Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » L’albero di Natale? Meglio vero che di plastica. “Ma ricordate: è un essere vivente, ha bisogno di cura”

L’albero di Natale? Meglio vero che di plastica. “Ma ricordate: è un essere vivente, ha bisogno di cura”

I consigli di Eleonora Mariano, agronoma e responsabile ufficio progetti del Pefc Italia. "Meno impatto ambientale e occasione quasi unica per avere un po' di natura in casa"

Elsa Toppi
8 Dicembre 2022
L'8 dicembre, da tradizione, si realizza l'albero di Natale

L'8 dicembre, da tradizione, si realizza l'albero di Natale

Share on FacebookShare on Twitter

Che siate tra coloro che lo amano o tra quelli che lo odiano, ci siamo! Il Natale è alle porte e l’8 dicembre, da tradizione, è il giorno in cui ci si appresta a far spazio tra i pacchi in soffitta per ridare vita al protagonista di questa festa: l’albero di Natale. Se invece non pensate di riutilizzare quello che avete messo via l’anno scorso vi troverete davanti al classico dilemma: acquistarne uno vero o uno di plastica? In molti scelgono il secondo per diversi motivi e invece non sanno che acquistare un abete vero è la scelta più sostenibile. L’importante è farlo con coscienza e usare degli accorgimenti. A dissipare ogni dubbio ci pensa Eleonora Mariano, agronoma e responsabile ufficio progetti del Pefc Italia, l’ente promotore della gestione forestale sostenibile.

Eleonora Mariano, agronoma e responsabile ufficio progetti del Pefc Italia

Che impatto ha un albero artificiale sull’ambiente?
“Noi abbiamo analizzato il dato Lca (acronimo di Life cycle assessment), una metodologia per valutare gli impatti ambientali associati a tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto. Da questo dato è emerso che un albero artificiale di circa 2 metri di altezza ha un’impronta di carbonio di circa 40 kg di emissioni di Co2 mentre un albero vero 10 volte meno. Inoltre, questi sono prodotti che spesso provengono dalla Cina e la plastica viene mescolata a metalli e vernici. L’albero vero, invece, proviene da coltivazioni di aziende agricole dell’Appennino Toscano, dalle Marche e dal Veneto. Il 10% degli alberi veri che si commercializzano a Natale sono dei cimali: la parte più alta di un albero proveniente da una foresta e abbattuto per altri motivi. Il cimale, in sostanza, sarebbe uno scarto e viene reimpiegato come albero di Natale”.

Perché è così importante mettere in casa un albero vero?
“Intanto è importante da un punto di vista ambientale. Inoltre è una delle poche occasioni che hanno le persone che vivono in città per portare un poco di natura a casa propria. Ricordando sempre che è un essere vivente ed ha bisogno di attenzione e cura”.

Cosa dobbiamo verificare prima di acquistare un albero vivente?
“Il primo consiglio è leggere l’etichetta, in cui ci deve essere chiaramente scritta la provenienza: non deve essere un albero che serve per rimboschimento cioè coltivato con l’obiettivo di essere messo in una foresta. Nel caso in cui si tratti di un cimale è importante capire se c’è una certificazione forestale e se è gestita secondo regole ben definite con l’obiettivo di preservare la foresta per gli anni successivi”.

Partiamo dall’acquisto, quali sono i criteri da seguire nella scelta di un albero?
“Abbiamo notato che all’esterno gli alberi sembrano molto più piccoli di quello che in realtà sono e può accadere che si acquisti un abete troppo alto rispetto allo spazio che si ha a casa. Inoltre bisogna considerare che si sta portando a casa un essere vivente che sarà asimmetrico, imperfetto e per questo unico”.

L’albero di natale vero è preferibile a quello in plastica, secondo l’esperta, non solo per una questione ambientale

Come curarlo una volta in casa? È vero che le temperature domestiche sono deleterie?
“Nelle prime fasi l’albero tende a perdere aghi e dunque è necessario fare un piccolo lavoro di scuotimento all’esterno prima di metterlo in casa. Inoltre bisogna dargli modo di ambientarsi. Il suo ambiente naturale è in Toscana, nel Casentino, o nelle Marche, nella zona di Ascoli Piceno, dove ci sono temperature fredde. Portarlo in una casa riscaldata potrebbe creargli uno shock, quindi è bene farlo adattare lasciandolo qualche giorno in casa prima di procedere con l’addobbo. Mai posizionarlo vicino ad un termosifone”.

Quante volte va innaffiato?
“Ogni 1 o 2 giorni. Un trucco è quello di mettere cubetti di ghiaccio perché si sciolgono lentamente e la pianta prende l’acqua con gradualità. Un’altra
cosa da evitare e fare un addobbo troppo pesante che causerebbe uno shock ulteriore, evitando categoricamente spray sintetici”.

Una volta finite le feste cosa bisogna fare con il ‘nostro amico’?
“Se è un cimale ovviamente non avremo la possibilità di riutilizzarlo perché senza radici, dunque si può smaltire in un isola ecologica come sostanza organica. Creerà compost per nuove piante. Se invece è un albero in vaso, cercheremo di riutilizzarlo cambiando il vaso quando la pianta crescerà o piantarlo in giardino, ove possibile. Ma mai in una foresta”.

Un albero di Natale vero non solo è più amico dell’ambiente, ma l’odore che emana contribuirà a dare un’atmosfera magica ai vostri giorni di festa.

