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Home » Lifestyle » A scuola in bicicletta ad ogni età: in tutta Europa (con meteo più rigido) si fa, ma per l’Italia resta un tabu

A scuola in bicicletta ad ogni età: in tutta Europa (con meteo più rigido) si fa, ma per l’Italia resta un tabu

La Fiab invita a concludere l'anno scolastico pedalando da casa scuola e ritorno e contribuendo ad allineare le abitudini italiane con quelle degli altri paesi. "Ne guadagnano la salute e senso civico di bambini e ragazzi"

Domenico Guarino
3 Giugno 2021
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In bici, a scuola. Nei paesi del Centro e del Nord Europa, con un clima anche molto meno favorevole del nostro,  è una sana abitudine da sempre. In Italia una mentalità ancora  poco diffusa. Ma il post covid, anche da questo punto di vista, potrebbe rappresentare una svolta.

E del resto, nell’ultimo anno, ‘complice’ anche la pandemia, l’attitudine degli italiani verso le due ruote a pedale è profondamente mutata. Basti pensare che gli spostamenti a piedi o in bici sono passati nel giorno medio feriale dal 24,1% del 2019 al 32,7% dei primi dieci mesi del 2020. Nel 2020  sono aumentate anche le biciclette vendute: oltre 2 milioni, +17% rispetto all’anno precedente. All’aumento delle bici si è affiancato nel 2020 un potenziamento delle reti ciclabili, con casi virtuosi come Milano (+ 67 km), Venezia (+18 km), Bologna (+ 16 km), Genova (+25 km), Roma (+ 33 km). I dati li ha diffusi Narvalo, società spinoff del Politecnico di Milano, in vista della Giornata Mondiale della Bicicletta del 3 giugno.

Pedalando verso la fine dell’anno scolastico

Quale migliore occasione allora per lanciare una campagna di promozione dell’uso della bici tra giovani e giovanissimi nel tragitto casa scuola e viceversa? Ci ha pensato  FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che quest’anno ha dedicato la Giornata mondiale della bicicletta proprio al tema del bike to school, con lo slogan “tutti a scuola in bici”

L’iniziativa – patrocinata dal Ministero della transizione ecologica e promossa in collaborazione con Sip-Società Italiana di Pediatria – ha rappresentato un invito a tutti gli studenti e alle loro famiglie a percorrere in bicicletta il tragitto casa-scuola in questa particolare giornata, proprio in prossimità della fine dell’anno scolastico.

Una serie di eventi in tutta Italia sono inoltre promossi, a cavallo con il 3 giugno, dalle associazioni Fiab presenti sul territorio e da altre realtà istituzionali come comuni, istituti scolastici, ecc. Le pedalate e le manifestazioni in programma per la Giornata mondiale della bicicletta sono raccolte nel sito andiamoinbici.it (in continuo aggiornamento), dove è possibile cercare quella più vicina a cui partecipare.

“Da settembre cambiare abitudini”

“Al termine di un altro anno scolastico reso difficile dal Covid, vogliamo dedicare l’edizione 2021 della Giornata Mondiale della Bicicletta ai nostri ragazzi e al tema della mobilità attiva negli spostamenti casa-scuola – dichiara Alessandro Tursi, presidente di Fiab – Si tratta di un messaggio positivo come auspicio e come prova generale per nuove e migliori abitudini, da adottare fin dal primo giorno di scuola il prossimo settembre. In Italia, infatti, alla gran parte dei bambini non è ancora concesso il diritto di andare a scuola con le proprie gambe, a differenza dei loro coetanei europei. Ci auguriamo che la nuova sensibilità sul tema salute imposta dalla pandemia porti a cambiare abitudini sbagliate e dannose per i nostri figli. La salute è un diritto fondamentale e si basa su scelte di vita sane, a partire dall’attività motoria quotidiana fortemente raccomandata dai pediatri e dall’Oms, che sostiene come uno stile di vita sano porti maggiori benefici proprio se adottato fin dall’infanzia”.

