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Home » Lifestyle » Divertirsi insieme con le proprie unicità: chiunque può vivere “Le avventure del SottoSotto”

Divertirsi insieme con le proprie unicità: chiunque può vivere “Le avventure del SottoSotto”

Cosa farà un gruppo di bambini e bambine, ognuno coi propri poteri, nella Napoli sotterranea? Dalla penna di Luca Trapanese e Francesca Vecchioni, con le illustrazioni di Fraffrog

Marianna Grazi
4 Ottobre 2022
Le avventure del SottoSotto

Le avventure del SottoSotto

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“Abbiamo scritto questa avventura con uno scopo preciso: far divertire tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che lo leggono; ma l’idea è anche quella di fare in modo che qualunque lettore o lettrice ci si possa riconoscere“. Due obiettivi nobili, ma anche due autori, Francesca Vecchioni e Luca Trapanese, che dalla comunione di idee e di intenti hanno creato un piccolo capolavoro di diversità, inclusione e unicità: esce il 4 ottobre “Le Avventure del SottoSotto” (Salani Editore), il libro uscito dalla penna dell’assessore alle Politiche sociali di Napoli, che da anni si spende al servizio dei bambini con disabilità, e dalla presidente della Fondazione Diversity, attivista e promotrice d’inclusione sociale. Entrambi sono membri del comitato scientifico di Luce!, entrambi genitori, entrambi da sempre impegnati a rendere il mondo un posto migliore e più accogliente per tutti e tutte. “Quando tu ti senti protagonista di una storia allora davvero riesci a immaginare il tuo futuro, riesci a sentirti l’eroe o l’eroina della vicenda” ci racconta Francesca che raggiungiamo al telefono per farci svelare qualche segreto del libro, che è stato illustrato mirabilmente da Francesca Presentini, in arte Fraffrog.

Francesca Vecchioni co-autrice con Luca Trapanese del libro “Le avventure del SottoSotto” (Salani Editore)

Il libro “Le Avventure del SottoSotto”

Chi di noi, crescendo, non ha mai fatto un po’ di fatica a riconoscersi nelle storie che leggeva? Ritrovarsi in ciò che si scopre tra le righe di un libro significa poter sognare, da protagonista, il proprio futuro.
Jo, Marta, Vera, Tommy e Bareggi non potrebbero essere più diversi di così. La sola cosa che hanno in comune sembra essere la scuola che frequentano e che nasconde un segreto proprio sotto i loro piedi: un immenso labirinto sepolto da oltre ottant’anni… Con l’aiuto di un diario e di una tortorella la banda del SottoSotto si unisce per un’avventura, la più imprevedibile di sempre, per scoprire cosa sia successo a una misteriosa bambina, scomparsa molto tempo prima, quando quel labirinto rappresentava l’unico riparo dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale. “La sinossi del libro è stata fatta molto prima dello scoppio della guerra in Ucraina, è stata una casualità, una coincidenza”, svela Vecchioni. Il gruppo, per cavarsela, dovrà imparare la fiducia reciproca, superare i pregiudizi e usare abilità e risorse di ogni protagonista. L’importante, per loro è riconoscersi. E non ricalcare quegli stereotipi che, anche involontariamente, spesso troviamo in molte storie, anche nella narrativa per i più piccoli, dove non sempre chi legge si riesce a rappresentare.

La rappresentazione: “Ogni unicità è un valore”

La rappresentazione serve a far sì che qualunque bambino o bambina possa ritrovarsi in questo racconto. I 5 personaggi, che sono completamente diversi tra loro, non si frequentano e forzatamente si trovano a conoscersi (“finiscono in punizione assieme un po’ come in Breakfast Club, il vecchio telefilm degli anni ’90”). Appartengono anche a gruppi differenti e ognuno di loro ha la propria unicità, come tutte le persone. “Si tratta di quelle caratteristiche che magari percepisce come fragilità o difficoltà o criticità, ma invece sono dei grandi valori. Ognuno di loro, in fondo, ha dei poteri, anche se abbiamo deciso di sfumare questa parte magica. È tutto in equilibrio tra quello che i bambini e le bambine possono immaginare come fantastico e quello che invece possono sentire come reale”. La diversità, l’inclusione sono valori portanti sia nella storia sia, soprattutto, nella caratterizzazione dei 5 personaggi. Il lavoro grande fatto è soprattutto su di loro, per poi farli esprimere al meglio” aggiunge l’autrice. E come fare a non ricalcare proprio quegli stereotipi che vorrebbero eliminare dalle visioni dei più piccoli? “Facendoci aiutare, ‘usando’ consulenti, persone che in qualche modo vivono quelle esperienze o ne fanno parte. Noi possiamo essere le autrici migliori, metterci nei panni di, ma alcune cose dobbiamo farcele dire necessariamente da chi le vive – afferma Francesca Vecchioni –. È il risultato di un lavoro di ascolto e confronto con chi ha contribuito a dare ai protagonisti autenticità e spessore”.

