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Home » Economia » Gender Gap: in azienda arriva il ‘Bollino Rosa’ che premia le realtà virtuose in tema di parità

Gender Gap: in azienda arriva il ‘Bollino Rosa’ che premia le realtà virtuose in tema di parità

Le imprese che adotteranno politiche eque per l'accesso e la retribuzione delle donne nel mondo del lavoro potranno ricevere premialità. Basanieri: "Più democrazia e più uguaglianza"

Camilla Prato
4 Luglio 2022
Parità di genere in azienda

Parità di genere in azienda, arrivano premialità per le imprese virtuose

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Si parla di equità nei trattamenti lavorativi (dall’accesso all’avanzamento di carriera ma anche per quanto riguarda lo stipendio), ma non lo si fa più solo in astratto, con vaghe dichiarazioni d’intenti e promesse. Con l’arrivo del cosiddetto ‘Bollino rosa‘ le imprese dovranno concretizzare gli sforzi sul tema della parità di genere per ottenere il premio. Per le imprese diventa quindi fondamentale – in effetti doveva già esserlo, ma come spesso accade ‘ ci sono cose più urgenti’ – applicare politiche virtuose per superare il gender gap. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 1 luglio, del decreto del ministro per le Pari Opportunità Elena Bonetti, ha sancito l’entrata in vigore della certificazione ‘rosa’, che consentirà d’ora in poi ai datori di lavoro di accedere ad un sistema di premialità se si dimostreranno all’avanguardia nell’inclusione delle donne in azienda.

Basanieri: “Pari diritti per le donne nel lavoro significa più democrazia”

bollino-rosa
“Bollino Rosa” per le aziende virtuose in termini di parità di genere

“La certificazione per la parità di genere è un progetto del Pnrr che stiamo portando avanti perché è uno strumento molto innovativo che rappresenterà una piccola rivoluzione in ambito aziendale. Attraverso questa certificazione si attiveranno processi di miglioramento nell’ambito del reperimento delle risorse, dell’introduzione di strumenti per favorire la leadership femminile e la genitorialità e le aziende che lo faranno avranno dei vantaggi perché questi investimenti sono riconosciuti come un valore per il Paese”. Così la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, intervistata lunedì 4 luglio da Skytg24.

“È un ottimo traguardo – commenta la presidente della commissione toscana per le Pari opportunità Francesca Basanieri -. Anche se le regole e le norme per la certificazione non sono ancora completamente definitive, questo è sicuramente un ottimo passo verso nuove opportunità di occupazione femminile”. “Se la società – continua Basanieri – non riesce da sola, spontaneamente, a trovare strade per dare pari diritto al lavoro per le donne, lo devono fare le norme e questa, che deriva da una precisa indicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è sicuramente una di quelle più azzeccate che, ritengo, possa veramente cambiare la rotta”. “Incentivare le imprese, con sgravi fiscali e premialità, a dare lavoro alle donne, qualificato ed equamente retribuito, e a far fare carriera, farà sì che ce ne saranno di più che potranno entrare nel mondo del lavoro, più indipendenza economica e quindi più autonomia nelle scelte di vita. In sintesi: più democrazia e più uguaglianza” spiega la presidente.

Il lavoro tema più sentito dalle donne

“Quello del lavoro è certamente il tema più sentito dalle donne – prosegue Francesca Basanieri -. Questo perché tutti gli altri argomenti – gli stereotipi e le discriminazioni, la violenza, la conciliazione, la formazione e il linguaggio – ruotano comunque sempre intorno al tema del lavoro, all’opportunità che si dà ad una donna di crescere personalmente e lavorativamente, di essere libera nelle scelte ed autonoma anche economicamente”. A detta della presidente della commissione Pari Opportunità toscana, infatti, “più donne ci saranno nel mondo del lavoro – con stessi diritti, retribuzioni, e possibilità di carriera in ogni tipo di ambiente e in ogni mansione e ruolo – meno discriminazioni e stereotipi si alimenteranno, meno dipendenza economica e psicologica ci sarà nei confronti di ‘chi porta i soldi a casa‘, meno le donne saranno inclini a subire violenze in silenzio e infine, anche il lavoro di cura nei confronti dei figli, anziani e disabili dovrà necessariamente essere condiviso e non più solo un onere a carico delle donne”.

“Nell’ultimo incontro di Grosseto, grazie alla presenza degli assessori regionali Alessandra Nardini e Leonardo Marras – ricorda Basanieri – abbiamo compreso che la Regione sta già lavorando in questa direzione e molte sono state le sollecitazioni e le idee venute dai territori. Il nostro compito è e sarà quello di raccogliere questi suggerimenti e sottoporli alla Giunta affinché la Toscana, per prima in Italia, oltre alla certificazione di parità nazionale, si doti di una sua ulteriore certificazione regionale che tenga conto della realtà delle aziende toscane, sia pubbliche che private, delle imprese che sono spesso piccole o micro, spingendole e aiutandole ad adottare politiche che possano finalmente ridurre o annullare le diseguaglianze”.

 

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#lucenews #lucelanazione #bebevio #inclusivity #libera #protesi #tornosubito
  • Maura Nardi, 41 anni a novembre, ed Emanuele Loati, 25, oltre ad essere innamorati, sono due giovani transgender che, dopo una vera e propria odissea, hanno completato insieme la transizione per il cambio di sesso. E ora, nuovi documenti alla mano, coroneranno finalmente il loro sogno d’amore con le nozze.

“Con l’identità di genere non si può scendere a patti: puoi lottarci per un po’, ma alla fine devi accettare quello che sei perché in ballo c’è la tua vita”.

Emanuele e Maura si sono conosciuti 3 anni fa, proprio durante il difficile e lungo percorso che li avrebbe portati alla loro nuova identità. Da quel primo incontro, proprio come in una favola con la freccia di Cupido scoccata che non lascia scampo, i due non si sono più lasciati.

Uniti, supportandosi a vicenda senza mai smettere di amarsi, hanno affrontato tutte le difficoltà che si sono presentate e non sono state poche: prima la sofferenza emotiva (ma anche fisica) per la transizione, aggravata poi dalla burocrazia dello Stato. E dopo tante peripezie la luce è apparsa in fondo al tunnel: l’ufficio anagrafe del comune di Recanati, in provincia di Macerata, ha provveduto a rettificare i loro documenti di identità. Era l’ultimo step da superare prima del via libera al matrimonio. Ora non resta che organizzare.

Se quella di Nardi e Loati è una vicenda già particolarmente travagliata, anche se a lieto fine, per Maura le cose sono state, se possibile, ancora più difficili. Ha iniziato la transizione nel 2016 e quando ha completato il percorso, è stata la prima persona non vedente italiana a riuscirci. Da quando ha 19 anni soffre di una forma di cecità a causa dello sviluppo di una rara malattia alla retina, nel suo caso “è stato più semplice convivere con la cecità che con l’incongruenza di genere”.

E aggiunge: “Nonostante il supporto non è stata una passeggiata: ho avuto diversi momenti di sconforto e paura, altri in cui mi sono sentita in colpa per aver trascinato la mia famiglia in questo cammino così complesso. Oggi so che rifarei tutto. La ciliegina sulla torta è stata l’arrivo del mio compagno. Ora finalmente siamo pronti a sposarci e possiamo pensare a una cosa bella”.

#lucenews #recanati #nozze
  • Quello che molti temevano è purtroppo accaduto: per scoprire le interruzioni di gravidanza negli Usa le autorità stanno facendo ricorso anche ai dati personali contenuti nelle app di messaggistica e sui social. 

A destare scalpore è un caso in Nebraska, dove Celeste Burgess, 18 anni, e sua madre Jessica, 41, sono finite in tribunale per un presunto aborto illegale, con molteplici capi d’imputazione. La polizia ha presentato come prove i messaggi su Facebook che le due donne si sarebbero scambiate e a cui, con l’autorizzazione dei gestori della piattaforma – in questo caso Meta –, ha avuto accesso. Le chat private, secondo le autorità, mostrano le prove di un aborto farmacologico illegale, autogestito alla 28esima settimana di gestazione (settimo mese), e di un piano per nascondere "i resti”.

