mesi di fila, nel peggiore dei casi, il costo si attesterebbe attorno ai 18 euro. Una spesa sostenibile, sia dal punto di vista economico (difficilmente si arriverebbe in media oltre i 10 euro) sia per l’impatto ambientale. Certo, uno spreco comunque, per un’attività sostanzialmente improduttiva. Ma qui ci sentiamo di essere d’accordo con Oscar Wilde, quando afferma che "il segreto per rimanere giovani sta nell’avere una sregolata passione per il piacere”. E vuoi mettere il piacere di avere un bell’albero decorato e festoso in casa, che allieti le nostre giornate in vista delle Feste?
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