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Home » Lifestyle » Bebe Vio, svela i suoi 5 luoghi preferiti in Italia: “L’Isola d’Elba ha un posto nel mio cuore”

Bebe Vio, svela i suoi 5 luoghi preferiti in Italia: “L’Isola d’Elba ha un posto nel mio cuore”

La campionessa paralimpica di scherma, scelta come ambassador Italia da Enit, racconta il suo grande amore per la meta toscana dove appena può si rifugia con la sua famiglia

Edoardo Martini
21 Luglio 2022
Bebe Vio

Bebe Vio

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Bebe Vio è diventata ambassador, assieme a Roberto Bolle, Stefano Boeri e Renzo Rosso, della campagna internazionale LiveItalian realizzata dall’Enit, Agenzia Nazionale del Turismo per promuovere l’Italia nel mondo. Sul portale ufficiale Italia.it. l’atleta racconta la “sua Italia” scegliendo i suoi 5 luoghi prediletti per ricaricare le energie.

Bebe Vio e il suo tramonto preferito: quello dell’Isola d’Elba

La storia d’amore tra Bebe Vio e l’Isola d’Elba

“L’Italia e gli italiani sono uno spettacolo. Basta concedersi il piacere di girarla un po’ per capire che non c’è retorica nel dirlo, ma solo il privilegio di averla come casa”, comincia così il racconto di Bebe Vio. “Quando sono in vacanza scappo sempre sull’isola d’Elba, ogni volta che posso. Vengo qui con la mia famiglia da quando ero piccola e ho i miei posti del cuore: la spiaggia di Cavoli, quella della Fetovaia o S. Andrea a Marciana per fare il bagno e l’antica fortezza di Volterraio per un tramonto infuocato da postare su Instagram. Insomma, questo per me è il ‘place to be‘, il luogo dove riesco sempre a rilassarmi e a trovare la serenità”, racconta l’atleta.

Cittadina onoraria di Portoferraio

La “storia d’amore” tra Bebe Vio e l’Isola d’Elba è di lunga data. La campionessa è anche cittadina onoraria di Portoferraio, onorificenza che ha ricevuto nel luglio 2022. Nella sala consiliare dell’ex, all’atleta è stata consegnata la simbolica pergamena, il “crest” del Comune che raffigura la vecchia Cosmopoli a riconoscimento del suo alto senso civico nonché del suo impegno sociale e sportivo a favore delle persone con disabilità e del suo ruolo attivo nel contrasto dei fenomeni di intolleranza e nel trovare soluzioni concrete per il superamento di impedimenti che potrebbero vanificare il raggiungimento dei propri obiettivi alle persone diversamente abili. “Grazie mille per tutto questo. Per me qui è veramente stare a casa. Sono all’Elba da sempre. Sono nata a marzo ed a giugno ero già qui. Da piccola ho forse fatto più bagni in mare che nella vasca di casa. Avendo sempre viaggiato tanto, per me l’unica casa è sempre stata quella dell’Elba. Tra gare ed altre cose è l’unico momento in cui potevo e posso stare con tutta la mia famiglia. È bellissimo”, sono state le parole di Bebe Vio in quell’occasione.

Bebe Vio in passato ha promosso anche una campagna di pulitura delle spiagge dell’isola d’Elba che l’ha vista impegnata in prima persona nel ‘plogging‘, cioè la raccolta di rifiuti. L’iniziativa rientrava tra le attività di Sorgenia per la pulizia di alcune spiagge italiane a supporto del progetto M.A.R.E., nato dalla collaborazione tra il Centro Velico Caprera e One Ocean Foundation che, con il catamarano a vela One, ha percorso le coste italiane per studiare lo stato di salute di 23 aree marine protette del Tirreno.

Bebe Vio durante l’attività di ‘plogging’ all’Isola d’Elba

Accademia, storia e pizza le ragioni di vita dell’atleta

Tra le 5 mete preferite dalla campionessa paralimpica, c’è Venezia, dov’è nata, con le emozioni che le regala. Per la precisione a Mogliano Veneto, dove vive la famiglia: mamma Teresa, papà Ruggero e il fratello maggiore Nicolò. “Qui ho i ricordi più belli, è dove è iniziato tutto, e dove ogni cosa sembra sempre prendere la forma giusta”. Ma Bebe è anche “pazza” di Milano, che occupa un posto speciale nel suo cuore: “Questa città per me è l’inizio di molte cose, il luogo dove tutto diventa possibile, ed è per questo che ho sentito fin da subito che fosse il giusto punto di partenza per la Bebe Vio Academy” spiega.
E poi Roma, “Il posto giusto. C’è bellezza, cultura, atmosfera, natura. Amo immergermi nei suoi parchi all’aria aperta almeno quanto sentirmi circondata di meraviglie artistiche mentre cammino letteralmente nella storia. E poi i romani sono speciali, hanno un cuore che batte a tutta velocità”. Una città che le ricorda un turbine in linea con l’energia inesauribile dell’atleta ma la cosa che le piace di più è che “è capace di fermarmi. Non ci riesce nessun altro. Io che vado sempre a cento all’ora sono costretta a bloccarmi quando ho bisogno di capire come arrivare da una parte all’altra della città. Per qualcuno è solo un fastidio, a me piace”. Infine Napoli, una bellezza scoperta di recente. “Da Roma ci arrivo facilmente, perciò spesso mi concedo una giornata sul lungomare partenopeo: una passeggiata e una pizza di che altro si può mai avere bisogno? A me piace la vita semplice, proprio come una margherita, che adoro mangiare, persino a colazione”.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Bebe Vio è diventata ambassador, assieme a Roberto Bolle, Stefano Boeri e Renzo Rosso, della campagna internazionale LiveItalian realizzata dall’Enit, Agenzia Nazionale del Turismo per promuovere l’Italia nel mondo. Sul portale ufficiale Italia.it. l’atleta racconta la “sua Italia” scegliendo i suoi 5 luoghi prediletti per ricaricare le energie.
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