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Home » Lifestyle » L’omaggio a Bessie Coleman: da Dallas a Phoenix con un equipaggio di sole donne nere

L’omaggio a Bessie Coleman: da Dallas a Phoenix con un equipaggio di sole donne nere

Il volo dal Texas all'Arizona ha ospitato a bordo la pronipote della prima donna afroamericana ad ottenere il brevetto di pilota

Marianna Grazi
22 Agosto 2022
american-airlines-bessie-coleman (CNN)

L'equipaggio composto esclusivamente da donne nere in omaggio a Bessie Coleman

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È stata una pioniera del settore aereo, una di quelle che però difficilmente trovano spazio nei libri di storia al di fuori dei confini nazionali. Anche per questo, per dare alla figura di Bessie Coleman il giusto rilievo a un secolo di distanza dallo storico traguardo conseguito, un equipaggio di sole donne nere è stato impiegato su un volo American Airlines da Dallas a Phoenix come omaggio alla sua memoria. Perché, per chi non lo sapesse, lei fu la prima donna di colore a conseguire il brevetto di pilota nel 1921. “Bessie Coleman ha coraggiosamente abbattuto le barriere nel mondo dell’aviazione e ha aperto la strada a molte persone che l’hanno seguita”, ha dichiarato American Airlines in un comunicato.

La compagnia aerea ha ospitato questa settimana il “Bessie Coleman Aviation All-Stars tour”, per celebrare il 100° anniversario dal primo volo pubblico di una donna afroamericana che la pionieristica pilota effettuò nel 1922.

Bessie Coleman
Bessie Coleman, prima donna nera ad ottenere il brevetto di pilota nel 1921. Qui con il suo aereo un anno prima dello storico traguardo

L’American Airlines ha dichiarato di volersi impegnare per la promozione della diversità del personale di volo, compresa “la sensibilizzazione e l’aumento dell’accessibilità alla carriera di pilota all’interno di comunità diverse” attraverso la sua accademia per cadetti. Intanto, in questo simbolico omaggio, a bordo dell’aereo che ha attraversato il Paese dal Texas all’Arizona, c’era anche la pronipote di Bessie, Gigi Coleman. Il volo è stato operato da un equipaggio femminile interamente nero composto da piloti, assistenti di volo, coordinatrici del servizio clienti, membri del team cargo e tecnici della manutenzione aerea.

L’impresa di Bessie Coleman

Una giovanissima Bessie Coleman l’anno dopo aver compiuto il primo volo pubblico della storia per una donna afroamericana

Nel 1918 erano pochissime le donne americane (di qualunque razza) ad essere riuscite ad ottenere il brevetto di pilota, ma quelle che lo avevano erano spesso bianche e venivano da ceti sociali elevati e ricchi. Una sorta di vezzo per poche elette insomma. Ma Elizabeth “Bessie” Coleman aveva sempre sognato di volare e, non a caso, venne poi soprannominata Brave Bessie o Queen Bess. Nata ad Atlanta nel 1892, decima di tredici figli di una famiglia di mezzadri, ebbe un’infanzia e un’adolescenza difficile, fatte di rinunce, semi-schiavitù e difficoltà; riuscì a studiare fino ai 18 anni (si iscrisse alla Oklahoma Colored Agricultural and Normal University ma dovette rinunciare dopo un semestre per mancanza di soldi), poi, nel 1915 si trasferì a Chicago, dove iniziò a lavorare in un ristorante di chili e presso il White Sox Barber Shop come manicure, dove sentiva i racconti dai piloti di ritorno dalla prima guerra mondiale. Questo accese in lei un interesse enorme verso il volo, ma il suo essere donna e nera le impediva l’ammissione a qualsiasi scuola di aviazione. Inoltre nessun aviatore di colore statunitense voleva addestrarla. Ma Brave Bessie non si dette per vinta: imparò il francese, si trasferì a Parigi e fu accettata dalla Caudron Brothers School of Aviation. Il 15 giugno 1921, la Coleman divenne non solo la prima donna afroamericana a conseguire un brevetto aereo internazionale dalla Fédération Aéronautique Internationale e la prima nativa Usa di qualsiasi sesso o etnia ad ottenerlo, ma anche la prima donna afroamericana a ottenere un brevetto di pilota di aviazione.
Morì a 34 anni, nel 1926, durante una prova di volo con un altro pilota. Sebbene non abbia mai realizzato il suo sogno di aprire una scuola di volo per futuri piloti neri, la sua impronta nella storia dell’aviazione continua a vivere.

