Il 31 gennaio 2018, in Italia, veniva introdotta la legge sul testamento biologico. Da allora solo lo 0,4% dei cittadini (185.500) ha depositato le disposizioni anticipate di trattamento (Dat). "Un vuoto determinato innanzitutto dalla mancanza di conoscenza dello strumento entrato in vigore esattamente cinque anni fa", spiega l'Associazione Coscioni, che nei mesi scorsi ha avviato un'indagine, condotta da Matteo Mainardi e Alessandro De Luca, in collaborazione con le Cellule Coscioni di tutta Italia, per richiedere a 6500 comuni quante Dat sono state ricevute fino ad oggi e quante di queste sono state trasferite alla Banca dati nazionale. I dati emersi sono impietosi: in Lombardia, ad esempio, ha depositato presso il proprio Comune le Dat solo un abitante su 200, ovvero 36.476 cittadini in tutta la Regione. In Piemonte un abitante su 159, in Liguria uno ogni 174, in Campania uno ogni 337.
Ma questo sarebbe dovuto al fatto che "Da parte del Ministero della Salute non è mai stata condotta alcuna campagna informativa a beneficio delle persone - evidenziano dalla Coscioni -, come invece dovrebbe avvenire e indicato nella legge stessa. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero della salute, le regioni e le aziende sanitarie provvedono a informare della possibilità di redigere le Dat in base alla presente legge, anche attraverso i rispettivi siti internet". Da qui la volontà di sopperire a questa mancanza con un'iniziativa stampa e social che farà leva su un video narrato da Giobbe Covatta dal titolo "Il biotestamento spiegato agli adulti". "Nonno, tu pensi di morire?": con questa domanda una bambina, a partire dell'esperienza della morte del proprio gatto, coinvolge l'anziano parente sul tema, gli spiega in modo leggero e delicato l'importanza di poter esprimere anticipatamente le proprie scelte in termini di trattamenti sanitari, per evitare che siano altri, tipo lei, a dover decidere per lui al momento in cui fosse necessario.
Main Partner
Partner