Potrebbe interessarti anche

Ornella Vanoni (88 anni): l a cantante milanese farà tappa a Firenze con il suo tour
Spettacolo

Ornella Vanoni, signora della musica fra le donne: “Niente quote rosa, per me conta il talento”

27 Gennaio 2023
Gucci aderisce al progetto "Adotta una scuola" di Altagamma
Attualità

Gucci entra nel progetto “Adotta una scuola” di Altagamma e Ministero dell’Istruzione

26 Gennaio 2023
Penélope Cruz (Ansa)
Lifestyle

Penélope Cruz, Elsa Pataky e Paz Vega: le migliori portavoce di un mondo più sostenibile

28 Gennaio 2023

Instagram

  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
Che siate tra coloro che lo amano o tra quelli che lo odiano, ci siamo! Il Natale è alle porte e l’8 dicembre, da tradizione, è il giorno in cui ci si appresta a far spazio tra i pacchi in soffitta per ridare vita al protagonista di questa festa: l’albero di Natale. Se invece non pensate di riutilizzare quello che avete messo via l’anno scorso vi troverete davanti al classico dilemma: acquistarne uno vero o uno di plastica? In molti scelgono il secondo per diversi motivi e invece non sanno che acquistare un abete vero è la scelta più sostenibile. L’importante è farlo con coscienza e usare degli accorgimenti. A dissipare ogni dubbio ci pensa Eleonora Mariano, agronoma e responsabile ufficio progetti del Pefc Italia, l’ente promotore della gestione forestale sostenibile.
Eleonora Mariano, agronoma e responsabile ufficio progetti del Pefc Italia
Che impatto ha un albero artificiale sull’ambiente? “Noi abbiamo analizzato il dato Lca (acronimo di Life cycle assessment), una metodologia per valutare gli impatti ambientali associati a tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto. Da questo dato è emerso che un albero artificiale di circa 2 metri di altezza ha un’impronta di carbonio di circa 40 kg di emissioni di Co2 mentre un albero vero 10 volte meno. Inoltre, questi sono prodotti che spesso provengono dalla Cina e la plastica viene mescolata a metalli e vernici. L’albero vero, invece, proviene da coltivazioni di aziende agricole dell’Appennino Toscano, dalle Marche e dal Veneto. Il 10% degli alberi veri che si commercializzano a Natale sono dei cimali: la parte più alta di un albero proveniente da una foresta e abbattuto per altri motivi. Il cimale, in sostanza, sarebbe uno scarto e viene reimpiegato come albero di Natale”. Perché è così importante mettere in casa un albero vero? “Intanto è importante da un punto di vista ambientale. Inoltre è una delle poche occasioni che hanno le persone che vivono in città per portare un poco di natura a casa propria. Ricordando sempre che è un essere vivente ed ha bisogno di attenzione e cura”. Cosa dobbiamo verificare prima di acquistare un albero vivente? “Il primo consiglio è leggere l’etichetta, in cui ci deve essere chiaramente scritta la provenienza: non deve essere un albero che serve per rimboschimento cioè coltivato con l’obiettivo di essere messo in una foresta. Nel caso in cui si tratti di un cimale è importante capire se c’è una certificazione forestale e se è gestita secondo regole ben definite con l’obiettivo di preservare la foresta per gli anni successivi”. Partiamo dall’acquisto, quali sono i criteri da seguire nella scelta di un albero? “Abbiamo notato che all’esterno gli alberi sembrano molto più piccoli di quello che in realtà sono e può accadere che si acquisti un abete troppo alto rispetto allo spazio che si ha a casa. Inoltre bisogna considerare che si sta portando a casa un essere vivente che sarà asimmetrico, imperfetto e per questo unico”.
L'albero di natale vero è preferibile a quello in plastica, secondo l'esperta, non solo per una questione ambientale
Come curarlo una volta in casa? È vero che le temperature domestiche sono deleterie? “Nelle prime fasi l’albero tende a perdere aghi e dunque è necessario fare un piccolo lavoro di scuotimento all’esterno prima di metterlo in casa. Inoltre bisogna dargli modo di ambientarsi. Il suo ambiente naturale è in Toscana, nel Casentino, o nelle Marche, nella zona di Ascoli Piceno, dove ci sono temperature fredde. Portarlo in una casa riscaldata potrebbe creargli uno shock, quindi è bene farlo adattare lasciandolo qualche giorno in casa prima di procedere con l’addobbo. Mai posizionarlo vicino ad un termosifone”. Quante volte va innaffiato? “Ogni 1 o 2 giorni. Un trucco è quello di mettere cubetti di ghiaccio perché si sciolgono lentamente e la pianta prende l’acqua con gradualità. Un’altra cosa da evitare e fare un addobbo troppo pesante che causerebbe uno shock ulteriore, evitando categoricamente spray sintetici”. Una volta finite le feste cosa bisogna fare con il ‘nostro amico’? “Se è un cimale ovviamente non avremo la possibilità di riutilizzarlo perché senza radici, dunque si può smaltire in un isola ecologica come sostanza organica. Creerà compost per nuove piante. Se invece è un albero in vaso, cercheremo di riutilizzarlo cambiando il vaso quando la pianta crescerà o piantarlo in giardino, ove possibile. Ma mai in una foresta”. Un albero di Natale vero non solo è più amico dell’ambiente, ma l’odore che emana contribuirà a dare un’atmosfera magica ai vostri giorni di festa.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto