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Home » Lifestyle » Antonio Ciotola, lo chef non vedente: “Insegno ai ragazzi che la passione non conosce ostacoli”

Antonio Ciotola, lo chef non vedente: “Insegno ai ragazzi che la passione non conosce ostacoli”

Appassionato di cucina, il cuoco di origini napoletane che vive nelle Marche ha perso la vista la notte di Capodanno: "Ho trovato un equilibrio interiore: ora le mie mani sono i miei occhi. Cosa dico agli studenti? Con la volontà si possono raggiungere tanti obiettivi"

Letizia Cini
8 Aprile 2022
Antonio Ciotola, lo chef non vedente,

Antonio Ciotola, lo chef non vedente,

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Ha perso la vista a causa di un incidente la notte di San Silvestro 2005, ma non ha perso la sua voglia di cucinare, coinvolgendo i più giovani: Antonio Ciotola, lo chef non vedente, non si è fatto abbattere da quanto accaduto, con tenacia e determinazione ha ripreso in mano la sua professione. Nei giorni scorsi il maestro della cucina ha incontrato gli studenti dell’istituto scolastico Prealpi di Saronno, in provincia di Varese, dando vita ad un laboratorio di cucina con gli aspiranti chef.

L’incidente

Chef Antonio Ciotola all’istituto scolastico Prealpi di Saronno
Chef Antonio Ciotola all’istituto scolastico Prealpi di Saronno

Nel 2005 Antonio Ciotola ha perso la vista causa un incidente avvenuto nella notte di Capodanno: mentre stava festeggiando con i commensali nel suo ristorante un fuoco d’artificio l’ha colpito rendendolo completamente cieco.

Prima di iniziare a mostrare agli studenti come prepara i piatti e svelare tanti piccoli particolari e accorgimenti, lo chef ha raccontato in breve la sua storia suscitando momenti di vera commozione esortandoli a “non arrendersi mai perché ad ogni problema c’è una soluzione e dopo ogni salita c’è una discesa. Bisogna saper pianificare, accettare e trovare un equilibrio interiore. Con la volontà si possono raggiungere tanti obiettivi. I miei occhi sono le mani. Tatto, gusto e olfatto sono i tre sensori per una buona cucina”.

Ospite speciale

Antonio Ciotola, lo chef non vedente, davanti agli studenti
Antonio Ciotola, lo chef non vedente, davanti agli studenti: “Ogni mattina quando entro in cucina saluto i miei attrezzi, il coltello, l’affilatrice”

Come ha raccontato il quotidiano Il Giorno, anche gli studenti dell’istituto scolastico Prealpi di Saronno hanno potuto vivere un’esperienza straordinaria incontrando lo chef Antonio Ciotola, l’uomo che stupisce tutta l’Italia perché è in grado di preparare gustosissimi manicaretti per essendo un non vedente.

Ha perso la vista nel 2005 quando, durante la notte di San Silvestro, mentre era con i clienti del suo ristorante, è stato colpito da un fuoco d’artificio. Non si è dato per vinto e continua a deliziare i clienti del suo ristorante “La taverna degli archi” a Belvedere Ostrense in provincia di Ancona. Un messaggio per ragazzi, per chiedere loro – quando gli viene voglia di dire ‘non ce la faccio’ – di provare a pensare allo chef che hanno avuto di fronte per una giornata e che, davanti a loro, pur non avendo più il dono della vista, si è messo a cucinare. Una bella dimostrazione di forza di volontà.

Lo chef Ciotola dimostra che con l’impegno e la collaborazione si possono ottenere risultati notevoli: al Ballerini lo chef non vedente si è infatti messo ai fornelli per cucinare insieme con i suoi assistenti. I “ferri del mestiere” li sa usare eccome e, di certo, non è uno che si piange addosso. Oggi sfiletta il pesce come lui ama dire “ad occhi chiusi“. Ciotola ha presentato agli studenti il suo libro Il buio in padella, dove racconta la sua storia. Subito dopo lo chef si è esibito in un contest di cucina dimostrando che la perdita della vista non gli ha impedito di continuare a essere un bravissimo chef.