Dopo che la polizia ha ottenuto il materiale dai due mandati di perquisizione, Jessica è stata accusata di altri due reati, induzione all’aborto illegale e pratica dell’aborto come persona diversa da un medico autorizzato, per i quali si è nuovamente dichiarata non colpevole. Attualmente il Nebraska proibisce gli aborti dopo le 20 settimane, una legge in vigore da prima dell’annullamento della sentenza Roe v. Wade.

Il problema di fondo che emerge da questa e da tante altre vicende in materia di diritti ha un duplice aspetto: da una parte c’è l’obbligo di una società di fornire i dati alle forze dell’ordine che ne fanno richiesta per le indagini e dall’altra la possibilità di disporre di questi dati. 

Mai come oggi grandi aziende private possono disporre di informazioni personali relative ai propri utenti, e se queste sono utili per fermare chi commette crimini è un conto, ma se le leggi vengono modificate ciò che può essere giudicato come crimine cambia. Il caso di Celeste Burgess è solo un esempio, ma conferma anche che negare il diritto all’aborto non eradica il fenomeno, ma lo trasporta in una dimensione di illegalità e pericolo per la salute della donna.

#lucenews #lucelanazione #aborto #nebraska #abortion #usa
  • La scelta coraggiosa del calciatore croato Robert Peric-Komsic non poteva non fare il giro del mondo in un baleno. Nel fiore dell’età, e con tutta la vita davanti, a soli 23 anni ha deciso di lasciare il mondo del pallone. La sua non è stata una scelta forzata, è stata intimamente voluta, e se ha detto addio alla sua carriera è stato solo per una scelta d’amore. Dimostrando che la vita della propria madre viene prima di qualunque cosa. Prima della passione per il pallone, prima del successo, prima di ogni carriera.

“Non c’erano altre opzioni, io era l’unica possibilità, l’ultima. Ho avuto ben chiara qual era la mia missione: salvarla.”

L’attaccante del Cibalia Vinkovci non ci ha pensato due volte quando si è trattato di scegliere tra il suo futuro nel mondo calcistico e la salute della sua mamma malata. Per tanto, troppo tempo l’aveva vista lottare contro una malattia al fegato. Ora non c’era più tempo da perdere: si trattava di trovare un donatore compatibile, e al più presto. Lo stomaco della donna si stava oramai riempiendo di acqua, e questo voleva dire che le rimaneva poco tempo, secondo i medici che l’avevano in cura. Questione di qualche giorno appena. Il calciatore della seconda divisione croata era l’unico compatibile. A quel punto Peric-Komsic si è tolto la tuta, ha riposto maglietta e calzoncini da calciatore nella sua valigia e ha preso l’aereo, salendo sul primo volo con destinazione Istanbul. Lì ha trovato sua mamma Ljiljiana che l’aspettava per abbracciarlo, in fin di vita.

“Dopo aver lottato duramente per 13 anni, il vero eroe è lei. Io ho solo fatto quello che chiunque al posto mio avrebbe fatto."

Sono passati quattro mesi e più dall’intervento. Il trapianto è andato benee la signora Ljiljiana è migliorata molto da allora. Giorno dopo giorno ce l’ha messa tutta, e con una straordinaria forza di volontà, animata dall’amore di suo figlio, si sta piano piano riprendendo. E a chi si complimenta per aver fatto qualcosa di straordinario, con l’umiltà dei grandi risponde: “È stata mia madre a darmi la vita. Io l’ho solo estesa a lei”.

