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Home » Economia » Teresa Spina: “Con Boss.Wmn faccio conoscere il lato umano dell’imprenditoria femminile”

Teresa Spina: “Con Boss.Wmn faccio conoscere il lato umano dell’imprenditoria femminile”

Una giovane ragazza meridionale con il sogno di aprire una start up per le donne lavoratrici. Dalla sua idea nasce Boss.wmn: un format che si basa su interviste video trasmesse su YouTube da imprenditrici di successo che raccontano la loro esperienza

Domenico Guarino
29 Settembre 2021
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Giovane, donna, imprenditrice e meridionale: 4 caratteristiche che in Italia potrebbero essere, e per molti versi ancora sono, un handicap. Soprattutto se messe tutte insieme. Ma per Teresa Spina sono state il punto di partenza di un percorso che l’ha condotta a fondare Boss.wmn, una community che punta a mostrare la forza dell’imprenditoria al femminile. Tutto ciò, però, partendo dal lato più umano dell’impresa: la persona che dà vita alla struttura imprenditoriale.

Da dove nasce l’idea di Boss.wmn?

“Da un’esigenza personale; stavo lavorando in una start up ed ero in cerca di ispirazione da storie imprenditoriali, soprattutto femminili, ma sul web trovavo solo articoli vaghi e poco interessanti da un punto di vista umano e personale. Ciò che cercavo era semplice: cosa prova una donna quando lancia il proprio progetto sul mercato?”.

Ha trovato difficoltà? Se sì, come ha reagito?

“Volevo ascoltare progetti, storie, difficoltà incontrate, come avevano risolto i vari ostacoli; in poche parole volevo essere ispirata dal lato umano di una donna imprenditrice e così ho deciso di fondare il movimento Boss.Wmn”.
Quali sono gli obiettivi?
Teresa Spina
“Boss.Wmn nasce con l’obiettivo di far conoscere da vicino il mondo imprenditoriale femminile. Il format si basa su interviste video trasmesse su YouTube da imprenditrici di successo che raccontano la loro esperienza, da come nasce l’azienda, le problematiche che hanno vissuto e superato e sopratutto cosa le ha spinte ad Intraprendere questa avventura. L’imprenditoria femminile conta statisticamente una percentuale minore rispetto a quella maschile e ancora oggi si parla poco di donne che ce l’hanno fatta. Il mio scopo è creare una community di imprenditrici che ispirino e sostengano altre donne che vogliano far parte di questo mondo. Sono sicura che la creazione di questa community sia necessaria per far sentire la voce delle donne ancora oggi troppo poco presente”.
Da donna del sud come giudica la condizione femminile nell’Italia meridionale?
“Durante gli anni lo scenario femminile in Italia è cambiato tantissimo; prima le donne del sud venivano viste come donne dedite alla famiglia e alla casa. Fortunatamente questa idea di donna è cambiata ed oggi viene vista come una donna con multipotenzialità. Al sud la situazione lavorativa è di per sé difficile e per una donna delle volte lo è di più, ma questo un po’ in tutta Italia, però qui le donne hanno sempre grandi Idee, molto probabilmente dettate dal fatto che pur di lavorare, il lavoro lo creano da sole”.
Da donna imprenditrice quali difficoltà avverte nel suo lavoro direttamente o indirettamente generate dalla condizione femminile?
“Si fa fatica, ancora oggi, a dare fiducia ad una donna imprenditrice. Si è scettici, anche se i risultati dicono il contrario. Una cosa comune emersa in tutte le interviste ed evidente anche nella mia quotidianità di incontri di lavoro quando ti presenti a qualcuno e affermi la tua condizione lavorativa, ti guardano sempre con diffidenza, perché l’impresa, di per sé, viene vista come un mondo prettamente maschile, gestito da uomini. Su questo bisogna lavorarci ancora molto ma credo che con le start up Innovative nate negli ultimi anni questo concetto ben presto svanirà”.
Rimanere al Sud e fare impresa al Sud per lei è una necessità, una scelta o una casualità?
“Dopo gli anni universitari, come tutti i miei colleghi, sono andata al nord per trovare un lavoro. Ciò che ho notato, e che forse tutti già sanno, è che al nord si dà la possibilità di trovare lavoro, cambiarlo e mettersi in gioco. Sono ritornata per non abbandonare le mie radici, quindi direi che la mia è stata una scelta. Qui c’è molto potenziale. Ho conosciuto persone con progetti davvero Incredibili. È difficile rimanere in un posto in cui per frati notare devi lavorare tanto ma se ti circondi di persone che hanno la tua vision, alla fine raggiungerai il tuo obiettivo”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Giovane, donna, imprenditrice e meridionale: 4 caratteristiche che in Italia potrebbero essere, e per molti versi ancora sono, un handicap. Soprattutto se messe tutte insieme. Ma per Teresa Spina sono state il punto di partenza di un percorso che l’ha condotta a fondare Boss.wmn, una community che punta a mostrare la forza dell'imprenditoria al femminile. Tutto ciò, però, partendo dal lato più umano dell'impresa: la persona che dà vita alla struttura imprenditoriale.