Un esempio di coraggio e determinazione

Antonio Ciotola, lo chef non vedente,
Antonio Ciotola, lo chef non vedente che ama trasmettere la sua passione agli studenti

I suoi piatti sono pieni di colori, nessuno come lui conosce i sapori del cibo che prepar: Antonio Ciotola, che condivide l’attività con la moglie Manola Mariani, è tra gli chef emergenti più apprezzati. Napoli è la sua terra di origine: “Nel 2017 sono stato nominato presidente onorario del Dipartimento emergenza cuochi. Non me l’aspettavo proprio e ne sono rimasto commosso“, aveva commentato sdalle colonne de il Resto del Carlino.
“Per me cucinare ad occhi chiusi è diventata la normalità ma capisco che chi mi vede dall’esterno ne resti stupito – le sue parole al quotidiano – . In tutti i miei piatti amo mixare sapori della tradizione con quelli del territorio in cui mi trovo, per me la cucina è sinonimo di amore, passione e impegno. E per me basta questo“.

Com’è cambiata la sua vita dopo quel Capodanno del 2005

Gli studenti assistono alla speciale lezione di chef Antonio Ciotola
Gli studenti assistono alla speciale lezione di chef Antonio Ciotola

“Sono stato fermo solo sei mesi e poi ho riaperto il locale perché cucinare è la mia vita. Non posso farne a meno. Non si cucina con la vista. Si cucina con le mani, con l’olfatto ma soprattutto con il cuore – prosegue l’intervista di Giulia Mancinelli – . Senza vedere uso tutti i tipi di attrezzature compreso il mio amico coltello e anche l’affettatrice anche se amo spinare il pesce“.

L’aneddoto

A questo proposito c’è un aneddoto diventato celebre tra i suoi clienti. “Un giorno mia moglie Manola ad un cliente in sala disse di mangiare tranquillamente perché l’orata farcita è stata spinata dallo chef. Il cliente conoscendo la mia storia sulle prime rimase sorpreso, poi venne in cucina a complimentarsi per non aver trovato nemmeno spina. E da allora nel menù non manca mai l’Orata all’occhiello“.

Il suo obiettivo

Ora il suo obiettivo è ispirare e motivare i giovani: mentre lavorava tagli di carne all’istituto scolastico Prealpi di Saronno, ha confidato agli studenti: “Ogni mattina quando entro in cucina saluto i miei attrezzi, il coltello, l’affilatrice, il tritacarne e paradossalmente mi taglio meno adesso di quanto non capitava prima”. “Non arrendetevi mai – li ha esortati – perché per ogni problema c’è una soluzione e dopo ogni salita c’è una discesa. Bisogna saper pianificare, accettare e trovare un equilibrio interiore. Con la volontà si possono raggiungere tanti obiettivi. I miei occhi sono le mani. Tatto, gusto e olfatto sono i tre sensori per una buona cucina”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Ha perso la vista a causa di un incidente la notte di San Silvestro 2005, ma non ha perso la sua voglia di cucinare, coinvolgendo i più giovani: Antonio Ciotola, lo chef non vedente, non si è fatto abbattere da quanto accaduto, con tenacia e determinazione ha ripreso in mano la sua professione. Nei giorni scorsi il maestro della cucina ha incontrato gli studenti dell’istituto scolastico Prealpi di Saronno, in provincia di Varese, dando vita ad un laboratorio di cucina con gli aspiranti chef.

L’incidente

Chef Antonio Ciotola all’istituto scolastico Prealpi di Saronno
Chef Antonio Ciotola all’istituto scolastico Prealpi di Saronno
Nel 2005 Antonio Ciotola ha perso la vista causa un incidente avvenuto nella notte di Capodanno: mentre stava festeggiando con i commensali nel suo ristorante un fuoco d’artificio l’ha colpito rendendolo completamente cieco. Prima di iniziare a mostrare agli studenti come prepara i piatti e svelare tanti piccoli particolari e accorgimenti, lo chef ha raccontato in breve la sua storia suscitando momenti di vera commozione esortandoli a “non arrendersi mai perché ad ogni problema c’è una soluzione e dopo ogni salita c’è una discesa. Bisogna saper pianificare, accettare e trovare un equilibrio interiore. Con la volontà si possono raggiungere tanti obiettivi. I miei occhi sono le mani. Tatto, gusto e olfatto sono i tre sensori per una buona cucina”.