Le avventure del SottoSotto
“Le avventure del SottoSotto” di Luca Trapanese e Francesca Vecchioni, con le illustrazioni di Fraffrog

I temi affrontati e i personaggi

Toccati, sfiorati, quasi impercettibili ma presenti i temi della discriminazione, del bullismo, della guerra. “Forse quello meno affrontato, perché tanto c’eravamo io e Luca a scriverlo, è la questione Lgbt (ride), a parte aver usato un personaggio come Jo che però non è riconoscibile, è un bambin* in cui qualunque ragazza o ragazzo si può riconoscere perché in nessuna parte del libro si capisce se è un maschio o una femmina“. Tommy invece è cieco. “Non avremmo mai potuto descriverlo senza farci raccontare da chi vive quell’esperienza, che si ricorda com’era da bambino”. All’inizio poi c’è stato il dubbio se fargli usare il bastone o meno, se mettergli gli occhiali o no… “Tutta una serie di domande a cui abbiamo risposto con l’aiuto di Alessia Refolo. E così lo abbiamo lasciato scevro da qualsiasi pietismo. Per evitare invece il rischio di ‘eroismo’ e ‘specialismo’ c’è il suo carattere, è permaloso e imperfetto”, precisa. Stessa cosa per Marta, che è una bambina di seconda generazione cinese, ed è un personaggio che è stato pensato e raccontato con l’aiuto dell’influencer Momoka Banana. “Marta viene presa in giro tutto il tempo, quindi tu ti immedesimi in quella bambina. E poi c’è Bareggi, che all’inizio è un bullo, è razzista, è stron*o; insomma sembra un tipico napoletano verace, per ricalcare gli stereotipi – scherza la scrittrice –. E infine Vera, che parla con le piante e queste si muovono”. Chissà se è la sua voce a far sì che l’incredibile sia reale…

Il linguaggio inclusivo e le illustrazioni

Ma gli stereotipi si abbattono fin da piccoli e piccole anche utilizzando un linguaggio inclusivo. “Senza essere estremi, perché naturalmente la lettura deve avere una sua fluidità – prosegue Vecchioni –, il difficile è stato riuscire a fare in modo che chi legge il libro non si accorga quasi che c’è un lavoro dietro. Tranne in pochissime parti in cui per evitare complessità abbiamo dovuto fare un compromesso non c’è praticamente mai il maschile sovraesteso, abbiamo cercato di utilizzare sempre la declinazione nei due generi, quando possibile negli accordi abbiamo messo prima il femminile… Vado molto orgogliosa di questa cosa, di questo grande sforzo fatto”.
E può esserci un libro per ragazzi e ragazze (il target ideale è dai 9 ai 13 anni, ma nulla vieta di leggerlo a qualsiasi età) senza illustrazioni? “Sarebbe stato impossibile – sentenzia Francesca –. Io vedo i libri che leggono le mie bambine e le reazioni che hanno ogni volta che si trovano a leggere libri con le immagini: partono in viaggi pazzeschi nella fantasia. E poi Fraffrog ci è stata quasi imposta da una delle mie figlie, che mi ha detto: ‘Mamma ti prego ti prego ti prego fallo fare a lei’. Salani è stata fantastica, ha esaudito il nostro/loro desiderio. E il lavoro con Fraffrog è stato altrettanto intenso e attento”.

Tommy e Rosalina
Tommy, è cieco dalla nascita ma è anche il responsabile del gruppo. Sulle sue spalle si posa sempre la sua fedele alleata, la tortora Rosalina

 

Un ponte tra generazioni

Se esiste un target di pubblico a cui gli autori si vogliono riferire, è chiara però anche la volontà di proporre nel libro anche qualcosa che vada oltre: la banda del SottoSotto risolve infatti un mistero che è capitato a un gruppo come il loro, però 80 anni prima. E gli attuali protagonisti avranno a che fare con nonni e nonne. “È una doppia storia: non c’è solo diversità e unicità nei cinque protagonisti e protagoniste ma è toccata anche la differenza generazionale. Volevo creare anche un atmosfera alla Goonies – aggiunge la presidente di Fondazione Diversity –, quindi ci sono tutta una serie di citazioni anni ’80, per fare l’occhiolino a quelle mamme e papà della mia età (47 anni) che probabilmente leggeranno il libro ai loro figli e alle loro figlie”. Lo scopo del libro, come detto, è far divertire i più piccoli, farli immaginare, ma tante cose sono scritte per arrivare ai genitori, in modo che passi un messaggio anche a loro. Un libro che non vuole insegnare, ma vuole dare visibilità e rappresentazione, dire le cose come sono nei fatti. “Non è dogmatico, non c’è la lezioncina e non ci deve essere un pregiudizio nel leggerlo – conclude –. È pensato anche per avvicinare le generazioni, i genitori ai figli, per creare un ponte generazionale. E se lo leggessero insieme sarebbe ancora più bello”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet

"Abbiamo scritto questa avventura con uno scopo preciso: far divertire tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che lo leggono; ma l’idea è anche quella di fare in modo che qualunque lettore o lettrice ci si possa riconoscere". Due obiettivi nobili, ma anche due autori, Francesca Vecchioni e Luca Trapanese, che dalla comunione di idee e di intenti hanno creato un piccolo capolavoro di diversità, inclusione e unicità: esce il 4 ottobre "Le Avventure del SottoSotto" (Salani Editore), il libro uscito dalla penna dell'assessore alle Politiche sociali di Napoli, che da anni si spende al servizio dei bambini con disabilità, e dalla presidente della Fondazione Diversity, attivista e promotrice d’inclusione sociale. Entrambi sono membri del comitato scientifico di Luce!, entrambi genitori, entrambi da sempre impegnati a rendere il mondo un posto migliore e più accogliente per tutti e tutte. "Quando tu ti senti protagonista di una storia allora davvero riesci a immaginare il tuo futuro, riesci a sentirti l’eroe o l’eroina della vicenda" ci racconta Francesca che raggiungiamo al telefono per farci svelare qualche segreto del libro, che è stato illustrato mirabilmente da Francesca Presentini, in arte Fraffrog.

Francesca Vecchioni co-autrice con Luca Trapanese del libro "Le avventure del SottoSotto" (Salani Editore)

Il libro "Le Avventure del SottoSotto"

Chi di noi, crescendo, non ha mai fatto un po' di fatica a riconoscersi nelle storie che leggeva? Ritrovarsi in ciò che si scopre tra le righe di un libro significa poter sognare, da protagonista, il proprio futuro. Jo, Marta, Vera, Tommy e Bareggi non potrebbero essere più diversi di così. La sola cosa che hanno in comune sembra essere la scuola che frequentano e che nasconde un segreto proprio sotto i loro piedi: un immenso labirinto sepolto da oltre ottant’anni… Con l'aiuto di un diario e di una tortorella la banda del SottoSotto si unisce per un’avventura, la più imprevedibile di sempre, per scoprire cosa sia successo a una misteriosa bambina, scomparsa molto tempo prima, quando quel labirinto rappresentava l'unico riparo dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale. "La sinossi del libro è stata fatta molto prima dello scoppio della guerra in Ucraina, è stata una casualità, una coincidenza", svela Vecchioni. Il gruppo, per cavarsela, dovrà imparare la fiducia reciproca, superare i pregiudizi e usare abilità e risorse di ogni protagonista. L'importante, per loro è riconoscersi. E non ricalcare quegli stereotipi che, anche involontariamente, spesso troviamo in molte storie, anche nella narrativa per i più piccoli, dove non sempre chi legge si riesce a rappresentare.

La rappresentazione: "Ogni unicità è un valore"

La rappresentazione serve a far sì che qualunque bambino o bambina possa ritrovarsi in questo racconto. I 5 personaggi, che sono completamente diversi tra loro, non si frequentano e forzatamente si trovano a conoscersi ("finiscono in punizione assieme un po’ come in Breakfast Club, il vecchio telefilm degli anni ’90"). Appartengono anche a gruppi differenti e ognuno di loro ha la propria unicità, come tutte le persone. "Si tratta di quelle caratteristiche che magari percepisce come fragilità o difficoltà o criticità, ma invece sono dei grandi valori. Ognuno di loro, in fondo, ha dei poteri, anche se abbiamo deciso di sfumare questa parte magica. È tutto in equilibrio tra quello che i bambini e le bambine possono immaginare come fantastico e quello che invece possono sentire come reale". La diversità, l’inclusione sono valori portanti sia nella storia sia, soprattutto, nella caratterizzazione dei 5 personaggi. Il lavoro grande fatto è soprattutto su di loro, per poi farli esprimere al meglio" aggiunge l'autrice. E come fare a non ricalcare proprio quegli stereotipi che vorrebbero eliminare dalle visioni dei più piccoli? "Facendoci aiutare, 'usando' consulenti, persone che in qualche modo vivono quelle esperienze o ne fanno parte. Noi possiamo essere le autrici migliori, metterci nei panni di, ma alcune cose dobbiamo farcele dire necessariamente da chi le vive – afferma Francesca Vecchioni –. È il risultato di un lavoro di ascolto e confronto con chi ha contribuito a dare ai protagonisti autenticità e spessore".
Le avventure del SottoSotto
"Le avventure del SottoSotto" di Luca Trapanese e Francesca Vecchioni, con le illustrazioni di Fraffrog