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Si parla di equità nei trattamenti lavorativi (dall'accesso all'avanzamento di carriera ma anche per quanto riguarda lo stipendio), ma non lo si fa più solo in astratto, con vaghe dichiarazioni d'intenti e promesse. Con l'arrivo del cosiddetto 'Bollino rosa' le imprese dovranno concretizzare gli sforzi sul tema della parità di genere per ottenere il premio. Per le imprese diventa quindi fondamentale - in effetti doveva già esserlo, ma come spesso accade ' ci sono cose più urgenti' - applicare politiche virtuose per superare il gender gap. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 1 luglio, del decreto del ministro per le Pari Opportunità Elena Bonetti, ha sancito l'entrata in vigore della certificazione 'rosa', che consentirà d'ora in poi ai datori di lavoro di accedere ad un sistema di premialità se si dimostreranno all'avanguardia nell'inclusione delle donne in azienda.

Basanieri: "Pari diritti per le donne nel lavoro significa più democrazia"

bollino-rosa
"Bollino Rosa" per le aziende virtuose in termini di parità di genere
"La certificazione per la parità di genere è un progetto del Pnrr che stiamo portando avanti perché è uno strumento molto innovativo che rappresenterà una piccola rivoluzione in ambito aziendale. Attraverso questa certificazione si attiveranno processi di miglioramento nell'ambito del reperimento delle risorse, dell'introduzione di strumenti per favorire la leadership femminile e la genitorialità e le aziende che lo faranno avranno dei vantaggi perché questi investimenti sono riconosciuti come un valore per il Paese". Così la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, intervistata lunedì 4 luglio da Skytg24. “È un ottimo traguardo - commenta la presidente della commissione toscana per le Pari opportunità Francesca Basanieri -. Anche se le regole e le norme per la certificazione non sono ancora completamente definitive, questo è sicuramente un ottimo passo verso nuove opportunità di occupazione femminile”. “Se la società – continua Basanieri – non riesce da sola, spontaneamente, a trovare strade per dare pari diritto al lavoro per le donne, lo devono fare le norme e questa, che deriva da una precisa indicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è sicuramente una di quelle più azzeccate che, ritengo, possa veramente cambiare la rotta”. “Incentivare le imprese, con sgravi fiscali e premialità, a dare lavoro alle donne, qualificato ed equamente retribuito, e a far fare carriera, farà sì che ce ne saranno di più che potranno entrare nel mondo del lavoro, più indipendenza economica e quindi più autonomia nelle scelte di vita. In sintesi: più democrazia e più uguaglianza” spiega la presidente.

Il lavoro tema più sentito dalle donne

"Quello del lavoro è certamente il tema più sentito dalle donne - prosegue Francesca Basanieri -. Questo perché tutti gli altri argomenti – gli stereotipi e le discriminazioni, la violenza, la conciliazione, la formazione e il linguaggio – ruotano comunque sempre intorno al tema del lavoro, all’opportunità che si dà ad una donna di crescere personalmente e lavorativamente, di essere libera nelle scelte ed autonoma anche economicamente”. A detta della presidente della commissione Pari Opportunità toscana, infatti, “più donne ci saranno nel mondo del lavoro – con stessi diritti, retribuzioni, e possibilità di carriera in ogni tipo di ambiente e in ogni mansione e ruolo – meno discriminazioni e stereotipi si alimenteranno, meno dipendenza economica e psicologica ci sarà nei confronti di 'chi porta i soldi a casa', meno le donne saranno inclini a subire violenze in silenzio e infine, anche il lavoro di cura nei confronti dei figli, anziani e disabili dovrà necessariamente essere condiviso e non più solo un onere a carico delle donne”. “Nell’ultimo incontro di Grosseto, grazie alla presenza degli assessori regionali Alessandra Nardini e Leonardo Marras – ricorda Basanieri – abbiamo compreso che la Regione sta già lavorando in questa direzione e molte sono state le sollecitazioni e le idee venute dai territori. Il nostro compito è e sarà quello di raccogliere questi suggerimenti e sottoporli alla Giunta affinché la Toscana, per prima in Italia, oltre alla certificazione di parità nazionale, si doti di una sua ulteriore certificazione regionale che tenga conto della realtà delle aziende toscane, sia pubbliche che private, delle imprese che sono spesso piccole o micro, spingendole e aiutandole ad adottare politiche che possano finalmente ridurre o annullare le diseguaglianze”.  
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