L’impegno dell’American Airlines in omaggio a Queen Bessie

Le donne di colore sono state “notevolmente sottorappresentate nell’industria dell’aviazione, specialmente come piloti, essendo meno dell’1% nel settore delle compagnie aeree commerciali”, ha dichiarato American Airlines. “Oggi sono entusiasta di far parte dell’equipaggio e di ispirare le bambine, le ragazze di colore, perché vedano i vari ruoli che queste donne ricoprono in ogni aspetto per rendere possibile questo volo”, ha detto nel video la capitana Beth Powell, pilota del volo. Il giorno successivo allo storico volo, i rappresentanti della “Bessie Coleman Foundation”, i piloti e i cadetti dell’American Airlines hanno incontrato gli studenti dell’Academies at South Mountain di Phoenix, dove è atterrato il volo, per far scoprire ai giovani tutte le carriere nel settore dell’aviazione. “Sapevo che era la prima donna afroamericana a prendere il brevetto di pilota, è stata la prima a farlo e ha ispirato la prossima generazione a seguire le sue orme e a sapere che anche loro possono essere ciò che vogliono”, ha detto in video Mohamed Mohamed, un aspirante pilota di linea che studia scienza aerospaziale all’accademia.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

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  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
È stata una pioniera del settore aereo, una di quelle che però difficilmente trovano spazio nei libri di storia al di fuori dei confini nazionali. Anche per questo, per dare alla figura di Bessie Coleman il giusto rilievo a un secolo di distanza dallo storico traguardo conseguito, un equipaggio di sole donne nere è stato impiegato su un volo American Airlines da Dallas a Phoenix come omaggio alla sua memoria. Perché, per chi non lo sapesse, lei fu la prima donna di colore a conseguire il brevetto di pilota nel 1921. "Bessie Coleman ha coraggiosamente abbattuto le barriere nel mondo dell'aviazione e ha aperto la strada a molte persone che l'hanno seguita", ha dichiarato American Airlines in un comunicato. La compagnia aerea ha ospitato questa settimana il "Bessie Coleman Aviation All-Stars tour", per celebrare il 100° anniversario dal primo volo pubblico di una donna afroamericana che la pionieristica pilota effettuò nel 1922.
Bessie Coleman
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L'American Airlines ha dichiarato di volersi impegnare per la promozione della diversità del personale di volo, compresa "la sensibilizzazione e l'aumento dell'accessibilità alla carriera di pilota all'interno di comunità diverse" attraverso la sua accademia per cadetti. Intanto, in questo simbolico omaggio, a bordo dell'aereo che ha attraversato il Paese dal Texas all'Arizona, c'era anche la pronipote di Bessie, Gigi Coleman. Il volo è stato operato da un equipaggio femminile interamente nero composto da piloti, assistenti di volo, coordinatrici del servizio clienti, membri del team cargo e tecnici della manutenzione aerea.

L'impresa di Bessie Coleman

Una giovanissima Bessie Coleman l'anno dopo aver compiuto il primo volo pubblico della storia per una donna afroamericana
Nel 1918 erano pochissime le donne americane (di qualunque razza) ad essere riuscite ad ottenere il brevetto di pilota, ma quelle che lo avevano erano spesso bianche e venivano da ceti sociali elevati e ricchi. Una sorta di vezzo per poche elette insomma. Ma Elizabeth "Bessie" Coleman aveva sempre sognato di volare e, non a caso, venne poi soprannominata Brave Bessie o Queen Bess. Nata ad Atlanta nel 1892, decima di tredici figli di una famiglia di mezzadri, ebbe un'infanzia e un'adolescenza difficile, fatte di rinunce, semi-schiavitù e difficoltà; riuscì a studiare fino ai 18 anni (si iscrisse alla Oklahoma Colored Agricultural and Normal University ma dovette rinunciare dopo un semestre per mancanza di soldi), poi, nel 1915 si trasferì a Chicago, dove iniziò a lavorare in un ristorante di chili e presso il White Sox Barber Shop come manicure, dove sentiva i racconti dai piloti di ritorno dalla prima guerra mondiale. Questo accese in lei un interesse enorme verso il volo, ma il suo essere donna e nera le impediva l'ammissione a qualsiasi scuola di aviazione. Inoltre nessun aviatore di colore statunitense voleva addestrarla. Ma Brave Bessie non si dette per vinta: imparò il francese, si trasferì a Parigi e fu accettata dalla Caudron Brothers School of Aviation. Il 15 giugno 1921, la Coleman divenne non solo la prima donna afroamericana a conseguire un brevetto aereo internazionale dalla Fédération Aéronautique Internationale e la prima nativa Usa di qualsiasi sesso o etnia ad ottenerlo, ma anche la prima donna afroamericana a ottenere un brevetto di pilota di aviazione. Morì a 34 anni, nel 1926, durante una prova di volo con un altro pilota. Sebbene non abbia mai realizzato il suo sogno di aprire una scuola di volo per futuri piloti neri, la sua impronta nella storia dell'aviazione continua a vivere.

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