Un brigante, una handbike e 545 chilometri per ricordarci che la disabilità è solo negli occhi di chi guarda

Parte domenica il viaggio sociale di Salvatore Cristiano Misasi, ragazzo calabrese con tetraparesi spastica che affronterà 545 chilometri: “Con questo viaggio mi piacerebbe far capire che se le barriere architettoniche venissero abbattute non ci sarebbe nessuna differenza sociale”

di CATERICA CECCUTI
2 giugno 2025
Salvatore Cristiano Misasi

Salvatore Cristiano Misasi

545 chilometri per dimostrare al mondo che i sogni si possono realizzare, anche quando le circostanze sono così difficili da farli sembrare impossibili. Sarà questa la distanza che Salvatore Cristiano Misasi, ragazzo calabrese che sin dall’infanzia convive con la tetra paresi spastica, percorrerà a bordo della sua handbike, attraversando la Calabria da nord a sud. Un viaggio sociale, quello de “Il Brigante in Handbike”, nato da un’idea di Salvatore stesso, che peraltro è un “B.Liver”, ossia un membro della community di Fondazione Bullone, impegnata ad accompagnare adolescenti e giovani adulti con esperienze di patologie importanti alla riscoperta della propria identità oltre la malattia e a costruire percorsi di reinserimento nella vita sociale e professionale.

Partecipazione e percorso del viaggio

L’impresa partirà ufficialmente domenica da Laino Borgo: 12 tappe per 12 giorni di viaggio fino a raggiungere Reggio Calabria. Il percorso sarà arduo - 545 Km, appunto – e attraverserà tre parchi nazionali: quelli del Pollino e della Sila, il Parco Naturale regionale delle Serre e il Parco Nazionale dell’Aspromonte.

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Le origini dell’idea “Il Brigante in Handbike”

“Tutto nasce dal momento in cui Salvatore Cristiano Misasi si imbatte in una brochure che racconta dell’esistenza di un percorso ciclabile situato sulla colonna vertebrale della Calabria – spiegano i promotori -, e, ripensando a quel percorso, inizia a fantasticare su quanto sarebbe bello percorrerlo in handbike trainando la sedia a rotelle, ispirandosi al viaggio compiuto da Alessandro Villa nel 2007. Anche il nome del progetto “Il Brigante in Handbike” è legato al territorio calabrese – luogo un tempo battuto da briganti e lupi – e intende rendere omaggio alla sua regione con un’evocazione.”

Salvatore Cristiano Misasi
Salvatore Cristiano Misasi

Una sfida contro i limiti e i pregiudizi

Così, con l’aiuto di una handbike elettrificata, Salvatore si cimenterà in una nuova impresa: “Ho deciso di mettermi alla prova al di fuori della mia zona di comfort – spiega –, per spingere un po’ più in là l’asticella del limite e veicolare una nuova prospettiva nei confronti delle persone con disabilità. Con questo viaggio mi piacerebbe far capire che se le barriere architettoniche venissero abbattute, almeno in parte, non ci sarebbe nessuna differenza sociale”.

Grazie al viaggio sociale Salvatore si fa promotore e portavoce della necessità di costruire un mondo in cui malattia non significhi “ostacolo invalicabile”, piuttosto un’esperienza che può essere accolta, affrontata, condivisa e trasformata per generare un cambio di paradigma che va oltre il pregiudizio e i tabù verso uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile.

Supporto e patrocinio dell'iniziativa

A supportare Salvatore in quella che sarà una vera e propria avventura, oltre a Fondazione Bullone, sarà il Gruppo Barilla, main partner dell’iniziativa sportiva. Il viaggio vanta anche il patrocinio di Regione Calabria, Comitato Italiano Paralimpico e Coni – sezione regionale, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Federparchi e Ciclovia Parchi Calabria.

Per aiutare Salvatore a sostenere le spese del suo viaggio è possibile fare una donazione su https://www.retedeldono.it/progetto/il-brigante-handbike.