Tutti coloro che andranno a scuola in bicicletta aderendo a una delle iniziative di Fiab in programma o anche su base individuale – sono invitati a condividere la propria esperienza postando una foto e/o un commento sulla pagina Facebook di Fiab Bimbimbici.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia

In bici, a scuola. Nei paesi del Centro e del Nord Europa, con un clima anche molto meno favorevole del nostro,  è una sana abitudine da sempre. In Italia una mentalità ancora  poco diffusa. Ma il post covid, anche da questo punto di vista, potrebbe rappresentare una svolta.

E del resto, nell'ultimo anno, ‘complice’ anche la pandemia, l'attitudine degli italiani verso le due ruote a pedale è profondamente mutata. Basti pensare che gli spostamenti a piedi o in bici sono passati nel giorno medio feriale dal 24,1% del 2019 al 32,7% dei primi dieci mesi del 2020. Nel 2020  sono aumentate anche le biciclette vendute: oltre 2 milioni, +17% rispetto all'anno precedente. All'aumento delle bici si è affiancato nel 2020 un potenziamento delle reti ciclabili, con casi virtuosi come Milano (+ 67 km), Venezia (+18 km), Bologna (+ 16 km), Genova (+25 km), Roma (+ 33 km). I dati li ha diffusi Narvalo, società spinoff del Politecnico di Milano, in vista della Giornata Mondiale della Bicicletta del 3 giugno.

Pedalando verso la fine dell'anno scolastico

Quale migliore occasione allora per lanciare una campagna di promozione dell'uso della bici tra giovani e giovanissimi nel tragitto casa scuola e viceversa? Ci ha pensato  FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che quest'anno ha dedicato la Giornata mondiale della bicicletta proprio al tema del bike to school, con lo slogan “tutti a scuola in bici”

L’iniziativa - patrocinata dal Ministero della transizione ecologica e promossa in collaborazione con Sip-Società Italiana di Pediatria - ha rappresentato un invito a tutti gli studenti e alle loro famiglie a percorrere in bicicletta il tragitto casa-scuola in questa particolare giornata, proprio in prossimità della fine dell’anno scolastico.

Una serie di eventi in tutta Italia sono inoltre promossi, a cavallo con il 3 giugno, dalle associazioni Fiab presenti sul territorio e da altre realtà istituzionali come comuni, istituti scolastici, ecc. Le pedalate e le manifestazioni in programma per la Giornata mondiale della bicicletta sono raccolte nel sito andiamoinbici.it (in continuo aggiornamento), dove è possibile cercare quella più vicina a cui partecipare.

"Da settembre cambiare abitudini"

“Al termine di un altro anno scolastico reso difficile dal Covid, vogliamo dedicare l’edizione 2021 della Giornata Mondiale della Bicicletta ai nostri ragazzi e al tema della mobilità attiva negli spostamenti casa-scuola - dichiara Alessandro Tursi, presidente di Fiab - Si tratta di un messaggio positivo come auspicio e come prova generale per nuove e migliori abitudini, da adottare fin dal primo giorno di scuola il prossimo settembre. In Italia, infatti, alla gran parte dei bambini non è ancora concesso il diritto di andare a scuola con le proprie gambe, a differenza dei loro coetanei europei. Ci auguriamo che la nuova sensibilità sul tema salute imposta dalla pandemia porti a cambiare abitudini sbagliate e dannose per i nostri figli. La salute è un diritto fondamentale e si basa su scelte di vita sane, a partire dall’attività motoria quotidiana fortemente raccomandata dai pediatri e dall’Oms, che sostiene come uno stile di vita sano porti maggiori benefici proprio se adottato fin dall’infanzia”.

Tutti coloro che andranno a scuola in bicicletta aderendo a una delle iniziative di Fiab in programma o anche su base individuale – sono invitati a condividere la propria esperienza postando una foto e/o un commento sulla pagina Facebook di Fiab Bimbimbici.

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