Da dove nasce l'idea di Boss.wmn?

"Da un’esigenza personale; stavo lavorando in una start up ed ero in cerca di ispirazione da storie imprenditoriali, soprattutto femminili, ma sul web trovavo solo articoli vaghi e poco interessanti da un punto di vista umano e personale. Ciò che cercavo era semplice: cosa prova una donna quando lancia il proprio progetto sul mercato?".

Ha trovato difficoltà? Se sì, come ha reagito?

"Volevo ascoltare progetti, storie, difficoltà incontrate, come avevano risolto i vari ostacoli; in poche parole volevo essere ispirata dal lato umano di una donna imprenditrice e così ho deciso di fondare il movimento Boss.Wmn".
Quali sono gli obiettivi?
Teresa Spina
"Boss.Wmn nasce con l’obiettivo di far conoscere da vicino il mondo imprenditoriale femminile. Il format si basa su interviste video trasmesse su YouTube da imprenditrici di successo che raccontano la loro esperienza, da come nasce l'azienda, le problematiche che hanno vissuto e superato e sopratutto cosa le ha spinte ad Intraprendere questa avventura. L'imprenditoria femminile conta statisticamente una percentuale minore rispetto a quella maschile e ancora oggi si parla poco di donne che ce l'hanno fatta. Il mio scopo è creare una community di imprenditrici che ispirino e sostengano altre donne che vogliano far parte di questo mondo. Sono sicura che la creazione di questa community sia necessaria per far sentire la voce delle donne ancora oggi troppo poco presente".
Da donna del sud come giudica la condizione femminile nell'Italia meridionale?
"Durante gli anni lo scenario femminile in Italia è cambiato tantissimo; prima le donne del sud venivano viste come donne dedite alla famiglia e alla casa. Fortunatamente questa idea di donna è cambiata ed oggi viene vista come una donna con multipotenzialità. Al sud la situazione lavorativa è di per sé difficile e per una donna delle volte lo è di più, ma questo un po' in tutta Italia, però qui le donne hanno sempre grandi Idee, molto probabilmente dettate dal fatto che pur di lavorare, il lavoro lo creano da sole".
Da donna imprenditrice quali difficoltà avverte nel suo lavoro direttamente o indirettamente generate dalla condizione femminile?
"Si fa fatica, ancora oggi, a dare fiducia ad una donna imprenditrice. Si è scettici, anche se i risultati dicono il contrario. Una cosa comune emersa in tutte le interviste ed evidente anche nella mia quotidianità di incontri di lavoro quando ti presenti a qualcuno e affermi la tua condizione lavorativa, ti guardano sempre con diffidenza, perché l’impresa, di per sé, viene vista come un mondo prettamente maschile, gestito da uomini. Su questo bisogna lavorarci ancora molto ma credo che con le start up Innovative nate negli ultimi anni questo concetto ben presto svanirà".
Rimanere al Sud e fare impresa al Sud per lei è una necessità, una scelta o una casualità?
"Dopo gli anni universitari, come tutti i miei colleghi, sono andata al nord per trovare un lavoro. Ciò che ho notato, e che forse tutti già sanno, è che al nord si dà la possibilità di trovare lavoro, cambiarlo e mettersi in gioco. Sono ritornata per non abbandonare le mie radici, quindi direi che la mia è stata una scelta. Qui c’è molto potenziale. Ho conosciuto persone con progetti davvero Incredibili. È difficile rimanere in un posto in cui per frati notare devi lavorare tanto ma se ti circondi di persone che hanno la tua vision, alla fine raggiungerai il tuo obiettivo".
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