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Home » Lifestyle » L’attrice brasiliana Claudia Raia di nuovo mamma a 56 anni

L’attrice brasiliana Claudia Raia di nuovo mamma a 56 anni

Una gravidanza non prevista, 3 anni dopo l'arrivo della menopausa secondo i medici. Il piccolo Luca è figlio della star delle telenovela e del marito Jarbas Homem de Mello

Marianna Grazi
19 Marzo 2023
Claudia Raia parto 56 anni

Claudia Raia dà alla luce il terzo figlio a 56 anni

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L’attrice brasiliana Claudia Raia, 56 anni, ha rivelato che il mese scorso ha dato alla luce un bambino. Il piccolo Luca è il primo figlio della star della telenovela con il marito Jarbas Homem de Mello, il terzo per lei dopo Enzo, 25 anni, e Sophia, 19 anni, avuti con l’ex Edson Celulari. Raia, che è rimasta incinta in modo naturale tre anni dopo che i medici le avevano detto che era entrata in menopausa, ha annunciato l’emozionante notizia sulla sua pagina Instagram, postando una foto dall’ospedale con il coniuge, 53 anni, e il neonato. “Luca è arrivato illuminando il sabato sera! È arrivato qui l’11 febbraio e ha già reclamato il suo spazio. Ce l’abbiamo fatta”, ha scritto nella didascalia del post.

Mamma tris a 56 anni

L’attrice brasiliana Claudia Raia ha avuto il terzo figlio a 56 anni

Da quando il terzogenito è arrivato in casa l’attrice ha condiviso molte foto del neonato con i fratelli e con il suo papà, oltre ad altri scatti dall’ospedale. In precedenza, dopo un ciclo fallito di fecondazione in vitro (IVF), la 56enne ha raccontato la sua storia in un’intervista televisiva brasiliana a settembre: “Ho avuto una conversazione molto seria con Dio. Ho detto: ‘Non ho intenzione di provare più di una volta. Non sfiderò il destino. Proverò una volta sola, e se funzionerà, andrà bene, e se non funzionerà, capirò”. Nonostante l’insuccesso, a sorpresa, lo scorso anno è rimasta incinta in modo naturale. In precedenza, durante una visita medica, alla donna era stato detto che sembrava che stesse ovulando di nuovo, ma l’attrice credeva che si trattasse di un errore o di un’anomalia e non ha mai pensato che potesse portare a una gravidanza. “Mi ero arresa. Sono andata in viaggio con i miei figli”, ha ricordato l’attrice. “Mi sono allenata, ho preso lezioni, mi sono tinta i capelli. Tutto andava bene”. Quando mesi dopo si è sentita male, e tutti gli altri esami sono risultati regolari, i medici hanno fatto alla 55enne un test di gravidanza. Non solo il test è risultato positivo, ma Raia ha scoperto che le mancava poco per superare il primo trimestre. La prima reazione è stata pensare che il suo medico fosse “impazzito”. “Ho 55 anni – ricorda di aver detto al dottore -. Poi ho fatto il test ed è risultato che ero incinta da settimane”.

La risposta agli haters

Claudia Raia, con il piccolo Luca, risponde agli haters:n “Smettiamo di giudicare la maternità altrui”

Sui social purtroppo la notizia ha scatenato gli haters, con molti commenti sgradevoli sull’età della neo mamma; a questi Claudia Raia ha ricordato che “ci sono mille modi di essere madre“. “Nel mio caso, avere più di 50 anni è stata una delle sfide – ha aggiunto – ma vale la pena riflettere sul fatto che oggi ci sono mille modelli di famiglia e tante forme di amore materno”, ha spiegato su Instagram. “Dobbiamo smetterla con questa mania di giudicare o porre limiti alla maternità altrui, perché ogni persona vive questa esperienza in modo molto intimo e unico”. Nel 2019, l’Ufficio per le statistiche nazionali del Brasile ha rivelato che il numero di donne che rimangono incinta oltre i 40 anni è quasi raddoppiato negli ultimi due decenni. Secondo gli esperti di statistica, le donne rimandano la nascita di un figlio all’età più avanzata per tutta una serie di motivi, tra cui la costruzione di una carriera lavorativa.

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
L'attrice brasiliana Claudia Raia, 56 anni, ha rivelato che il mese scorso ha dato alla luce un bambino. Il piccolo Luca è il primo figlio della star della telenovela con il marito Jarbas Homem de Mello, il terzo per lei dopo Enzo, 25 anni, e Sophia, 19 anni, avuti con l'ex Edson Celulari. Raia, che è rimasta incinta in modo naturale tre anni dopo che i medici le avevano detto che era entrata in menopausa, ha annunciato l'emozionante notizia sulla sua pagina Instagram, postando una foto dall'ospedale con il coniuge, 53 anni, e il neonato. "Luca è arrivato illuminando il sabato sera! È arrivato qui l'11 febbraio e ha già reclamato il suo spazio. Ce l'abbiamo fatta", ha scritto nella didascalia del post.

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La risposta agli haters

Claudia Raia, con il piccolo Luca, risponde agli haters:n "Smettiamo di giudicare la maternità altrui"
Sui social purtroppo la notizia ha scatenato gli haters, con molti commenti sgradevoli sull'età della neo mamma; a questi Claudia Raia ha ricordato che "ci sono mille modi di essere madre". "Nel mio caso, avere più di 50 anni è stata una delle sfide - ha aggiunto - ma vale la pena riflettere sul fatto che oggi ci sono mille modelli di famiglia e tante forme di amore materno", ha spiegato su Instagram. "Dobbiamo smetterla con questa mania di giudicare o porre limiti alla maternità altrui, perché ogni persona vive questa esperienza in modo molto intimo e unico". Nel 2019, l'Ufficio per le statistiche nazionali del Brasile ha rivelato che il numero di donne che rimangono incinta oltre i 40 anni è quasi raddoppiato negli ultimi due decenni. Secondo gli esperti di statistica, le donne rimandano la nascita di un figlio all'età più avanzata per tutta una serie di motivi, tra cui la costruzione di una carriera lavorativa.  
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