I temi affrontati e i personaggi

Toccati, sfiorati, quasi impercettibili ma presenti i temi della discriminazione, del bullismo, della guerra. "Forse quello meno affrontato, perché tanto c’eravamo io e Luca a scriverlo, è la questione Lgbt (ride), a parte aver usato un personaggio come Jo che però non è riconoscibile, è un bambin* in cui qualunque ragazza o ragazzo si può riconoscere perché in nessuna parte del libro si capisce se è un maschio o una femmina". Tommy invece è cieco. "Non avremmo mai potuto descriverlo senza farci raccontare da chi vive quell’esperienza, che si ricorda com’era da bambino". All’inizio poi c’è stato il dubbio se fargli usare il bastone o meno, se mettergli gli occhiali o no… "Tutta una serie di domande a cui abbiamo risposto con l'aiuto di Alessia Refolo. E così lo abbiamo lasciato scevro da qualsiasi pietismo. Per evitare invece il rischio di ‘eroismo’ e ‘specialismo’ c’è il suo carattere, è permaloso e imperfetto", precisa. Stessa cosa per Marta, che è una bambina di seconda generazione cinese, ed è un personaggio che è stato pensato e raccontato con l’aiuto dell'influencer Momoka Banana. "Marta viene presa in giro tutto il tempo, quindi tu ti immedesimi in quella bambina. E poi c'è Bareggi, che all’inizio è un bullo, è razzista, è stron*o; insomma sembra un tipico napoletano verace, per ricalcare gli stereotipi – scherza la scrittrice –. E infine Vera, che parla con le piante e queste si muovono". Chissà se è la sua voce a far sì che l'incredibile sia reale...

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Ma gli stereotipi si abbattono fin da piccoli e piccole anche utilizzando un linguaggio inclusivo. "Senza essere estremi, perché naturalmente la lettura deve avere una sua fluidità – prosegue Vecchioni –, il difficile è stato riuscire a fare in modo che chi legge il libro non si accorga quasi che c’è un lavoro dietro. Tranne in pochissime parti in cui per evitare complessità abbiamo dovuto fare un compromesso non c’è praticamente mai il maschile sovraesteso, abbiamo cercato di utilizzare sempre la declinazione nei due generi, quando possibile negli accordi abbiamo messo prima il femminile… Vado molto orgogliosa di questa cosa, di questo grande sforzo fatto". E può esserci un libro per ragazzi e ragazze (il target ideale è dai 9 ai 13 anni, ma nulla vieta di leggerlo a qualsiasi età) senza illustrazioni? "Sarebbe stato impossibile – sentenzia Francesca –. Io vedo i libri che leggono le mie bambine e le reazioni che hanno ogni volta che si trovano a leggere libri con le immagini: partono in viaggi pazzeschi nella fantasia. E poi Fraffrog ci è stata quasi imposta da una delle mie figlie, che mi ha detto: 'Mamma ti prego ti prego ti prego fallo fare a lei'. Salani è stata fantastica, ha esaudito il nostro/loro desiderio. E il lavoro con Fraffrog è stato altrettanto intenso e attento".

Tommy e Rosalina
Tommy, è cieco dalla nascita ma è anche il responsabile del gruppo. Sulle sue spalle si posa sempre la sua fedele alleata, la tortora Rosalina
 

Un ponte tra generazioni

Se esiste un target di pubblico a cui gli autori si vogliono riferire, è chiara però anche la volontà di proporre nel libro anche qualcosa che vada oltre: la banda del SottoSotto risolve infatti un mistero che è capitato a un gruppo come il loro, però 80 anni prima. E gli attuali protagonisti avranno a che fare con nonni e nonne. "È una doppia storia: non c’è solo diversità e unicità nei cinque protagonisti e protagoniste ma è toccata anche la differenza generazionale. Volevo creare anche un atmosfera alla Goonies – aggiunge la presidente di Fondazione Diversity –, quindi ci sono tutta una serie di citazioni anni ’80, per fare l’occhiolino a quelle mamme e papà della mia età (47 anni) che probabilmente leggeranno il libro ai loro figli e alle loro figlie". Lo scopo del libro, come detto, è far divertire i più piccoli, farli immaginare, ma tante cose sono scritte per arrivare ai genitori, in modo che passi un messaggio anche a loro. Un libro che non vuole insegnare, ma vuole dare visibilità e rappresentazione, dire le cose come sono nei fatti. "Non è dogmatico, non c’è la lezioncina e non ci deve essere un pregiudizio nel leggerlo – conclude –. È pensato anche per avvicinare le generazioni, i genitori ai figli, per creare un ponte generazionale. E se lo leggessero insieme sarebbe ancora più bello".
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