Ospite speciale

Antonio Ciotola, lo chef non vedente, davanti agli studenti
Antonio Ciotola, lo chef non vedente, davanti agli studenti: "Ogni mattina quando entro in cucina saluto i miei attrezzi, il coltello, l’affilatrice"
Come ha raccontato il quotidiano Il Giorno, anche gli studenti dell’istituto scolastico Prealpi di Saronno hanno potuto vivere un’esperienza straordinaria incontrando lo chef Antonio Ciotola, l’uomo che stupisce tutta l’Italia perché è in grado di preparare gustosissimi manicaretti per essendo un non vedente. Ha perso la vista nel 2005 quando, durante la notte di San Silvestro, mentre era con i clienti del suo ristorante, è stato colpito da un fuoco d’artificio. Non si è dato per vinto e continua a deliziare i clienti del suo ristorante “La taverna degli archi” a Belvedere Ostrense in provincia di Ancona. Un messaggio per ragazzi, per chiedere loro - quando gli viene voglia di dire ‘non ce la faccio’ - di provare a pensare allo chef che hanno avuto di fronte per una giornata e che, davanti a loro, pur non avendo più il dono della vista, si è messo a cucinare. Una bella dimostrazione di forza di volontà. Lo chef Ciotola dimostra che con l’impegno e la collaborazione si possono ottenere risultati notevoli: al Ballerini lo chef non vedente si è infatti messo ai fornelli per cucinare insieme con i suoi assistenti. I “ferri del mestiere” li sa usare eccome e, di certo, non è uno che si piange addosso. Oggi sfiletta il pesce come lui ama dire “ad occhi chiusi“. Ciotola ha presentato agli studenti il suo libro Il buio in padella, dove racconta la sua storia. Subito dopo lo chef si è esibito in un contest di cucina dimostrando che la perdita della vista non gli ha impedito di continuare a essere un bravissimo chef.

Un esempio di coraggio e determinazione

Antonio Ciotola, lo chef non vedente,
Antonio Ciotola, lo chef non vedente che ama trasmettere la sua passione agli studenti
I suoi piatti sono pieni di colori, nessuno come lui conosce i sapori del cibo che prepar: Antonio Ciotola, che condivide l’attività con la moglie Manola Mariani, è tra gli chef emergenti più apprezzati. Napoli è la sua terra di origine: “Nel 2017 sono stato nominato presidente onorario del Dipartimento emergenza cuochi. Non me l’aspettavo proprio e ne sono rimasto commosso“, aveva commentato sdalle colonne de il Resto del Carlino. “Per me cucinare ad occhi chiusi è diventata la normalità ma capisco che chi mi vede dall’esterno ne resti stupito - le sue parole al quotidiano - . In tutti i miei piatti amo mixare sapori della tradizione con quelli del territorio in cui mi trovo, per me la cucina è sinonimo di amore, passione e impegno. E per me basta questo“.

Com’è cambiata la sua vita dopo quel Capodanno del 2005

Gli studenti assistono alla speciale lezione di chef Antonio Ciotola
Gli studenti assistono alla speciale lezione di chef Antonio Ciotola
“Sono stato fermo solo sei mesi e poi ho riaperto il locale perché cucinare è la mia vita. Non posso farne a meno. Non si cucina con la vista. Si cucina con le mani, con l’olfatto ma soprattutto con il cuore - prosegue l’intervista di Giulia Mancinelli - . Senza vedere uso tutti i tipi di attrezzature compreso il mio amico coltello e anche l’affettatrice anche se amo spinare il pesce“.

L'aneddoto

A questo proposito c’è un aneddoto diventato celebre tra i suoi clienti. “Un giorno mia moglie Manola ad un cliente in sala disse di mangiare tranquillamente perché l’orata farcita è stata spinata dallo chef. Il cliente conoscendo la mia storia sulle prime rimase sorpreso, poi venne in cucina a complimentarsi per non aver trovato nemmeno spina. E da allora nel menù non manca mai l’Orata all’occhiello".

Il suo obiettivo

Ora il suo obiettivo è ispirare e motivare i giovani: mentre lavorava tagli di carne all’istituto scolastico Prealpi di Saronno, ha confidato agli studenti: “Ogni mattina quando entro in cucina saluto i miei attrezzi, il coltello, l’affilatrice, il tritacarne e paradossalmente mi taglio meno adesso di quanto non capitava prima”. “Non arrendetevi mai - li ha esortati - perché per ogni problema c’è una soluzione e dopo ogni salita c’è una discesa. Bisogna saper pianificare, accettare e trovare un equilibrio interiore. Con la volontà si possono raggiungere tanti obiettivi. I miei occhi sono le mani. Tatto, gusto e olfatto sono i tre sensori per una buona cucina”.
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